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Danzando Verso La Felicità
Danzando Verso La Felicità

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Danzando Verso La Felicità

Язык: Итальянский
Год издания: 2019
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Marisa Santi

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Table of contents

  I

  II

  III

  IV

  V

  VI

  VII

  VIII

  IX

  X

  XI

  XII

  XIII

  XIV

  XV

  XVI

  XVII

  XVIII

  XIX

  XX

  XXI

  XXII

  XXIII

  XXIV

  Epilogo

  Ringraziamenti

MARISA SANTI

DANZANDO VERSO LA FELICITA’

ROMANZO

Questo romanzo è un’opera di fantasia.

Tutti i personaggi e i fatti narrati sono frutto dell’immaginazione dell’autore.

Qualsiasi somiglianza con persone, vive o morte e fatti è del tutto casuale.

Dedicato alle mie adorate figlie e a chi ha ancora il coraggio di realizzare i propri sogni…

“Ogni tempesta ha una sua fine. Una volta che tutti gli alberi sono stati sradicati, una volta che tutte le cose sono state demolite, il vento si calmerà, le nuvole se ne andranno, la pioggia si fermerà, il cielo si schiarirà in un istante. E solo allora, in quei momenti di quiete dopo la tempesta, capiamo chi è stato abbastanza forte per sopravvivere.”

Tratto da Grey’s Anatomy

I

È un bellissimo venerdì con un cielo particolarmente limpido, non si poteva fare a meno di restare ad occhi chiusi e a naso all’insù per inebriarsi di quell’aria frizzante, raramente in pieno luglio la città offriva qualcosa di diverso dall’afa. Bisognava approfittarne.

Siamo tutti riuniti sul terrazzo a pranzare quando l’imbarazzante silenzio viene interrotto da Alex: <>

Guardo Alex abbozzando un mezzo sorriso, avrei preferito non pensare alla gara in questa magnifica giornata.

<> strizzo l’occhio e gli sorrido.

Ritorno a godermi la splendida giornata anche se in realtà dovrei allenarmi anziché stare qui pigramente a rilassarmi. Negli ultimi giorni mi sono davvero ammazzata di lavoro. Sarà pur legittimo oziare e passare il proprio tempo libero a godere della compagnia dei propri amici?!?Vorrei fare qualcosa di diverso. Sono giorni che mi sento strana, ho un po’ di malumore senza conoscerne il motivo. Mi sento come dottor Jekyll e Mister Hyde!

Dovrei ritenermi una giovane donna fortunata, vivo a Torino città che amo e ho dei genitori amorevoli che gestiscono una pensione per studenti universitari che mi permette di fare nuove amicizie con coetanei e potermi confrontare con loro. Partecipo a molte gare per poter accrescere le mie esperienze e per sviluppare la mia determinazione con nuove sfide e soprattutto perché adoro dare il meglio di me per accumulare sicurezza e per dimostrare a me stessa che, se voglio, posso!

Durante la settimana vado all’università, aiuto i miei genitori a gestire la pensione e alcune sere mi concedo un po' di svago uscendo con gli amici o con il mio fidanzato Max. A volte penso che la mia vita sia un po’ faticosa perché devo trovare sempre il tempo e l’energia per fare conciliare tutto e per le esercitazioni e la scuola di danza. Soprattutto lo è nell’approssimarsi delle gare, più l’avvenimento si avvicina più la mia competitività cresce e con essa l’ansia di non essere all’altezza. Non mi piace perdere e neppure arrivare seconda. Penso d’essere perfezionista, ma, tutto questo mi gratifica e credo soddisfi anche i miei genitori, è un modo di ripagarli per tutti i sacrifici che hanno fatto e continuano a fare per aiutarmi a realizzare i miei sogni. La mia esistenza è molto serena: ho genitori che mi adorano, stiamo bene economicamente, ho tanti amici e un fidanzato che mi riempie di attenzioni e che molti mi invidiano. Allora perché non mi sento appagata? Mi sento come se nella mia vita mancasse un pezzo per completare un puzzle.

Devo fare qualcosa per distrarmi da questa inutile e pericolosa malinconia e voglio coinvolgere anche i miei amici. Mi devo impegnare ad escogitare il sistema per evadere da questa routine!

Beh, un’idea ce l’avrei: sono mesi che Franca, “la migliore amica di mia madre” mi sprona ad andare a farle visita.

Mentre siamo ancora tutti a tavolapropongo: <>

Alex e Vanessa rimangono stupiti dalla mia proposta guardandomi come se davanti a loro ci fosse qualcun altro con le mie sembianze; entrambi sanno che in questo periodo mi dedico solo a palestra e scuola. Solitamente nell’approssimarsi di una gara o di un esame non esco nemmeno per un aperitivo o una birretta al pub.

<> Chiede Vanessa ancora perplessa ed incredula per la mia richiesta. Annuisco con espressione divertita per le facce che hanno tutti in questo momento, la loro espressione è basita, come se davanti a loro fosse apparso un fantasma.

I ragazzi si confrontano per decidere se accettare o meno la mia richiesta in base ai loro impegni. Sembrano abbastanza spiazzati ma anche euforici per la piacevole novità. Sole, mare, amici e baldoria. Finalmente smettono di osservarmi come se fossi appena uscita dal manicomio e mi danno il verdetto.

<> dice entusiasta Rebecca.

<> chiedo agli altri.

<> rispondono canticchiando in coro.

E poi sarei io quella strana! Alex, Vanessa, Rebecca, Vittorio, Lara, Rossana, Matteo, Chiara e Marco sono da anni gli inquilini della pensione, abbiamo legato talmente tanto da comportarci come se fossimo tutti fratelli e sorelle: siamo una grande famiglia, uniti da una profonda amicizia.

<> esclamo contenta.

Concluso il pranzo, ci prepariamo per partire.

Nel frattempo prendo il cellulare e contatto anche Max e Roberta, la mia migliore amica, per invitare anche loro alla gita. Roberta accetta subito, mentre purtroppo Max, a malincuore, è costretto a rinunciare per impegni lavorativi. Mi spiace che non possa esserci, non lo vedrò per due giorni.

Chiudo il borsone e mi affretto a raggiungere gli altri nel salone.

<> chiede Chiara sempre più incuriosita.

<> chiedo prendendomi gioco di loro. <>

<> esclama Roberta.

<>

Finalmente hanno finito di tempestarmi di domande inutili e hanno deciso di incamminarsi verso il parcheggio. Carichiamo i bagagli e infine si parte.

Decido di andare in auto con Roby e lei preoccupata di dover affrontare l’autostrada chiede di utilizzare la mia e possibilmente di guidare io, come sempre.

<> le dico con tono di rimprovero.

<> ribatte defilandosi dalla responsabilità verso se stessa di superare la propria paura.

<> rispondo sbuffando.

Accendiamo la radio, alziamo il volume al massimo e mettiamo da parte il battibecco. Sono incessantemente felice della sua compagnia, riesce sempre a farmi ridere, con lei dimentico i malumori e il tempo vola.

Finalmente dopo tre ore di viaggio e svariati rallentamenti dovuti dal traffico arriviamo ad Alassio. Durante il percorso ci siamo dispersi. Per fortuna ho dato loro l’indirizzo prima di partire e i navigatori satellitari fanno sempre “o quasi” bene il loro lavoro.

Ci ritroviamo davanti all’ingresso della villa di Franca. Suono più volte il campanello, fino a quando finalmente il cancello si apre e troviamo ad accoglierci Mario, il maggiordomo.

<>

<> mi dice Roberta alquanto innervosita.

<> Rispondo facendomi un po’ beffa di lei, consapevole della sua timidezza. In qualche modo dovevo vendicarmi per aver fatto solo sclerare me in autostrada dietro a code e pazzi incuranti del codice stradale.

Sono sempre stata giocosa e vivace quindi è abbastanza abituata a subire un ingenuo scherzo a suo discapito. Se ne farà una ragione e imparerà ad essere meno ingenua. Per fortuna mi amano nonostante la mia lingua un po’ velenosa e il mio sarcasmo e comunque possediamo tutti un gran senso dell'umorismo, è difficile che ci si offenda facilmente.

Franca ci aspetta davanti all’ingresso con un magnifico sorriso: <> Dice facendoci accomodare.

Tutti rimangono a bocca aperta entrando in questa fantastica casa, Franca ha buon gusto ed è appassionata d’arte, la sua abitazione sembra un museo: ha viaggiato molto prima della morte di suo marito e da ogni viaggio hanno portato a casa qualche “ricordo”. È una persona di classe e penso che sia una delle donne più affascinanti e intelligenti che abbia mai conosciuto e nonostante tutto, sa mettere tutti a proprio agio senza atteggiarsi come tante altolocate con la puzza sotto il naso. Solo il pensiero dell’esistenza di certi elementi, mi viene la nausea.

<>

<>

<> Mi getta le braccia al collo e mi accarezza come solo una mamma sa fare. Amo questa donna, per me è come una seconda madre. Chissà se anch’io e Roby continueremo ad essere così tanto amiche come loro due? Spero proprio di si!

La serata è trascorsa gioiosamente anche se siamo tutti molto stanchi per il viaggio. Dopo aver cenato i ragazzi si sono finalmente rilassati e hanno superato l’impaccio. Avevo dimenticato quanto fosse brava ai fornelli Lucia. Ci ha preparato una spaghettata allo scoglio “divinamente buona” e il branzino al cartoccio con contorno di insalata, il tutto accompagnato da dell’ottimo vino bianco.

<> Mi dice entusiasta Rebecca.

Concentrati e affascinati dai racconti interessanti di Franca non ci siamo resi conto del tempo che scorre, si è fatto molto tardi e il sonno inizia a farsi sentire.

Vittorio è il primo a cedere a Morfeo. <> dice mentre cerca di trattenere uno sbadiglio.

Poco alla volta tutti gli altri prendono esempio e si recano nelle proprie stanze. Io e Roby rimaniamo ancora un po’ a chiacchierare con Franca, non mi stancherei mai di ascoltarla parlare. Chissà quanto si saranno divertite lei e mia madre quando erano giovani, non faccio fatica ad immaginarle infrangere cuori e a fare girare le scatole alla mia nonna materna. Rigida com’è non oso pensare quante volte avrà ripreso la figlia per la sua “esuberanza”. Per fortuna con me non è così, forse invecchiando, si diventa più tolleranti e pazienti.

<> Mi squadra con sguardo preoccupato attendendo la mia risposta.

Resto con lo sguardo fisso sul pavimento per non incontrare i suoi occhi indagatori. Ma lei non demordendo mi incalza: <>

<> Le rispondo la prima cosa che mi viene in mente, prima che indaghi troppo a fondo. Non so nemmeno io cosa dire, il motivo per cui mi stia sentendo così malinconica è un mistero anche per me.

<> esclama Franca avvicinandosi e dandomi un bacio sulla fronte.

<>

Franca dà anche un bacio sulla fronte di Roby e ci dirigiamo nelle nostre camere da letto.

Affondo la testa sul mio soffice cuscino e prima di addormentarmi mando un sms a Max:

Buona notte, mi manchi! Baci

Lui mi risponde immediatamente:

Mi manchi anche tu, mi raccomando fai la brava e non avvicinarti troppo ad altri ragazzi quando sarai in spiaggia. Notte!

Sorrido e finalmente mi addormento.

Il week-end prosegue alla grande: sole, mare, giochi in spiaggia, cibo spazzatura, serata in discoteca e tanta, tanta spensieratezza di cui avevo davvero bisogno!!! E’ stato tutto troppo breve e Torino con la sua monotonia ci attende.

<> Abbraccio la meravigliosa donna che ci ha permesso di trascorrere un fine settimana fantastico e ci mettiamo in viaggio per il rientro e naturalmente devo guidare io, ma la verità è che non mi dispiace poi così tanto. Quando la strada è scorrevole e ho la musica a farmi compagnia mi sento padrona del mondo. Nel frattempo Roby si è addormentata,non intendo svegliarla, così potrò rimmergermi nei miei pensieri senza destare domande indiscrete.

Rientrati a casa ci dirigiamo tutti nelle nostre stanze, dobbiamo riposare e prepararci psicologicamente all’inizio di una nuova settimana di duro lavoro.

II

La sveglia suona e sobbalzo dal letto scrutando con occhi assonnati l’ora. Mannaggia, è già tempo di alzarmi! È solo mercoledì e mi sento stanca come se fosse già venerdì, con addosso il peso di una settimana. Sbuffo, mi stiracchio sul letto e cerco di raccogliere le forze per affrontare un'altra faticosa giornata. L’estate è finita da poco e la città ha ripreso il suo ritmo, gente che rincorre i mezzi pubblici, automobilisti che si insultano a suon di clacson e studenti di ogni età con lo zaino sulle spalle e con l’indolenza che gli si legge in faccia, esattamente come me oggi. Prima o poi voglio prendermi una giornata libera e poltrire nel letto tutto il giorno facendomi solo cullare dall’ozio.

Questo semaforo non ne vuole proprio sapere di diventare verde. Mentre, attendo di attraversare vengo rapita da una visione paradisiaca. C’è un ragazzo che mi sta di fronte dall’altra parte della strada che attende di attraversare, è bello da togliere il fiato, sembra uscito da un tabellone pubblicitario. Capelli castani con riflessi del colore del grano, occhi azzurri come il cielo in una giornata estiva ed è alto e possente come un Dio greco: impossibile non notarlo. Spero non si sia accorto del mio sguardo fisso più del necessario su di sé. Attraversiamo la strada in sensi opposti e per un attimo incrocio i suoi occhi. Mi sento come una quindicenne e, intimidita da quello sguardo magnetico, arrossisco. Procedo nella mia direzione e cerco di far sparire l’imbarazzo, ma mentre entro in aula, mi ritrovo ancora a provare a cacciare quella splendida visione dalla testa ed a togliermi il sorriso ebete dalla faccia. Inizio ad avere anche sensi di colpa nei confronti di Max. Cosa potrebbe pensare della sua ragazza imbambolata alla vista di un altro uomo?!?

La mattina si trascina pesantemente tra lezioni lunghe ed altre noiose, il tempo pare non passare e il mio orologio è li a ricordarmelo ogni volta che lo guardo. Per fortuna è arrivata l’ora della pausa pranzo.

<> Chiede Roberta incuriosita dal mio atteggiamento da adolescente con la testa tra le nuvole.

<>

<> mi chiede incuriosita.

<>

<> sbuffa Roby. <> Entrambe ci mettiamo a ridere.

La prima parte della mia giornata è terminata, ora mi tocca correre presto a casa per aiutare mia madre per poi dedicarmi alla danza. Domenica avrò un saggio e non sono ammesse brutte figure! “Forza e coraggio Isabel datti una mossa!” Dico a me stessa ad alta voce.

<> Sbraita mia madre

<> Le rispondo presa alla sprovvista dal suo tono agitato e per avermi distolto in maniera irruente dai miei pensieri.

<>

<<È uno studente?>> domando curiosa.

<>

A volte penso che i miei genitori abbiano il loro bel da fare con questa immensa casa di tre piani. Il piano terra è composto da ingresso principale, una sala da pranzo molto ampia, un salone con il camino dove solitamente ci ritroviamo per guardare la tv o per conversare e ricevere gli ospiti, una grande cucina in stile americano e poi c’è la mia preferita: la palestra dove i miei genitori hanno fatto inserire un enorme specchio su tutta la parete e un impianto stereo. Al primo piano ci sono le sei camere che affittiamo col proprio bagno e per finire l’ufficio di mio padre. Invece al secondo piano c’è la mia camera con il bagno esterno, la camera con servizi dei miei genitori e infine quella per gli ospiti. All’ultimo piano c’è un enorme terrazzo dove in estate andiamo a prendere il sole ed a volte a mangiare con gli amici. Per fortuna abbiamo una collaboratrice domestica che ci aiuta. Mia madre è una donna instancabile, si occupa di tutto lei, anche di preparare i pasti per i ragazzi. Forse anche lei avrebbe la necessità di andare in vacanza e riposarsi un po’.

Abbiamo cambiato le lenzuola e rinfrescato la stanza. Adesso non resta che attendere l’ospite.

<> chiedo a mia madre con la speranza di potermi defilare.

<> dice in tono tranquillo. Finalmente si è rilassata.

<> Mi dileguo dandole un bacio sulla guancia.

Prima di scendere vado in camera per indossare una tutina nera. Passo velocemente in cucina per prendere dell’acqua e poi di corsa in palestra. “Da questo momento in poi niente distrazioni Isabel!” Accendo lo stereo e parto con il riscaldamento.

Heaven out of hell di Elisa riempie la stanza e finalmente io e il brano siamo una sola cosa. Non c’è niente di più emozionante che lasciarsi trasportare dalla musica. Mi fa sentire libera, felice e in grado di volare. Non smetterò mai di danzare è la cosa che più mi rende felice.

Mentre volteggio mi sento osservare, mi fermo e vedo riflesso allo specchio una sagoma, dietro di me appoggiata alla porta. Non posso credere ai miei occhi! Sono un cumulo di emozioni contrastanti. Quello sguardo mi intimidisce “com’è possibile?” Solitamente nessuno mi fa questo effetto. Sono come paralizzata, incapace di pronunciare una sola parola per lo stupore, per ironia della sorte quello splendido Dio greco che ho incrociato stamattina al semaforo è qui, nella mia palestra che mi guarda con uno splendido sorriso! Mi sto per sciogliere come neve al sole. Ha i capelli spettinati che gli danno un aria sexy da morire, indossa una maglia di cotone grigia a maniche lunghe, un jeans nero e tiene in mano una giacca di pelle nera. Potrebbe tranquillamente fare il modello, ha un fisico scolpito e asciutto, praticamente gli sto facendo la radiografia! Non so da quanto tempo sia lì a fissarmi, continuo a scrutare quella meraviglia davanti a me per non so quanto tempo, sembra siano passati attimi infiniti e mi sento al quanto imbarazzata. Per fortuna arrivano i miei genitori a salvarmi.

<> dice mia madre notando il disagio in cui mi trovo.

<> dico quasi balbettando. Per fortuna posso fare finta che si tratti di affanno dovuto dall’attività fisica da cui sono stata interrotta.

<> dice Mattia per smorzare la formalità delle presentazioni, ma senza mai togliere i suoi occhi dai miei.

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