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Il Gioco Di Casper
Il Gioco Di Casper

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Il Gioco Di Casper

Язык: Итальянский
Год издания: 2020
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“Già. Stiamo facendo gli sconti prendi due, paghi uno.”

“Penso che avrete una nottata ricca di impegni,” disse Bell.

“Savannah vuole giocare al tuo giochino.”

“Solo su invito,” disse lui.

“L’ho invitata io.”

“Come sai che non è un poliziotto sotto copertura?”

“Ha ha. Ecco dove l’ho incontrata, sotto le coperte. Mostrale il tuo triangolo.”

Bell disegnò velocemente il triangolo. “Quanti triangoli vede?”

Savannah avvicinò a sé il tovagliolo e iniziò a contare.

“Abbiamo bisogno di altri giocatori, Bell, così che io possa vincere altri soldi e ritirami.”

“Spero che ti stia tenendo da parte un piccolo gruzzolo,” disse. “Sono solo impaziente di portare nuove persone.”

“La New York Lottery ripaga tre milioni di dollari al giorno. Pensi che si preoccupino del tuo giochetto?”

“Probabilmente no, ma il fisco vorrebbe esserne informato.”

“Sedici,” disse Savannah.

“Quasi,” disse Gigi. “Ma non abbastanza.”

“Cosa?” Cominciò a contarli daccapo.

“Quanti soldi ci sono nel vaso?” chiese Gigi.

“Quattordicimila.”

“Oh, merda,” disse Savannah. “Ce ne sono altri due. Diciotto.”

“Esatto,” disse Gigi. “Vedi, Bell, è abbastanza intelligente per il tuo gioco.”

“Va bene,” disse lui. “Date i soldi a Blinker, e manderò un messaggio al Ringmaster per le buste.”

“Andiamo a trovare Blinker, Savannah,” disse Gigi. “Poi faremo un triangolo o due.”

“Potrebbe essere un rapporto a cinque o sei?”

* * * * *

Leticia arrivò appena prima delle nove con le buste. Dette a Bell un foglio di carta con l’enigma perché potesse controllarlo.

1. Penny

2. Nichelino

3. Centesimo

4. Quarto di dollaro

5. Mezzo dollaro

6. Dollaro d’argento

7. Banconota da due dollari


‘Quale occupa la decima posizione?’

‘Ci sono due possibili risposte, ma solo una è accettabile.’


“Bene,” disse Bell. “Siamo pronti.”

Dopo che gli enigmi furono distribuiti, sei persone si avvicinarono al tavolo. Tutte con la risposta sbagliata.

Gigi e Savannah portarono i propri fogli al tavolo di Bell.

“No, mi spiace,” disse Bell. “Sbagliate entrambe.”

“Ma questa è logicamente la decima posizione,” disse Savannah.

“Logicamente, sì. Ed è una delle due risposte estate, ma non quella che volevo.”

“E qual è?” chiese la ragazza.

“Devi aspettare che qualcuno indovini prima di sapere la risposta esatta,” disse Gigi.

“Bè, peccato. Okay, mentre aspettiamo andrò a parlare con quel grasso ragazzo ricco. Ci fissa da quando siamo entrate.”

* * * * *

Bell guardò i clienti osservare il nuovo progetto della casa.

Entrò una donna dai capelli rossi con indosso un vestito nero, girò per il locale, poi vide il tavolo di Bell.

Lui finse di non vederla.

“Mi stava guardando,” disse lei.

“Ogni uomo qua dentro la stava guardando.”

“Lo so. È una maledizione. Ma lei è l’unico a essere solo.”

“Questa linea di condotta funziona davvero?”

“Sempre.”

Si tolse una ciocca di capelli dalla guancia. Il suo orecchino sinistro era un grande cerchio d’oro, largo dieci centimetri, mentre all’orecchio destro aveva una semplice ametista incastonata d’oro.

“Si sieda.” Si spostò un po’.

“Santo cielo, Bell,” disse Gigi quando si avvicinò al tavolo. “Ti lascio solo per cinque minuti, e ti sei già trovato una nuova donna.” Si sedette di fronte a loro e mise il drink sul tavolo.

“Mi spiace,” disse la rossa. “Voi siete…?”

Mosse il dito avanti e indietro tra loro.

“Sì, lo siamo.” Gigi sorrise.

“No,” disse Bell, “assolutamente no.”

“Ce l’ho fatta!” Una bella ragazza di circa trentacinque anni porse il proprio foglio a Bell.

“Scommetto che hai sbagliato, Savannah,” disse Gigi.

“Solo perché tu non ce l’hai fatta, non significa che siamo tutti stupidi.”

Bell lesse la risposta, “Diciotto dollari e novantuno centesimi. Hai indovinato, Savannah.”

“Cosa!?” Gigi afferrò il foglio di carta. “Come può essere?”

“Facile,” disse Savannah. “Somma i soldi delle prime sette posizioni, più il valore di quelli nella posizione otto e nove, e si ottiene diciotto e novantuno.”

“Bè, andrò all’inferno,” disse Gigi. “Il Ringmaster sta diventando sempre più complicato.”

“Quanto ho vinto?” chiese Savannah.

“Sedicimila,” disse Bell.

“Sì!” Corse a cercare Blinker.

“Sedicimila?” disse la rossa.

Gigi annuì.

“Dollari?”

“Sì.”

“Per cosa?” Prese il foglio e dette un’occhiata. “Bè, era facile.”

“Certo,” disse Gigi, “una voltache conosci la risposta.”

“Qual era la tua risposta?”

“Una banconota da venti dollari.”

“È una risposta stupida,” disse la rossa.

“E tu sei una brutta puttana dipinta che non sa neppure appaiare gli orecchini.”

La rossa si tolse i capelli dalla guancia e fissò Gigi.

Bell spostò lo sguardo dall’una all’altra.

“E tu chi sei?” chiese la rossa. “Madre Teresa vestita da adolescente e con gioielli falsi?” Fissò Gigi. “Con un’acconciatura degli anni ottanta.”

Gigi girò l’anello attorno al dito. “In realtà, sono io quella che ha vinto undicimila dollari, due giorni fa.”

“Buon per te. Ti ci vorrebbe un anno per guadagnare altrettanto in questo posto.” Indicò con una mano gli uomini al bar.

“Pagherò un mese di affitto stasera.”

“Io pago l’affitto per un anno stasera,” disse la rossa.

“Facile quando vivi in un parcheggio per roulotte.”

“Ah, davvero?”

“Uhm,” disse Bell, “Odio dover interrompere questa affascinante conversazione, ma—”

“Oh, sta zitto, Bell.” Gigi guardò la rossa.

“Mi parli del gioco, Bill.” La rossa si girò verso di lui.

“Non è ‘Bill,’” disse lui, “è ‘Bell.’”

“È stato dato alla luce in una chiesa quando le campane hanno iniziato a suonare,” disse Gigi.

“Avete visto chi ha vinto?” chiese Wendy quando si avvicinò al tavolo.

“Sì, Savannah,” disse Gigi. “Sedicimila.”

“Chi è lei?” Wendy sedette accanto a Gigi e indicò la rossa.

“Una nostra concorrente.”

Wendy rise. “Con quel vestito addosso?”

Il vestito nero della rossa era esaltato da una collana di smeraldo incastonata d’oro. Il rossetto era color talpa, e le ciglia, abbondantemente truccate, sembravano lunghe un paio di centimetri.

“Perché i proprietari permettono alla gentaglia di entrare, Bell?” chiese la rossa. “Sminuisce molto il locale.”

“Sono felice che tu non le abbia permesso di giocare, Bell,” disse Gigi. “Non c’è spettacolo più triste di una prostituta che piange quando perde. Quel mascara spesso le arriverà alle ginocchia, come il suo seno.”

La rossa le sventolò il foglio davanti agli occhi. “Dovrebbe essere qualcosa di più difficile per suscitare il mio interesse.”

“Oh, davvero?” Gigi prese un tovagliolo, poi afferrò la penna di Bell per disegnare qualcosa. “Quanti triangoli vedi?”

La donna prese il tovagliolo per osservare il disegno da vicino.

“Portiamo con noi Lester e il ragazzo grasso e andiamocene da qui,” disse Savannah. “L’aria a questo tavolo è diventata sporca e opprimente.”

La rossa le lanciò un’occhiata, poi tornò a contare i triangoli.

“Sì, hai ragione,” disse Gigi. “Ci vediamo tra un’ora, Bell.”

“Diciotto,” disse la rossa.

“Eh?” Gigi si sedette di nuovo al suo posto.

“Diciotto triangoli. Giusto, Bell?” chiese la rossa.

Bell sorrise e annuì.

“Okay, ci sto. Quant’è la posta?”

“Non sei ancora stata invitata,” disse Wendy.

“E inoltre,” disse Gigi, “giocare ti costerà mille dollari.”

“Mil—” Deglutì. “Va bene.” Aprì la sua borsetta gioiello nera.

“Un attimo,” disse Bell. “Come si chiama?” Iniziò a digitare qualcosa sul telefonino.

“Amber Cherry.”

Entrambe le altre donne risero.

Amber si strofinò il naso col dito medio.

Bell mandò un messaggio. “È per il Ringmaster. Gestisce lui il gioco.”

“Il Ringmaster?” chiese Amber.

“È professore alla New York University,” disse Gigi. “Dove, tra l’altro, sto studiando.”

“Per cosa? Per fare l’estetista?”

“Non sei capace neppure di dire trucco, figuriamoci una parola di otto lettere.”

“Nove lettere. Fai sembrare tutte le stupide bionde un Einstein drogato.”

“Bene,” disse Bell dopo aver guardato il cellulare. “Può partecipare.”

“Oh, santo cielo,” disse Gigi.

“Sì!” disse Amber. “Ecco la mia quota per domain sera.”

“Penso che sia una buona circostanza, Gigi,” disse Wendy. “Altri mille dollari da vincere per una di noi due.”

“Non dia i soldi a me.” Bell spinse via la mano di Amber. “Li dia a Blinkeral bar.”

Dopo che Amber se ne fu andata per andare a cercare Blinker, Wendy disse, “Ha risolto l’enigma dei triangoli molto in fretta.”

“Lo so.”Gigi sospirò. “Vieni, mettiamoci al lavoro.”

* * * * *

Erano quasi le 2di notte, orario di chiusura.

“Com’è andata stasera?” chiese aBlinker.

“Una delle nostre serate migliori. Abbiamo fatto ventottomila dollari.”

“Wow.” Bell aiutò il suo barista a lavare l’ultimo bicchiere da cocktail. “Figo. E il cinque per cento è…?”

“Millequattrocento bigliettoni per Leticia.”

“E altrettanti per te.” Porse a Blinker una flûte da champagne da asciugare.

Blinker ghignò. “Già.”

Dopo che ebbero finito con i bicchieri, Blinker chiuse il registratore di cassa e stampò il totale.

“Abbiamo avuto una buona serata anche al bar,” disse Blinker. “Ottomila cinquecento dollari in bevande, e la cucina ha fatto tredicimila dollari.”

“È stata una buona serata in generale. Domani, voglio che tu dia cento dollari a tutto il personale. Fagli sapere quanto apprezziamo il loro lavoro.”

“Sarò davvero felice di farlo.”

“Quindi, tieni abbastanza denaro per il personale, millequattrocento dollari per te, e altri millequattrocento per me da dare a Leticia, poi metti via quello che avanza.”

Blinker digitò alcuni numeri sulla calcolatrice. “La maggior parte delle entrate della cucina e del bar vengono da carte di credito, ma abbiamo comunque sessantasei mila dollari in contanti.”

Erano le 2 e 10 quando finirono di contare i soldi.

Il telefono di Bell squillò.

“Sì?”

“Siamo fuori, signor Bell.”

“Bene. Arrivo subito. Com’è la strada?”

“Carina e silenziosa. Quanto stasera?”

“Sessantasei mila.”

“Okay. Io compilerò il modulo.”

Bell chiuse la telefonata. “I Brink sono alla porta. Chiudiamo e andiamocene.”

“Ti seguo,” disse Blinker.

Fuori, Bell guardò da un lato all’altro della strada. Molte persone sapevano che chiudeva il bar alle due e se n’erano andate con una borsa piena di soldi. Una situazione che lo rendeva sempre nervoso.

“Salve, signor Casper,” disse uno dei ragazzi Brink. “E Blinker.” Il suo amico era sulla porta posteriore del loro furgone blindato.

“Ehi, Tommy.” Bell gli porse un sacchetto di soldi e ricevette in cambio una ricevuta.

Bell attese finché la porta del furgone fu chiusa e bloccata. “Ci vediamo domain notte.”

“Certo, signor Casper.”

Capitolo Sei

La mattina successiva, Bell e Leticia erano seduti al tavolo della cucina della casa. Lei stava contando i propri soldi.

“Penso che sia il meglio che abbiamo fatto finora.”

“Spero che terrai i soldi in un posto sicuro.”

“Ho una cassetta di sicurezza in banca.” Leticia impilò il denaro, mettendo tutti i presidenti con la faccia rivolta dallo stesso lato.

“Brava ragazza. Nessuno deve sapere…” La guardò mentre beveva il caffè.

“Quanto o dove è nascosto,” finì la frase al suo posto.

Lui sorrise.

“Ho trovato un bel terreno libero a Massapequa,” disse, “giù a Long Island. In vendita dal proprietario. Chiedono duecentomila dollari.”

“Okay. Quanto è grande?”

“Circa ottocentoquaranta metri quadri. Chiedono un terreno di almeno settecentoquaranta metri quadri.”

“Bene. Destinazione?”

“Solo residenziale.”

“Ci manca circa un mese per finire il progetto Kessler,” disse Bell, “quindi è ora di iniziare il prossimo.”

“Andrò a parlare con il proprietario,” disse Leticia, “e vedrò se, ricevendo un po’ di soldi di nascosto, abbassi il pezzo.”

Bell mise giù la tazzina e prese la forchetta per tagliare la sua omelette. “Penso che tu stia imparando questo mestiere.”

“Ho avuto un bravo insegnante.”

La cuoca portò via la tazzina di Bell per riempirla di caffè appena fatto. Quando tornò, Bell disse, “Grazie, Betty.”

“È un piacere. È pronta per la colazione, signorina Leticia?”

“Ci sono dei pancake?”

“Saranno pronti tra cinque minuti.” Betty portò via la tazzina mezza vuota di Leticia e tornò in cucina per riempirla.

“Hai qualcuno in mente per questo nuovo progetto?” chiese Leticia.

“No, non ancora. Parlerò con Parker domani.”

* * * * *

“Cosa stai facendo, Andy Panda?” chiese Bell mentre entrava nel cantiere.

“Costruisco una casa.” Il bambino si sedette nella sporcizia, infilando un chiodo su un rottame.

Bell si inginocchiò accanto al bimbo di cinque anni. “Sono certo che costruirai una casa bellissima.”

Andy annuì mentre batteva col suo Martello giocattolo sul chiodo. “Puoi passarmi l’altra tavola, signor Bell?”

“Quella grande laggiù?” Bell prese una tavola triangolare che era stata tagliata da una trave due per sei.

“Certo, è quella giusta.”

“Come sta, signora Daniels?” disse Bell all’anziana signora che sedeva su una poltrona lì vicino, che teneva d’occhio il bambino scalmanato.

“Sto bene, signor Casper. E lei come sta?”

“Bene, grazie.” Tornò a rivolgersi ad Andy. “Dov’è tua madre?” Bell gli tenne fermo il ciocco di legno perché lui potesse colpirlo con il martello.

“È dal signor Jim.”

Bell si schermò gli occhi contro il sole per vedere parecchi operai sul tetto, che poggiavano il rivestimento provvisorio. Uno di loro camminava lungo il ripido pendio del tetto con una pistola sparachiodi, colpendo il legno con i chiodi in rapida successione mentre gli altri mettevano in posa una lastra di compensato.

Quello con la pistola sparachiodi indossava una salopette larga e un casco giallo, ma la lunga coda riccia la identificava come donna.

“Bonnie!” urlò Bell.

La donna guardò verso il basso per vedere chi la chiamava.

“Bell Casper!” Lo salutò con la mano. “Sei tu?”

“Sì!” Ricambiò il saluto.

Bonnie porse la pistola sparachiodi a uno degli operai. “Vengo giù.”

Camminò sul tetto inclinato come un operaio esperto, poi scese dalla scala. Una volta a terra, si tolse i guanti in cuoio da lavoro e li porse a Bell.

“Dovrebbe essere asciutto entro mercoledì o giovedì, se il tempo regge.”

“Davvero?” chiese Bell.

“Sì, siamo in ritardo, ma stiamo recuperando.”

“E vedo che hai imparato qualche nozione di carpenteria.”

“Non puoi immaginare come ci si sente a dare una mano per costruire qualcosa di meraviglioso.”

“Sarà bellissima, Bonnie. Bella come un quadro.”

“Dopo aver controllato il tetto e installato porte e finestre, io e Andy Panda campeggeremo in salotto finché non sarà finita.”

“Davvero?” disse Bell. “Senza acqua né luce?”

“Ho trovato una vecchia stufa Coleman a una vendita in giardino, e possiamo procurarci l’acqua. Ho lavato barili del latte per un mese, per poter tenerli da parte per trasportare l’acqua.” Guardò suo figlio che giocava nella sporcizia. “Abbiamo due sacchi a pelo. Sarà divertente.”

“Ma non c’è il bagno.”

“Dovremo solo correre in un negozio Seven-Eleven quando ne abbiamo bisogno. Ce n’è uno a circa tre chilometri da qui.”

Bell guardò il suo volto sorridente per un momento. “Da quanto sei pulita, Bonnie?”

“Circa sei mesi.”

“È un gran bel risultato.”

“Ne sono piuttosto fiera.”

“Questa volta ce la farai.”

“Ehi, Bell Casper,” disse qualcuno.

Si voltarono per vedere il caposquadra che veniva loro incontro.

“William.” Bell gli porse la mano.

“Sta di nuovo portando scompiglio tra i miei operai?” Il suo gran sorriso mostrò una perfetta fila di denti bianchissimi.

“La sta facendo lavorare troppo, devo portarla a bere un po’ d’acqua.”

“Sì, ma il distributore si trova sul retro.” Fece l’occhiolino a Bonnie.

“Bene,” disse Bonnie. “Posso dare un abbraccio e un bacio al mio bimbo prima di tornare a fare la schiava lassù sotto il sole cocente? Saranno in centoventi su quel tetto.”

“Se ti permettessi di abbracciare e baciare il tuo bambino, allora anche quei sei operai penseranno di poter scendere ad abbracciare e baciare chiunque. Poi come riusciremmo a finire il lavoro?”

“Bè, se andassi lassù ad accarezzarli e dar loro una pacca sul culo come fai di solito, sarebbero felice per tutti il resto della giornata.” Gli sbattè i guanti su una spalla. “Dov’è il mio ometto?”

Bonnie risalì presto sulla scala e riprese possesso della pistola sparachiodi.

“Come se la cava la ragazza, Will?” chiese Bell.

“Se ne avessi altri sei come lei, non saremmo in ritardo di settimane sulla tabella di marcia.”

“Mantiene felici i lavoratori?”

Will rise. “Con quella paga extra all’ora nelle loro tasche ogni giorno, nessuno ha ancora perso una giornata di lavoro.”

“Nessuna lamentela riguardo a un crumiro sul posto di lavoro?”

“Diavolo, no. Anzi, ne chiedono altri.”

“Bene,” disse Bell. “Non ci serve che quel sindacalista ci spari addosso altra merda.”

“Non si preoccupi.”

“Leticia ha detto che dobbiamo tirar fuori altri ventimila dollari,” disse Bell.

“Esatto. Architettura del giardino.”

“Pensavo che fosse inclusa nel budget originale.”

“Infatti. E ho contrattato con la Bongiovanni Brothers Nursery per iniziare con il terriccio e gli arbusti non appena finiremo il resto.”

“Okay. E?”

“Bè, qualcuno ha deciso di aggiungere un lago koi nel giardino sul retro e quattro aceri alti sei metri nel giardino davanti.”

“Io e Leticia pensavamo che sarebbe stato carino.”

“Sa quanto costa trasportare e piantare un albero già cresciuto alzo sei metri?” chiese Will.

“Immagino circa duemila dollari.”

“Bene, aggiunga tutto questo, e ottiene altri ventimila dollari da aggiungere ai costi del progetto.”

“Okay. Veda se la Nursery ci fa un piccolo sconto accettando i ventimila in contanti.”

“Mi sta prendendo in giro? ‘Bongiovanni’ le sembra italiano? Il loro capo è di Palermo. Sono siciliani, santo cielo. Si venderebbero I denti d’oro delle loro none se fossero convinti di poter nascondere qualche reddito al fisco.”

“Va bene. Leticia le porterà i soldi in contanti, e lei li consegnerà a loro.”

“Sì, e quel ragazzino laggiù avrà dei bei pesci nel giardino sul retro e alberi su cui arrampicarsi nel giardino davanti.”

È tutto quello che chiedo.” Bell dette al suo amico una pacca sulla spalla.

Capitolo Sette

Quando Shay Pilgrim, uno degli uomini della sicurezza alla porta, vide le due auto della polizia fermarsi davanti al Blue Parrot all’una di notte, premette un pulsante di un piccolo telecomando che doveva portare sempre con sé.

Dentro il bar, “Happy Birthday” iniziò a diffondersi dall’impianto stereo.

Blinker prese il vaso del denaro, al cui interno c’erano già diverse migliaia di dollari per il gioco della sera seguente, e lo nascose sotto il bancone.

Tutte le donne presero i loro drink, lasciarono il bar e corsero verso il tavolo centrale area. Si armarono di cappellini a punta, trombette e regali di compleanno, che erano infilati sotto il tavolo nel centro della zona.

“Chi sarà la festeggiata stasera?” chiese Gigi mentre indossava un cappellino rosso e bianco con una nappina scintillante in cima.

“Io, io,” disse Amber mentre sistemava i regali sul tavolo. “Sembra che abbia ventun anni, vero?”

“Ha.” Gigi rise. “Certo, ventuno più un centinaio.”

Quando i quattro poliziotti entrarono, i camerieri stavano cantando “Tanti auguri, Amber” mentre circondavano il tavolo in cui le donne festeggiavano con canzoncine, tubetti di bolle di sapone e trombette.

Bell sorrise mentre guardava il gruppo approntare la recita alla perfezione.

Tutti gli uomini nel bar si unirono alla canzone e offrirono un giro di drink gratis per fare gli auguri alla festeggiata.

“Signor Casper,” disse la sergente Black quando arrivò al tavolo. “Abbiamo rapporti di istigazione a delinquere svoltasi in questo locale.”

“Davvero?”

“Perché,” la poliziotta incrociò le braccia, “ogni volta che veniamo in questo posto ci sono una dozzina di belle donne che festeggiano un compleanno?”

“Ci rivolgiamo agli impiegati che vogliono rilassarsi dopo una giornata di lavoro. Sono sorpreso che nessuna di loro sia svenuta. Bevono dalle sei del pomeriggio.”

“Mi sta dicendo che sono un gruppo di impiegate?”

“Sì, e presto dovremo chiamare dodici Uber per riportarle a casa. Non permetterei a nessuna di loro di guidare.”

“Quale tipo di compagni permette alle proprie impiegate di vestirsi come delle puttane?”

“Penso che lavorino per la Wayne-MacGruder Securities.” Bell represse una smorfia. “A Wall Street.”

“E tutte queste donne stanno festeggiando da tutta la notte? Nessuna di loro si è presentata qui con un uomo?”

“Non che io sappia. Sono stato qui a lavorare al pc per la maggior parte della notte.”

“Bene, per questa volta passi, ma una di queste notti la beccherò con le mani nel sacco, signor Bell Casper. E quando ci riuscirò, se la passerà piuttosto male.”

“Capisco, sergente Crammer.”

Si voltò e indicò la porta ai tre uomini. Uno dei suoi uomini diede l’ultimo morso a un dolcetto al cioccolato mentre si dirigeva verso la porta.

* * * * *

“Cosa ne pensi di questo?” Leticia lasciò cadere un foglio di carta sulla tavola della colazione.

Bell voltò il foglio verso di sé e lesse ad alta voce: “Senza tagliare i pezzi, assemblateli in una forma familiare.” Girò il foglio di lato. “Porca paletta,” sussurrò.

C’erano otto forme di varie grandezze, fatte come i pezzi di un puzzle.



Senza tagliare i pezzi, ricomponeteli in una forma familiare.

“Questo potrebbe essere un buon enigma per stasera?” chiese.

“Diavolo, certo.”

“Cosa desidera per colazione, signorina Leticia?” Betty le mise davanti un vassoio con sopra caffè e succo d’arancia.

“Può farmi uova e pancetta?”

“Certo. Vuole le uova semplici?”

“Sì, grazie.”

Mentre Betty si voltava e se ne andava, Leticia le mise davanti il computer di Bell. Lei studiò le nuove cianografie mentre lui lavorava sul puzzle.

Bell prese un boccone di uova strapazzato, poi bevve il caffè. “Questo puzzle è eccezionale. Senza line rette, potrebbe essere qualunque cosa.”

“Già. Quando costruiremo una casa per noi?”

“Cosa?”

“Costruiamo case per tutti tranne che per noi.”

“Cosa c’è che non va in questo appartamento? Abbiamo una bellissima vista su Central Park; siamo proprio al centro della città. Cos’altro potremmo desiderare?”

“Un piccolo prato da tagliare ogni fine settimana. Un giardino fiorito, forse una piscina.”

“Con l’orario di lavoro che ho, chi farà i lavori in giardino?” chiese.

“Io.”

Tornò a sedersi, a braccia incrociate.

“Se avessimo un giardino, potremmo avere un cane.”

“Possiamo avere un cane qui.”

“Alcune persone del palazzo hanno cani,” disse Leticia. “Devono portarli sull’ascensore e fargli fare il giro della strada due volte al giorno. Poi devono raccogliere la loro cacca.”

“Non avrei mai immaginato che tu volessi una casa con un giardino, delle aiuole, una piscina…”

“Adoro quei piccolo cagnetti.”

Lui finì il puzzle. “È un aereo?”

“Hai appena perso mille bigliettoni.”

* * * * *

Un uomo di mezza età con indosso un logoro abito blu si avvicinò al tavolo di Bell e sedette di fronte a lui.

Bell si allungò per stringerli la mano. “Come sta, Mr. Parker?”

“Bene.” Fece cadere una pila di cartelline sul tavolo. “E lei?”

“Molto bene. Che cos’ha per me?”

“Otto, tutti piuttosto brutti.”

“Mi dia il peggiore.”

Il signor Parker cercò tra i documenti.

Tre uomini ridevano nel bar semideserto.

Il signor Parkerlanciò loro un’occhiata, poi passò la cartellina a Bell. “Qualcuno ha iniziato presto.”

“Sono agenti di borsa. Probabilmente hanno avuto una buona giornata nei mercati.”

“Le borse non sono neppure chiuse ancora.”

“Operano sulla borsa di Hong Kong,” disse Bell. “È già chiusa, per oggi.” Aprì la cartellina.

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