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Legami Che Incatenano
Legami Che Incatenano

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Legami Che Incatenano

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Язык: Итальянский
Год издания: 2020
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Sentì il cuore farle un balzo nel petto al pensiero di Hunter Rawlins. Era sempre stata convinta che tra di loro ci fosse solo una buona amicizia, ma una volta giunta a L.A si era resa conto che probabilmente c’era qualcosa di più tra loro… che non erano solo amici. Hunter le era mancato tanto quanto suo fratello.

“Oh, andiamo ! – borbottò Tristian mentre Ash stringeva Angel tra le braccia, quasi non volesse lasciarla. – Dai non fare il broncio!” Le prese le guance tra le dita a mò di coppa e le sollevò il mento verso di lui. “Mi hai promesso che mi avresti solo sorriso, questa settimana! – le ricordò con fare deciso.

“Sì, lo so – gli disse sorridendo Angel, ma questa volta il suo sorriso sembrava poco convinto. “ Starò meglio quando avrò riabbracciato la nonna. Vai Ash, divertiti. Ti raggiungerò appena potrò.”

Si alzò sulla punta dei piedi e baciò il ragazzo sulla guancia, prima di voltarsi ed entrare da sola nel resort, dirigendosi verso l’ala del palazzo in cui sapeva che avrebbe trovato la nonna.

Ashton guardò la ragazza allontanarsi, estremamente contrariato dal fatto che avevano dovuto separarsi non appena messo piede sulla collina. Quando erano a L.A. suo padre non aveva avuto mai voglia di stare con lei, e lei era tutta per Ash. Non gli piaceva l’idea di doverla condividere con altri…

*****

Hunter sobbalzò a tal punto che si sollevò dal telaio della porta su cui era appoggiato. Alla vista di Angel che posava quel bacio innocente sulla guancia del suo ragazzo, si sentì in bocca un sapore amaro insieme a un forte prurito alle mani… di sicuro era la voglia di mollare un pugno ad Ashton Fox! Gli ci volle una buona dose di autocontrollo per non mettersi alle calcagna di lei, che nel frattempo si stava allontanando dal gruppo.

Sentì che Tristian si stava avvicinando dal rumore rapido dei suoi passi.

Per quanto poteva ricordare, lui e Tristian erano sempre stati ottimi amici, anche se negli ultimi tempi entrambi avevano dovuto fare i conti con parecchi dei loro lati oscuri. E tutto perché Angel li aveva abbandonati. Guardò fisso l’amico che si avvicinava e ne studiò i lineamenti.

Con affetto sincero, Hunter lo raggiunse. “ Sono felice di constatare che sei sopravvissuto all’elicottero! – gli disse scherzosamente, appoggiandogli una mano sulla spalla e nel contempo facendo un cenno di saluto all’altro ragazzo che era arrivato con lui.

“Sì, ma un giorno mi comprerò un bazooka e gli darò fuoco!– rispose di rimando lui. Tristian scrollò le spalle alla risatina di Hunter. Cambiò argomento. “Beh, almeno siamo tutti qui come da programma! L’ultimo cliente se n’è appena andato e ora siamo solo parenti e amici. Non ricordo di avere mai visto questo posto così deserto, ma mi sento davvero bene!”

Cogliendo al volo la reazione di Hunter, Tristian fece un passo indietro per presentargli Ash. “Hunter Rawlins, ti presento Ashton Fox.”

Ashton prese la mano di Hunter e la strinse con vigore. Si aspettava che l’altro la stringesse con altrettanta forza, e rimase sorpreso quando questo non successe. L’Indiano se n’era uscito con una stretta di mano tiepida come il sorriso che si era stampato sulla faccia.

A dire il vero, Ash si sentiva un po’ in ansia nel conoscere il ragazzo Indiano di cui gli aveva tanto parlato Angel! A sentire lei, lui e il fratello Ray erano in grado di fare qualsiasi cosa, anche di camminare sull’acqua… proprio come gli Indiani che vedi nei films!

“Benvenuto a Sanctuary. – gli disse Hunter, con lo stesso entusiasmo di chi saluta un cliente – Sei pronto a passare una settimana di allegria?” Le parole suonavano falese alle orecchie dello stesso Hunter, ma l’altro non sembrò notarlo.

“Perché no? – sorrise di rimando Ash, soddisfatto di mantenere l’ansia perfettamente sotto controllo. – Ma prima vorrei farmi una doccia e riposarmi un po’, dopo quelle dieci ore di volo in elicottero!”

“Sì, è vero! – esclamò Tristian, guidando il gruppo verso la hall dell’albergo. – Hunter, che stanza diamo ad Ash?”

“Aspetta che cerco la chiave – disse Hunter, precedendoli nella hall e poi interpretando la parte di chi controlla la disponibilità sui registri.

In realtà sapeva esattamente dove avrebbe piazzato Ash, proprio davanti alla stanza a cui aveva facile accesso Ray…ma non per i motivi di ospitalità che si poteva supporre. Ashton Fox aveva avuto una delle due stanze che sembravano galleggiare ai lati dell’ampio salone, di fronte all’enorme piscina coperta…e lontano da tutte le altre stanze.

Dopo aver armeggiato un po’, Hunter estrasse dal casellario la chiave giusta e la porse a Tristian, che fece uno sguardo come per dire che era un’ottima cosa. “Ehi, sei fortunato! Ti ha dato la chiave della stanza più vicina alla piscina e alla palestra di quest’ala dell’hotel!”

Tristian diede la chiave ad Ash e si allontanò, in modo che il ragazzo non potesse notare il cambiamento di espressione sul suo viso. Era contento che Hunter non avesse messo Ash nella stanza vicino a quella di Angel, ma era convinto che lo avrebbe almeno messo allo stesso piano in cui stavano tutti. Non che la cosa gli desse fastidio. Con quell’accoglienza c’era da augurarsi che Ash non sarebbe rimasto tutta la settimana.

“E’ tutto pronto per la festa in piscina? – chiese ad Hunter, ben sapendo quanto Angel amasse nuotare. Stava cercando disperatamente di ricordare tutte le cose che le piacevano, prima che si separassero.

“Hunter annuì. “Sì, i figli di Carley hanno anche invitato degli amici e aperto il Tiki Bar per fare tutto da soli.” Notando al volo un’occhiataccia di Tristian si affrettò a sottolineare: “Ho dato ai loro amici delle stanze contigue ai tuoi cugini, non dormiranno tutti insieme!”

“Speriamo. – sospirò stancamente Tristian, consapevole che assegnare loro stanze diverse non avrebbe risolto il problema. Non tollerava che quei cuginastri si comportassero da padroni dell’hotel, mentre invece erano solo giovinastri da quattro soldi che non facevano nulla nella vita e senza voce in capitolo! Erano famosi per cambiare partner ogni fine settimana… se non ogni giorno. Non c’è che dire, a letto erano una favola, ma a parte questo…

“Ci vediamo dopo! – esclamò Tristian allontanandosi con Ash.

Rimasto solo, Hunter si voltò e andò a prendere la chiave di uno degli dell’appartamenti migliori del resort… la lussuosa suite nuziale al quarto piano. Beh, non era una di quelle stanze da usare per il fine settimana, ma Angel si sarebbe divertita moltissimo a starci per un po’!

“Chi vuoi mettere nella suite nuziale?”

Hunter si girò e vide Ray in piedi davanti al bancone con una scatola di fuochi artificiali sotto il braccio. Lui e il fratello non erano più in buoni rapporti, dopo la morte della madre un mese prima. Tuttavia avevano stabilito una seppur fragile tregua. Hunter voleva bene al fratello, ma ultimamente il suo comportamento lo aveva allarmato non poco.

“E tu, hai deciso di fare i fuochi, stasera? – cambiò argomento Hunter, mentre s'infilava rapidamente la chiave in tasca. Ray notò quello strano movimento furtivo, ma lasciò perdere.

“Certo! Vogliamo iniziare questa riunione di famiglia col botto?”

“Perché no?! – rispose Hunter, un po’ stizzito dal modo in cui Ray lo stava guardando – Verrai alla festa in piscina, dopo?”

“Sì, può darsi che sarò nei paraggi! – esclamò Ray con lo sguardo fisso, mentre afferrava una scatola di cerini dal bancone e la infilava nella scatola dei fuochi che teneva sotto braccio. Poi girò sui tacchi e se ne andò.

Hunter attese che il fratello fosse definitivamente fuori tiro, poi prese la chiave dalla tasca e la guardò. Decise di non riporla al suo posto, ma invece la chiuse in un cassetto della scrivania. Poi stette un attimo a riflettere, tornò al casellario delle chiavi e prese per sé la chiave di una delle stanze comunicanti con la suite.

Si sarebbe sentito più tranquillo se avesse potuto tenere d’occhio Angel… specialmente di notte!

CAPITOLO SECONDO. SEGRETI

Angel era in piedi, appoggiata alla grande vetrata, quando vide sua nonna. Era convinta che avrebbe trovato Isabel Hart nell’enorme veranda con vista sui giardini, a quell’ora del giorno.

Sentì una fitta al cuore, quando vide la cara nonna armeggiare coi comandi della sua sedia a rotelle , mentre si avvicinava a lei. L’ultima volta che l’aveva vista era in piedi, alta e fiera, che si asciugava le lacrime sulle guance mentre le diceva addio. Angel fece un profondo respiro, poi alzò la mano ad aprire la porta della vetrata.

“Nonna! – esclamò sorridendole, mentre si precipitava da lei. Il suo sorriso si fece raggiante, quando vide gli occhi della donna spalancarsi per la gioia. Chinandosi su di lei, Angel l’abbracciò stretta. “Oh Dio, nonna, quanto mi sei mancata!”

Isabel chiuse gli occhi, godendosi quell’abbraccio sincero. Questo era ciò che amava di Angel e Tristian… che erano sinceri, non come il resto della famiglia! Se amavano qualcuno, lo facevano con tutto il loro cuore!

“Ah, ecco il mio Angelo! – disse di rimando Isabel, toccando con affetto la schiena della nipote. Sentì un po’ della forza tornare in lei al solo contatto con la nipote. La ragazza aveva la capacità di intenerirla e farla sentire sempre amata! Malgrado ciò avrebbe continuato a giocare alla malata, pur di ottenere ciò che voleva. “Sono felice di poterti vedere per l’ultima volta!– esclamò Isabel, e per aggiungere incisività alle sue parole usò una voce adeguatamente strozzata.

“Cosa? – esclamò in risposta Angel, strabuzzando gli occhi e scostandosi violentemente dalla donna. – Ma nonna, che dici?” Al solo sentirla dire queste cose sentiva un dolore al cuore e gli occhi riempirsi di lacrime.

“Oh, ma non parliamo di me, cuor mio! Piuttosto, raccontami tutto quello che mi sono persa negli ultimi due anni, e dimmi: chi è questo famoso fidanzato di cui ho tanto sentito parlare?” Indossò un’aria arrabbiata. “ Non posso credere che la mia amata nipotina stia crescendo in un posto così lontano che io non posso prendere parte a ciò che le succede!”

*****

Il cellulare vibrò nella tasca di Tristian, mentre questi usciva dalla stanza di Ash e chiudeva la porta dietro di sé. Era Ray. “Ehi, che c’è? – rispose brevemente.

“La limousine è appena partita e la tua ragazza sta salendo per la collina. I clienti sono tutti andati. Vuoi ancora serrare i cancelli d’ingresso? – chiese Ray, ben sapendo che quello era un ordine di Isabel Hart e quindi…

“Assolutamente. Lo sai che la nonna non vuole assolutamente ospiti sgraditi, questa settimana! – confermò Tristian – Chiudi tutto e poi vieni su a divertirti. Se qualcuno avrà bisogno di qualcosa…beh, dovranno arrangiarsi con quello che c’è qui!”

“Ha l’aria di un piano.– mormorò tra sé Ray.

Disattivò la cellula fotoelettrica e serrò i cancelli. Quando anche l’ultimo dei massici blocchi fu sistemato, alzò lo sguardo sulle punte acuminate delle lance decorative in alto. Da lì non riusciva a vedere bene la torretta di controllo e quindi si diresse in quella direzione. Era l’unica postazione di guardia per una cinquantina di miglia e all’improvviso ebbe la sensazione che stava per diventare inutile.

*****

Angel aprì le porte che davano sulla terrazza e uscì fuori: aveva bisogno di una boccata d’aria, dopo la vista di sua nonna sulla sedia a rotelle! Ogni volta che le aveva chiesto della sua salute, la nonna aveva svicolato facendo domande su di lei.

Dopo aver parlato per un po’, la nonna aveva detto di essere stanca e che si sarebbe ritirata nella sua camera da letto per il resto della giornata, ma aveva fatto giurare ad Angel che sarebbe andata a trovarla l’indomani mattina. Il fatto che sua nonna si ritirasse così presto la metteva in ansia, e cominciò a chiedersi quanto stesse realmente male. Era sempre stata una donna così attiva, prima che Angel lasciasse Sanctuary per andare a vivere in California! Anzi, dopo la morte del nonno sembrava addirittura rifiorita!

Le labbra di Angel si serrarono al ricordo dell’odioso vecchio che aveva sempre visto come un mostro. Non aveva mia odiato nessuno, nella sua vita, ma proprio poche ore prima che morisse quell’uomo l’aveva sorpresa mentre tornava da una nuotata nel laghetto con Hunter.

Suo nonno le aveva urlato contro, accusandola di essere ormai troppo vecchia per stare a giocare con quella marmaglia Indiana che lavorava alla reception! Sbattè Hunter fuori dal resort e gli chiuse la porta in faccia. Vedere l’amico adorato trattato in quel modo fu una cosa terribile, per lei! Quando aveva cercato di parlare col nonno, questi si era voltato e le aveva mollato uno schiaffo in piena faccia così forte da farla cadere per terra!

Angel si era messa a urlare per il dolore, ma non aveva detto niente a nessuno, perché pensava che forse suo nonno aveva ragione. L’uomo non sapeva che da tempo lei e Hunter facevano cose che non avrebbero dovuto fare… baciarsi, leccarsi, toccarsi. Se lui l’avesse saputo, l’avrebbe picchiata di santa ragione!

“Hai visto? Te l’avevo detto che non era una statua di Angel. E’ proprio lei, in carne e ossa!” Una risata vigorosa dietro di lei la scrollò dai suoi amari ricordi. Si voltò e si trovò alle spalle i figli dello zio Robert, i gemelli monozigoti Devin e Damien.

“Ehi, ragazzi, ma come siete cresciuti! – esclamò. Sorrise mentre, uno alla volta, i gemelli la facevano ruotare su se stessa per guardarla bene da tutte le parti e poi la prendevano in braccio… Avevano la stessa età di Tristian, ma negli ultimi due anni lo avevano superato in altezza di almeno venti centimetri! Sembravano dei bodyguard, con quella pelle abbronzata e le magliette nere con su il logo di Sanctuary!

Tastò i muscoli delle loro braccia poderose, notando uno scintillio di soddisfazione nei loro occhi grigi. “Beh, questa maglietta mi fa capire la mansione che avete al resort. Per il resto che mi dite? Siete riusciti a rimanere fuori dai guai? – chiese, ridendo.

“ Chi, noi? – rise Devin mettendola giù, facendo scivolare le mani sui fianchi e le gambe di lei.

“Dovresti conoscerci, ormai! – esclamò Damien, cingendole la vita col braccio e sottraendola alla presa del fratello. Era un gioco che facevano fin da piccoli, quei due: fare a gara tra loro per aggiudicarsi la ragazza più carina.

“Buon per voi, ragazzi! – esclamò Hunter, sorridendo, mentre Angel trasaliva e si girava al suono della sua voce.

Lei sorrise, posando lo sguardo su di lui dopo due anni di lontananza. All’improvviso un’ondata di ricordi la sommerse, facendole battere forte il cuore e tremare le ginocchia. Email e telefonate non erano niente, rispetto al fatto di vederlo di persona!

Aveva i capelli più lunghi di quanto ricordava, e anche più scuri. Sembrava uno di quei personaggi dei romanzi d’appendice in cui si vedono un Nativo Americano e una donna bianca che si baciano. Arrossendo al pensiero, si staccò dai cugini e si avvicinò a lui.

“Sei più alto di quanto ricordassi – gli disse in un fiato. Hunter era l’unica persona al mondo, dopo suo fratello che la conoscesse nel profondo.

“No, sei tu che sei più bassa! – esclamò lui ridendo e sollevandola in aria, facendola volteggiare tra le sue braccia. – O forse sono io che ti ricordo male!”

Era sempre stata leggera come una piuma, per lui. Lei si avvicinò ancora di più a lui e lo abbracciò stretto, mentre lui terminava quel gioco infantile. Inspirò profondamente il suo odore e rammentò tutti i motivi che l’avevano spinta a tornare.

Sapendo di essere osservati; Hunter la mise giù e guardò i gemelli. “Ehi, ragazzi, la festa in piscina è già cominciata e vi stanno aspettando!”

“Stacey! – esclamarono i gemelli all’unisono.– Beh, allora ci vediamo dopo!– dissero, e poi si misero a correre cercando di superarsi in velocità per arrivare primi dalla ragazza.

“Non hanno ancora smesso di condividere la stessa ragazza? – chiese Angel, con un risolino, mentre guardava i gemelli che si allontanavano di corsa.

“Amano la competizione – rispose Hunter – Questa Stacey sta sempre lì, e quindi combatteranno tra loro finché uno dei due non avrà partita vinta!”

Angel sorrise con dolcezza, guardando che una ciocca di capelli color ebano di Hunter gli pendeva ribelle sulla fronte, da quando l’aveva presa in braccio. Teneramente si avvicinò a lui e con le dita afferrò la ciocca e gliela sistemò dietro l’orecchio. “Mi sento come se finalmente fossi libera di respirare. – gli disse.

“E cosa ti tratteneva dal farlo? – le chiese il ragazzo, con la stessa voce morbida di Angel. Ma Hunter sapeva cosa lei intendesse, perché erano le stesse emozioni che provava anche lui. Le provava così violentemente che gli bruciavano gli occhi!

Si chinò sulla ragazza, con la stessa voglia di baciarla di quando lei se n’era andata. Era stato lui a insegnarle a baciare, anche se sapeva bene che per Angel era stato più un gioco che altro. La ragazza aveva vissuto quei momenti come un’esperienza adolescenziale… ma lui si era sentito legato a lei, per sempre.

“Una persona non dovrebbe mai essere separata a forza dal suo migliore amico, mai! Fa troppo male! – sospirò Angel. E lo abbracciò di nuovo.

Alla parola “amico” Hunter si bloccò. Benché la ragazza avesse pronunciato quella frase con affetto, per lui si era trattato di un pugno allo stomaco! L’abbracciò di rimando e le scioccò un bacio sulla fronte, mentre cercava di controllare le sue emozioni. “Lo so.” – disse.

Angel aveva iniziato a usare quel termine anni prima, quando gli aveva confidato tutti i suoi segreti… perfino il fatto che pensava di essere innamorata di suo fratello. Allora Hunter aveva cominciato a portarla nei boschi… solo loro due…e le aveva insegnato quelle cose e fatto provare quelle emozioni che suo fratello non avrebbe mai potuto darle.

Quello era stato il momento di svolta nei rapporti tra Hunter e Tristian… perché lui sapeva che anche Tristian amava sua sorella. Con suo grande sgomento si rese conto che l’unica cosa che era riuscito ad ottenere… era convincere Angel che amava contemporaneamente lui e il fratello.

Si staccò da lei e insieme si misero a passeggiare per il giardino, cingendole le spalle con un braccio. “Scommetto che non hai avuto neanche un attimo di relax per riprenderti dal tuo volo pauroso! – sorrise lui, conoscendo bene quanto lei e Tristian odiassero volare!

“Beh, – disse Angel, con un mezzo rimbrotto – Avresti potuto parlare con la nonna ed evitarmelo. Lo sai che, quando ti ci metti, ottieni da lei tutto quello che vuoi!”

“No, non è più così – rispose Hunter con un ghigno – Non dare la colpa a me per quel viaggio in elicottero! Ultimamente lascio tua nonna molto più libera di prendere le sue decisioni!”

Attraversarono il prato verde e arrivarono in un punto dove sapevano che dalla stanza di Ash potevano essere visti, quindi lui rallentò, ma solo per dispetto. Non era mica un santo!

“Sei il mio eroe, lo sai ? – gli disse Angel, dolcemente. Lui si bloccò e la guardò – Se non avessi soccorso mia nonna, quando ha avuto l’infarto… Le hai salvato la vita!”

Ash si avvolse l’asciugamano intorno alla vita, uscendo dal bagno. Una bella doccia calda era proprio quello che ci voleva, per iniziare una settimana di vacanza! Forse avrebbe dovuto impegnarsi per fare una buona impressione sulla famiglia di Angel, e scommettere su di lei! Non aveva mai lavorato così duramente su se stesso per affascinare una ragazza!

L’ultima che aveva avuto era una vera troia a due facce, e si era visto costretto a darle una bella lezione… ma Angel… Era poco più di una verginella di provincia che aveva quasi dovuto costringere con la forza per baciarla! Ma questo non gli dava fastidio… Se voleva sesso, c’erano abbastanza troie in giro. Poteva uscire con qualcuna e poi tornare da Angel!

Asciugandosi i capelli davanti allo specchio del comò, notò uno strano riflesso. Voltandosi di botto potè vedere, giù in fondo, Angel e Hunter tanto vicini da sembrare in atteggiamento… intimo!

Strinse i denti così forte che la mascella gli scricchiolò, alla vista della sua ragazza e di quel ragazzo Indiano che lei chiamava affettuosamente “ Il mio migliore amico!” Dentro di se sapeva che Hunter non si sarebbe mai sognato di usare lo stesso appellativo nei confronti di lei… nessun ragazzo sano di mente lo avrebbe mai fatto!

“Angel, tua nonna è sempre stata buona con me e mio fratello, anche quando non era necessario! Mi dispiace quello che le è successo! – stava dicendo Hunter con un sospiro, consapevole di mentire. Se Isabel Hart non avesse avuto … quell’attacco di cuore, ora Angel non sarebbe qui! Si sentì un verme, al pensiero di ciò che aveva fatto!

Lo sciamano della sua tribù gli aveva impartito tutte le conoscenze erboristiche necessarie per far guarire una persona… o anche per stimolare un malanno. In tal modo era stato in grado di mescolare le erbe giuste per procurare quel piccolo infarto a Isabel. Era l’unico modo che era riuscito a trovare per indurre Angel a tornare da lui.

“Non ringraziarmi per l’aiuto che le ho dato! – esclamò, sotto il peso della sua coscienza sporca.

Angel gli sorrise e gli posò un bacio leggero sulla bocca, fiera della modestia dell’amico. Si alzò in punta di piedi per baciarlo, perché voleva che lui sentisse quanto gli era grata! Mentre si staccava da lui, i loro sguardi si incrociarono e si mantennero fissi. Angel si sentì invadere le cosce e lo stomaco da una tempesta di emozioni simili a fuochi e fulmini. Non era la prima volta che Hunter le faceva quest’effetto… ma era la prima volta che sapeva che non doveva provare queste cose per lui! Era fidanzata, ora, e desiderare Hunter doveva rimanere un tabù. Deglutì e si staccò violentemente da lui.

“Comunque ti sono davvero grata! Se mia nonna fosse morta, non so cos’avrei fatto!”

Hunter chiuse gli occhi: aveva capito che lei stava cercando di mettere un freno al fuoco di passioni che le era divampato dentro. Non poteva impedirsi di provarle… ma mettere un freno, sì. Tuttavia Hunter non poteva permetterle di lasciarlo di nuovo. Non era tipo, lui, da essere gettato nel dimenticatoio così facilmente!

La prese per mano e, con lei al fianco, si avviò verso la porta della hall. “Dai, avviamoci – disse.

Ashton si aggrappò così forte al davanzale di legno della finestra, da farlo scricchiolare. Angel non gli aveva mai dato motivo di essere geloso, prima, ma il modo in cui guardava Hunter … la tenerezza con cui gli aveva dato quel bacio casto, gli faceva salire il sangue al cervello! No, la cosa non gli piaceva nemmeno un po’! Non l’aveva mica accompagnata a casa per vederla flirtare con altri!

Angel entrò nell’ascensore, cercando di scrollarsi di dosso l’ultima scarica elettrica che le aveva suscitato il contatto con Hunter. “Allora, dove dormirò stanotte? – esclamò, sapendo che quello era un vecchio gioco tra loro.

Quando erano più giovani lei, Hunter, Tristian e Ray si erano divertiti molto a nascondere i registri della reception e a scambiare il numero delle stanze, solo per creare casini. E la cosa ora le sembrava ancora più divertente, perché Hunter era il responsabile della stessa cosa per cui in passato erano stati tutti puniti.

Lui scrollò le spalle: “Ho pensato che volessi stare vicina a tuo fratello.” Allungò la mano e premette il pulsante del quarto piano. “ Così, ti ho ridato la tua vecchia stanza.”

“Sono felice di riavere la mia bella enorme stanza! – sorrise lei, compiaciuta, perché le stanze ai piani superiori erano molto più grandi di quelle dei piani bassi. Inoltre, questo la faceva sentire ancora di più a casa. “Grazie, Hunter!”

“Beh, ho sempre pensato che voi due siate un po’ viziati – rispose lui, facendole l’occhiolino – Ecco perché ho deciso di dormire anch’io in albergo!” Tirò fuori la chiave dalla tasca. Era quella della stanza proprio vicina quella di Angel, e lui vi si era trasferito lì già da un mese. In tal modo riusciva a sentirla vicina, anche se Angel era tanto lontana!

“Davvero ti sei trasferito a Sanctuary? – chiese lei, incredula. Lui e Ray avevano sempre fatto la spola da casa loro al resort, per evitare di lasciare la madre sola di notte… e questo già molto prima che Ray prendesse la patente! I due fratelli amavano moltissimo la madre, e facevano in modo di darsi il cambio per starle vicino.

Quando l’ascensore toccò il piano, Hunter mise una mano sulla porta, per tenerla aperta. “Scusami, Angel, ma avevo pregato Tristian di non dirti niente. Non volevo che ti preoccupassi per noi.” I suoi occhi s'incupirono, sapendo che se lei gli avesse fatto una sfuriata avrebbe avuto perfettamente ragione.

“Allora dimmelo ora! – esclamò la ragazza. Aveva una bruttissima sensazione. Aveva sempre pensato che Hunter non fosse il tipo da tenerla all’oscuro di qualcosa, e per la prima volta si chiese se invece non si fosse sbagliata. – Cos’è che non so?”

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