bannerbannerbanner
Omicidi Alieni
Omicidi Alieni

Полная версия

Omicidi Alieni

текст

0

0
Язык: Итальянский
Год издания: 2019
Добавлена:
Настройки чтения
Размер шрифта
Высота строк
Поля
На страницу:
2 из 2

“Ho trattato alcuni affari con lui.”

“E la sua opinione su di lui?”

“Rappresenta i suoi clienti in modi che ritiene siano i migliori per il loro interessi.”

“Vale a dire?”

“vale a dire che c’è una cosa che si chiama cortesia professionale. Nessun altro sulla lista?”

“Ci sono alcune cose che scelgo di non dire, anche.”

“È una lista breve.”

“Le donne dicono sempre che è la qualità che conta, non la lunghezza.”

“Lo diciamo solo per compassione. Nessun nome dal mondo esterno?”

“Non investigo nel mondo esterno, solo nel nostro. Sono dell’Interpol, non dell’IPC, ricorda?”

Rabinowitz si alzò. “Bene, è stato gentile a venire a tenermi la mano durante il mio piccolo attacco di panico. —”

“Vorrei averle davvero tenuto la mano, sarebbe stato divertente.”

“—ma ho dormito solo due ore nelle ultime quarantadue. Fra sette minuti circa la mia sveglia isterica si attiva, e Lei non vorrà sicuramente essere presente quando lo farà. Anche la mia sveglia PMS impallidisce a confronto.”

“Allora cercherò di beccarla di umore migliore prima o poi. La porta è in quella direzione, giusto?”

“Sta imparando…. Ecco un segno di speranza.”

Questa volta Rabinowitz riuscì a dormire sei ore senza che un funzionario di polizia la chiamasse.

***

“Voglio solo prendere a noleggio un corpo.” disse Rabinowitz con fare scorbutico, “non sottoscrivere un mutuo bancario.”

“Ci sono delle leggi molto severe,” disse l’alieno. Il Jenitharp non alzò le spalle, ma l’atteggiamento della sua immagine virtuale era di impotenza nei confronti della burocrazia. “Se mi sbagliassi e le fornissi un corpo della misura errata, perderei la mia licenza. E il mio governo ha delle leggi molto severe riguardo al lasciare che dei pregiudicati si telepresentino su Jenithar. Sia gentile e risponda a tutte le domande.”

“La vostra polizia mi ha chiesto di venire. Vogliono che ispezioni il luogo di un omicidio.”

“Allora la cosa migliore è compilare velocemente il modulo.”

“Sono contenta di non dovere fare questa cosa ogni volta che visito Jenithar” borbottò Rabinowitz. “Il sistema dei Viaggi Virtuali è molto più civile.”

Porse all’impiegato il suo bio datastar standard e controllò per assicurarsi che le risposte fossero inserite nelle caselle giuste. “Nome completo: Deborah Esther Rabinowitz. Numero del documento di identità: 5981–5523–5514–2769467–171723. Data di nascita: 17/46/3/22/54 interstellare. Formazione: laurea di primo livello, Università della California a Los Angeles, Studi Interstellari; Lauree di secondo e terzo livello, Istituto Policulturale su Pna’Fath, Norme Commerciali Galattiche e Dinamiche Interculturali. Progenitori: Daniel Isaac Rabinowitz e Barbara Samuelson Rabinowitz. Padre ancora vivo, madre deceduta. Occupazione/i dei progenitori: padre diplomatico, livello plenipotenziario, incarico generale; madre, docente di letteratura mondiale comparativa, Università della California a Los Angeles. Fratelli/sorelle: nessuno. Prole: nessuno. Occupazione: agente letterario. Banca: Takashiro World Savings. Reddito: ...”

Fece una pausa. “Questo viene tenuto riservato, presumo.”

“Oh sì. Abbiamo leggi molto severe contro rivelazioni non autorizzate.”

Diede le informazioni richieste, sia sulle sue finanze personali che professionali. Ma si tirò indietro quando andò avanti a leggere nel questionario. “Non posso accettare questo. Guardi questa lista. Il soggetto ha condanne penali? Che livello scolastico aveva? Che titoli detiene? Che premi ha vinto? Chi sono i membri della mia famiglia per due generazioni precedenti e future fino al terzo cugino, e nessuno di loro è un pregiudicato, chi sono i miei soci in affari e i clienti, quali sono i loro ceti sociali, e va avanti così per un po’. Mi chiedete tutto, tranne se il mio cliente molesta i suoi animali. Controllate l’elenco del Chi è chi di mio padre se volete sapere della mia famiglia, ma non vi darò nessuna informazione sui miei clienti.”

“Devo calcolare esattamente il suo ceto sociale così saprò che misura di corpo dovrebbe avere. Deve essere fatto solamente una volta. Dopo di questo, tutti i suoi dati saranno per sempre su file.”

“Senza troppo badare all'etichetta… Non me ne frega …. guardi, mi dia un corpo di una misura qualsiasi misura. Oppure rifiuti e andrò da uno dei suoi concorrenti.”

“Probabilmente riesco a collegare i suoi dati con altre informazioni pubbliche sufficienti per sapere quello che mi serve,” disse l’impiegato al noleggio. Guardò in modo vacuo lo schermo del computer per alcuni secondi, poi continuò, “Credo sia possibile. Ho materiale a sufficienza per analizzare l’equivalente della sua altezza. Aspetti un attimo, mentre la abbino ad un corpo adeguato.”

Rabinowitz rimase in attesa per un tempo molto più lungo di un attimo. Poi l’impiegato riprese: “È tutto pronto. Si prepari per l’abbinamento.”

Nonostante l’avesse fatto spesso – e l’aveva fatto molto più spesso della maggior parte della gente sulla Terra – fondersi con un corpo alieno era sempre disorientante. Gli abitanti di ogni pianeta costruivano i corpi meccanici a noleggio in modo molto simile ai loro stessi corpi, il che li rendeva scomodi per chiunque avesse forme diverse. Alcune razze avevano più di due braccia ed un umano poteva solo lasciarle pendere mollemente; altri ne avevano meno ed un umano si sentiva handicappato. Alcuni vedevano in lunghezze d’onda incomprensibili agli abitanti della Terra, mentre altri udivano in frequenze che gli umani non riuscivano a percepire.

I peggiori di tutti, comunque, erano quelli quasi umanoidi, come i Jenitharp. Questi avevano due braccia e due gambe, ma le braccia partivano dalla cintura, nel mezzo del corpo, con un sistema strano di raccordo che non poteva assolutamente essere definito spalle. Le mani telecomando erano troppo lontane dalla testa. Si sentiva come all’interno di uno specchio deformante.

Rabinowitz si ritrovò in piedi di fianco all’impiegato guardandolo dall’alto in basso. “Ho avvisato la polizia” le disse “Arriveranno fra poco per scortarla. Hanno chiesto di aspettarli qui”

“Perfetto. Preferisco stare un pochino da sola con un nuovo corpo per potere imparare come farlo funzionare.”

“Se lo desidera, adesso che abbiamo la sua altezza in archivio, possiamo noleggiarle un corpo permanente a fronte di un piccolo supplemento. Un corpo che sarebbe riservato sempre a lei e lei potrebbe visitare Jenithar tutte le volte che desidera, senza avere di nuovo questi inconvenienti.”

“Grazie. Lo terrò presente in caso sia obbligata di nuovo a fare ancora affari qui.”

L’impiegato se ne andò, lasciandola sola. La stanza era piena di rastrelliere con corpi in affitto di tutti i tipi e dimensioni – molte misure più basse della sua, alcune considerevolmente più alte. Si sentiva il corpo pesante. Molte razze costruivano i corpi per i loro visitatori in plastica o altri materiali leggeri. Alcuni li ricavavano da tessuti vivi. I Jenitharp facevano i loro in metallo, che diventavano scomodi e sferraglianti. Questo corpo era coperto di un falso marabù marrone-verdastro. Vista la sua misura e il colore, sembrava essere di una categoria decente.

Rabinowitz avanzò a tentoni in un’area sgombra vicino al centro della stanza e iniziò a muoversi. I movimenti delle gambe non erano così male se faceva dei passettini, come se indossasse un kimono strettissimo. Le braccia lunghe e sottili sembravano inutili e pendevano; davano l’impressione di ondeggiare come tubi di gomma, e praticamente doveva slogarsi le spalle per poterle muovere. Erano più tentacoli che braccia, nessuna vera giuntura fra loro. “Devi essere una danzatrice Balinese per muovere in modo adeguato queste cose” borbottò.

Dopo una quindicina di minuti, era abbastanza a proprio agio per non sentirsi troppo imbarazzata. Per fortuna, nessuno si aspettava che un alieno in un corpo a noleggio fosse aggraziato. Ogni razza aveva i propri scherzi sulla goffaggine dei visitatori alieni.

Un paio di nuovi arrivati entrarono nella stanza, uno in qualche modo più alto e più pallido dell’altro. Non si riusciva immediatamente a definire di che sesso fossero. “Signorina Rabinowitz?” disse quello più alto, che era comunque più basso di lei. “Mi permetta di presentarmi. Sono Feffeti rab Dellor, poliziotto di terzo livello. Le sono grato per avere dato il suo accordo ad assisterci nelle nostre investigazioni. Se mi accompagna, visiteremo il luogo dell’omicidio.” Non si curò di presentarle il suo compagno più basso.

“Lasci stare, MacDuff,” rispose Rabinowitz.

Il poliziotto fece una pausa. “Mi scusi. Questo non si è tradotto bene.”

“Non importa. Era un’allusione letteraria. Non le darei via gratis, comunque.”

Il poliziotto Dellor e il suo compagno condussero Rabinowitz attraverso un atrio affollato, fino ad un ascensore dove si infilarono in una grande auto con molta altra gente. Scesero di sedici piani prima che Dellor indicasse che avevano raggiunto il loro piano. Uscirono e attraversarono ancora altra folla fino alla fermata di un mezzo pubblico. La folla si apriva mentre camminavano; forse Dellor aveva qualche distintivo della polizia che Rabinowitz non poteva riconoscere, o forse la gente era semplicemente rispettosa della loro altezza, che era superiore di quella di chiunque altro intorno a lei.

Sembrava che anche la polizia prendesse i mezzi pubblici qui. Fecero un cenno al primo taxi in fila, saltando davanti a tutti quelli in attesa. Dellor diede all’autista, che era piccolissimo, un codice convenzionale della polizia ed una destinazione, e il taxi partì a tutta velocità,

L’unica esperienza precedente di Rabinowitz su Jenithar era nello spazio virtuale di Levexitor così i suoi primi sguardi dal vivo l’affascinarono. Il cielo era coperto e anche se il suo corpo artificiale non poteva capire bene i livelli normali di temperatura o di umidità, il clima sembrava caldo umido. Il cielo era brillante, nonostante le nuvole; Rabinowitz aveva letto che il cielo di Jenithar era di classe F, leggermente più brillante di quello della Terra. I filtri del suo corpo noleggiato abbassavano la luce a dei livelli accettabili, ma facevano strane cose alla sua percezione della profondità e facevano sembrare i colori slavati e innaturali.

Questa zona particolare era una città stipata di grattacieli … a sufficienza da fare sentire a proprio agio qualsiasi abitante di Manhattan, ma lo stesso Newyorkese avrebbe vagato a bocca spalancata nel vedere come tutto era pulito. Legioni di operai comunali erano impiegati solamente per tenere gli edifici e le strade tirati a lucido e liberi da qualsiasi tipo di immondizia. Rabinowitz avrebbe potuto pensare che questo fosse originato da un qualche tipo di senso civico, se quanto aveva letto prima non le avesse spiegato che faceva tutto parte di un programma di impiego a tempo pieno.

C’era gente ovunque, costantemente in movimento. Formavano lunghe file di pedoni sui lati delle strade, in fila in base all’altezza, ed ogni marciapiede era dedicato al traffico pedonale a senso unico. C’era un turbinio di colori e forme, ma sorprendentemente poco rumore. Essendo obbligati a vivere insieme in così poco spazio, gli abitanti di Jenithar sviluppavano delle regole molto severe sull’invasione reciproca della privacy con i propri rumori.

“Lei è un agente letterario, giusto?” le chiese Dellor mentre viaggiavano fianco a fianco.

“Sì. Jenithar è ancora un mercato interessante e vasto per la mia letteratura mondiale.”

“Lei aveva trattato a lungo con l’Altissimo Levexitor?”

“Solo nei 4 mesi scorsi,” rispose Rabinowitz. “Avevo sperato che sarebbe stato l’inizio di un lungo rapporto d’affari, ma ora sembra che dovrò trovare altri contatti.”

“Lei ha dichiarato che quando è stato ucciso, lei era in visita da Levexitor.”

“Stavo solo viaggiando nello spazio virtuale. C’erano degli strani silenzi nella nostra conversazione. Sospetto che ci fosse qualcun altro fisicamente presente in contemporanea, ma quella persona non era collegata allo spazio virtuale e quindi non so chi fosse.”

“Di cosa stavate parlando quando è morto?”

Rabinowitz esitò. “Affari,” disse. “Ero venuta per parlare dei diritti teatrali in nero delle opere che stavamo trattando”

“Non è necessario elaborare,” interruppe Dellor. “Non mi serve sapere i dettagli intimi degli affari dell’Altissimo. Lei conosceva bene Dahb Chalnas?”

“L’assistente di Levexitor? Non molto bene. In genere era là, in disparte quando l’Altissimo ed io ci incontravamo, ma parlava molto raramente.”

“In ogni caso non era là questa volta.”

“Non nello spazio virtuale, no. Levexitor mi ha detto che era il suo giorno di riposo.”

Il taxi aveva raggiunto un’altra parte della città, molto meno affollata. Gli edifici erano più bassi, e staccati l’uno dall’altro, e improvvisamente la loro auto si fermò di fronte ad una casa a due piani circondata da un muro basso, e un giardino grande quanto un francobollo sul lato davanti. Rabinowitz la guardò con sorpresa; Levexitor era una delle persone più importanti su Jenithar, e la sua casa era meno di due terzi della sua. “È tutto relativo” borbottò mentre usciva dall’auto con i suoi poliziotti di scorta.

I poliziotti la condussero all’interno della casa, e lei lo fissò scioccata mentre attraversava la soglia. La casa di Levexitor faceva sembrare rispettabile il semplice squallore. Pile di detriti coprivano il pavimento, rendendole difficile trovare un percorso pulito su cui camminare, e dovette mettere i piedi attentamente cercando di evitare rivoletti di liquido giallo-verde. La parete trasudava globuli unti di un materiale viscoso non meglio identificato. Rabinowitz era sicura che il fetore l’avrebbe fatta svenire se il suo corpo artificiale avesse potuto trasmetterle qualcosa in più in fatto di odori, che non un allarme di fumo o di agenti chimici corrosivi.

“Chi è l’architetto?” chiese ad alta voce. “Fognature e Recupero Centralizzati?” Questa casa era un tale contrasto, sia con la pulizia delle strade pubbliche e con l’essenzialità dello spazio virtuale di Levexitor, che era difficile credere di essere sullo stesso pianeta. Ma conosceva anche tantissime persone sulla Terra, che tenevano il loro spazio virtuale in modo molto diverso dalle loro case e dai loro uffici nella vita reale.

“Deve avere avuto del personale davvero incompetente,” continuò.

“L’Altissimo Levexitor viveva qui da solo,” disse Dellor. “Non aveva personale, tranne il suo impiegato, Dahb Chalnas.”

“Tutto solo? Niente personale? Un uomo della statura e dell’importanza dell’Altissimo Levexitor?”

“Uno dei vantaggi dell’essere così alti,” disse il poliziotto, “è che sei autorizzato a vivere da solo.”

Rabinowitz annuì in modo pensieroso, o almeno cercò di farlo; l’azione fece ondeggiare il suo pesante corpo metallico in modo instabile. “Penso di sì. Bene, mi mostri cosa voleva farmi vedere così posso restituire questo corpo all’agenzia. Vorranno fargli fare un bel bagno nell’acido prima che venga riutilizzato.”

Dellor la condusse attraverso diverse stanze, ognuna più disgustosa dell’altra, fino a che alla fine si fermò e disse, “Qui è dove è stato ucciso l’Altissimo Levexitor.”

Da quanto Rabinowitz poteva vedere, la sola somiglianza che aveva questa stanza con lo spazio virtuale di Levexitor era l’alta postazione da lavoro con il ripiano computerizzato, analoga a quella a cui lui stava quando era stato ucciso. “Questa stanza non assomiglia per niente a quella che ho visto.”

“Non me lo aspettavo. Ci dica solo cosa ha visto.”

“L’Altissimo Levexitor era in piedi a questa postazione, e mi parlava. C’erano delle pause occasionali, potrebbe essere uscito temporaneamente dallo spazio virtuale per parlare a qualcuno fisicamente presente. Nel bel mezzo della nostra conversazione improvvisamente ha guardato in alto, ha emesso un piccolo grido e si è accasciato sulla scrivania. Ho guardato in giro, ma non sono riuscita a vedere nessun altro nello spazio virtuale. Poi il corpo dell’Altissimo si è mosso improvvisamente in verticale —presumo che il suo omicida abbia sollevato il suo corpo fisico per arrivare al Sistema di Viaggi Virtuali – e ho visto i comandi azionati da mani invisibili. Poi, la connessione è stata interrotta e mi sono ritrovata a casa mia.”

Dellor rimase in silenzio per un momento, poi disse, “Questo conferma la nostra teoria. Accetti la nostra gratitudine per la sua collaborazione. La riportiamo all’agenzia di noleggio, adesso.”

“Aspetti un momento. Questo è tutto? Affrontate la spesa di portarmi qui, mi fate fare tutta questa manfrina senza capo né coda dell’affitto del corpo, e mi portate qui a questa fognatura fetida, solo perché io possa passare due minuti a guardare una scrivania e dirvi la stessa storia che ho detto al telefono?”

“Esatto.”

“Mi dica, quale sarebbe la sua teoria?”

“Veramente questo non la riguarda.”

“Beh, veramente mi riguarda eccome.” In piedi, di fianco a lui, si erse in tutta la sua altezza, guardandolo dall’alto al basso con uno sguardo che sperava venisse interpretato come di imperiosità glaciale. “E se mai dovesse sperare di essere più alto, anche lei diventerà un argomento che mi riguarderà.”

Dellor fece una pausa. “È davvero troppo facile farla arrabbiare. C’è solo una persona che potrebbe avere commesso il crimine.”

“Mi faccia ridere.”

“Potrebbe essere stato solo il suo assistente, Dahb Chalnas. Lo abbiamo già preso, e passerà poco tempo prima che confessi.”

“Esatto. È stato il maggiordomo. E come è arrivato a questa stupefacente conclusione?”

“Non è difficile. Chalnas è il solo ad avere avuto accesso alla casa.”

“L’Altissimo non avrebbe potuto fare entrare qualcun altro?”

“Come la maggior parte delle persone della sua altezza, teneva troppo alla sua privacy. Non avrebbe fatto entrare qualcun altro fisicamente, quando lo avrebbe invece potuto incontrare nello spazio virtuale.”

“Salvo non ci fosse qualcosa che non voleva discutere sui canali,” Rifletté Rabinowitz.

Dellor fece un’altra pausa. “Ha delle prove di una questione così delicata?”

“No. Nessuna prova. Ma perché lei è così convinto che sia stato Chalnas? Mi è sempre sembrato così tranquillo, così mite.”

“Signorina Rabinowitz, lei è una straniera a Jenithar. Lei non conosce i nostri modi. Le persone umili come Chalnas spesso covano delle invidie velenose per il loro superiori. L’ho visto succedere troppo spesso, una persona che ha ucciso qualcuno più alto di lei per nessuna ragione apparente, se non frustrazione e rabbia. Forse è un commento triste sulla nostra civiltà, ma è un fatto con cui dobbiamo convivere.”

“Con cosa lo ha colpito?”

“Prego?”

“Se Chalnas era tanto più basso di Levexitor, le sue mani nude non erano abbastanza forti da ucciderlo, probabilmente. Cosa ha usato come arma del delitto?”

Il poliziotto non poteva essere meno coinvolto. “Potrebbe avere usato alcuni oggetti pesanti presenti nella stanza e poi averli portati via per disfarsene. Come vede, è impossibile dire se manchi qualcosa. Mi creda, Chalnas è sicuramente il colpevole.”

“Bene, se lei è così sicuro …. questo è affar suo ed è il suo pianeta, e non ho nessun diritto di dirle come deve gestire le cose. La prossima volta, però, parli con me al telefono e non mi porti a materializzarmi in tutta la galassia, solo per guardare cumuli di rifiuti.”

***

Rabinowitz cercò inutilmente di concentrarsi quando tornò a casa. Ci sarebbe stata una prova dopo un paio di giorni. Aveva delle scene di cui fare degli schizzi per Mac e Lady M. mentre discutevano pianificando il destino di Duncan. Ma altre visioni arrivavano. Quando non vedeva il casino della casa di Levexitor, pensava al tranquillo, servile Chalnas in prigione per l’assassinio del suo capo. Il suono del telefono fu effettivamente una benedetta interruzione – specialmente quando verificò l’identità di chi chiamava prima di accettare la chiamata.

“Nils,” disse, sorridendo al telefono. “Saranno – quanti, tre anni? Quattro?”

Nils Fredericksen, Segretario ONU per il Commercio Interstellare, le sorrise di rimando. I suoi capelli biondi erano diventati grigi da molto tempo, e gli occhi blu luccicavano su un viso magro, morbido come cuoio ben oliato, e rugoso come i suoi nativi fiordi. “Non ci mettiamo reciprocamente in imbarazzo definendo un numero. Diciamo solamente che è da troppo tempo e lasciamo stare le cose così. Come te la passi, mia piccola principessa? Ho saputo che hai avviato una gran bella attività per conto tuo.”

Конец ознакомительного фрагмента.

Текст предоставлен ООО «ЛитРес».

Прочитайте эту книгу целиком, купив полную легальную версию на ЛитРес.

Безопасно оплатить книгу можно банковской картой Visa, MasterCard, Maestro, со счета мобильного телефона, с платежного терминала, в салоне МТС или Связной, через PayPal, WebMoney, Яндекс.Деньги, QIWI Кошелек, бонусными картами или другим удобным Вам способом.

Конец ознакомительного фрагмента
Купить и скачать всю книгу
На страницу:
2 из 2