bannerbanner
Fiamme Oscure
Fiamme Oscure

Полная версия

Fiamme Oscure

Язык: Итальянский
Год издания: 2019
Добавлена:
Серия «Legami Di Sangue»
Настройки чтения
Размер шрифта
Высота строк
Поля
На страницу:
2 из 6

‘Damon.’ Syn lo chiamò mentalmente mentre si allontanava dal letto e si avvicinò alla finestra. ‘È ora di trovare una nuova tenuta di famiglia... ci stiamo allargando.’ Sentì Damon rifletterci su attraverso il loro legame mentale, prima di sentirlo prendere una decisione.

‘Ho in mente il posto perfetto.’ rispose Damon, stringendo Alicia. ‘Ci farò un salto domani.’

Il corpo di Syn sembrò dissolversi alla tenue brezza che entrò dalla finestra, per poi riapparire sul tetto. Camminava lungo il parapetto che circondava il cortile interno del castello, fermandosi di tanto in tanto per guardare il cielo o l’oceano in lontananza.

Sentendo una vecchia e familiare presenza dietro di sé, Syn girò la testa per guardarsi indietro.

“Non ci vediamo da parecchio.” disse piano Storm. “Sono contento che tu abbia trovato la tua anima gemella.” Sapeva che Syn sarebbe venuto da lei, ecco perché l’aveva fatta proteggere da Zachary per tutto questo tempo.

L’angolo delle labbra di Syn si curvò leggermente verso l’alto. “Vedo che hai nuove reclute per il tuo esercito... piuttosto giovani, non trovi?”

Storm scrollò le spalle “Non più giovani dei tuoi figli quando donasti loro l’eternità.”

“Cosa vuoi, viaggiatore nel tempo?” Il suo tono era un avvertimento per il proprio umore.

“Tu c’eri. Hai visto cosa è uscito dalla crepa.” dichiarò Storm.

Syn lo guardò impassibile “Non mi interessano le tue guerre.”.

Storm conosceva la verità dietro quelle parole. Aveva sentito la verità proprio dalle labbra di Syn... anche se nella linea temporale del dio del sole non era ancora accaduto. Un giorno Syn gli avrebbe detto che l’ultima volta che era stato in guerra con qualcuno... aveva distrutto il suo stesso pianeta. L’unica ragione per cui Syn aveva condiviso questo segreto con lui era perché anche lui era un dio. Ma per ora... questo gli faceva comprendere meglio Syn.

“Angelica vuole proteggere gli umani perché è stata allevata come una di loro... tante volte, anche se non ricorda le sue vite passate. Anche i tuoi figli sono molto protettivi con gli innocenti... e so che lo sei anche tu.” disse Storm con calma. Il fatto che Syn non fosse svanito significava che aveva accettato di ascoltarlo.

Syn non smentì il viaggiatore del tempo né gli chiese come aveva ottenuto quelle informazioni. Un viaggiatore del tempo era capace di prevedere tutto, se voleva. Se Storm era preoccupato per il futuro, allora c’era un motivo. “Qual è la tua profezia?”

“Gli umani cercano sempre il Giardino dell’Eden, ma sono talmente vanitosi da non rendersi conto di esserci già dentro. È sempre toccato a noi, i guardiani, scacciare i serpenti. Gli umani non hanno la forza di proteggersi. Se non li aiutiamo, i demoni trasformeranno questo posto in una città di sangue.”.

“E non finirà qui.” concluse Syn con un tenue sussurro.

Storm si asciugò il sangue che ora gli stava colando dagli occhi come lacrime. L’unico motivo per cui la sua testa non era esplosa era perché stava parlando con un altro dio, che non avrebbe rivelato i suoi segreti.

“Alcuni demoni usciti da quella frattura tra le dimensioni quasi distrussero questo mondo durante i secoli bui... avevamo quasi perso.” Storm lasciò che il peso di tale affermazione aleggiasse tra di loro.

“Ricordo.” disse Syn.

“Allora ricordi anche quelli che sono scesi sottoterra di loro spontanea volontà, per proteggere la barriera ed impedire ai demoni di tornare.” gli ricordò Storm.

Syn annuì “I fratelli... come dimenticarli.”

“Adesso sono tornati in questo mondo, dando la caccia ai demoni in fuga. Ancora una volta i fratelli hanno fatto voto di aiutare a liberare questo mondo dalla minaccia dei demoni. Io e te siamo forse le uniche creature rimaste in questo mondo a poter dire onestamente che il nostro potere è quasi uguale al loro. Negheresti di aver messo da parte il tuo potere per ragioni egoistiche?”

“Potrei prendere la mia famiglia e lasciare questo posto alla tua guerra.” lo ammonì Syn.

“E io posso darti un motivo per restare.” ribatté Storm. “Hai tre figli con te... ma ne hai persi molti nella linea temporale. Io posso ritrovare i tuoi figli scomparsi.”.

Syn girò la testa per guardare il viaggiatore del tempo, ma vedendo il sangue provocatogli da questa conversazione, distolse lo sguardo. “Riprendi le tue forze... poi ritroveremo i miei figli.”

Storm sorrise mentre lui scomparve dal tetto.

*****

Ren entrò nel suo ufficio e si sedette di peso alla scrivania. Era stata una notte lunga e, solo perché il sole sarebbe sorto tra pochi minuti, non significava che fosse finita. Adesso c’era un altro tipo di oscurità.

Si era ripromesso di lavorare da solo... di non badare agli altri membri del PIT. Ma, nel guardare gli altri combattere proprio accanto a lui, era riuscito a percepire chi era stanco e chi aveva la forza di restare e combattere ancora.

Nessuno fece domande quando lui iniziò a rimandare alcuni di loro al castello... qualcuno gliene sembrò addirittura grato. Aveva mandato Hunter a riposare un po’ quando era stato ferito. L’indiano era testardo e non aveva detto a nessuno della sua ferita, ma Ren sentiva l’odore del sangue. Trevor era stanco morto. Gli spettri tendono a prosciugare la forza vitale per un po’.

Fortunatamente erano arrivati i rinforzi all’ultimo minuto e Ren si congedò, sentendo il bisogno di liberare la mente dalla furia della battaglia... poteva sentire le emozioni di tutti, compresa la sete di sangue dei demoni. Adesso che era tra le mura del castello, si concentrò sui poteri che lo circondavano e sorrise. Qualcuno di loro aveva il potere di bloccare le emozioni. Se fosse riuscito a capire chi era, gli avrebbe stretto la mano.

Ciò lo portò anche ad un’altra conclusione... non tutti al castello erano registrati nel PIT. Ma non lo era neanche lui, quindi nessun problema.

Guardando verso l’alto soffitto, sentì cinque diverse forze vitali al terzo piano. Si chiese chi potesse esserci lì, visto che Storm gli aveva detto che quel piano era chiuso a chiave e off limits. Ren aveva addirittura guardato la piantina del castello per vedere se ci fosse una porta nascosta, ma non trovò nulla.

Non avrebbe perso tempo ad aprire ogni singolo libro dalla libreria o a bussare su ogni parete per trovarla. Le porte nascoste restavano nascoste per una ragione. Se chiunque fosse lì voleva essere lasciato solo, Ren avrebbe rispettato quel desiderio.

L’aria nella stanza si mosse e Ren vide Storm ora seduto all’estremità della scrivania. Fissò il viaggiatore del tempo quando vide il sangue dal naso che Storm stava cercando di fermare.

“Riveli ancora segreti, eh?” gli chiese Ren con un leggero ringhio nella voce.

Storm ignorò lo sguardo e la domanda, restando semplicemente seduto lì finché il sangue finalmente si fermò. Gettando il fazzoletto nel cestino, fissò Ren con un’espressione consapevole sul viso, poi alzò lo sguardo pensieroso verso il soffitto.

“Ti stai chiedendo come sono saliti lì, vero?” sogghignò. “Loro non usano la porta d’ingresso per entrare e uscire... trovano le finestre più adatte a loro.”.

“Chiunque essi siano, sembri felice di averli qui.” Ren alzò un sopracciglio con curiosità.

L’espressione di Storm tornò seria. “Non sottovalutarli... hanno le loro ragioni per essere quello che sono. Se vorranno interagire con le squadre del PIT, lo faranno.”.

“Ma non fanno parte di nessuna squadra.” Ren voleva una spiegazione.

Storm scosse la testa “No, infatti.”.

“D’accordo, allora.” Ren scrollò le spalle. “Chi sono?”

“La leggenda vuole che siano i primi guardiani dei sigilli tra i mondi. Fino alla scorsa notte erano nel regno dei demoni, per evitare che il sigillo dal loro lato fosse infranto.”.

Ren annuì e si appoggiò alla sua poltrona decidendo di fermarsi con le domande, visto che di recente Storm aveva già spezzato il suo voto di silenzio. Gli occhi iniziavano a bruciargli per la mancanza di sonno, ma sapeva che non sarebbe riuscito a riposare per un po’.

Capitolo 2

Zachary si appoggiò alla balaustra in cima alle scale, guardando giù al piano terra. Rimase immobile quando notò uno dei più giovani e recenti membri del PIT... Tiara. Era sempre stata un membro non ufficiale del PIT, anche se da bambina non aveva alcun potere e non aveva mai ricevuto un incarico.

A causa delle abilità di negromante di sua madre, Tiara era andata in giro con il PIT per tutta la sua vita.

Qualcuno gli aveva detto che lei era un po’ come con una figlia di militari... ma più protetta. Mentre i genitori erano in guerra, il bambino veniva portato in un luogo sicuro... di solito era una camera d’albergo sorvegliata dalla CIA. C’era qualcosa di particolare nell’essere diversi... a volte è l’ultimo della tua razza a renderti la vita più difficile che mai. Ciò influiva sui loro istinti più forti... ... cioè sopravvivere e proteggere i loro figli.

Tutti i membri del PIT avevano dei nemici... era uno dei lati negativi dell’essere un assassino di demoni addestrato. Quegli stessi nemici avevano imparato molto tempo prima che il modo più veloce per ottenere l’attenzione di un rivale era quello di rapire suo figlio. In questo caso, sarebbe un demone a rapire il figlio di un membro del PIT che li ha sfidati. Le lezioni erano difficili da imparare ed i bambini tenuti in isolamento ne erano il prezzo.

Da quello che Zachary notò, Tiara era stata una dei bambini più sorvegliati di tutti. Persino lui, che era un membro autorizzato, l’aveva vista soltanto un paio di volte.

Beh, l’assenza di contatto poteva essere ricondotta al fatto che negli ultimi dieci anni lui era sparito per evitare sua madre... Myra. Ma Tiara aveva sempre qualcuno alle calcagna che seguiva ogni sua mossa, soprattutto se si avventurava tra gli altri membri dell’organizzazione.

Dopo la morte di Myra un paio di settimane prima, la sua squadra si era smembrata tra vari reparti del PIT, com’era da tradizione quando moriva un caposquadra. Seguire quella regola d’oro evitava distrazioni e complicazioni... o almeno così dicevano.

Lui era più un freelance, un mercenario, e lavorava meglio da solo. Angelica era l’unica figura stabile nella sua vita perché riusciva a vedere oltre la maschera che lui portava... la maschera per cui tutti lo trovavano un po’ comico.

I poteri di Myra erano passati alla sua unica figlia nel momento esatto della sua morte. Tiara aveva preso le redini e si era fatta avanti come giocatore titolare arrivando lì. Lui trovava un po’ strano che avesse superato la morte di sua madre così presto... chiunque avrebbe pensato che fosse ancora in lutto.

Zachary aveva avuto più volte il privilegio di vedere sua madre al lavoro. All’epoca era un ragazzino di circa sedici anni. Ricordava ancora la prima volta che aveva visto Myra risuscitare i morti. Lo aveva fatto per individuare il demone che aveva ucciso la vittima da lei stessa rianimata. Zachary rabbrividì al ricordo di quella notte... fu assalito dalla paura e dalla speranza di vita nell’aldilà. I suoi sogni erano ancora tormentati.

Myra era la persona più bella e misteriosa che avesse mai conosciuto e ne era attratto... come lo erano molti uomini. Aveva visto altri ragazzi chiedere di essere inseriti nella sua squadra per il turno di notte, nella speranza di finire a letto con lei.

Si diceva che chi andava a letto con lei era più di un semplice amante o di un’avventura da una notte... c’era anche un’amicizia profonda che teneva unito il gruppo anche fuori dal lavoro. Era quasi impossibile entrare nella sua squadra perché i membri non la lasciavano mai di propria volontà... ma soltanto in sacchi per cadaveri.

Come da regolamento, i membri del PIT con mogli o fidanzate non erano mai autorizzati ad accompagnarla nelle missioni, figuriamoci a diventare membri della sua squadra.

Anche i morti sembravano correre da lei come al richiamo di una sirena. Sfortunatamente anche i demoni erano sensibili a quel richiamo. In genere si trattava di un demone potente che in precedenza aveva risvegliato i morti e, quando i suoi servi venivano richiamati nelle loro tombe, allora li seguiva per vedere chi glieli stesse portando via. Era per questo motivo che Myra non veniva mai lasciata sola nei cimiteri, nelle cappelle funerarie o negli obitori.

La terza volta che Zachary era stato scelto per la sua squadra si era presentato in ritardo, poiché era stato occupato con un altro demone. Entrando nel cimitero, aveva assistito a qualcosa che sapeva che non avrebbe dovuto vedere... neanche a quella distanza.

Myra aveva appena rimesso il cimitero a dormire quando un demone molto potente reagì alla sua negromanzia.

Gli altri membri del PIT presenti crollarono improvvisamente a terra, resi incoscienti da una forza invisibile. Zachary era ancora giovane, con solo poche uccisioni di demoni come esperienza, e si riparò subito dietro una lapide... incerto su cos’altro fare. Il potere proveniente dal demone era un qualcosa che non aveva mai sentito prima, e capì che doveva essere uno dei pochi signori dei demoni che ancora vagavano sulla terra.

Dopo pochi istanti in cui non accadde nulla, prese coraggio e sbirciò da dietro la lapide.

Le ombre di fronte a Myra erano contorte, respirando quasi con affanno. Fu allora che un bell’uomo alto, con lunghi capelli argentati molto simili a quelli di Myra, apparve dall’oscurità. Anche dalla distanza che li separava, Zachary poteva vedere il modo in cui il demone guardava Myra... come se volesse divorarla. Il demone si avvicinò alla negromante che aveva appena rimesso a dormire i suoi zombie e i suoi fantasmi.

Il panico che assalì la mente di Zachary lo sopraffece ed il fuoco divampò dalle sue mani per la rabbia. Si alzò dal suo nascondiglio, correndo disperatamente per salvare la donna che avrebbe dovuto proteggere.

Zachary non voleva che il demone ferisse Myra ed era intenzionato a salvarla, anche a costo di bruciare tutto il cimitero per farlo. Tuttavia, il demone aveva qualcos’altro in mente. Lentamente girò la testa e bloccò i suoi spaventosi occhi argentati con quelli di Zachary.

Con orrore di Zachary, il suo fuoco svanì... e così anche il controllo sul proprio corpo. Anche se combatteva con tutto se stesso, era ancora fermo a terra, incapace di muoversi e di parlare. La prima cosa che pensò fu che era ancora cosciente... a differenza degli altri uomini che giacevano nel cimitero, e aveva una perfetta visione di ciò che stava per accadere.

Myra si era lasciata toccare dal demone... sembrava gradire la cosa mentre gli sorrideva sensualmente, e gli posò una mano sul petto. Aveva persino chiamato il demone per nome... Deth.

I vestiti furono rimossi rapidamente e Zachary osservò come il demone reclamava il corpo di Myra. Avevano fatto l’amore più volte sulla tomba dietro di loro, prima che il demone sussurrasse qualcosa nel suo orecchio, portandola ad intrecciare il suo sguardo innamorato con il proprio. Condivisero un altro bacio prima che il demone svanisse nella notte.

Zachary vide Myra girare lentamente la testa e guardarlo... sapeva che lui aveva visto tutto. Senza dire una parola, raccolse i suoi vestiti e li indossò, poi aspettò che il resto della squadra riprendesse conoscenza. Zachary riacquisì l’uso del proprio corpo dopo pochi minuti e si sedette, restando dov’era...il più lontano possibile da Myra ma senza andarsene via, e la fissò in silenzio.

Era ancora bella e aveva anche un sorriso dolce. Lui non capiva... non riusciva a capire niente.

Quando gli altri si svegliarono, non avevano alcun ricordo di cosa li aveva attaccati e, quando lo chiesero, Myra spiegò semplicemente che andava tutto bene e che “l’attacco” non era stato altro che il contraccolpo di energia per l’aver rispedito i morti nella loro tomba.

Zachary non ripeté mai ad anima viva ciò che aveva visto quella notte. Tuttavia, da allora, la sua fiducia in Myra era andata persa. Fece del suo meglio per avere altri incarichi in modo da non starle vicino.

Aveva anche fatto una ricerca sul demone incontrato nel cimitero e scoprì di avere ragione... ... Deth era un demone antico. Il demone avrebbe potuto ucciderli tutti quella notte, compresa Myra se avesse voluto, perché aveva già ucciso in passato...molte volte.

Myra stava ovviamente facendo il doppio gioco...e questo era un limite che nessuno di loro aveva mai osato oltrepassare. Trovava leggermente ironico che lei fosse giunta alla sua fine per mano di un demone...o almeno così raccontavano. A quanto pare, superare quel limite aveva conseguenze terribili.

Zachary si rifiutò di assecondare la tristezza per la sua morte che cercava di infiltrarsi nel proprio petto...l’ultima cosa di cui il PIT aveva bisogno era un traditore in mezzo a loro.

Ridestandosi dal passato, Zachary osservò Tiara muoversi nella grande sala sottostante, sentendo tintinnare appena i campanelli indiani attorno alla sua caviglia, e pensò a quanto lei somigliasse a sua madre. Avrebbe potuto essere la sua sosia... ma più giovane. Sembrava una bambina nel corpo di una donna, completamente ignara della violenza intorno a lei, ma al tempo stesso più che consapevole.

Aveva la pelle perfetta e abbronzata, e gli occhi ampi di un bambino innocente. Quell’innocenza era in qualche modo contaminata da una carnosa bocca imbronciata, che gli fece provare il desiderio di assaporarla. Mentre la guardava, capì che si sbagliava...la bellezza di sua madre non reggeva il confronto con quella di Tiara. Il solo guardarla lo faceva sentire come uno stalker ma, invece di nascondersi, la guardò meglio.

Il suo modo di vestire la faceva sembrare uscita direttamente dalla carovana di un clan gitano perduto nel tempo. Era lo stesso modo in cui si vestiva Myra. Immaginò che fosse una tradizione di quella stirpe di negromanti.

Quella sera, il suo top era poco più di una sciarpa a quadri neri, piegata a triangolo e legata attorno al petto, lasciando che i fianchi e la schiena mostrassero la sua pelle sensualmente perfetta. La gonna era pericolosamente bassa sui fianchi, ma copriva tutto il resto fino alle caviglie.

Le porte iniziarono ad aprirsi ed accorse gente da tutti gli angoli del castello, attraversando la sala principale sottostante, e lui si accigliò per la distrazione. Il cellulare di Zachary squillò e lui lo estrasse per leggere il messaggio di testo di Storm.

‘Riunione nell’ufficio di Ren, porta Jason.’.

“E come diavolo faccio, uso i sali?” mormorò Zachary mettendo via il telefono. Guardando verso l’infermeria, rimase sorpreso quando la porta si aprì e Jason si affacciò nel corridoio.

Alzò un sopracciglio, chiedendosi se Storm passasse ogni giorno ad apparire e scomparire per far accadere le cose al momento giusto. Il solo pensiero di quanto potesse durare un giorno per il viaggiatore del tempo gli fece venire mal di testa. Ma d’altra parte, se qualcosa andava storto, Storm non poteva sempre tornare indietro e rimediare, se voleva?

“Sono contento di vedere che sei sveglio.” disse Zachary con un sorriso. “Hai dormito bene?”

Jason uscì dalla stanza e si avvicinò lentamente a Zachary. “Sì, mi sento molto meglio adesso che il marchio è sparito.” Notò il trambusto sotto di loro e chiese “Cosa succede?”

Zachary mise un braccio attorno alle spalle di Jason e lo guidò verso le scale. “Vuoi vedere qualcosa di veramente figo?”

Jason strinse le spalle “Certo, perché no?”

“Bene.” sorrise Zachary. “Il nostro capo ha richiesto la tua presenza...la tua prima riunione ufficiale del PIT.”.

Jason alzò un sopracciglio. “Ma io non sono un membro del PIT.”.

Zachary sorrise maliziosamente. “Diciamo che o sei con noi o all’improvviso ti ritroverai con una grave amnesia.”.

Jason si allontanò da Zachary con un’espressione preoccupata. Alzando le mani in segno di resa, annuì “Fai strada.” .

Quando Zachary rise e si avviò giù per le scale, Jason non ebbe altra scelta che seguirlo... anche se lo fece a distanza di sicurezza.

*****

“Ho qualcosa per te.” disse Storm e prese una chiavetta USB dal taschino della camicia.

Ren la prese e la collegò al computer. Sorrise nel vedere la mappa che lui stesso aveva creato... ...solo che questa era più aggiornata. Laddove la mappa originale conteneva solo pochi punti di segnalazione dell’energia percepita, questa invece somigliava al gioco dei chiodini colorati. Diverse luci colorate ora illuminavano ogni centimetro della città e si estendevano fino alla periferia, alla riserva, persino alle spiagge...ormai erano dappertutto.

“Dove l’hai presa?” chiese Ren con timore, alzandosi lentamente dalla poltrona per dare un’occhiata al grande schermo sul muro.

Storm si guardò le mani e sembrò esaminarle con grande interesse. “Da te.”.

Prima che Ren potesse dire qualcosa, le porte del suo ufficio si aprirono all’improvviso e alcuni membri del PIT tornati al castello entrarono. Ren sentì i poteri accumulati nella stanza e si sforzò per tenere sotto controllo il proprio potere. Anche se il suo viso mostrava fastidio all’esterno, dentro di sé era quasi nel panico.

Cercando il potere in grado di bloccare le emozioni che aveva percepito prima, Ren lo assorbì e sentì il proprio mondo stabilizzarsi di nuovo. Fece un cenno quando Zachary entrò e raggiunse lui e Storm alla scrivania.

Zachary osservò attentamente i presenti, evitando fugacemente la zona in cui Tiara era in piedi, solo per dimostrare a se stesso di poterlo fare. Era più difficile di quanto pensasse. Quando il suo sguardo si posò su di lei, la vide sussultare e guardare subito verso Storm. Zachary si accigliò ed incrociò le braccia sul petto, chiedendosi il perché di quella reazione.

Jason si guardò intorno alla ricerca di Angelica e rimase deluso quando non la vide tra quel gruppo eterogeneo. Si appoggiò al muro giurando di aver appena visto un ragazzo teletrasportarsi nella stanza. Un secondo prima il posto accanto a lui era vuoto...e quello dopo non lo era più.

Guy cercò subito Tiara con lo sguardo e pensò al modo migliore di avvicinarla per il suo piano. Aveva appena trascorso le ultime ore a mettere a soqquadro la propria stanza e quella di Carley, nel tentativo di trovare un incantesimo per ciò che aveva in mente.

Durante la sua furia provocata dal dolore, si era ricordato che Carley ne aveva trovato uno in uno dei suoi ‘acquisti’, come chiamava le pergamene rubate. In quel momento i due ci avevano scherzato un po’ su, credendo che non avrebbero mai avuto bisogno di riportare in vita i morti.

Era un antico incantesimo che era stato trascritto da un antico testo...un modo per riportare in vita i morti. Questo, però, avrebbe soltanto legato lo spirito al mondo terreno, continuando ad essere attaccato al regno spirituale. Insomma, Carley sarebbe diventata un fantasma.

Guy sapeva che c’era un’altra parte dell’incantesimo che avrebbe permesso a Carley di riavere il proprio corpo, ma serviva il potere della negromanzia perché funzionasse. Tiara era l’unica che avrebbe potuto aiutarlo a riportare in vita Carley... era necessario il suo potere per riunire l’anima di sua sorella con il suo corpo.

Tiara sentì degli occhi su di sé e alzò lo sguardo, chiedendosi se fosse Zachary. Invece vide Guy che la fissava con ansia. Lei sostenne lo sguardo con calma, sapendo cosa aveva in mente lui. Aveva sentito della morte di sua sorella e sperava che lui avrebbe cambiato idea. Sua madre veniva spesso avvicinata dai cari di chi era stato ucciso, durante lo svolgimento della sua attività. Doveva evitarlo per un po’...almeno fin quando non si sarebbe calmato.

“Sono contento che stiate tutti bene.” disse Storm quando le porte si chiusero. “Ho una notizia buona e una cattiva.” Fece un cenno verso l’enorme mappa computerizzata sulla parete. “Questa è la cattiva notizia.”. Ci furono diversi mormorii tra la folla.

На страницу:
2 из 6