bannerbanner
Della scienza militare
Della scienza militare

Полная версия

Della scienza militare

Язык: Итальянский
Год издания: 2017
Добавлена:
Настройки чтения
Размер шрифта
Высота строк
Поля
На страницу:
5 из 6

Le crociate considerate come imprese comuni dell'Europa, mosse da un principio e tendenti ad uno scopo comune, fanno presentire al tempo stesso che il potere sociale si concentrava nelle nazioni, che delle relazioni si stabilivano tra esse e che in conseguenza masse numerose dovevano essere guidate in lontane regioni per compiere l'oggetto che avevasi in mira. Una volta ciò fermato, è importante ricercare se i metodi di guerra si elevarono all'altezza del loro fine, cosí diverso da quello delle piccole guerre locali. Pur nondimeno non vediamo dagli storici contemporanei nessun perfezionamento positivo negli uomini, negli ordini e nelle armi di quegli eserciti. I primi furono scelti non dall'interesse solo dei dominatori feudali, ma dalle pie disposizioni delle classi tutte della societá, in quel tempo comuni a tutti. Ma ciò non impedí che la forza non restasse nella cavalleria, composta dai potenti e dai loro vassalli, la quale conservò le sue armi, e che i drappelli non fossero formati in una scala piú vasta, non secondo un principio razionale, ma della importanza de' capi e delle nazioni; e si vedeva sempre il federalismo feudale predominare in questi eserciti male accozzati.

La fanteria, se tale può chiamarsi una riunione di uomini privi di fortuna e di sostegno, era una massa informe senza regolaritá nelle sue armi né nei suoi ordini, che poca parte aveva nella guerra di campagna e negli assedi e che serviva piú alle fatiche che agli scontri.

La curiositá di sapere il modo come si movevano e sopratutto come vivevano le schiere persiane nella guerra dei medi si rinnova a questo periodo, ma s'ignora egualmente per quali metodi vi si giugnesse. Del resto può concludersi dalle perdite immense che soffrirono i crociati e dall'esame delle loro vittorie e delle loro sconfitte che quelle prime erano dovute all'individuale valore, alla destrezza personale ed all'entusiasmo, e le altre all'ignoranza dei princípi della guerra, alla mancanza di metodo e di disciplina. In effetto tutti gli eroi delle crociate sono celebri per il loro valore, per la loro pietá, e non per la loro intelligenza militare. Goffredo, Riccardo e san Luigi ci mostrano un carattere diverso, ma non sono mai considerati come capitani esperimentati; e ciò ch'è piú da riflettersi si è che all'ultime crociate, cioè quelle di san Luigi, gli errori sono gli stessi che per lo innanzi, e nessun progresso si ottiene per due secoli di guerra e di esperienza, e l'istessa ignoranza di geografia, di topografia e di tattica si scorge nella quinta del pari che nella prima crociata2. La guerra di assedio si faceva con le macchine antiche e vi si aggiungeva il sacrifizio della fanteria che poco si stimava. I loro avversari parevano piú nell'arte istruiti, ma può dirsi che non mai lotta piú lunga abbia meno perfezionato direttamente la scienza e la ragione, e che il poter che le crociate ebbero sulla civiltá europea fosse quasi in germe e non operasse che lentamente, ond'è che la guerra andò del pari col resto dello scibile umano. Volendo ricercare l'effetto piú reale che produssero le spedizioni dell'Oriente, pare che sia quello di aver abituata l'Europa alle riunioni di grandi masse, come si vede a Bovines, battaglia dalla quale si scorge che le comuni giá avevano un essere, giacché fornivano un contingente; ma l'uso di esso era di formarsi in ordine circolare e servir di baluardo alle nobili genti d'arme, che ne uscivano per combattere e vi si rifuggivano per riposarsi ed essere in sicuro. Quest'uso di una soldatesca prova secondo noi lo stato della societá, le relazioni tra le classi diverse e la stima in che queste eran tenute, meglio che nol facciano molte dissertazioni. Le guerre degl'inglesi in Francia, le battaglie famose di Creci ed Azincourt dimostrano e l'indisciplinatezza e l'ignoranza dei nobili uomini d'arme, come l'avvilimento e la nullitá della fanteria dei comuni e l'ignoranza dell'arte. Negl'inglesi al contrario i loro arcieri formavano un corpo assai ben composto, perché fornito dai comuni i quali avevano acquistato una grande importanza in quello Stato, e secondo i piú accurati istorici, le vittorie furono dovute a questa superioritá delle milizie comunali inglesi sulle francesi. Gli arcieri genovesi che si vedono essere la miglior fanteria dei francesi dimostrano che il sistema di soldar genti straniere per supplire a quelle qualitá che mancavano alle proprie, era l'effetto della persuasione in cui erasi che le qualitá militari fossero naturali e non acquistate per mezzo d'istituzioni e di metodi, il quale principio esclude quello di un'arte a tutti comune.

I condottieri e le loro bande che presero origine nel corso del decimoquarto secolo mostrano un principio della divisione della fatica applicata all'arte militare, mentre d'altra parte fan supporre un certo progresso nei metodi, incompatibile con l'indisciplinatezza dei nobili e l'avvilimento de' plebei. E però vi doveva essere una classe speciale che vi si dedicasse. Il germe degli eserciti permanenti e del progresso dell'arte sta nella istituzione di tali bande, giacché altro non bisognava che renderle nazionali perché si operasse la trasformazione. Queste compagnie erano composte di uomini che spontaneamente si dedicavano a quel mestiere per cui il gusto di esso suppone le qualitá che non ne vanno mai disgiunte. La mancanza però di amor patrio e di tutti i generosi sentimenti li cangiò in mercenari, inferiori a quelli dell'antichitá per valore e per disciplina; e se si paragonino gli antichi mercenari di Cartagine con le bande del decimoquarto secolo, si vedrá che queste non reggono al confronto. Nelle armi e negli ordini non troviamo progressi positivi, giacché sempre la cavalleria forma il nerbo degli eserciti, e questa totalmente carica di armi difensive ridusse la guerra ad una parodia che muove giustamente a sdegno gli storici. In Italia l'indole nazionale e lo stato di civiltá del paese fecer vedere che la gran guerra avrebbe fatto rapidi progressi se il poco sangue sparso e la venalitá delle bande non avessero rese le battaglie prive di gravi effetti politici; ma Aguto e la scuola italiana di Sforza, Braccio, Piccinino, Del Verme, Carmagnola, Gattamelata, i quali nei loro movimenti si mostrano strategici, riguardar ci fanno come campi d'istruzione queste guerre. Si vede che vi erano grandi capitani i quali non potevano levarsi in fama perché corrotti dal loro mestiere, dalle abitudini che ne risultavano e dalle truppe che comandavano; pur nondimeno è da notarsi la guerra di Gattamelata e Piccinino sul lago di Garda tra i Visconti e Venezia, che sarebbe stata piú celebre se fosse terminata con battaglie pari a quelle di Montechiaro e Castiglione.

In Italia tutto ciò che apparteneva all'architettura militare seguiva i suoi progressi, perché l'architettura civile e l'idraulica erano di molto progredite ed hanno piena questa contrada di monumenti di lusso e di utilitá. La torre di Pisa egualmente che gli argini del Canal bianco attestano lo stato florido di queste arti che dovevano rendere agevole quella parte di esse applicata alla pubblica difesa.

Gli svizzeri ed i boemi nella guerra degli ussiti sotto Ziscka nel decimoquarto secolo, furono i primi a preparare il risorgimento dell'arte militare con ricomporre la fanteria: essi, posti nelle stesse condizioni che i greci coi persiani, ne adottarono (e l'avrebbero inventata) la scelta degli uomini, le picche e l'ordine profondo per opporlo alla cavalleria tedesca, come quelli l'opposero alla persiana. Questo rinnovamento della falange doveva essere ricco di conseguenze militari e venir modificato dalla scoverta della polvere, come nel susseguente discorso faremo conoscere. Ma ricreata la fanteria, il gran passo era fatto, e l'arte non poteva piú retrocedere del pari che piú nol potea la civiltá.

Ci resta ora a determinare rapidamente la correlazione che hanno avuto le vicende dell'arte qui esposte con lo stato delle scienze e della societá, di cui abbiamo indicato i legami.

La societá nel primo periodo dell'epoca, dal quinto all'undecimo secolo, offriva una sterile civiltá nell'impero greco, sostenuta dal nome, dal meccanismo del potere e non dalla passiva ed avvilita indole dei suoi popoli, indifferenti alla sorte politica dello Stato.

L'Occidente era occupato militarmente dai barbari: non vi era altro che il clero il quale conservava vita, vigore ed ordini e cercava convertire i conquistatori che una societá invilita non aveva potuto respingere. L'islamismo sorgeva in questo periodo e minacciava l'Europa delle sue conquiste e delle sue dottrine. Le scienze morali in Oriente si riducevano al sincretismo della scuola di Alessandria, ed il merito di quella etá è riposto nei santi padri, i quali nella doppia lotta che il cristianesimo sosteneva col paganesimo e coll'eresia, spiegarono eloquenza, sapienza e forza d'animo; ma la tendenza all'ascetismo, che doveva nascere dallo spettacolo del mondo e delle sue vicende, dovette privare gli eserciti dei caratteri piú vigorosi, i quali cercarono ne' deserti e nei chiostri di esercitare il coraggio nel martirio. Le scienze esatte decadevano, le naturali erano soperchiate dalla magia e dalla tendenza mistica degli alessandrini a spiegare i fenomeni non con l'analisi de' fatti naturali ma con le cause occulte e fuori di essi. Le arti si risentivano dello stato delle scienze, delle quali sono sempre il lento ma costante riflesso.

Nelle contrade occidentali la decadenza era piú compiuta, il clero meno istruito che nell'Oriente, e le invasioni de' barbari non lasciavano altra disposizione che il terrore o la rassegnazione; il perché l'immaginazione era sbalordita e la ragione inerte. Le scienze esatte e naturali si perdettero intieramente in queste contrade le quali sono oggidí sí colte.

Gli arabi non avevano ancora quel gusto per la coltura intellettuale il quale seguí le loro intraprese e non le precedette.

Nel secondo periodo, dall'ottavo all'undecimo secolo, l'impero greco seguiva lo stesso andamento. Nell'Occidente Carlo Magno fu una meteora improduttiva. Il regime feudale disciogliendo la societá, le tolse tutti quei mezzi d'associazione che solo possono farla progredire. Gli arabi in compenso modificarono le loro inclinazioni e divennero piú umani, piú colti e meno ardenti. Le scienze morali si sostenevano nel basso impero sotto l'aspetto delle controversie religiose, ma lo studio de' classici diveniva sempre piú raro. Nell'Occidente la scolastica prese origine; le scienze esatte e naturali non erano coltivate per le ragioni sopra esposte. In Oriente gli arabi cominciarono a divenire conservatori delle classiche cognizioni e fecero qualche tentativo d'invenzione nelle scienze mentovate.

Nel periodo dall'undecimo al decimoquarto secolo il basso impero piegava al suo fine preceduto da lunga agonia. La societá restava l'istessa. In Occidente coi comuni ed i legisti si enunciavano i nuovi elementi che dovevano cosí potentemente modificare in appresso la societá. In Oriente la razza turcomanna, introdotta tra gli arabi, li spingeva alla decadenza per mezzo dell'ignoranza.

Lo stato delle scienze sempre peggiorando tra i greci che ne conservavano per cosí dire il materiale nelle biblioteche, cominciò a rinvigorire in Occidente, ove la scolastica aguzzava gl'ingegni che i bisogni della societá facevan dirigere verso la coltura delle lettere classiche. E questo movimento dello spirito umano fece sí che le scienze esatte e naturali risorgessero a mano a mano in Italia da un lato ed in Ispagna dall'altro.

Possiamo ora riepilogare il nostro dire, credendo aver risoluto le tre quistioni che ci siamo proposti, ed indicato chiaramente come le vicende dell'arte militare nei due periodi del medio evo hanno corrisposto costantemente allo stato dello scibile e della societá, e come la decomposizione e la ricomposizione di questa sono chiaramente indicate dalla distruzione e dalla lenta ricomposizione di ogni militare ordinamento.

Qui terminiamo questo discorso che abbiamo limitato all'epoca dell'invenzione della polvere da sparo di cui nel seguente faremo parola, e sull'importanza della quale, sotto i vari aspetti in che noi consideriamo l'arte militare, ci giova di poter citare l'opinione dell'illustre sapiente di cui l'Europa deplora la recente perdita. Cosí si esprime il Cuvier nel suo discorso intorno all'influenza delle scienze sullo stato sociale: – «Allorché un buon monaco nell'oscura cella d'un chiostro d'Alemagna arse per la prima volta un misto di zolfo e di salnitro, qual uomo avrebbe potuto predire tutte le grandi cose che andavano a sorgere da quella sua esperienza? Chi gli avrebbe detto che per essa l'arte della guerra sarebbe cangiata, il coraggio sottratto alla superioritá della forza fisica, ristabilita la regia autoritá in Occidente, impedito che mai non potessero i paesi inciviliti esser di nuovo la preda di barbare nazioni e svolta una delle solenni cause della propagazione de' lumi, obbligando ad istruirsi quegli stessi popoli conquistatori che sino allora erano stati presso che da per tutto il flagello dell'istruzione? Eppure tal fu il destino d'uno de' piú semplici composti della chimica».

DISCORSO IV

Della scienza della guerra e delle sue correlazioni con le altre scienze e con lo stato sociale dalla scoverta della polvere fino al suo risorgimento sotto Nassau e Gustavo Adolfo.

Il periodo che ci siamo proposti di trattare in questo discorso comprende lo spazio di tempo trascorso fra 'l 1350 e 'l 1560, cioè tra la scoverta della polvere ed il rinascimento dell'arte militare in un modo piú compiuto. Il carattere di questo periodo differisce da quello dell'antichitá ove segnalammo la diversitá grande che interveniva tra le nazioni, e da quell'epoca distruggitrice dell'antica civiltá e del lento risorgimento della nuova che nel medio evo riconoscemmo. Qual è dunque il marchio caratteristico di un tale periodo? Questa è la prima quistione che ci mettiamo innanzi come una nozione preliminare e necessaria.

Il decimoquarto e decimoquinto secolo è l'epoca in cui tutti gli elementi della nuova civiltá erano in fermentazione ed in urto coi vecchi elementi che dominavano nel primo periodo del medio evo e che tendevano spesso ad amalgamarsi perché eguali di forza, e quindi nessuno poteva distruggere quello che gli era contrario. Per la qual cosa può asserirsi francamente che il carattere di questo periodo sia quello di un'epoca transitoria, ove un ordine di sentimenti, d'idee e d'istituzioni finisce ed un altro ne incomincia, com'era il passaggio dal medio evo all'epoca moderna.

Fedeli al nostro sistema noi divisiamo di dedurre il carattere che segnalammo in questo periodo dallo stato contemporaneo dell'arte militare. Per ciò conseguire ci proponghiamo i seguenti problemi:

1. Determinare qual era lo stato della scienza militare dalla scoverta della polvere al risorgimento dell'arte, considerata negli uomini, nelle armi e negli ordini.

2. Determinare la correlazione dello stato della scienza bellica con quello delle altre scienze tutte e collo stato sociale.

3. Esporre gli effetti istorici che derivano dallo stato dell'arte militare in questo periodo.

L'Europa nel decimoquinto secolo presenta all'osservatore uno spettacolo quanto grandioso altrettanto importante. La Spagna con la riunione dei regni di Castiglia e di Aragona combatte e discaccia i mori che da secoli dominavano nella penisola, per la presa di Granata.

L'unitá nazionale si formava in Francia dalla riunione dei grandi feudi alla corona, e la lotta contro gl'inglesi e la loro espulsione dal territorio furono fondamento e dimostrazione dei progressi verso un sentimento comune di nazionalitá.

L'impero germanico cercava di ordinare le sue leggi e tendeva a concentrare la dignitá imperiale nella famiglia divenuta potente di Hapsbourg.

In Inghilterra la guerra civile delle due rose si terminava, pel bisogno d'ordine e di calma che vi era, colla concentrazione del potere nel regno del primo dei Tudor.

L'Italia vide succedere locali dominatori all'indipendenza di una gran parte delle sue cittá. Le dissensioni intestine, l'usanza de' mercenari, tutto faceva presagire una intervenzione straniera, la quale sarebbe stata egualmente determinativa sí per la parte politica che pel benessere civile di questa bella contrada.

L'impero ottomano si stabiliva solidamente in Europa con la presa di Costantinopoli e la distruzione dell'impero greco, e l'Europa era atterrita di questo nuovo elemento che nel suo seno si creava, estraneo ai suoi costumi ed alle sue credenze religiose.

Le nazioni slave avevano sorte diversa. La Russia cercava di scuotere, e gli riuscí, il giogo dei tartari; e la Polonia riuniva a sé la Lituania ed era considerata come il baluardo della civiltá europea e del cristianesimo contro la barbarie e le religioni dell'Oriente. La penisola scandinava formava un mondo politico a parte ora separando ed ora riunendo le nazioni che la componevano sotto la stessa autoritá.

Dopo questo breve cenno ci affrettiamo di rispondere ai quesiti che ci siamo proposti.

Gli eserciti nel periodo di cui discorriamo cominciarono a divenire permanenti, venendo sostituiti alle mercenarie, feudali e comunali milizie, come abbiamo indicato nel nostro precedente discorso. Ma questo cangiamento, importante per la sua influenza politica sulla composizione della forza pubblica, non fu operato né in tutti gli Stati né compiutamente, per cui il nuovo sistema si trova coesistere coi precedenti. Infatti le milizie feudali, le cerne delle comuni e i mercenari ordinati componevano gli eserciti delle potenze principali e belligeranti in quel tempo. La proporzione tra questi diversi elementi corrispondeva allo stato sociale di ogni nazione, ed indicava nettamente che l'ordine antico era giá scosso nelle sue basi ed il nuovo piú inoltrato nel suo progressivo sviluppamento. Facevan fede di ciò l'importanza de' jommenry ossia milizie comunali inglesi, la gendarmeria francese, le milizie delle comuni nelle Fiandre, gli ordini cavallereschi nella monarchia spagnuola, la nazionalitá delle milizie svizzere, la decadenza delle italiane alle quali venian sostituiti i mercenari, le compagnie d'ordinanza di Carlo settimo, prima fanteria permanente e regolare di Francia, lo stabilimento di una fanteria permanente sotto il nome di «giannizzeri» nell'impero ottomano, infine la mista composizione degli eserciti germanici. Tutti questi, a nostro credere, sono segni evidenti dello stato di quelle societá e spargono luce sulle classi che piú avevano importanza sociale in ognuno di quegli Stati.

Per le armi è necessario osservare che la scoperta della polvere è separata cronologicamente dal suo uso negli eserciti per lo spazio che separa il 1330 dal 1460, venendo a quest'ultima epoca segnalate dagli storici le prime armi da fuoco che furono piccioli cannoni e non moschetti, vale a dire che erano un'arma ausiliaria nulla cangiante nell'armamento degli ordini principali, e particolarmente della fanteria di cui le armi da fuoco son divenute in séguito l'armamento unico. Da ciò possiamo dedurre e dimostrare che l'arco, cioè l'arbalete, formava l'armamento delle truppe leggiere le quali servivansi con preferenza delle armi da trarre; che l'infanteria era armata di lunghe spade, cominciando le picche a prevalere in ragione dei progressi che si facevano nell'arte; che l'esempio degli svizzeri, seguíto dagli spagnuoli, avvalorava quest'uso per l'utile impiego che ne avevano fatto nelle loro guerre; e che in séguito furono introdotti i plotoni di moschettieri (quando il moschetto divenne piú maneggevole) destinati piú a supplire gli arcieri che l'infanteria di battaglia. Non è se non nel principio del decimosesto secolo che nell'ordinanza generale dell'infanteria si trovano miste le armi da trarre e da ferir da presso, e pare che negli eserciti di Carlo quinto si sia cominciata questa piú larga applicazione delle nuove armi derivanti dalla scoperta della polvere. Possiamo quindi conchiudere che nel periodo che discorriamo le armi si conservarono in principio come nell'antecedente periodo, particolarmente per tutto ciò che riguarda quelle difensive e per la cavalleria che poco risentivasi dei nuovi metodi e nella sua composizione e nel suo armamento. Piú positivo e piú compiuto divenne il cambiamento per la guerra d'assedio a cagione dell'uso di nuove macchine che mostraron facilmente la loro superioritá sulle antiche.

Gli ordini, che sono una conseguenza necessaria ed un riflesso della natura delle armi, si risentivano di ciò che vi era di misto e d'indeterminato in queste ultime. Le armi da fuoco dovevano direttamente mutare gli ordini nel far diminuire la profonditá ed estendere il fronte; ma questo risultamento, lento come tutte le innovazioni, trovava ostacoli nella forza di ciò che esisteva per costumanza. Da quanto dicemmo è ben chiaro che in questo periodo l'ordine profondo restò l'ordine primitivo ed abituale della fanteria di battaglia. Quelli che lo sostenevano si appoggiavano alle classiche tradizioni dei popoli colti della antichitá, che a quell'epoca erano considerati come modelli di tutte le discipline e la cui imitazione piú compiuta era la scala sulla quale si misurava il merito dei detti e dei fatti. L'espressione di questa disposizione degli spiriti elevati, che si congiungevano alle masse per l'erudizione come gli altri per abitudine, si trova nell'opera piú notabile di quel tempo sull'arte della guerra, la quale ha il raro vantaggio di essere sempre piú apprezzata nel progresso della scienza e con l'andar dei secoli, vogliam dire l'Arte della guerra del Segretario fiorentino. Quel sagacissimo ingegno, non ostante l'imperfezione delle armi da fuoco, ne aveva prevedute tutte le conseguenze nelle future guerre, e ciò che ha detto sugli effetti dell'artiglieria sorprende oggidí i militari piú istruiti e piú ricchi in esperienze guerriere. Ma il Machiavelli, dominato dall'ammirazione dei romani, si trova combattuto tra la sua alta intelligenza e gli usi del popolo che tanto venerava; per cui sostiene l'ordine profondo come abituale, non ostante la scoperta della polvere di cui aveva calcolato le ultime conseguenze sull'arte. È giusto il far osservare che la fanteria svizzera, la prima che tra i moderni si fosse formata, aveva avuto successi tali da non mettere in dubbio alcuno la bontá degli ordini da essa adottati. La battaglia di Marignano fu quella che mostrò non potere una fanteria in ordine profondo lottar con vantaggio contro eserciti forniti di artiglierie, ma debbe ancora aversi in considerazione che questa pruova decideva piú contro il sistema greco della falange che contro quello romano della legione. Epperò il Machiavelli nelle sue Legazioni, ove descrive le truppe e gli ordini degli Stati che è destinato a far conoscere, indica questo difetto dell'ordinanza svizzera, come Polibio accusava la falange macedone di mancanza di flessibilitá nei suoi movimenti. Infatti Francesco primo chiamò «legioni» le prime truppe che ordinò. Per il che possiamo conchiudere che a quell'epoca la quistione era tra i due ordini profondi dei greci e dei romani e non tra l'ordine profondo ed il sottile dei moderni. La cavalleria aveva le stesse armi, la stessa composizione, come abbiamo veduto; e questo feudale elemento perdeva della sua importanza militare in modo che dall'essere il nerbo dell'esercito passava ad essere un'arma ausiliaria. Le truppe leggiere mutavano armi ed erano in un insensibile movimento ascendente che corrispondeva a quello delle comuni, da cui erano tolte il piú sovente. L'artiglieria che rappresentava la scienza si mostrava subordinata, ausiliaria, ma piena d'avvenire. Le fortificazioni che possono risguardarsi come ordini immobili dovevano essere grandemente modificate dalla scoperta della polvere, e può considerarsi come determinato questo cangiamento dall'epoca in cui i bastioni furono sostituiti alle torri; trasformazione che dimostrava l'effetto delle nuove armi e che corrispondeva all'abbandono dell'ordine profondo nella fanteria. Ma è da riflettere che non ostante la minor difficoltá ad ordinare gli uomini in un modo differente da quello delle mura, pure cronologicamente la modificazione fu operata prima in fortificazione che in tattica, benché riguardo alla prima esistessero contemporaneamente, e ve ne sono ancora i vestigi, il sistema antico delle torri con quello moderno dei bastioni.

La logica conseguenza di quanto esponemmo sugli uomini d'armi e gli ordini del periodo che trattiamo ci conduce naturalmente a determinare qual fosse il sistema generale di guerra derivante dagli elementi che abbiamo esaminati, giacché nella loro applicazione, che forma la parte trascendente dell'arte, si riassume al tempo stesso la loro natura, il loro uso ed il loro scopo.

На страницу:
5 из 6