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Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 3
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Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 3

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Burgoyne intanto continuava ad alloggiare sulla sinistra riva dell'Hudson, e con ogni più diligente opera s'ingegnava a far venire dal Forte Giorgio le munizioni. Avendone finalmente con incredibile fatica e perseveranza ammassato una quantità da poter bastare trenta giorni, si determinò a passare dalla sinistra sulla destra riva per trovarvi e combattere l'inimico ed aprirsi colla vittoria la strada ad Albanìa. E siccome il fiume gonfiato dalle continue piogge aveva portato via il ponte di foderi, un altro ne construì con battelli. Varcò il fiume del Nort verso la metà di settembre con tutto l'esercito, e scendendo per la destra riva andò a pigliare gli alloggiamenti parte nelle pianure, e parte sui colli vicini a Saratoga. Gates stava colle sue genti accampato tre miglia più su di Still-water. Per conseguente i due eserciti fronteggiavano l'un l'altro, e si aspettava una vicina battaglia.

Questo partito di essersi volto alla passata del fiume fu da molti, e molto acerbamente censurato; e si credette, sia stato la principal cagione del fine, che ebbe poi tutta l'impresa. Opinarono alcuni, che sarebbe stato miglior consiglio dopo gli affari di Bennington e di Stanwix, e considerata la forza dell'esercito di Gates, la quale diventava anche tutti i giorni maggiore, che Burgoyne avesse abbandonato il pensiero di recarsi ad Albanìa, e si fosse ritirato di nuovo ai laghi. Della qual cosa però, giusta l'opinione nostra, lo scusa il non aver egli a quel tempo ancor ricevuto nissuna novella, nè della forza dell'esercito lasciato nella Nuova-Jork, nè delle mosse che fosse per fare, o fatte avesse il generale Clinton su per le rive dell'Hudson per alla volta di Albanìa. Aspettava una efficace cooperazione da parte di Clinton. Così portavano ed il disegno ministeriale, e le ricevute istruzioni. E non sarebbe egli stato grandemente da riprendersi, se, ritratto l'esercito verso Ticonderoga, avesse abbandonato Clinton a sè stesso, ed a tutti quei vantaggi rinunziato, che l'arrivo di questi, e la congiunzione dei due eserciti promettevano? Bene ci pare, che vana escusazione sia stata quella, che addusse egli stesso, dicendo, che, se fosse tornato indietro, Gates avrebbe potuto andare a congiungersi con Washington, e tutti e due uniti, opprimendo Howe, il destino di tutta la guerra definire. Conciossiachè non avrebbe mai Gates potuto abbandonar le rive dell'Hudson, finchè si conservava sano e salvo l'esercito di Burgoyne, sia che questi alloggiasse a Saratoga, sia che stanziasse a Ticonderoga. Senza di che consistendo una gran parte dell'esercito di Gates in milizie della Nuova-Inghilterra, queste seguitato non l'avrebbero, quando e' si fosse recato sulle rive della Delawara. Ma se crediamo, che Burgoyne non abbia fatto errore nel voler seguitare l'impresa, ci pare però ch'ei non avrebbe dovuto varcar l'Hudson, ma sibbene rimanersene sulla sinistra riva; poichè in tal caso, o sia che avesse voluto, secondo le circostanze, ritirare l'esercito a Ticonderoga, o sospingerlo avanti sino in Albanìa, ciò poteva molto più facilmente eseguire, trovandosi tra il suo e quello di Gates, già fatto più gagliardo, frapposto il grosso fiume del Nort. Le strade all'insù da Batten-hill sino al Forte Giorgio erano più facili sulla sinistra, che non sulla dritta, ed all'ingiù sino ad Albanìa, se non migliori, certo poco peggiori. Egli è vero che la città di Albanìa è posta sulla destra riva del fiume; ma quando Burgoyne fosse pervenuto rimpetto a questa città sulla sinistra, gl'Inglesi di sotto avrebbero potuto arrivarvi coi battelli loro, e trasportare le genti sulla destra. In ogni caso avrebbero potuto congiungersi con quelle di Clinton. Ma Burgoyne, o troppo confidando ne' suoi soldati, i quali erano in vero una bella e buona gente, o troppo poco conto tenendo degli Americani, dalla quale opinione però avrebbero dovuto rimuoverlo i fatti di Bennington e di Stanwix, amò meglio, lasciato il partito più sicuro, andar a tentar la fortuna col combattere l'inimico, sperando di ottenere colla vittoria, che credeva certa, il fine di tutta l'impresa. Così nell'istessa maniera, che i ministri britannici, male giudicando della costanza de' coloni, si pensarono di fargli calare alle voglie loro colle leggi rigorose, i generali, ingannatisi a gran partito intorno il coraggio di quelli, si fecero a credere di potere solo colla vista, colla voce, e con un po' di romore d'armi fugargli. In tal modo si toccavano le sconfitte per troppa speranza della vittoria, e si perdè la guerra per troppa assicuranza di vincerla.

Ma ripigliando ora, donde lasciamo, il giorno diciannove di settembre era riserbato dai cieli ad un aspro e sanguinoso combattimento, pel quale si doveva definire, se gli Americani potevano solo difendersi dagl'Inglesi dietro i ripari delle Fortezze, delle selve, dei fiumi e delle montagne, siccome alcuni portavano opinione, ovvero se fossero abili ad incontrargli sull'aperta campagna, nelle battaglie giuste ed ordinate. Erasi Burgoyne, superati non senza fatica tutti gli ostacoli dei rotti ponti e delle strade sfondate, condotto vicino a Gates, dimodochè alcuni stretti boschi soltanto s'interponevano tra i due eserciti. Senza fare alcuna dimora l'Inglese trasse fuori il suo in ordinanza, e lo dispose alla battaglia. L'ala sua dritta alloggiava presso certi colli, verso i quali il terreno si innalza graduatamente partendo dal fiume. Essa era fiancheggiata dai granatieri e dai fanti leggieri, i quali occupavano i colli sopraddetti. Poco più avanti in fronte e da fianco di questi stavano, come stracorridori, quegl'Indiani, leali e Canadesi, che rimasti erano nel campo. L'ala sinistra colle genti di più grave armatura e le artiglierie era posta sullo stradone, e nei prati che rasentano il fiume. Era questa capitanata dai generali Philipps e Reidesel. Stava a petto col medesimo ordine schierato dal fiume ai poggi l'esercito americano, Gates sulla dritta, e Arnold sulla stanca. Già seguivano feroci avvisaglie tra i primi feritori dell'uno e dell'altro esercito. Morgan col suo reggimento, ed il colonnello Durbin coi fanti leggieri avevano dato dentro, e volto in fuga i Canadesi e gli Indiani. Ma, venute altre genti in soccorso di questi, furono l'uno e l'altro costretti a cedere, ed a ritirarsi al campo. Intanto Burgoyne, o credendo di girare attorno il fianco sinistro del nemico, o perchè fosse necessitato di così fare per ischivare, passando più in su, i borri dei torrenti che corrono nell'Hudson, si distendeva coll'ala sua dritta su pei poggi, e disegnava di andar a percuotere di fianco ed alle spalle Arnold. Ma quel gioco, che Burgoyne voleva fare all'Arnold, nel medesimo tempo Arnold intendeva di farlo al Burgoyne, senza che l'uno sapesse dell'altro, o l'altro dell'uno per l'interposizione delle selve. Incontraronsi le due schiere. Furono gli Americani ributtati da Frazer. Trovato sì duro incontro sul fianco dritto dell'ala dritta inglese, lasciato sufficientemente guardato questo luogo, si difilarono rattamente verso la destra loro, ed andarono con molta furia ad assaltare il sinistro fianco dell'ala medesima. Quivi Arnold diè pruove di quell'alto e smisurato coraggio, di cui egli era fornito, confortando i suoi colla voce, e più ancora coll'esempio. La battaglia era molto pericolosa. Gl'Inglesi temendo che il nemico, rompendo le fila, non penetrasse tra l'ala loro dritta e la sinistra, il quale si vedeva manifestamente essere il disegno di lui, mandarono nuove schiere in soccorso della parte pericolante. Vennevi Frazer col vigesimo quarto, e con altre genti leggieri, ed i corridori di Breyman. Più sarebbervi venuti dal fianco destro, se non che la necessità di difendere i poggi nol consentì. Nondimeno tanto era il valore e l'ostinazione degli Americani, che già gl'Inglesi incominciavano a disordinarsi. Ma arrivava in questo punto Philipps con nuove genti, e con una parte delle artiglierie; il quale, tosto udito il primo romore, s'era mosso in via, e, traversata con molta difficoltà una selva, si era celeremente condotto al luogo del pericolo. Frenò egli il nemico, e ristorò la fortuna della giornata, che già declinava. Ciò nonostante continuarono gli Americani l'assalto loro con molto valore, sicchè la notte sola pose fine al combattimento. I repubblicani si ritirarono. I reali pernottarono in armi sul campo di battaglia. Mancarono degli Americani tra morti e feriti da trecento a quattrocento. Tra i primi i colonnelli Adams e Coburn. Degl'Inglesi meglio di cinquecento. Morì fra gli altri il capitano Jones, uffiziale di artiglieria molto riputato.

Pretendettero ambe le parti la vittoria. Gl'Inglesi acquistarono il campo di battaglia. Ma siccome l'intenzione degli Americani era di non andare, ma di stare, e quella degl'Inglesi di andare, e non di stare, e che inoltre era agli Americani un vincere il non esser vinti, ognuno può vedere, quale abbia raccolto maggior frutto dalla giornata. Da un altro canto gli Inglesi si persuasero non senza molta diminuzione dell'ardire e delle speranze loro, che avevano a fare con un nemico, il quale anche a viso scoperto sapeva, e poteva tenere loro il fermo.

Il giorno seguente, vedendo Burgoyne che non poteva sperare di cacciar di forza il nemico dai luoghi forti ed affortificati, dove alloggiava, confidandosi forse, che il tempo potesse offerire qualche occasione di far maggior frutto, ed aspettando inoltre di dì in dì le novelle del generale Clinton, delle operazioni del quale egli era tutto al buio, si fermò, e pose il campo a gittata d'artiglieria dagli alloggiamenti americani. Faceva intanto fare sollecitamente grossi ripari, tanto sulla dritta, dond'era venuto il pericolo, quanto sulla sinistra per difender quelle praterìe vicine al fiume, dove aveva i suoi magazzini, e gli ospedali. Un reggimento d'Inglesi, i lanzi d'Hanau, ed alcuni leali furono fatti attendare nelle praterìe medesime per maggior sicurtà. Gates continuò ne' suoi alloggiamenti, affortificandovisi però molto studiosamente sulla sinistra.

Colla miglior fortuna s'accrescevano parimente ogni giorno le forze del suo esercito per l'accozzamento di nuove genti sì stanziali, che cerne. Venne tra gli altri a congiungersi Lincoln con duemila di queste tra Massacciuttesi, Rodiani, Hampshiresi, e Connecticuttesi, tutti soldati buoni ed agguerriti. Usavano gl'Inglesi grandissima diligenza per evitar le sorprese; gli Americani per impedire gl'Inglesi non uscissero a foraggiare. Si facevano in questo mezzo tempo frequenti badalucchi.

Intanto il generale britannico stava con grandissima impazienza aspettando le novelle della Nuova-Jork, e gli pareva mille anni di non riceverne. Finalmente il giorno venti gli pervenne una lettera dei dieci scrittagli in cifera da Clinton, colla quale questi lo avvisava, che verso il giorno venti del mese avrebbe con duemila uomini tentato il Forte Montgommery situato sulla destra riva dell'Hudson alle falde dei colli. Lo accontava nel medesimo tempo, che non poteva far di più, trovandosi molto debole; e che anzi, quando il nemico facesse qualche motivo verso le spiaggie della Nuova-Jork, sarebbe egli costretto di ritornarsene. Mandò tosto Burgoyne un uomo a posta, due uffiziali travestiti, e parecchie altre persone di credenza per differenti strade a Clinton, acciò lo informassero della condizione, in cui si trovava, lo avvisassero e pregassero, procedesse tostamente alla spedizione. Aggiungessero, che in rispetto alle vettovaglie poteva egli, e voleva bastare sino ai dodeci del presente ottobre. Ancorchè l'aiuto che prometteva Clinton, di troppo minor momento fosse, di quanto si era Burgoyne dato a credere dovesse essere, tuttavia sperava, che per l'assalto dato al Forte Montgommery, e pel timore che gl'Inglesi, preso questo, non si aprissero la via su pel fiume, avrebbe Gates, o mutati i suoi alloggiamenti, o mandato qualche grossa banda all'ingiù contro Clinton, e che nell'uno o nell'altro caso si sarebbe offerta la occasione di acquistare qualche vittoria, e perciò di arrivare in Albanìa. Abbenchè, se si consideri, di quanto fosse più gagliardo l'esercito di Gates di quello di Burgoyne, e che il primo nuove forze acquistava ogni dì, si potrà conoscere, quanto vana fosse l'aspettazione del generale inglese. Ei pare adunque, ch'esaminata la debolezza propria, quella di Clinton, e la prepotente forza di Gates avrebbe dovuto pensare a ritirarsi, seppure la ritirata era ancora in facoltà sua; imperciocchè il traversare il fiume, con un sì forte esercito nemico tanto vicino, sarebbe stata impresa troppo pericolosa; e qui si vede ancora, quanto improvvido sia stato il consiglio di averlo la prima volta varcato; conciossiachè da questa passata l'andata ed il ritorno diventarono del pari impossibili.

Sul principiar d'ottobre Burgoyne trovandosi a molto stretti termini condotto, ed ogni giorno diventando più deboli le speranze del soccorso, stimò, fosse necessaria cosa il diminuire le provvisioni giornaliere dei soldati. La qual cosa, quantunque grave, sopportò con molta prontezza l'esercito. Le cose continuarono in questo stato sino ai sette d'ottobre, giorno, in cui avvicinatosi già a quattro o cinque di quello, oltre il quale non si sarebbe potuto durare, il generale inglese si determinò di voler far un motivo sulla sinistra del nemico, a fine di scoprire, se possibile fosse di passare, quando si volesse andar avanti, o di sloggiare l'inimico, quando si volesse dare indietro, o ad ogni modo di uscire alla busca per raggranellar provvisioni. Era forzato per necessità a tentare qualche partito notabile. Fece adunque un nodo di quindici centinaia di buoni soldati stanziali, ai quali comandava egli stesso accompagnato da Philipps, Reidesel e Frazer, capitani tutti di ottima mente e di egregio valore. Aveva con sè due cannoni da dodici libbre di palla, sei da sei, e due obici. La guardia del campo fu commessa sulla dritta verso i poggi ai brigadieri generali Hamilton e Specht, sulla sinistra verso il fiume al brigadiere Gall. Non potè Burgoyne uscire dagli alloggiamenti più grosso, trovandosi così vicino, e tanto superiore di forze l'inimico. Con questa schiera intendeva di cominciar la battaglia. Aveva poi ordinato, che mentre ella dava dentro, alcune compagnie di stracorridori indiani e leali, passando per tragetti, girassero sul fianco sinistro degli Americani, ed andassero a mostrarsi loro alle spalle. Già si era mossa la schiera, ed uscita dal campo, ita era porsi in ordinanza a tre quarti di miglio sulla sinistra del nemico, e faceva le viste di volersi far avanti, e di stendersi per passare oltre il sinistro fianco di lui. Ma Gates, che stava a riguardo, accortosi benissimo del disegno degl'Inglesi, pigliò tosto con molta avvedutezza il partito di dare un improvviso e gagliardo assalto alla sinistra punta della schiera suddetta, sperando in tal modo di separarla intieramente dal rimanente esercito, e di mozzarle la via agli alloggiamenti. Andarono gli Americani all'assalto con incredibile impeto; ma trovarono un duro incontro, perchè il maggior Ackland alla testa de' granatieri gli sostenne molto risolutamente. Gates, veduta la cosa, mandò spacciatamente nuovi rinforzi a' suoi, di maniera che potettero assaltar tutto ad un tempo anche il destro squadrone di quest'ala sinistra della schiera inglese, nel quale si trovavano i lanzi. Quindi è, che non fu fatto abilità al generale britannico di smuovere dal luogo loro, siccome desiderato avrebbe, una parte di questi lanzi per andarne a formare una seconda fila di riscossa dietro quella punta sinistra, che si trovava in maggiore pericolo. Sulla destra della schiera inglese non si combatteva peranco, allorquando i capitani britannici si accorsero, che il nemico con una grossa squadra girava sul loro fianco destro con intenzione manifesta di tagliar loro il ritorno agli alloggiamenti. Per render vano questo pericoloso disegno del generale americano, si ordinò ai fanti leggieri ed al vigesimo quarto, si arringassero, come schiera di riscossa, e per protegger la ritirata, dietro l'ala dritta. Nel mentre che questa mossa si eseguiva, sopravveniva furiando Arnold con tre reggimenti, ed assaltava da fronte quest'ala medesima. Nel medesimo tempo Gates mandava nuovi aiuti a coloro fra suoi, che combattevano contro la punta sinistra inglese. Quivi gl'Inglesi, tenuta un pezzo la puntaglia, finalmente si disordinarono, e voltarono in fuga. Si avviavano a corsa i fanti leggieri, ed il vigesimo quarto per fermar il corso della vittoria al nemico. S'incontrarono nei corridori americani, i quali già inondavano, e ne seguì una feroce mischia con morte di molti da ambe le parti. Morì in questo conflitto il generale Frazer, il quale per la scienza e pel valore teneva luogo fra i primi. In questo momento tutta la schiera inglese si trovava in grandissimo pericolo. Nè minore era quello che correvano gli alloggiamenti; imperciocchè il nemico gagliardo e vittorioso andava per assaltargli, dove, se giunto fosse prima della schiera che si ritirava, poca speranza si poteva avere di difendergli. Adunque Philipps e Reidesel, eseguendo gli ordini del capitano generale, raccolte il meglio, ed il più tosto che potettero, tutte quelle compagnie, che ancora combattuto non avevano, s'ingegnarono di proteggere la ritirata delle genti sconfitte, mentre Burgoyne coll'ala dritta perseguitato fieramente dall'Arnold si ritraeva a grande stento anch'esso verso gli alloggiamenti. Gli uni e gli altri, sebbene a fatica, vi arrivarono, ed entrarono dentro, lasciati però sul campo di battaglia molti morti e feriti, massimamente artiglieri, i quali in questa giornata fecero con non minor gloria loro, che danno dei nemici maravigliose pruove. Vennero anche in poter degli Americani sei pezzi di artiglieria.

Ma qui non ebbe fine il fortunoso combattimento. Appena erano gl'Inglesi entrati negli alloggiamenti loro, gli Americani seguendo l'impeto della vittoria gli affrontarono da diverse parti con incomparabile ardire, malgrado la furiosa tempesta di cannonate a scaglia, e di archibusate che loro piovevano addosso. Arnold sopra tutti, il quale pareva in questo giorno, fosse fuori di sè per l'agonia di menar le mani, ed i pericoli cercasse piuttosto con bestial furore, che con valore umano, abbandonatamente assaltò le trincee in quella parte, dove stavano alla guardia i fanti leggieri inglesi sotto i comandamenti del lord Belcaro. Ma gl'Inglesi con audacia inestimabile si difendevano. La battaglia fu dura, lunga e sanguinosa. Infine, quando già s'abbuiava, Arnold, superati tutti gli ostacoli, si sospinse per maladetta forza dentro il vallo con pochi dei più animosi. Ma in questo punto fu sconciamente ferito in quella gamba medesima, la quale già gli era stata guasta nell'assalto di Quebec. Fu costretto con grandissimo suo cordoglio a ritirarsi. I suoi tuttavia seguitavano a menar le mani, difendendosi però sempre gli Inglesi gagliardamente, e, fatto già notte, anch'essi finalmente si ritirarono.

Ma non si combattè così felicemente pei reali da un'altra parte. Quella squadra di repubblicani, la quale condotta dal luogotenente colonnello Brooks iva allargandosi sull'ala dritta dei regj, dato una gran giravolta, erasi recata ad assaltar il destro fianco degli alloggiamenti, e combattendo ferocemente si sforzava di entrarvi. Stava alla difesa di questa parte del campo Breyman co' suoi lanzi. Questi non mancarono a sè stessi, e con gran valore si affaticarono di risospingere gli assalitori. Ma morto sulle prime Breyman, si disordinarono, e dettero luogo all'impeto degl'inimici. Furono tutti o fugati, o fatti prigionieri, o tagliati a pezzi. Perdettero tutte le tende, le bagaglie e le artiglierie. Entrarono gli Americani, e piantarono gli alloggiamenti loro dentro il campo inglese. Udite Burgoyne le novelle di sì tristo caso, ordinò, si andasse a rincacciar il nemico. Ma o sia la notte, ch'era sopraggiunta, o lo sbigottimento delle genti, che sel facessero, i comandamenti suoi non ebbero effetto, e gli Americani continuarono a dimorare nel luogo, che con tanta gloria acquistato avevano. In tal modo s'erano questi aperto il passo sul fianco destro, ed alle spalle dell'esercito inglese. Le altre schiere americane stettero tutta la notte in armi ad un mezzo miglio distante dal campo inglese. La perdita dei morti e dei feriti fu molto grave da ambe le parti; ma più da quella degl'Inglesi, de' quali ne furon anche fatti prigioni non pochi. Il maggiore d'artiglieria Williams e l'Ackland dei granatieri furono nel numero di costoro. Molti pezzi d'artiglieria vennero in poter dei repubblicani, con tutte le bagaglie dei Tedeschi, e molte munizioni da guerra, delle quali avevano grandissimo bisogno. Aspettavano gli Americani impazientemente il nuovo dì per rinnovar la battaglia. Ma trista, ed oltre ogni dire pericolosa era la condizione dell'esercito britannico, la quale però sopportava con maraviglioso coraggio. Il continuar a starsene in quel sito era un esporsi l'indomani ad una inevitabile rovina. Gli Americani più potenti e più arditi, e per l'adito che già aperto si erano al destro fianco, e per le altre parti ancora poco difendevoli, si sarebbero certamente fatto la via per ogni dove nel campo, e l'esercito inglese sarebbe stato condotto ad un totale sterminio. Pertanto si determinò Burgoyne a mutar gli alloggiamenti; il che eseguì con mirabil ordine, e senza perdita veruna, facendo per a mò di conversione retrograda dell'ala dritta, girando sulla sinistra che stava ferma, ritirare indietro le sue genti presso il fiume su certi poggi, che stavano a sopraccapo all'ospedale. In questa positura aveva le spalle volte al fiume, la dritta all'in su, e la manca in giù della sua sponda.

Aspettavano il giorno seguente nel nuovo campo loro gl'Inglesi la battaglia. Ma Gates da quel capitano sperimentato ch'era, avendo buono in mano, non volle rimescolare, abborrendo dal rimettere in arbitrio della fortuna quella vittoria, che già era sua. Intendeva, godendosi il benefizio del tempo, che la fame, e la necessità delle cose compissero quell'opera che aveva con audace battaglia sì bene incominciata. Seguirono però questo dì frequenti scaramucce di poco conto. In questo istesso dì, la sera si fecero nel campo inglese le esequie al generale Frazer, molto terribili e dogliose pel danno passato, pel pericolo dell'avvenire, pel desiderio del morto, per l'abbuiar della notte, pel balenar continuo, e pel rimbombo dell'artiglierie d'America, le quali strisciando spruzzavano la terra ad ora ad ora sul viso del cappellano che offiziava.

Ma Gates, il quale già prima della battaglia aveva fatto passare al di là del fiume rimpetto Saratoga un grosso squadrone di soldati, acciò ne custodissero il passo, ed impedissero che il nemico non facesse qualche sdrucito da quella parte, ora ne mandò altrettanti anche ad un guado superiore. Intanto avviava all'insù due migliaia di soldati scelti, acciocchè girando sul fianco dritto degl'Inglesi si avvicinassero alla riva del fiume, sicchè in tal modo sarebbero questi stati accerchiati da ogni parte. Accortosi di ciò Burgoyne comandò, si ritraesse prestamente l'esercito a Saratoga, che trovavasi sei miglia più in su sulla medesima riva del fiume. Incominciavano a muoversi alle nove della sera; ma tal era la malvagità delle strade, rese ancor più difficili da una continua pioggia, e tale la debolezza delle bestie da trarre pel difetto degli strami, che non arrivarono a Saratoga, che in sull'oscurarsi dell'aria la sera del seguente giorno, stracchi tutti e malconci dalle fatiche e dai disagi. Lasciarono in poter dei nemici da trecento malati nell'ospedale, e molte trite cariche di munizioni e di bagaglie. Per istrada distrussero le case, ed ogni cosa che loro si era parata davanti. Cessata la pioggia, Gates gli seguitava sempre dietro un alloggiamento, lentamente e colle briglie in mano, per aver gl'Inglesi rotti i ponti, e per non dar loro occasione di appiccare con vantaggio un qualche fatto d'armi. Temendo che Burgoyne con una subita correrìa di soldati leggieri mandasse ad occupar il passo del fiume vicino al Forte Edoardo, inviò certe compagnie di milizie nel medesimo Forte, perchè l'impedissero. Non così tosto vi erano arrivate, che sopraggiungevano i corridori inglesi; ma, trovato, ch'erano state loro furate le mosse, tristi e dolenti se ne tornarono. In questo frattempo il grosso dell'esercito inglese, passata la notte dei nove a Saratoga, ne partì la mattina dei dieci, e varcò il Fish-kill-creek, che corre nell'Hudson a tramontana di questa Terra. Speravano i capitani, che avrebbero quivi potuto ad un solito passo traversar l'Hudson, e trovare scampo sulla sua sinistra riva. Ma primieramente incontrarono una banda di repubblicani sulla stanca di Fish-kill-creek, che già stavano lavorando alle trincee su certi colli; i quali poscia, veduto il grosso numero degl'Inglesi, attraversarono l'Hudson, ed andarono a congiungersi collo squadrone principale, che alloggiava al di là, affine di impedire questo passo.

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