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LGBT La Pandemia Del Mondo
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LGBT La Pandemia Del Mondo

Язык: Итальянский
Год издания: 2020
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Per evitare il divorzio vorrei indicare che cosa non si dovrebbe fare:

● Parlare male del partner alle sue spalle.

● Fissarsi sulle cose che il proprio partner sa fare peggio.

● Non mettersi mai nei panni del partner.

● Scaldarsi subito quando si discute.

● Non capire quando è il caso di prendere una pausa in un litigio.

● Fare sempre buon viso.

● Non litigare mai.

● Ignorare troppo a lungo i problemi da affrontare64.

Sembra, che le cause da me citate siano meno importanti di altre. Certamente, senza dubbi, ci sono cause più gravi che portano al divorzio o alla separazione. Ecco una bella occasione per riflettere. Secondo voi: quali sono le cause più gravi che portano al divorzio e perché? Per aiutarvi a capire ancora di più dei motivi del divorzio propongo approfondire altre cause65:

Stare insieme per motivi sbagliati. Per esempio per i soldi o per fare piacere a qualcuno. Oppure pensiamo che, invece di rimanere da soli, sposarsi è una cosa migliore da fare, però non essendo convinti fino il fondo.

Mancanza della propria identità. E’ vero che siamo sposati, ma nello stesso tempo siamo anche persone diverse. Essere sposato non significa rinunciare alla mia identità e personalità. Io sono io e tu sei tu. Camminiamo insieme reciprocamente aiutandosi nella crescita personale e coniugale.

Perdere il senso. Non dobbiamo dimenticare mai per il quale motivo siamo sposati – per amore. Ripetete questo migliaia, migliaia e ancora migliaia di volte. Sapete quale è il segno che la coppia non si sta perdendo? L’amore tra di loro deve crescere. Quante volte ho sentito dichiarazioni: ti amo come nel giorno del matrimonio! Sbagliatissimo. L’amore nella coppia deve crescere ogni giorno. Se è rimasto come prima significa, che non è cresciuto e di conseguenza non siamo cresciuti nell’amore.

Siamo diversi. Direi per fortuna. L’innamoramento passa e rimane la nuda realtà. L’innamoramento pian piano si trasforma in vero amore. Cominciamo a conoscerci. Escono fuori non soltanto i pregi ma anche i difetti. Chi ha detto che amare veramente è facile? Dobbiamo accettarci come siamo, però, non rimanere così come siamo, ma camminando ci aiutiamo nella crescita. Non tutto ciò che piace a me deve piacere al mio partner. Ci vuole il compromesso e tanta pazienza.

Il calo del libido. Avete già sentito che l’uomo è da Marte e la donna dal Venere. Sono due pianeti molto distanti. Per incontrarsi hanno bisogno dei diversi stimoli: maschio per essere romantico ha bisogno dei stimoli sessuali invece la femmina ha bisogno dei momenti romantici per essere sessualmente recettiva. Avete già capito, che finché entrambi non sono soddisfatti e se non ottengo ciò che desiderano, l’intimità tra loro può raffreddarsi fino a congelare. Invece, se tra loro è presente il vero amore tutto questo non succederà mai. L’aspetto sessuale è importante, ma non è il fattore fondamentale nel rapporto coniugale. Ciò che da la forza è la grazia del Sacramento.

Aspettative non soddisfate. Quando mi aspetto che il partner si comporti come voglio io. Se per esempio dico: in questo momento tu dovresti dire o fare così. Se non si comporta come voglio rimango deluso. Se questo capita spesso può portare alla ricerca delle soddisfazioni altrove.

I soldi. L’aspetto economico, oppure per meglio dire la gestione dei soldi, può creare problemi tra due coniugi. Provate a immaginare le tensioni che si creano quando due coniugi sono agli antipodi della gestione delle finanze: uno vuole risparmiare e l’altro spendere, oppure uno pensa nel futuro e l’altro invece vive del presente.

L’affettività. Non sto pensando soltanto al sesso, ma semplicemente del contatto fisico in genere: abbracci e baci durante la giornata. Stare insieme, parlare, ridere, preparare da mangiare, prendersi per mano o sorprendere il partner.

Diversi interessi. Certamente, è importante avere il tempo per se stessi. Ma dal momento che siamo sposati non siamo da soli, ma in relazione con l’altro. Dobbiamo condividere noi stessi, la nostra vita e tutto ciò che abbiamo e che succede con il partner. E’ molto importante la condivisione con il partner dei miei progetti, problemi e chiedere la sua opinione.

Risolvere i problemi. Dubito, che esista nel mondo una coppia che non litighi. Perché litigare è parte integrante della crescita nel rapporto coniugale. Certamente si può litigare in diversi modi, però in qualche modo tutti litigano. I problemi ci sono e ci saranno! L’importante è imparare a risolvere le incomprensioni nella coppia. E’ molto importante la capacita di ascoltare ed entrare nei pani dell’altro, cioè l’empatia.

Vedete che il livello delle cause che conducono al divorzio è cambiato. Da quelle superficiali siamo scesi più in profondità. Dopo la conoscenza più profonda che riguarda le cause del divorzio, ancora una volta, vi propongo di rispondere alla stessa domanda di prima. Ognuno di noi ad essa deve rispondere personalmente. Secondo voi: quali sono le cause più gravi che portano al divorzio e perché?

Alcuni dei motivi degli impedimenti, ce li dice Gesù stesso nel suo insegnamento: “[5] Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? [6] Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi. [7] Gli obiettarono: Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via? [8] Rispose loro Gesù: Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. [9] Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio. [10] Gli dissero i discepoli: Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi. [11] Egli rispose loro: Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. [12] Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca” (Mt 19,5-12).

Di fronte all’insegnamento di Gesù i discepoli si comportano un po’ come bambini, immaturi e irresponsabili. Se il divorzio è vietato, allora forse è meglio non legarsi con la donna? Vediamo che il problema della separazione dalla moglie non è nuovo, era presente non solo ai tempi di Gesù, ma già ai tempi

di Mosè, più di 1500 a.C., e ancora prima. “[10] Gli dissero i discepoli: Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi”. Da ciò che dicono si può capire che vedono il matrimonio come un pericolo che limita la loro “libertà”. Non capiscono che cos’è il matrimonio agli occhi di Dio. Dalle parole di Gesù esce un altro motivo dei divorzi:

● mancanza di responsabilità e fedeltà ai voti fatti,

● una mancanza di perseveranza,

● durezza dei cuori,

● un desiderio di libertà, però quella dopo il peccato originale, “libertà”, che in realtà è la prigione, “libertà”, che si oppone alla volontà di Dio.

L’insegnamento di Gesù riguarda la responsabilità e un approccio maturo allo stato matrimoniale. Davanti a Dio, un uomo prende una donna come moglie e una donna prende

un uomo come marito, e gli promette fedeltà nel bene e nel

male. Questo è un impegno non solo tra di loro, ma anche davanti a Dio, di cui saranno chiamati a rispondere. Ogni tentativo di introdurre una deroga alla promessa di matrimonio è solo un tipico “buttare sabbia negli occhi”, un comportamento dei fariseo e ipocriti, che in ogni caso agli occhi di Dio sarà scoperto e nominato come è. Gesù ripristina il piano originario di Dio, modificato nella storia da Mosè, che ha permesso il divorzio e la separazione come concessione causata dalla debolezza umana. Mosè ha permesso al marito, fin dal primo conflitto con la moglie, di pensare alla separazione e non alla costruzione dell’unità con lei. Le delusioni e i conflitti nel piano di Dio sono un’opportunità per costruire una maggiore unità del matrimonio, nel piano umano, invece, per separarlo.

Esiste ancora una causa molto più profonda che riguarda la nostra identità, che tocca l’epicentro della nostra esistenza, tocca proprio le viscere della nostra provenienza. Ecco! In questo momento stiamo entrando proprio nel nucleo del problema del divorzio. Parliamo della creazione. Parliamo del nostro rapporto con Dio, nostro Padre e Creatore, perché come ci insegna La Costituzione Gaudium et spes: “Dio stesso è l’autore del matrimonio”66. Nel Catechismo è scritto:

1605 Che l’uomo e la donna siano creati l’uno per l’altro, lo afferma la Sacra Scrittura: Non è bene che l’uomo sia solo. La donna, carne della sua carne, sua eguale, del tutto prossima a lui, gli è donata da Dio come un aiuto, rappresentando così Dio dal quale viene il nostro aiuto [ Cf Sal 121,2 ]. Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne ( Gen 2,24 ) [Cf Gen 2,18-25 ]. Che ciò significhi un’unità indefettibile delle loro due esistenze, il Signore stesso lo mostra ricordando quale sia stato, all’origine, il disegno del Creatore: Così che non sono più due, ma una carne sola (Mt 19,6)” 67.

Sapiamo già, che l’autore del matrimonio è Dio che è Santissimo, in conseguenza l’intima unione coniugale tra l’uomo e la donna è santa, almeno dovrebbe essere tale. Il matrimonio è basato sulle Leggi proprie stabilite dal Creatore, che non dipendono dall’arbitrio umano, ma sono incise in modo incancellabile nella natura umana. Queste Leggi sono immutabili, irrevocabili ed eterne. Sono e basta, e soltanto seguendole l’uomo può essere felice nel rapporto coniugale. L’unione tra maschio e femmina non è soltanto una scelta umana, ma prima di tutto è la decisione di Dio. L’uomo si unisce con la donna nel matrimonio e diventano una cosa sola (cfr. Gen 2,24). Dio ha stabilito il matrimonio e gli ha dotato tutte le grazie necessarie per renderlo santo. Lo scopo del matrimonio è la santità reciproca dei coniugi a immagine e somiglianza di Dio. Queste Leggi costituiscono l’esigenza interiore dell’uomo, un richiamo che gli permette di realizzarsi pienamente nell’amore e nell’unione reciproca tra maschio e femmina. Ancora di più, l’uomo attraverso l’amore coniugale può sperimentare l’amore assoluto e indefettibile di Dio verso ogni essere umano. Soltanto in questa unione, benedetta e voluta dal Signore, è nascosto il suo scopo: “[28] Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra” (Gn 1,28) . Soltanto in questa unione l’uomo può realizzare pienamente la sua vocazione – maschio come marito e padre, e femmina come moglie e madre.

Adesso è arrivato il momento di porci la domanda: dove si trova la vera causa del divorzio? Nel peccato originale! Proprio là si comincia la rottura dell’unione tra maschio e femmina. Questa rottura è la conseguenza della rottura tra l’uomo e Dio.

● L’unione con Dio era garante dell’unione tra uomo e donna.

● L’obbedienza a Dio era garante dell’unione tra uomo e donna.

Possiamo dire che dopo il peccato originale si cambia la prospettiva e la visione della vita. L’uomo cominciò a vedere le cose attraverso un altro filtro che si chiama il peccato, che è il “divorzio o separazione” con Dio. Dopo il peccato originale, l’uomo scoprì che si poteva “vivere”, (scrivo “vivere” tra le virgolette), perché nella Bibbia “vivere” senza Dio significa morire. In questo senso, “vita” significa la morte. Per capire meglio, propongo di leggere il Salmo 1:

[1] Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi,

non indugia nella via dei peccatori

e non siede in compagnia degli stolti;

[2] ma si compiace della legge del Signore,

la sua legge medita giorno e notte.

[3] Sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua,

che darà frutto a suo tempo

e le sue foglie non cadranno mai;

riusciranno tutte le sue opere.

[4] Non così, non così gli empi:

ma come pula che il vento disperde;

[5] perciò non reggeranno gli empi nel giudizio,

né i peccatori nell’assemblea dei giusti.

[6] Il Signore veglia sul cammino dei giusti,

ma la via degli empi andrà in rovina” (Sal 1) .

In questo senso, il peccato originale di Adamo ed Eva ha violato: il rapporto tra l’uomo e Dio, l’integrità interiore dell’essere umano nel suo cuore, il rapporto tra uomo e donna, il rapporto tra uomo e natura. Il peccato originale ha danneggiato nell’uomo l’immagine e somiglianza di Dio. L’uomo da questo momento non assomiglia soltanto a Dio, ma anche al serpente cioè al male, e purtroppo lo esprime anche nel rapporto coniugale. Dobbiamo sapere che secondo l’insegnamento della Chiesa: “2384 Il divorzio è una grave offesa alla legge naturale. Esso pretende di sciogliere il patto liberamente stipulato dagli sposi, di vivere l’uno con l’altro fino alla morte. Il divorzio offende l’Alleanza della salvezza, di cui il matrimonio sacramentale è segno. Il fatto di contrarre un nuovo vincolo nuziale, anche se riconosciuto dalla legge civile, accresce la gravità della rottura: il coniuge risposato si trova in tal caso in una condizione di adulterio pubblico e permanente: Se il marito, dopo essersi separato dalla propria moglie, si unisce ad un’altra donna, è lui stesso adultero, perché fa commettere un adulterio a tale donna; e la donna che abita con lui è adultera, perché ha attirato a sé il marito di un’altra [San Basilio di Cesarea, Moralia, regola 73: PG 31, 849D-853B]”68.

Il divorzio è il segno del disordine interiore dell’uomo, che si espande nella vita sociale creando in essa il disaggio e la sofferenza. Dicono le statistiche che il divorzio, dopo il lutto, è una delle cose più dolorose che l’uomo può sperimentare. Secondo me, però, il lutto crea meno disagi, nella società e nella vita famigliare, del divorzio. I frutti del divorzio sono disastrosi. Provate a immaginare l’esplosione della bomba atomica69. Ecco le conseguenze del divorzio nella società e nelle famiglie. Il divorzio è l’autodistruzione.

La causa del divorzio tra l’uomo e la donna proviene dal “divorzio” tra l’uomo e Dio. Proprio là, nell’Eden, il giardino della felicità, dell’unione e della pace possiamo trovare le risposte alle domande legate al divorzio. Chi è l’autore del divorzio? “[1]Il serpente (nachash) era la più astuta (arum) di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?[2] Rispose la donna al serpente: Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare,[3] ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete.[4] Ma il serpente disse alla donna: Non morirete affatto![5] Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male” (Gn 3,1-5) . Nel capitolo terzo del libro della Genesi, improvvisamente nell’Eden – giardino della felicità, appare il serpente. L’autore del libro usa il termine nachash70 che simboleggia il diavolo. Nachash deriva da una radice che significa “ praticare la divinazione”, cioè idolatria, che in Israele era condannata alla morte71. Già dal suo nome possiamo capire il suo modo d’agire, le sue intenzioni, il suo scopo, dove vuole arrivare. Vuole portare l’uomo all’idolatria! Importante è per noi capire come Genesi ci presenta nachash:

● lo demitizza,

● non è una divinità,

● è una creatura come il resto degli animali della creazione, cioè le sue radici sono in Dio.

Nella Genesi il male è reale, ma la sua origine inspiegabile, è presentato, ma non spiegato. Sicuramente non è una divinità concorrente con Dio, indipendente, ma la sua esistenza dipende dal Creatore. Si distingue, però, dalle altre creature per la sua astuzia (arum) e della forza di seduzione. Il suo metodo? Smentisce la rivelazione di Dio usando la menzogna dicendo, che Dio ha proibito di mangiare di tutti gli alberi del giardino: “ Egli (il serpente) disse alla donna: È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?” Il serpente insinua, stravolge e rovescia in proibizione, un comandamento pronunciato da Dio come positivo: “[16] Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, [17] ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti” (Gn 2,16-17) . C’è una differenza tra ciò che dice Dio e dice il serpente, e direi anche notevole. La parola di Dio esprime il dono del tutto, salvo una cosa, il serpente invece si aggrappa proprio sull’unica cosa proibita, per dare a lui un’immagine falsa di Dio. Il serpente fa leva sull’unica proibizione di Dio, per convincere l’uomo che Dio limita la sua libertà. Per capire meglio l’astuzia del serpente ci aiuterà la risposta alla domanda: Quanti alberi c’erano nel giardino dell’Eden? Mille, duemila? Sicuramente tanti, tantissimi. Provate immaginare un grande bosco, una foresta. Una quantità enorme di alberi. Tra un grande numero di tutti questi alberi soltanto un albero era proibito! L’albero “della conoscenza del bene e del male”! Perché scrivo questo? Per dimostrare l’astuzia del serpente, come è riuscito a stravolgere le cose. Calza perfettamente un aforisma di un antico filosofo e scrittore cinese Laozi72: “Fa più rumore un albero che cade che un’intera foresta che cresce”. Ecco, cosa è riuscito fare il serpente, ha spostato l’attenzione dell’uomo da tutta la foresta che cresce, verso un albero della proibizione, che cade. L’ha messo al centro dell’attenzione dell’uomo. Da questo momento non contano migliaia di alberi che sono intorno, neanche l’ “albero della vita”73 che proprio era al centro del giardino, ma conta soltanto un albero, quello proibito: “[9] Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male” (Gn 2,9) .

In questo racconto biblico l’autore ci dimostra il serpente come una realtà esterna all’uomo per spiegarci una cosa molto importante, che l’uomo è libero e si confronta con la realtà del serpente e del peccato. L’uomo essendo una persona ha la possibilità di scegliere tra il bene e il male. Prima del peccato originale il serpente era una realtà esterna all’uomo, dopo il peccato, invece, il confine del bene e del male si è spostato nel cuore dell’uomo. L’uomo purtroppo gli ha permesso entrare dentro di se fino al punto di possederlo74 completamente . Dal racconto della Genesi vediamo che il serpente interroga l’uomo per:

● creare in lui lo stato di confusione,

● mette in dubbio la parola di Dio e la sua credulità,

● giudicare Dio.

Si mette in mezzo tra l’uomo e Dio, si propone come il guru attirando sempre di più la sua attenzione e suscitando in lui la curiosità verso l’unico albero proibito. Che cosa nasconde l’albero proibito? Che cosa Dio ci nasconde? Sta aprendo la mente dell’uomo verso la nuova prospettiva, quella proibita:

● Aprire gli occhi!

● Diventare come Dio!

● Conoscere la verità del bene e del male!

● Decidere cos’è il bene e cos’è il male!

[5]Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi” (Gen 3,5) , vedendo le cose in modo diverso prima del peccato originale. La visione a seguito del peccato originale è legata con l’espressione biblica: “erano nudi”75! Adamo ed Eva prima del peccato percepiscono la loro nudità con il cuore puro, con gli occhi di Dio. Non avevano vergogna nonostante fossero nudi: “[25] Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna” (Gen 2,25). Dopo il peccato, invece, percepiscono la propria nudità con il cuore corrotto, sporco, sentendo vergogna per questo: “[7]Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture” (Gn 3,7). Ecco la prima divisione tra l’uomo e la donna! Non si sentono uniti. Si nascondono tra di loro, almeno una parte di se. Hanno qualcosa da nascondere. Non sono sinceri e aperti fino il fondo come prima. Nella relazione tra di loro qualcosa si cambia. Non si sentono già una carne. Adamo non riconosce Eva come: “…[23] Allora l’uomo disse: Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. Perché dall’uomo è stata tolta” (Gn 2,23). Ecco! Apertura al male! Apertura al divorzio Apertura alla separazione!

Dopo il peccato originale si cambia la relazione non soltanto tra uomo e donna, ma prima di tutto tra uomo e Dio. Subentra il disturbo, la confusione nella relazione con il Creatore: “[8] Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l’uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. [9] Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: Dove sei? [10] Rispose: Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto” (Gn 3,8-10) . Dopo il peccato Adamo percepisce Dio attraverso la paura che ha le sue radici nel peccato, per questo si nasconde davanti a al Padre e Creatore. Si nasconde davanti all’Amore: “[20] Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. [21] Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio” (Gv 3,20-21). Ecco! Arum, opera del serpente! Dividere! Ecco l’inizio del divorzio tra uomo e Dio! Ecco, l’inizio del divorzio tra maschio e femmina.

Perché il serpente fa questo?

● Perché sa che allontanando l’uomo da Dio egli diventa una preda facile da sconfiggere e da manipolare.

● Perché vuole l’uomo per se. Vuole diventare un amante dell’uomo.

● Vuole che l’uomo tradisca Dio con lui. Vuole che l’uomo lo sposi e questo è pura follia che porta l’uomo verso l’autodistruzione. Il diavolo vuole portare l’uomo all’idolatria.

All’opposto dobbiamo sapere una cosa, che da Dio non possiamo staccarci, perché lui è la sorgente della nostra vita. Dio non soltanto ci ha creati, ma anche ci sostiene nella vita. La sua creazione non è ancora finita, ma continua. Che ci piaccia o no, noi non possiamo vivere senza di Lui. Staccarsi da Lui significherebbe smettere di esistere. Ma questo sicuramente non dipende né da satana né da noi. Nessuna potenza può staccarci da Dio. Impossibile! Questo ci spiega san Paolo: “[31] Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? [32] Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? [33] Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. [34] Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? [35] Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? [36] Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello. [37] Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. [38] Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, [39] né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8,31-39).

3.2.4. Per sua natura ordinata al bene dei coniugi.

Il prossimo argomento che vorrei toccare è la scoperta del significato del matrimonio secondo l‘insegnamelo della Chiesa Cattolica: “[24] Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne” (Gn 2,24) . Nonostante il legame tra i genitori e i figli sia fortissimo, esiste un legame ancora più forte, così forte che l’uomo e la donna sono pronti ad abbandonare i propri genitori per unirsi nell’unione matrimoniale, per creare la propria famiglia. E’ quindi giusto porci una domanda: dove trovano la forza per fare un passo così importante? La risposta la troviamo nel versetto precedente: “[23] Allora l’uomo disse: Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. perché dall’uomo è stata tolta” (Gn 2,23) . Vorrei sottolineare, che la donna è un dono di Dio per l’uomo. Un mistero dell’amore. Un interiore richiamo. Una illuminazione irrazionale. Una sicurezza inspiegabile. Qualcosa scatta tra l’uomo e la donna che li spinge l’una verso l’altra. Funziona tra di loro come tra due calamite con due poli diversi che si attirano per unirsi nell’atto dell’amore che scaturisce attraverso dono della nuova vita. Capiscono che l’una non vuole vivere senza l’altra. Vogliono stare insieme perché l’una per l’altra rappresenta il bene più prezioso. La loro unione è un arricchimento reciproco che esplode in una avventura della vita insieme. I conti dell’unione tra l’uomo e la donna sono: 1 + 1 = 1. Il mistero dell’unione tra maschio e femmina ha la sua sorgente in Dio, che ha creato essere umano alla sua immagine e somiglianza. L’unione tra di loro in qualche maniera rispecchia l’unione che esiste in Dio, tra Padre, Figlio e Spirito Santo. Il conto dell’unione Divina assomiglia quello tra l’uomo e la donna: 1 + 1 + 1 = 1

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