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Branchi
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Branchi

Язык: Итальянский
Год издания: 2019
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Una calma sorprendente s’impadronì della sua mente e vide chiaramente cosa si doveva fare. Schiacciò la sigaretta ancora fumante che sua moglie aveva lasciato cadere. Poi si avviò verso la rastrelliera degli utensili e prese un coltello trinciante dalla parete, tenendone l'impugnatura con il suo fazzoletto da tasca in modo da non lasciare alcuna impronta digitale. Andò fuori dal cottage e tagliò un grande pezzo del filo stendibiancheria. Tornato dentro il cottage, legò dietro le mani di sua moglie e ne rovesciò il corpo in modo da riuscire a legare i suoi piedi al collo.

Prendendo di nuovo il coltello, procedette a fare un taglio netto lungo la gola di Stella. Il sangue colò piuttosto che spruzzare visto che non era più pompato dal cuore. Tagliò a pezzi i suoi seni e scavò in modo osceno attraverso il vestito all'altezza dei genitali. Per completare infierì senza pietà sull'addome, il volto e le braccia. Le cavò gli occhi dalle orbite e cercò di tagliarle anche il naso, ma fu troppo resistente per il suo coltello.

Poi, intinse il coltello nel suo sangue e scrisse “Morte ai Porci” su una delle pareti. Come gesto finale, recise la linea telefonica con un taglio deciso. Poi piazzò il coltello sul pavimento vicino al corpo, raccogliendo allo stesso tempo l’appunto che lei aveva scritto con la sua intenzione di divorziare. Si mise l’appunto nella tasca dei pantaloni.

Si alzò e si diede un'occhiata. Le sue mani e i suoi vestiti erano pieni di sangue, che non se ne sarebbe mai andato. Avrebbe dovuto liberarsene in qualche modo.

Si strofinò bene le mani nel lavandino fino a quando riuscì a rimuovere tutte le tracce di sangue. Guardò in giro per la stanza e notò qualcosa che gli tolse il respiro: la sua scatola di fiammiferi personalizzata che giaceva sul tavolo vicino al portacenere. Si precipitò a prenderla, pensando che sarebbe stato molto stupido lasciare in giro un indizio come quello da far trovare alla polizia. Mise la scatola di fiammiferi in tasca.

Poi si diresse verso la valigia e tirò fuori un cambio di vestiti. Si cambiò velocemente, pensando mentre lo faceva che avrebbe potuto seppellire i suoi vestiti vecchi da qualche parte a un miglio di distanza in modo che non sarebbero mai stati ritrovati. Poi avrebbe potuto ritornare e fingere di aver scoperto il corpo così com’era. Visto che il filo del telefono era stato tagliato, avrebbe dovuto guidare da qualche parte per chiamare la polizia. Il vicino meno distante con un telefono, gli venne in mente, era a circa due miglia di distanza.

Stoneham si girò a ispezionare la sua opera. Il sangue era sparso su tutto il pavimento e su qualche mobile, il corpo era smembrato in un modo particolarmente orribile, il messaggio radicale era ben in evidenza sulla parete. Era la scena di un incubo surrealista. Nessun killer sensato avrebbe mai commesso una simile carneficina. La colpa sarebbe caduta immediatamente su quella comune hippie, forse su Polaski stesso. Questo sarebbe servito a due scopi: coprire la sua colpevolezza e liberare San Marcos una volta per tutte da quei dannati hippie.

C'era una pala nel piccolo capanno degli attrezzi fuori dal cottage. Stoneham la prese e s’incamminò nel bosco per seppellire i suoi vestiti. Visto che non pioveva da mesi, il terreno era secco e compatto; non lasciò nessuna impronta lungo il suo cammino.

* * *

Non ci volle molto per la creatura più grande per uccidere quella più piccola. Ma dopo averlo fatto, il killer sembrò paralizzato dalle sue stesse azioni. Con cautela, Garnna mosse un tentacolo mentale e toccò la mente del killer. I pensieri erano un ammasso confuso. C'erano ancora tracce turbinose di rabbia, ma sembravano lentamente svanire. Stavano crescendo altri sentimenti. Colpa, dolore, paura della punizione; tutte cose che anche Garnna conosceva. Si spinse un po' più in profondità nella mente e apprese che la creatura morta faceva parte dello stesso gruppo iff del sopravvissuto; in effetti, era stata la sua compagna. L'orrore di Garnna a questo punto fu così forte che uscì di corsa dalla mente e si rifugiò in una sfera mentale. A livello intellettuale poteva accettare l’idea di uccidere, anche la propria compagna. Ma a livello emozionale lo shock dell'esperienza diretta fece vacillare la sua mente.

Rimase lì per alcuni minuti, aspettando che passassero lo shock e il disgusto. Alla fine, il suo addestramento si riaffermò e cominciò a osservare di nuovo quello che lo circondava. La creatura grande stava ora facendo a pezzi con un coltello la carcassa di quella piccola. Era una qualche sorta di terribile usanza? In questo caso, questi onnivori potevano essere rivalutati per quanto riguardava il loro potenziale di minaccia. Anche i carnivori che Garnna aveva osservato non si erano mai comportati in modo così osceno.

Prese tutto l'autocontrollo di cui era capace per prendere contatto nuovamente con il cervello dell'alieno. Quello che vide lo confuse e lo disturbò. Per la prima volta, aveva visto un individuo pianificare di compiere un’azione che andava contro il bene del suo Branco. C'era vergogna e senso di colpa nella mente, il che portava Garnna a credere che questo omicidio non fosse per nulla una pratica abituale. L'istinto del Branco stava ancora funzionando anche se molto represso. E ad avere la prevalenza su tutto c'era la paura del castigo. La creatura sapeva che quello che aveva fatto era sbagliato, e le sue azioni attuali erano un tentativo di sfuggire —con che mezzi Garnna non era in grado di dirlo—la punizione che altrimenti sarebbe arrivata naturalmente.

Era una situazione unica. Non era mai successo prima, per quel che ne sapeva Garnna, che un Esploratore fosse mai stato coinvolto in una situazione individuale fino a quel punto. Era sempre il quadro generale quello che importava. Ma forse qualche informazione si poteva ottenere osservando come si sarebbe sviluppata la situazione. Mentre pensava questo, “udì” una campana risuonare nella sua mente. Era il primo avviso che il suo tempo per l’Esplorazione era quasi terminato. Avrebbe avuto solamente altri sei minuti e poi sarebbe dovuto ritornare a casa. Decise di restare e vedere come si sviluppasse la situazione prima che questo accadesse.

Esplorò un po' più a fondo la mente dell'alieno e fu testimone dell'inganno al suo interno. La creatura stava cercando di evitare la sua giusta punizione incolpando del crimine qualche altro essere innocente. Se il crimine originale era stato odioso per Garnna, questa combinazione era inenarrabile. Una cosa era permettere che un momento di passione provocasse una violazione delle regole del Branco, ma era del tutto un'altra cosa ingannare consapevolmente e deliberatamente gli altri in modo da danneggiare un altro individuo. La creatura non solo stava mettendo il suo benessere al di sopra di quello del Branco, ma anche al di sopra di quello di altri individui.

Garnna non poteva restare più a lungo neutrale e indifferente. Questa creatura doveva essere un degenerato. Anche permettendo differenze nei costumi, nessuna società poteva durare a lungo se quegli standard erano la norma. Sarebbe crollata per l'odio e la mancanza di fiducia tra i componenti.

La creatura ora aveva lasciato il cottage, e stava camminando lentamente tra gli alberi. Garnna lo seguì. La creatura stava trasportando i vestiti che aveva indossato all’interno della stanza e anche uno strumento che aveva preso dal cottage. Quando la creatura ebbe percorso un miglio dall’edificio, mise a terra i vestiti e cominciò a usare lo strumento per scavare una buca. Quando la buca fu profonda abbastanza, l’alieno vi seppellì i vestiti vecchi e la coprì di nuovo, pulendo attentamente la zona intorno in modo che il terreno sembrasse non essere stato toccato.

Garnna colse qualche flash dalla mente della creatura. C'era la soddisfazione di aver fatto qualcosa con successo. C'era un senso di diminuzione della paura ora, visto che erano stati fatti dei passi per evitare la punizione. E c’era un sentimento di trionfo, per avere in qualche modo sconfitto o essere stato più furbo del Branco. Quest'ultima provocò una scossa mentale a Garnna. Che tipo di creatura era questa, che in realtà poteva festeggiare nel causare un danno al resto del suo Branco? Questo era sbagliato per qualsiasi tipo di standard. Doveva esserlo. Si doveva fare qualcosa per far sì che questo degenerato venisse scoperto nonostante il suo inganno. Ma....

Il secondo campanello suonò nella sua mente. No! pensò. Non voglio tornare indietro. Devo restare e fare qualcosa per questa situazione.

Ma non c’era scelta. Non si sapeva quanto a lungo una mente potesse restare al di fuori del proprio corpo senza conseguenze catastrofiche su uno o sull'altra. Se fosse stato via troppo a lungo il suo corpo poteva morire, ed era difficile che la sua mente potesse sopravvivergli. Non avrebbe raggiunto nessun buon risultato se la sua mente fosse stata distrutta per disattenzione.

Con riluttanza, allora la mente di Garnna iff-Almanic si staccò dalla scena della tragedia sul terzo pianeta bianco-blu della stella gialla e tornò nel suo corpo a più di cento parsec.

* * *

Mentre ritornava al cottage Stoneham provò una certa soddisfazione nell'aver superato con successo una situazione così grave. Anche se la polizia non avesse incolpato gli hippie, non c’era nessuna prova rimasta che potesse incolparlo, pensò. Nessun motivo, nessuna prova, nessun testimone.

A circa un miglio di distanza, una ragazza di nome Deborah Bauer si svegliò da un incubo, urlando.

CAPITOLO 2

Non sarebbe stata una buona giornata, decise John Maschen mentre guidava lungo la costa verso il suo ufficio nella città di San Marcos. Alla sua destra, il cielo stava cominciando a passare dal blu scuro all’azzurro mentre il sole aveva appena iniziato la sua ascesa all'orizzonte; era ancora, però, nascosto alla vista di Maschen dalle scogliere sul mare che s’impennavano sul lato orientale della strada. A ovest, le stelle erano scomparse nella dissolvenza di velluto blu che era tutto quello che era rimasto della notte.

Nessuna giornata che comincia col dover andare al lavoro alle cinque e mezza di mattino può essere buona, proseguì Maschen. Soprattutto quando c’è di mezzo un omicidio.

Guidò fino all'edificio dove c'era il suo ufficio sentendosi particolarmente trasandato. Il vice Whitmore lo aveva chiamato e gli aveva detto che era urgente e Maschen non aveva neppure avuto il tempo di farsi la barba. Non aveva voluto disturbare sua moglie che stava ancora dormendo, e, nell'oscurità, aveva preso l'uniforme sbagliata, quella che aveva indossato il giorno prima. Puzzava come se ci avesse giocato un'intera partita di pallacanestro. Aveva impiegato una quindicina di secondi per dare una veloce spazzolata ai suoi capelli ormai radi, ma era stata la sua unica concessione alla pulizia.

Nessun giorno che inizia così, ribadì, può essere nient'altro che un casino.

Il suo orologio indicava le cinque e quarantotto quando oltrepassò la soglia della stazione dello sceriffo. “Va bene, Tom, cosa è successo?”

Il vice Whitmore alzò lo sguardo quando il suo capo entrò. Era un tipo dall'aria fanciullesca, in polizia da solo sei mesi, e la sua mancanza di esperienza lo rendeva un elemento ideale per il posto di guardiano notturno. I suoi lunghi capelli biondi erano in ordine, la sua uniforme stirata e immacolata. Maschen sentì una temporanea ondata di odio per chiunque potesse sembrare così immacolato a quell’ora, anche se sapeva bene che quel sentimento era del tutto irragionevole. Faceva parte del lavoro di Whitmore sembrare efficiente a quell'ora, e Maschen avrebbe dovuto rimproverarlo se non fosse stato così.

“C’è stato un omicidio in un cottage privato lungo la costa a metà tra qui e Bellington,” la vittima era la moglie di Wesley Stoneham.”

Maschen spalancò gli occhi. Dando ragione alle proprie aspettative, il giorno era già diventato incredibilmente pessimo. E non erano ancora le sei. Sospirò. “Chi lo sta gestendo?”

“Acker ha stilato il rapporto iniziale. Sta rimanendo sulla scena del delitto, raccogliendo le informazioni che riesce. Soprattutto, si sta assicurando che nulla venga alterato prima che lei possa darci un'occhiata.”

Maschen annuì. “É un bravo poliziotto. Hai una copia del suo rapporto?”

“Fra un minuto, signore. L’ha trasmesso via radio e ho dovuto batterlo a macchina io stesso. Devo solo completare un paio di frasi.”

“Bene. Vado a procurarmi una tazza di caffè. Voglio quel rapporto sulla mia scrivania quando torno.”

C'era sempre del caffè pronto in ufficio, ma era sempre terribile e Maschen non lo beveva mai. Attraversò, invece, la strada verso la tavola calda aperta tutta la notte e vi entrò. Joe, l'inserviente al bancone, alzò lo sguardo verso di lui dalla sedia appoggiata con le zampe posteriori a uno dei tavoli. Abbassò il giornale che stava leggendo. “Piuttosto presto per lei, Sceriffo. No?”

Maschen ignorò l'amicizia che nascondeva una sottile richiesta di informazioni. “Caffè, Joe, e lo voglio nero.” Tirò fuori delle monetine dalla tasca e le sbatté sul bancone. L'inserviente comprese l'umore dello sceriffo e procedette a versargli in silenzio una tazza di caffè.

Maschen cominciò a bere il suo caffè a grandi sorsate. Tra una e l'altra passò lunghi momenti a osservare intensamente la parete di fronte a lui. Gli sembrava di ricordare di aver incontrato la signora Stoneham —non riusciva a ricordare il suo nome di battesimo— una o due volte a qualche festa o a qualche cena. Ricordava di aver pensato a lei in quel periodo come una delle poche donne che aveva trasformato la sua mezza età imminente in un vantaggio più che in un problema , riuscendo a coltivare una certa grazia matura. Gli era sembrata una bella persona, e gli dispiaceva molto che fosse morta.

Ma era ancora più dispiaciuto che fosse accaduto alla moglie di Wesley Stoneham. Questo avrebbe causato un sacco di complicazioni. Stoneham era un uomo che aveva scoperto la sua importanza e stava aspettando che il mondo la riconoscesse. Non solo era ricco, faceva anche pesare il suo denaro in termini di influenza. Conosceva tutte le persone giuste. E la maggior parte di loro gli dovevano dei favori di un tipo o di un altro. Girava la voce che fosse in lizza per il posto nel Consiglio che Chottman avrebbe lasciato entro pochi giorni. Se qualcuno piaceva a Stoneham, le porte si aprivano come per magia; nel caso, invece, non gli fosse andato a genio, gli sarebbero state tutte chiuse in faccia.

Maschen era in polizia da trentasette anni, ed era sceriffo da undici. Avrebbe partecipato alla campagna per la rielezione l’anno successivo. Forse sarebbe stato saggio rimanere dalla parte di Stoneham, qualunque essa fosse. Non conosceva ancora molti dettagli del caso, ma la sua ulcera gli stava già annunciando che sarebbe stato uno disgustoso. Mormorò qualcosa tra sé sul destino del poliziotto.

“Mi scusi, sceriffo?” chiese Joe.

“Niente,” ringhiò Maschen. Finì il suo caffè in un sorso, sbatté la tazza sul bancone e uscì dalla tavola calda.

Tornato nel suo ufficio, la relazione lo stava aspettando sulla sua scrivania proprio come aveva richiesto. Non c’era molto. C’era stata una chiamata alle 3 e 07 del mattino in cui si riferiva di un omicidio. Il chiamante era il signor Wesley Stoneham, che telefonava dalla residenza del signor Abraham Whyte. Stoneham aveva riferito che sua moglie era stata uccisa da uno o più sconosciuti mentre era da sola nel loro cottage sul mare. Stoneham era arrivato sulla scena del delitto all’incirca alle due e trenta e aveva scoperto il corpo ma, visto che i fili del telefono del cottage erano stati tagliati, aveva dovuto andare a telefonare dal vicino. Una macchina era stata inviata sul posto per investigare.

Il signor Stoneham aveva incontrato l’agente investigativo sulla porta del cottage. All’interno, il vice aveva trovato il corpo momentaneamente identificato come quello della moglie di Stoneham, legato mani e piedi, la gola squarciata, gli occhi rimossi, e il petto e le braccia fatte a pezzi in modo brutale. C’era la possibilità di una violenza sessuale visto che la regione pubica era stata completamente aperta. Macchie sul volto e sulla gola indicavano un possibile strangolamento, ma non c’erano altri segni di lotta di alcun tipo all’interno del cottage. Vicino al corpo giaceva un coltello da cucina che apparentemente era stato usato per compiere il massacro. Era stato preso da un set di utensili appesi sulla parete. Il tappeto era macchiato di sangue, presumibilmente della vittima, e col sangue era stato scritto un messaggio sulla parete: “Morte ai Porci.” Il mozzicone schiacciato di una sigaretta che era stata fumata solo parzialmente era sul pavimento, e un fiammifero di carta usato era in uno dei portacenere. La camera da letto non sembrava essere stata toccata.

Maschen mise giù il rapporto, chiuse gli occhi e si sfregò le palpebre con le nocche. Non poteva essere un semplice omicidio con stupro, vero? Questo aveva tutte le caratteristiche di una vendetta psicotica, del tipo che attirava grande pubblicità. Rilesse la descrizione del corpo e tremò. Aveva visto episodi molto sanguinosi nel corso dei suoi trentasette anni in polizia, ma nessuno violento come questo. Pensò che questo caso non gli sarebbe piaciuto per nulla. Era intimorito dall’idea di andare sul luogo e vedere il corpo di persona. Sapeva, però, che doveva farlo. In un caso come questo, con un sacco di pubblicità—e con Stoneham a controllarlo—avrebbe dovuto condurre le indagini personalmente. La contea di San Marcos non era abbastanza grande per permettersi—o richiedere— una squadra omicidi a tempo pieno.

Premette il pulsante dell’interfono. “Tom?”

“Sì, signore?”

“Chiamami Acker alla radio.” Fece un respiro profondo e si alzò dalla sedia. Dovette soffocare uno sbadiglio mentre usciva dalla porta e scendeva le scale verso la scrivania all’ingresso.

“Ce l’ho, signore,” disse il giovane vice porgendo con la mano il microfono della radio allo sceriffo.

“Grazie.”Prese il microfono e premette il pulsante di trasmissione. “Eccomi.”

“Acker a rapporto, signore. Sono ancora al cottage di Stoneham. Il signor Stoneham è tornato alla sua casa di San Marcos per cercare di dormire un po’. Ho il suo indirizzo—”

“Non serve, Harry. Ce l’ho da qualche parte. C’è stato qualche nuovo sviluppo da quando hai fatto il tuo primo rapporto?”

“Ho controllato il terreno intorno al cottage alla ricerca di possibili impronte, ma penso che non siamo fortunati, signore. Non ha piovuto per mesi, lo sa, e il terreno qui è terribilmente secco e asciutto. In gran parte è formato da roccia coperta da un lieve strato di terra e ghiaia. Non son riuscito a trovare nulla.”

“Che mi dici delle auto? C’erano tracce di pneumatici?”

“L’auto della signora Stoneham è parcheggiata vicino al cottage. Ci sono due tracce di pneumatici dell’auto di Stoneham e una della mia. Ma il killer non avrebbe dovuto per forza venire in auto. Ci sono parecchi posti a breve distanza di facile cammino da qui.”

“Una persona che tuttavia doveva conoscere la zona piuttosto bene se non voleva perdersi nel buio, non credi?”

“Probabilmente sì, signore.”

“Harry, in via ufficiosa, cosa ne pensi di questa faccenda?”

La voce all’altro capo si fermò per un momento. “Beh, a dirle la verità, signore, questa è la cosa più ripugnante che abbia mai visto. Per poco non ho vomitato quando ho visto cosa era stato fatto al corpo di quella povera donna. Non ci poteva essere stata nessuna ragione perché il killer facesse quello che ha fatto. Direi che abbiamo a che fare con un malato di mente pericoloso.”

“Va tutto bene, Harry,” lo confortò Maschen. “Aspetta lì. Vado a prendere Simpson e verremo a sostituirti. Chiudo.” Spense l’interruttore della radio e restituì il microfono a Whitmore.

Simpson era il vice meglio addestrato sugli aspetti scientifici della criminologia. Ogni volta che accadeva un caso più complesso dell’ordinario, il dipartimento tendeva ad affidarsi a lui più che a chiunque degli altri membri. Di solito, Simpson non sarebbe venuto al lavoro prima delle dieci, ma Maschen lo aveva chiamato, informandolo dell'urgenza della situazione, e dicendogli che sarebbe passato a prenderlo. Prese il kit per le impronte e una macchina fotografica del vice e le portò nella sua auto, poi guidò verso la casa di Simpson.

Il vice lo stava aspettando nella veranda della sua casa in qualche modo segnata dalle intemperie. Insieme Simpson e lo sceriffo si diressero verso il cottage di Stoneham. Parlarono pochissimo durante il tragitto; Simpson era un uomo magro, molto tranquillo che di solito teneva per sé la sua intelligenza, mentre lo sceriffo ne aveva più che abbastanza da pensare nel considerare i diversi aspetti del crimine.

Quando arrivarono, Maschen congedò Acker e gli disse di andare a casa e cercare di riposare un po'. Simpson si dedicò senza far rumore ai suoi compiti, fotografando prima la stanza e poi il corpo da tutte le angolazioni, poi raccogliendo piccoli reperti, qualunque cosa fosse in giro, in piccoli sacchetti di plastica, e alla fine dedicandosi alla raccolta delle impronte digitali. Maschen chiamò un’ambulanza, poi si sedette e si mise a guardare il suo vice lavorare. Si sentiva in un certo senso inutile. Simpson era uno dei meglio addestrati per questo lavoro, e c'era poco che lo sceriffo potesse aggiungere alla bravura del suo vice. Forse, pensò amaramente Maschen, dopo tutto questo tempo mi trovo realmente destinato a essere un burocrate e non un poliziotto. Si chiese se non poteva essere un triste resoconto della sua vita.

Simpson terminò il suo lavoro quasi simultaneamente all’arrivo dell’ambulanza. Quando il corpo della signora Stoneham fu portato via verso l'obitorio, Maschen chiuse a chiave il cottage e, insieme a Simpson, ritornarono verso la città. Erano quasi le otto e trenta, e lo stomaco di Maschen stava cominciando a ricordargli che tutto quello che aveva avuto come colazione era solo una tazza di caffè.

“Cosa ne pensi dell’omicidio?” chiese all’impassibile Simpson.

“È insolito.”

“Beh, sì, questo è ovvio. Nessuna persona normale... lascia che mi corregga, nessun killer normale ridurrebbe un corpo in quel modo.”

“Non è quello che intendevo. L’omicidio è stato fatto prima.”

“Cosa intendi?”

“L'omicida prima ha ucciso la donna, poi l'ha legata.”

Maschen tolse per un attimo gli occhi dalla strada per guardare il suo vice. “Come lo sai?”

“Non c’era nessuna interruzione nella circolazione quando le mani sono state legate e quei nodi erano terribilmente stretti. Inoltre, il cuore aveva smesso di pompare sangue prima che fossero fatti. Era stata uccisa prima che fossero fatti quei tagli sul suo corpo, altrimenti sarebbe schizzato fuori molto più sangue.”

“In altre parole non si tratta del tipico sadico che lega una ragazza, la tortura e poi la uccide. Mi stai dicendo che quest’uomo prima l’ha uccisa, poi l'ha legata e l'ha smembrata?”

“Sì.”

“Ma tutto questo non ha alcun senso.”

“Per questo ho detto che è insolito.”

Percorsero il resto del tragitto in silenzio, ognuno ripensando per conto proprio alle inusuali circostanze del caso.

Quando furono di ritorno alla stazione, Simpson si diresse immediatamente verso il piccolo laboratorio per esaminare i reperti. Maschen aveva cominciato a salire le scale del suo ufficio quando Carroll, la sua segretaria, gli venne incontro a metà strada. “Faccia attenzione,” gli sussurrò. “C’è una squadra di reporter pronti a tenderle un’imboscata lassù.”

Come si riuniscono velocemente gli avvoltoi, pensò Maschen. Mi chiedo se qualcuno li ha informati, o se riescono solamente a sentire l’odore della morte e del sensazionalismo e arrivano di corsa. In realtà non se li era aspettati così presto, e non si era preparato nulla da dire. Il suo stomaco gli stava facendo presente con insistenza che non aveva mangiato nulla di solido nelle ultime quattordici ore. Si chiese se avrebbe fatto ancora in tempo a sgattaiolare via per una veloce colazione prima di affrontarli.

Non ce ne fu. Una faccia sconosciuta apparve alla fine delle scale. “Ecco lo sceriffo,” disse l’uomo. Maschen sospirò e proseguì a salire le scale dietro a Carroll. Lo aveva saputo che non sarebbe stato un buon giorno.

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