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Morrigan
A quel punto seppi con esattezza cosa dovevo fare.
Feci due passi avanti. Aprii le braccia verso di loro, i palmi rivolti verso il basso e, come se qualcuno avesse premuto un interruttore invisibile, sentii qualcosa svegliarsi dentro, qualcosa che non credevo e non sapevo di avere. Qualcosa che quando uscì sorprese tutti quanti.
Quello che dissi non proveniva dalla mia voce, e nemmeno dal mio corpo. Ero come in uno stato di trance, non potevo comandare più nessun muscolo. Somigliava molto a una specie di possessione, non malvagia però, e per quello non opposi resistenza.
â¹â¹Non abbiate paura, figli miei, sono tornata per salvarvi e per avere la mia vendetta. La Grande Regina è tornata. Gloria e Onore a Voiâºâº.
E per la seconda volta in quel giorno tutto si fece buio e persi i sensi.
***
â¹â¹Vedi di svegliarti, non ho la minima intenzione di portarti in vita nuovamenteâºâº.
Avrei potuto riconoscere la sua voce fra mille. Aveva qualcosa che mi metteva rabbia e paura al tempo stesso.
Rabbia perché avrei voluto che smettesse di trattarmi come uno straccio da buttare.
Paura perché attorno a lui câera unâaura misteriosa e oscura che emanava potere. Un potere troppo grande che mi faceva sentire a disagio.
â¹â¹Non ho la minima intenzione di attirare la tua attenzione, Gabriel. Più mi stai distante meglio èâºâº.
Ero davvero irritata!
E poi che ci faceva ancora qui? Non poteva starsene dovâera?
â¹â¹Beh, mi dispiace per te, ma dovrai sopportare ancora la mia presenza dato che a causa dei tuoi continui svenimenti dovrai salire a cavallo con il sottoscrittoâºâº.
Cosa? Non lâavrei fatto per nessun motivo al mondo, nemmeno sotto tortura!
Stavo per ribattere quando la voce allarmata di Sonia ci interruppe. â¹â¹Non capisco! Abbiamo a disposizione un intero allevamento di cavalli. Che fine hanno fatto?âºâº.
â¹â¹Credo che i Siruco siano entrati di nascosto e li abbiano portati via tutti. Per fortuna ne abbiamo ancora due a disposizione per oggiâºâº. Il tono di Gabriel era privo di qualsiasi emozione.
â¹â¹Non capisco, perché sono entrati di nascosto? Non potevano fare come hanno sempre fatto?âºâº. Sonia era in preda a un attacco dâansia. â¹â¹Di solito si divertono a torturarci e a portarci via le cose davanti agli occhi eâ¦âºâº.
â¹â¹Non vogliono che ci allontaniamo dal villaggio, sanno che è quiâºâº.
â¹â¹Non vogliono che ci allontaniamo e ci lasciano due cavalli?âºâº.
Gli feci notare che le cose non quadravano e intanto, con molta calma, mi ero messa a sedere massaggiandomi il collo tutto intorpidito.
â¹â¹Ottima osservazioneâºâº, disse Gabriel facendomi lâocchiolino. â¹â¹Però devi sapere che qui câè qualcuno dotato di unâintelligenza superiore che, guarda caso, sarei io! Per prevenire questo genere di cose ho nascosto due splendidi cavalliâºâº.
Odiavo quel tono e odiavo quel suo fare da ragazzo strafottente.
Sarà anche stato lâangelo della morte, ma se la tirava un poâ troppo per i miei gusti.
â¹â¹Okay, Mister Intelligenza, cosa vuoi? Che ci prostriamo ai tuoi piedi e cominciamo a venerarti?âºâº. Imitai un inchino.
â¹â¹Non sarebbe male, potresti cominciare tu dando il buon esempioâºâº.
Lo odiavo!
Mi alzai, goffa e instabile perchè mi girava ancora un poâ la testa. Per fortuna lì vicino câera Sara e mi appoggiai a lei.
Era seria e mi guardava come se fossi un extraterrestre.
Avevo qualcosa tra i capelli? Cercai di metterli apposto meglio che potevo, ma continuava a guardarmi allo stesso modo.
I suoi occhi di ghiaccio sembravano penetrarmi dentro e un brivido mi corse su per la schiena.
â¹â¹Câè qualcosa che non va, Sara?âºâº.
Nessuna risposta, si limitò ad abbassare lo sguardo e scuotere la testa.
Poi se ne andò verso Sonia.
â¹â¹Sofia, andiamo? Gabriel è andato a prendere i cavalli che ha nascostoâºâº, disse Sonia.
â¹â¹Certo, arrivoâºâº.
Andai verso di loro scrollandomi via un poâ di polvere dal vestito.
Ero davvero preoccupata. Mi ero resa conto di essere svenuta prima, solo che nessuno mi aveva detto nulla di quello che mi era successo dopo aver percepito la presenza di un corpo estraneo nella mia testa.
Perché?
Cosa mi stavano nascondendo?
Forse chi si era impossessato di me non era così buono come credevo. Però se le cose stavano così, perché non mi avevano accennato nulla?
Ciò che mi preoccupava di più era il modo con cui continuava a guardarmi Sara. Sembrava quasi avere timore di me.
Sentii il rumore degli zoccoli. Mi girai e vidi Gabriel arrivare con due splendidi Frisoni occidentali dal manto nero e dalla chioma ondeggiante che sembrava di seta.
Il loro portamento rispecchiava quello di Gabriel. Erano splendidi, come lo era lui. La maglia a maniche corte nera metteva a risalto il suo fisico asciutto e perfetto e i jeans neri aderivano con perfezione ai suoi muscoli a ogni passo.
â¹â¹Magnifici, non è vero?âºâº. Sonia aveva uno sguardo malizioso.
â¹â¹Sì⦠magnifici davveroâºâº, risposi io sovrappensiero.
â¹â¹Sembra un cavallo forte e sicuro di sé, ma in realtà ha un carattere docile, sai. Il tutto sta nellâimparare ad andarci dâaccordo e conoscere i suoi punti deboliâºâº.
Si stava riferendo al cavallo? No, parlava di Gabriel.
â¹â¹Perché mi dici questo? Non ho nessuna intenzione di conoscere meglio il cavalloâºâº dissi secca, incrociando le braccia come fossi offesa.
â¹â¹Andiamo, gli stai sbavando addosso. Lâabbiamo fatto tutte appena arrivate in questo mondo. Il suo bacio è qualcosa di unicoâºâº e sospirò al ricordo. â¹â¹Però⦠avrai notato anche tu come diventa irascibile ogni volta che ti sta accantoâºâº.
â¹â¹Mi odia, è questo il fatto. Se mi piace una persona non cerco di aggredirla ogni volta che dice una cosaâºâº.
Sonia rise. â¹â¹Non capisci, è proprio questo il puntoâºâº.
La guardai a bocca aperta. Non capivo davvero dove volesse arrivare. Gabriel era stato chiaro con me, non voleva avermi attorno. E nemmeno io lo volevo.
O forse sì?
Arrossii al pensiero che fra noi potesse nascere qualcosa. Sonia lo notò e abbassai lo sguardo, non volevo ammettere che forse aveva ragione.
â¹â¹Andiamo, daiâºâº. Mi diede una leggera pacca sulla spalla.
Salì a cavallo con unâeleganza che le invidiai. Io non lâavevo mai fatto prima e al solo pensiero mi tremavano le gambe.
Dietro di lei salì Sara.
Mancavo solo io.
Mi ritrovai davanti Gabriel. Il cavaliere nero sul suo nero destriero, pensai. Gli si addiceva come figura.
Cercai di concentrarmi sulla sella e presi coraggio. Se mi fossi distratta avrei rischiato davvero di ritrovarmi con il sedere per terra.
Come diavolo si faceva a salire su quel coso?
Avevo bisogno di aiuto ma non lo volevo ammettere. Non volevo farmi aiutare proprio da lui, che se ne stava a guardarmi con le braccia incrociate appoggiate al collo del cavallo in un modo alquanto irritante.
â¹â¹Dai, metti il piede destro sulla staffaâºâº. Lo sentii trattenere una risata. â¹â¹Appoggiati a me, ti tirerò suâºâº.
Non ci trovavo nulla da ridere!
Sbuffai e misi da parte lâorgoglio di potercela fare da sola. Misi il piede destro sulla staffa, mi attaccai al braccio di Gabriel e, con un movimento agile e senza fatica, mi alzò.
Me lo ritrovai di fronte, gli occhi poco distanti dai miei. â¹â¹Ã stato facile, vero?âºâº.
Avrei voluto dirgli quanto lo odiavo, però mi limitai a un semplice e acido: â¹â¹Grazie, ce lâavrei fatta anche da solaâºâº.
â¹â¹Non ne dubitoâºâº, disse in tono sarcastico. Poi tornò subito serio. â¹â¹Attaccati a me, dovremmo sbrigarci ad arrivare al castello. Più veloci siamo, meno attenzioni attiriamoâºâº.
Appoggiai le mani sui fianchi e mi attaccai più stretta che potevo alla maglia.
Gabriel si girò scocciato. â¹â¹Tu non mi ascolti alloraâºâº.
Mi prese le mani e se le portò davanti. â¹â¹Ora non rischierai la vita. Tieniti forteâºâº, e poi si rivolse alle ragazze gridando â¹â¹Possiamo andareâºâº.
Mi ritrovai schiacciata contro la sua schiena. Stavamo andando a una velocità impensabile, tanto che il paesaggio attorno risultava sfocato. Riuscivo a malapena a distinguere le immense praterie e qualche monte in lontananza, ma niente più.
Mi girava ancora la testa, così decisi di chiudere gli occhi.
Il vento mi scompigliava i capelli e con gli occhi chiusi mi sembrava di volare.
Volare!
Gabriel era un angelo, avrebbe dovuto avere le ali. Allora perché non le vedevo? La sua schiena sembrava perfetta. Oltre ai muscoli non notavo nessuna imperfezione. O almeno stando appoggiata a lui era quello che mi sembrava.
Ebbi un flash in cui vidi una sagoma con un paio di ali nere, maestose e terrificanti.
Spalancai gli occhi allâimprovviso per lo spavento, e nello stesso istante la nostra folle corsa rallentò.
Attorno a me câera un paesaggio fantastico immerso nel verde.
Gabriel notò che ero distratta e per richiamare la mia attenzione appoggiò una mano sopra le mie. Passò con delicatezza il pollice sul dorso per avvisarmi che eravamo arrivati.
Mi si fermò il cuore.
â¹â¹Guarda, Sofia, non è magnifico questo posto?âºâº. La sua voce nascondeva un velo di tristezza, quasi come se quei luoghi gli facessero tornare alla mente ricordi lontani, o forse mi stavo sbagliando. Non lâavrei mai creduto capace di provare sentimenti.
Rispetto al solito, però, sembrava più dolce. Il suo lato angelico era venuto a galla?
No, ma mi sarei goduta quel momento prima che ritornasse il solito, irascibile Gabriel.
â¹â¹Ã fantasticoâºâº.
E in effetti era vero. Davanti a noi câera unâimmensa distesa dâacqua, così azzurra da dare lâimpressione che il cielo si fosse ribaltato. Doveva essere un lago perché lì attorno câerano solo montagne.
â¹â¹Questo è il Lago dei tre fiumi. Se guardi bene puoi benissimo capire il perché di questo nomeâºâº.
Guardai con attenzione e alla fine capii. Attorno al lago si trovavano tre montagne e da ognuna di esse scendeva un fiume che andava a sfociare direttamente nelle acque cristalline.
â¹â¹Dobbiamo passare il ponte. Vedi laggiù?âºâº. Gabriel mi riportò con la mente a terra e, con mio grande dispiacere, tolse la mano dalle mie per indicare un punto in lontananza.
Vidi un ponte che sembrava non avere fine. Strizzai gli occhi per vedere meglio. Il luccichio dellâacqua mi impediva di vedere bene. Portai una mano sopra gli occhi per coprirli e alla fine vidi un piccolo rilievo montuoso.
Era strano però, aveva una forma particolare.
â¹â¹Lassù, in cima a quel monte câè il castello di Ares. Vi accompagnerò fin là , poi proseguirete il viaggio da soleâºâº, disse Gabriel serrando la mascella.
â¹â¹Perché non vieni con noi?âºâº
Un lampo di rabbia gli passò negli occhi. â¹â¹Non sono il benvenutoâºâº. E bloccò la conversazione.
Con lui non si poteva mai fare un discorso completo, lasciava sempre le cose a metà e questo mi dava davvero fastidio.
Arrivammo al castello nel tardo pomeriggio.
Gabriel se ne andò con i cavalli e disse che sarebbe venuto a prenderci la mattina dopo.
Dove avrebbe passato la notte non ce lo disse, ma quello non era importante. La mia attenzione era stata attirata da qualcosâaltro.
Il castello di fronte a me era stupendo, il classico castello medievale con le torri imponenti, il fossato attorno e le merlature nella parte terminale della muratura.
Entrammo scortate da quello che avrebbe dovuto essere un paggio. Era un ragazzo giovane, che scoprii essere lâunico immortale al servizio di Ares. Tutti gli altri erano rimasti con Mefisto, il quale li lasciava marcire fino allâosso in un mare di vizi e corruzione.
Indossava una calzamaglia aderente alle gambe lunghe e snelle, simili a quelle di un cerbiatto, e una camicia bianca. Sopra aveva un gilet nero con gli orli in oro chiuso da un semplice cordino marrone.
Come se non fosse abbastanza ridicolo, in testa aveva uno di quegli strani cappelli di foggia spagnoleggiante, in feltro nero, con una piuma di struzzo che ricadeva sui capelli biondi e ricci.
Non riuscii a trattenere una risata quando vidi i pantaloni corti bombati, marroni a strisce argentate. Era come se si fosse messo due palloncini sulle gambe.
Ci accompagnò fio alla porta del salone, lâaprì e annunciò a gran voce: â¹â¹Sua Altezza lâimmortale Ares è pronto a riceverviâºâº.
Entrammo in fila, prima Sonia, poi Sara e poi io.
Il salone era più grande di come lâavevo immaginato. Enormi dipinti occupavano sia la parete destra che la parete sinistra.
Erano elfi nobili, lo si capiva dal portamento fiero e dalle elaborate coroncine di foglie posate sul capo.
â¹â¹Chi sono?âºâº Chiesi sottovoce a Sara, che ancora mi guardava con uno sguardo torvo.
â¹â¹La prima stirpe di elfi che regnò ad Naostur, i Nuropeguesâºâº.
â¹â¹Ma qui non ci sono elfiâºâº, le feci notare. â¹â¹Finora ho visto solo mezzelfi. Che fine hanno fatto?âºâº
Sara mi inchiodò con lo sguardo. â¹â¹Sono storie antiche, è bene lasciare il passato dove staâºâº.
Perché tutta questa rabbia improvvisa? Ero solo curiosa di sapere un poâ di più della storia del luogo in cui mi trovavo.
Decisi di non indagare oltre, anche se non riuscivo a togliermi dalla testa la bellezza di quel re elfico.
Ritornai a guardarmi attorno.
Quel castello era immenso! Dallâalto della sala scendevano tre grandi lampadari, tutti alimentati da candele. Alla fine del salone, sia a destra che a sinistra, si trovavano due enormi scalinate che portavano alle stanze del piano superiore. Erano in marmo bianco e formavano una specie di ferro di cavallo.
Io e le mie sorelle acquisite camminavamo in fila sul grande tappeto rosso. Mi sentivo una regina scortata dalle sue damigelle.
Arrivate alla fine del salone, Sonia si dispose a destra, Sara a sinistra e io rimasi al centro. Vidi le ragazze portarsi la mano con le dita incrociate sul cuore e inchinarsi.
Io le imitai.
â¹â¹Gloria e Onore a Voi splendide fanciulleâºâº, disse una voce sconosciuta alle mie orecchie.
Sbirciai, curiosa di sapere chi aveva parlato.
Mi ritrovai a fissare il corridoio che passava sotto le scalinate. Non câera molta luce e lâunica cosa che riuscivo a distinguere era una figura poco definita, un contorno nero.
Nientâaltro.
â¹â¹Gloria e Onore a Voi Aresâºâº, dissero Sonia e Sara.
Io, invece, rimasi a bocca aperta a cercare di dare un senso allâombra davanti a me. Non dissi nulla e mi guardarono entrambe, come se avessi appena fatto la peggior figura della mia vita.
Ares rise. â¹â¹Non importa, è nuova nel nostro regno. Imparerà âºâº.
â¹â¹G- Grazieâºâº, balbettai un poâ impacciata.
Mi rialzai e i miei occhi incontrarono quelli di Ares.
Era uscito dallâombra e un fascio di luce lo illuminò.
5
ARES

Le grandi pareti dipinte apparivano un tuttâuno con il pavimento. Un vortice di grigio, rosso e giallo sembrava volermi avvolgere.
Udii un ronzio indistinto, un poâ come quando si cominciano a perdere i sensi prima di svenire e questo lo avevo imparato a mie spese.
Poche ore prima ero svenuta ed ero morta.
E poi ero svenuta ancora.
Ma stavolta era diverso perché davanti a me solo una cosa era chiara e ben impressa nella mia mente: il viso di Ares.
Non sapevo se definirlo un ragazzo o un uomo.
Non aveva età .
Si presentò davanti a noi solamente con indosso un paio di jeans. I suoi muscoli erano ben scolpiti, ma non esagerati. Il suo viso sembrava quello di un angelo, uno di quelli che nei dipinti sono solitamente rappresentati in adorazione del Signore.
Sarebbe potuto essere uno di loro. O un serafino, nemmeno loro avevano età .
I capelli, biondi e ricci, gli ricadevano perfettamente lungo il viso, un poâ sopra le spalle. Il naso greco era perfetto, gli occhi piccoli erano di un verde intenso come le immense distese che avevo visto poco prima di arrivare al castello. Il mento poco pronunciato e a punta e la bocca sottile e poco carnosa erano molto attraenti.
Non sapevo se di fronte a me ci fosse una divinità o un immortale.
Mi resi conto di essere rimasta a fissarlo a bocca aperta per un bel poâ di tempo solo quanto Sara mi diede un pizzicotto.
â¹â¹Era ora che ti decidessi a tornare fra noiâºâº, disse sottovoce. â¹â¹Che diavolo ti è preso?âºâº.
â¹â¹I-Ioâ¦âºâº balbettai.
Che avrei potuto dire?
Per fortuna Ares mi salvò da quella situazione imbarazzante. â¹â¹Perdonatela, è la prima volta che si trova faccia a faccia con un immortaleâºâº, e mi fece lâocchiolino.
Le mie guance avvamparono di colpo.
â¹â¹Piacere di conoscerti, Neman. Benvenuta nel nostro regnoâºâº. Ares sâinchinò davanti a me, mi prese una mano e la baciò delicatamente, come un vero signore dâaltri tempi.
â¹â¹Il piacere è tutto mio, Aresâºâº.
A giudicare dallâespressione di Sonia, che alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, capii che avevo fatto lâennesima brutta figura.
Mi girai, e a bassa voce chiesi â¹â¹Che dovevo dire?âºâº.
Lâunica risposta che ebbi fu una risatina a stento trattenuta. Quelle che dovevano essere le mie sorelle mi stavano prendendo in giro.
Io non ci trovavo nulla di divertente e le fulminai con lo sguardo.
â¹â¹Seguitemiâºâº, disse Ares che sembrava non aver notato nulla.
Lo seguimmo per gli immensi corridoi del castello illuminati da grossi candelabri dâoro appesi alle pareti. Entrammo in uno stanzino che sembrava troppo piccolo per quel posto così grande. Doveva essere una specie di ufficio, con una scrivania grezza in legno al centro e un immenso armadio che occupava tutta la parete in fondo allo stanzino.
Davanti alla scrivania câerano tre sedie in legno decorato, allâapparenza scomode.
Non câerano quadri appesi e nemmeno finestre che davano allâesterno. Soltanto un enorme lampadario di candele accese sopra le nostre teste.
Sopra la scrivania câerano delle carte ordinate. Da una parte notai dei fogli con scritto qualcosa e dallâaltra dei fogli bianchi con vicino un calamaio con inchiostro e penna piumata per scrivere.
â¹â¹Beneâºâº, cominciò Ares, â¹â¹questa stanza è la più sicura che abbiamo. Come sapete, sanno che è arrivata. Si mormora che stavolta è diverso, che stavolta potrebbe essere Lei e non solamente Neman. Che mi sapete dire a proposito?âºâº.
Sara cominciò a raccontare tutto come un fiume in piena. Dal mio risveglio a quello che successe di fronte al popolo del Regno di Elos.
Finalmente capii perché mi guardava con sospetto. Ero entrata in trance e avevo cominciato a parlare con una voce che non era la mia. Anchâio, come lei, avrei sospettato qualcosa. A dire la verità , me la sarei data a gambe. Il pensiero di un qualsiasi tipo di possessione mi faceva rivoltare lo stomaco.
â¹â¹E così sospetti che possa essersi manifestata la Dea in persona in quel momento. Ho capito bene, Sara?âºâº concluse Ares.
â¹â¹Ne sono convinta. Per un istante ho visto un lampo nei suoi occhi, una luce diversa, e il mio corpo ha percepito una presenza forte, potente eâ¦âºâº deglutì prima di continuare. â¹â¹E famigliareâºâº.
â¹â¹Capisco. Ma se fosse veramente la reincarnazione della Dea, di Morriganâ¦sapete che significa questo, vero?âºâº.
Sara e Sonia si scambiarono uno sguardo. Guardarono me. Guardarono Ares, fecero un cenno e si misero a fissare il pavimento.
Che cosa significava?
Trattenni il respiro. Lo stomaco mi si stava contorcendo dallâansia.
Aspettai, sperando che qualcuno mi spiegasse qualcosa.
Nessuno disse niente.
â¹â¹Io non so che significaâºâº, esplosi. â¹â¹Qualcuno si degna di spiegarmi che diavolo significa?âºâº.
â¹â¹Sofia, tesoro, calmatiâºâº, disse Ares. â¹â¹Non succederà nulla di male, tutto dipende da te. Vedi, sono anni che Morrigan non si fa vedere. Lâultima volta è stata quando è mortaâºâº.
â¹â¹Comâè successo?âºâº.
Cercai disperatamente di tranquillizzarmi.
â¹â¹Morì durante una battaglia. Si era innamorata dellâufficiale dellâesercito del Regno di Elos, un immortale. Morrigan è famosa per essere la Dea della guerra. Il suo aiuto sarebbe stato prezioso per vincere contro il Regno di Tenot e sconfiggere il Re, Mefisto. Quel bastardo! Ma Lugh non volle coinvolgerla, lâamava troppo. Morrigan però non sopportava lâidea di perderlo e lo seguì in battaglia trasformandosi in corvo. Quando vide che Mefisto lo stava per uccidere si trasformò nella vecchina dai lunghi capelli argentati portatrice di morte. Purtroppo la persona che morì fu quella sbagliata. La vecchina non apparve al re, apparve a Lughâºâº.
â¹â¹E lei sparì col cuore spezzatoâºâº, concluse Sonia al posto suo. â¹â¹Si dice che dichiarò di volersi vendicare con Mefisto non appena ne avesse avuto lâoccasioneâºâº.
â¹â¹Quindi che succederà se sono davvero la reincarnazione della Dea? Dovrò combattere contro questo spietato Re?âºâº.
Ero veramente preoccupata.
Non volevo combattere, era come firmare la mia condanna a morte.
Cosâavrei potuto fare contro un immortale, poi?
Nulla!
â¹â¹No, tu puoi scegliere da che parte stare. Puoi stare dalla parte dei buoni, vendicandoti di Mefisto e del suo esercitoâºâº, cominciò a spiegare Ares.
â¹â¹E salveresti noi e il nostro regnoâºâº, aggiunse Sara con gli occhi sgranati, come per implorarmi di aiutarli.
â¹â¹Oppure puoi schierarti dalla parte dei cattivi che useranno il tuo potere per portare morte e distruzione. Si dice che Mefisto stia tramando qualcosa da anni, ma nessuno ha mai trovato qualcosa per poterlo provareâºâº. Ares fissò un punto nel vuoto e strinse i pugni.
Erano due scelte assurde!
Mi sembrava logico che mi sarei schierata dalla parte del bene. Primo, perché chiunque farebbe quella scelta per salvarsi la pelle e secondo, perché conoscevo un bel poâ di persone che mi sarebbero state dâaiuto.
â¹â¹Scelgo la parte dei buoni, ovvioâºâº, esclamai io.
â¹â¹Non è così semplice. Dovrai guardarti alle spalle, sarai messa alla prova. E per quanto ne so io qualsiasi persona che ti è vicina potrebbe non rivelarsi per quello che è in realtà . Potrebbe lavorare per il Regno di Tenot e pugnalarti alle spalle costringendoti a schierarti con loroâºâº.
Chi avrebbe potuto fare una cosa del genere?
Né Sara né Sonia avrei pensato fossero in grado di tradirmi sotto il naso e forse nemmeno Gabriel.
No! Ripensandoci, forse lui ne sarebbe stato capace.
Mi aveva avvisato che aveva una missione da portare a termine e in più câera quella storia del io-faccio-del-male-alle-persone-che-mi-stanno-accanto.