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Nuovo Ordine Mondiale
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Nuovo Ordine Mondiale

Язык: Итальянский
Год издания: 2021
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Da questi scarti appena citati, più che un aspetto salvifico legato al due, ne avremo aspetti tutt'al più distorsivi, psico/mentali (quindi come mentalità tuttora acquisita) tendenti a “codificazioni” auto/isolanti (e quando si è in preda, spesso inconsapevole, di inganni livellanti e sistematici) in fondo nel tentativo, come detto, di recuperare un amore perduto (da intendersi al più, in via metaforica, come edenica origine pre-diluviana) nella maggior parte dei casi, può dirsi, quando a danno ormai fatto.

E lo vediamo quindi nelle adulterazioni/duplicazioni contraffatte di quei mondi, attraverso quelle che potremmo definire come milizie restanti, nella loro cospicua, razionale, premeditata, strumentalizzazione.

Prendasi l'Androgino: la sua esistenza o condizione è percepita come oltre il sesso o i generi sessuali.

Prendasi la sua materiale trasposizione e duplicazione in età moderna, il Transgender.

Volendone comunque rispettare le libere scelte d'ognuno dovute a un tipo di disagio identitario, proveniente anch'esso da uno scarto, da un errore provocato da un senso originario di inganno, non ci si dovrebbe necessariamente bendare gli occhi di fronte a simili fenomeni, ovvero una più chiara consapevolezza, fuori quindi da ogni generica strumentalizzazione, aiuterebbe semmai a collocare meglio questi aspetti, nel ruolo, nel rispetto – a mondo ormai avvenuto - che al limite spetterebbe loro.

Trattasi di un' identità femminile, incatenata all'interno di un corpo maschile.

E quel concetto del due, imporrebbe giudizio e riconoscenza.

In un caso simile sono questi due valori appena citati che sostanzialmente (e con evidenza) verrebbero a mancare.

E l'irregolarità offensiva proveniente da un suo originario retaggio ( caduta, fine di un ciclo, inganno, trasgressione ecc.) è portata a formarne un trapasso, tanto più forte là dove, al più, non dovrebbe.

Quindi, indipendentemente dal fatto che per un già accennato aspetto citato, il Transgender vada a ricercare soprattutto l'eterosessuale - e per una questione più ampia e irrazionale di nostalgia o amore perduto - nell'eterosessuale, oltre a una pubblicistica fatta di immagini - siano esse già di per sé fisicamente figurative o anche separatamente animate (del cui potenziale e più spiccato trapasso ci si è appena pronunciati) - lo scambio identitario, nello stesso eterosessuale, avverrà con effetti percepiti nel giudizio e nella riconoscenza del tipo “ dovrei essere allo stesso modo un'identità femminile, incatenata all'interno di un corpo maschile” provocandone a quel punto un altro ulteriore disagio, portato dal fatto di non sentirsi, al contrario, in quel modo (e spesso con la sistematica e categorica scusante che sia, a prescindere, un fenomeno latente).

E' quel che si è soliti chiamare, in termini strutturali, omofobia o transfobia, spesso senza spiegarne le implicazioni di fondo, come reale origine della natura e dei mondi, dandone spesso l'impressione di una certa scontatezza, poiché giocata su presupposti strumentali di tipo conflittuale/unilaterale, quando invece una maggior consapevolezza renderebbe causa sia agli uni che agli altri, cioè già di per sé andrebbe a superare e meglio distinguere, e nel rispetto delle parti, le varie terminologie e categorizzazioni inerenti al fenomeno stesso.

Per la salvezza della specie e delle comunità

25/05/2021

Croce e delizia dall' ultima parola, dai preconcetti sull'uomo che "comanda", la gestione che in certe zone la donna ha su di esso, non fa altro che attirarle e comportarle giudizi che, come alibi di tipo religioso, le impongono quasi la ricerca di lidi nascosti o lontani, per esperienze anche di breve e subitanea durata.

Vanno in gioco qui esigenze di tipo fisiologico (altro alibi, spesso e anzitutto di parte maschile) legate al desiderio, che andrebbero semmai meglio intese all'interno della sfera del dominio dei sensi e della personalità, esigenze che se sovrapposte e confrontate su aspetti di tipo caratteriale, nella donna da intendersi più in un senso emotivo (quindi più ricercate o richieste) nell'uomo in una modalità spirituale o meno mondana (e a prescindere dal senso di partecipazione).

Ne vien fuori che la donna ambirebbe all'uomo sicuro, forte, completo, piacente, ma che in quanto a ultima parola, per elevazione spirituale, dominio dei sensi, in fondo ne risulterebbe urtante.

Per poi accontentarsi quindi o di un "viaggio", o di un uomo non-uomo, se non abbandonarsi completamente, quando in termini di ultima parola o di "comando", al vecchio ricco miliardario.

Resto sempre dell'avviso, che per la salvezza della specie e delle comunità in generale, e prima che si prospetti il peggio (che sta comunque avvenendo da sé, fatto salvo un ottimismo o una tranquillità personale che fa sempre parte del vivere consuetudinario) sia meglio affidarsi, oltre che alla sostanza - liberamente intesa - a un minimo codice etico che precluda da ogni pur conoscitiva conseguenza distruttiva, sia meglio affidarsi a una curiosità, a una filosofia della forza - e più forza che filosofia - che alimenti al meglio la percezione sulla propria mente, sulla propria anima, e conseguenti azioni.

Su definizioni formali potrebbero essere bravi tutti, ma non è detto siano autentiche.

Ecco perché a volte la velocità - quando da intendersi specificatamente come sintesi - dovrebbe lasciare spazio all'approfondimento, e il piacere all'etica.

Fra ideologia e patriottismo

14/06/2021

Confronto a più di vent'anni fa, quei partiti italiani corrispondenti alla sinistra, sembrano essersi ridotti al forzato binomio correttivo/terminologico tradizione=fascismo, o a quello ecclesiastico/egualitaristico di matrimonio.

In questo se ne deduce comunque che, sebbene su di un altro piano, di lotta di classe pur sempre si tratti.

E se tutto ciò sia stato dettato dal solito schema che ormai imperversa dal dopoguerra, cioè quello di una più interna contrapposizione fra potenze atlantiche, o anche tra queste e quelle di tipo orientale (schema che per quanto riguarda l'Italia ha visto, in termini ideologici, un ulteriore internamento o infiltrazione ai suoi danni) può dirsi che per ciò che riguarda quelle che potremmo quindi considerare come dispute fra continenti, anche un certo nazionalismo di stampo sovranista, negli atteggiamenti, abbia avuto le stesse velleità/finalità di quei partiti di sinistra - o quantomeno come atteggiamento insito a un altrettanto concetto da lotta di classe - ovvero per il fatto di ostruire l'Europa al suo interno, attraverso l'illusione/strumentalizzazione di una propaganda di tipo anti/immigrazionista, al cospetto del suo opposto corrispettivo (varrebbe qui, ulteriormente, la procedura, come occulta conseguenza, per cui a una richiesta di recupero o aumento di sovranità, per effetti e circostanze se ne andrebbe a ottenere il suo contrario).

Coscientemente o ingenuamente, le appena citate strategie e iniziative intraprese, da parte di queste quinte colonne italiche, in sostanza risultano essere niente più che mere falsità, che ben poco hanno a che fare, in fondo, con i tanto sbandierati diritti, colonne italiche nonostante tutto ancora impegnate nel favorire, direttamente o indirettamente, insospettabili eminenze atlantiche, e loro rispettive e opportune opposizioni.

Difatti come chiave di lettura a una più autentica realtà, l'identificazione di una terza via, in tutto ciò, da una specifica revisione del percorso storico/culturale, che in Italia dal dopoguerra è giunto fino ai giorni nostri, sarebbe già dovuta essere sufficientemente chiara.

Ci si rende conto infatti, di come la vulgata comune sia solita riferirsi a delle fasi caratterizzanti soprattutto un'assoluta contrapposizione occidente/oriente, sia per poterne valutare o riconoscere le insite trame occulte al suo interno, che per ciò che riguarda le rispettive compartimentazioni ideologiche, comunemente considerate come "intangibili".

E proprio perché in questo caso, come abbiamo già segnalato in altri precedenti scritti, trattasi invece di una contrapposizione mediterranea fra emergenti statunitensi e veterani britannici, e in un'ottica di ottenimento unilaterale, di opportuni accordi "sottobanco" fra gli stessi britannici e i loro apparenti antagonisti sovietici.

E aggiungiamoci pure, in quella che viene così a delinearsi meglio come terza via, di un reciproco accordo anglo/francese, come linea di continuità/ingerenza extra/territoriale, attraverso il reclutamento e l'operatività occulta di opposti estremismi, quali quelli di destra e di sinistra (quand'anche relativi a movimenti neo/fascisti o autonomisti/comunisti) per poter meglio assestare, talvolta colpire per poi controllare, la classe politica di un paese in piena ascesa energetico/imprenditoriale come l'Italia.

Dunque in tal senso la vera innovazione, la vera liberazione, non fu tanto quella che cominciammo a santificare ogni 25 Aprile - potrebbe dirsi un prodotto di un assolutismo falsamente ideologico appartenente al duopolio anglo/francese - quanto quella appartenente alla linea A. Moro/E. Mattei e rispettivi compromessi, per cui al di là dai giochi apparentemente ufficiali, e cioè quelli relativi a una contrapposizione USA/URSS, se ne poteva autenticamente riscontrare, più che un ideologismo, un patriottismo di tipo istituzionale, appartenente a una destra e una sinistra nel loro reciproco e accordante superamento.

Fra Ideologia e Patriottismo, semmai, una differenza, e da questo punto di vista, la si poteva riscontrare in quel comunismo impartito dalla Gran Bretagna (poi con succursali “correntizie” fra Russia e Stati Uniti) come precisa finalità e linea teorico-continuativa, attraverso l'élite cazaro/aschenazita ¹ del The Group di Cambridge, che se lo riferiamo anche a un prima del dopoguerra, è chiaro che in termini ideologici avrebbe potuto trovare, in risposta, una colonna nemica quale quella fascista, come spontanea reazione o rivoluzione complessiva.

E per quanto il fascismo, nei suoi uomini chiave, fosse comunque al servizio di Sua Maestà britannica da tempi non sospetti - documenti alla mano, Casa Savoia anzitutto, B. Mussolini dal '17, J. V. Borghese addirittura dal '44, quel Borghese che nel '70 fu fermato nel golpe sovranista filo/britannico dalla DC moroteo/andreottiana - un qualcosa che dapprima si incrinò in coincidenza delle mire etiopi del regime (a spese di quei pozzi petroliferi in Iraq, che sarebbero semmai serviti per i corrispettivi rifornimenti di guerra - pozzi petroliferi poi definitivamente acquisiti con una manovra di stampo moroteo/matteiano) e con la stipula del patto d'acciaio poi, con protagonisti altri due agenti britannici, quali G. Ciano e D. Grandi, nell'occasione con un silente tentativo di avallo a un cambio di strategia governativa – un dietrofront, in fondo - da parte di B. Mussolini, tentativo come risaputo finito non proprio nel migliore dei modi.

Caduti dunque i presupposti, in Italia, di un'autentica trasformazione o rivalutazione in senso patriottico della sinistra o del comunismo (e in seno all'alleanza NATO e per un europeismo più limpidamente costruttivo) finita quindi quella stagione moroteo/matteiana (e anche quella terroristica) il malsano obiettivo di colludere le istituzioni italiane, si aprì sempre più all'innesto delle varie e più o meno occulte oligarchie lobbistiche - che porterà alla frammentaria instaurazione di un non meglio definibile governo unico mondiale - proseguendo attraverso la cooptazione del più accondiscendente apparato socialista, a cui solo un B. Craxi provò poi a opporsi, su delle vicende vieppiù riguardanti, nella circostanza, l'alleanza israelo/americana (in aggiunta a quella anglo/francese) e sempre per questioni energetico/petrolifere, ulteriormente legate al lodo Moro (che prevedeva, come trattativa segreta, il libero scambio in armi e investimenti fra nazioni del Mediterraneo e del Medio Oriente, a patto di non subire attentati al proprio interno) per giungere fino al famoso panfilo "Britannia", per l'Italia l'ennesimo tentativo di smembramento politico/istituzionale, facilitante, attraverso Mani Pulite, la creazione ufficiale della Comunità Europea (CEE/UE) in seno a un concetto di globalizzazione che non ne avrebbe però risparmiato schemi strategico/continentali a scacchiera, in continuità a quelli appena enunciati.

Un qualcosa che in termini occulti bellico/rivoluzionari, e sempre per iniziativa anglo/francese, vedremo dunque rispuntare con le primavere arabe (e in quella circostanza a spese di quello che poi risultò essere l’ultimo governo Berlusconi) per culminare quindi con la più recente e drastica soluzione, da nostalgia d'impero, della Brexit, come a dimostrare che i metodi britannici, in fondo, non è che poi abbiano portato a tanto.

Fino a Bologna ('80) in Italia, degli statunitensi si potrebbe dire che si siano genericamente limitati a controllare, sia attraverso la DC, che a tutto ciò che ruotava attorno alla galassia Stay Behind, forse con la sola aggravante, a confronto dei britannici, di aver ereditato e meglio definito, e fin già dal dopoguerra, un'agenzia del crimine inerente soprattutto agli stupefacenti.

Per il resto può dirsi che molto più segnatamente, le maggiori attività occulte in termini di stragi e collusioni siano state compiute, con quindi il contributo dei rispettivi estremismi di destra e di sinistra, dal duopolio anglo/francese (e spesso, in chiave di rilettura/pregiudizio storico, a danno degli stessi statunitensi) e laddove sarebbe sorta un'ala riformista di qualsivoglia schiera ideologica, questa nella maggior parte dei casi non sarebbe stata esente da progettuali ingerenze per parte degli stessi anglo/francesi.

In Sicilia e in Sardegna, nell'immediato dopoguerra, non fu tanto la presenza statunitense a gestirne le direttive, quanto anzitutto quella anglosassone.

Subentrò poi anche quella americana, in un continuo oscillare fra duplici, triplici alleanze, e sempre e comunque in base a ciò che le circostanze del momento, per rispettiva convenienza di parte, avrebbero previsto.

Come anche per l'attuale fase sanitaria, definire quindi il NUOVO ORDINE MONDIALE come entità assoluta in termini di atteggiamenti da lotta di classe, e che tutto in tal senso - e sul versante istituzionale - sia destinato a giocarsi in malafede, suonerebbe quantomeno paradossale, o al limite per via intuitiva/interpretativa - e non solo a causa di narrazioni autoreferenziali buttate ormai in ogni dove, comunque non necessariamente da considerare, parimenti, in malafede - non proprio in coerenza con gli scenari fin qui esposti, i cui dettagli ormai sono riscontrabili attraverso prove, documentazioni ².

¹ Non propriamente gli ebrei, ma una loro forma infiltrata o sovvertita.

² Dagli archivi di Kew Gardens, U.K.

LA CONSACRAZIONE DEL SUCCESSO

Libro secondo

Caratterizzante dell’opera, nel suo titolo “La consacrazione del successo” a incidere è soprattutto la salvaguardia di un segreto, quando il suo vincolo in alcuni casi diviene fondamentale affinché non si giunga al ricatto, a perdere, a morire. Tutto ruota attorno a questi elementi, in una spy story, un thriller d’azione che prende spunto dalle più recenti attualità riguardanti l’occulto, il crimine, la gestione del potere, un continuo filo conduttore che su quelle realtà porterà inevitabilmente ad analizzarne i meccanismi. Eccezion fatta per città come Roma, con apparente paradosso per i luoghi in cui la storia è ambientata, in LA CONSACRAZIONE DEL SUCCESSO quello che si potrebbe ritenere come il personaggio principale, l'agente segreto britannico di origini italiane Larry Belfiori, si scoprirà essere il prototipo dell'anti-007; giocherà infatti un ruolo in favore e in difesa dell'Italia, contro un insospettabile circuito di occulte conventicole che dal Regno Unito puntano a destabilizzare il tessuto economico e sociale europeo, nel tentativo di controllarne, limitarne e sopprimerne le potenzialità, e per quanto tutto ciò non gli abbia fatto risparmiare, in uno scenario quasi da anni di piombo, tra servizi segreti deviati e utilizzo di criminalità comune o terroristica, ulteriori espedienti da traffico di droga e di clandestini, quindi in apparente contrapposizione all'Italia e all'Europa stessa.




LA ZONA GRIGIA

Il caso Virginia Blade

Larry Belfiori, ex ufficiale della Royal Marines ora al soldo dei servizi segreti, è in trattative con Riley Webb, un individuo proveniente dai sobborghi della Londra più criminale. Trappole, depistaggi, complicità, sono all’ordine del giorno. Apparentemente, la finalità di tutto ciò sarebbe quella di rafforzare e direzionare poteri, corrispondere a richieste e esigenze, ottenere dei vantaggi...












1.

Testimonianza all'FBI di Jeff Terry, proprietario del Bristol, a seguito dell'uccisione del faccendiere Nat Calaiò - New York, Dicembre 2016

«Nat Calaiò era a conoscenza di innumerevoli segreti riguardo alcuni membri del Dipartimento di Stato, per questo motivo alcuni di loro risultano scomparsi»

«Quindi se le parlassi di omicidi rituali?»

«Credo niente di tutto questo: Nat Calaiò non era precisamente un mafioso, ma una di quelle persone che si sarebbero potute definire “faccendieri”, lui si occupava soprattutto di intermediazioni tra cartelli del narcotraffico, soprattutto da qui, da New York; Pete Norton fece l'errore di intralciare alcuni carichi di droga e armi che dovevano giungere qui in città, intralciando perfino le indagini della DEA, la sua morte sarebbe stata per tutti continuità e garanzia di affari, e Nat non perse tempo nel farlo uccidere; quel che di cui ancora non mi capacito, è il fatto di come anche Nat sia stato ucciso: una volta mi parlò di un carcere messicano, me ne parlò nel caso in cui un giorno non l'avessi più rivisto...»

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