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Night Light
Night Light

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Night Light

Язык: Итальянский
Год издания: 2019
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Серия «Legami Di Sangue»
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*****

Quinn e Warren avevano perlustrato i dintorni del club in un raggio di cinque miglia.

“Non c’è niente in giro.” dichiarò Quinn e cercò di scacciare la propria frustrazione. Qualcosa non andava...lo sentiva nell’aria.

Warren percepì la tensione nella voce di Quinn. “Dopo la lotta al magazzino, non sono così sorpreso.” Il suo telefono squillò facendo sobbalzare i due uomini e facendogli rendere conto di quanto fossero tesi. Prese il cellulare dalla tasca dei jeans.

“Pronto.” disse Warren al cellulare e poi annuì poco dopo. “Va bene, andremo a controllare.” Riattaccò e rimise il telefono in tasca. “Era Nick, hanno trovato un tunnel sotterraneo sotto la chiesa.”

“Dovremmo andare a controllare.” dichiarò Quinn cercando di ignorare che l’adrenalina gli stesse facendo accapponare la pelle e lui non aveva la minima idea del perché.

L’urlo distinto di un giaguaro sferzò la notte tranquilla raggelando i due uomini. Girarono la testa in direzione del suono prima di guardarsi a vicenda.

“Kat!” esclamarono all’unisono.

Warren prese immediatamente il cellulare dalla tasca e lo mise in una fondina elastica attorno alla caviglia.

Non ci fu alcuna esitazione e dopo pochi secondi i due uomini si erano trasformati e correvano per strada. Le persone urlavano e correvano per allontanarsi dagli enormi felini, provocando una grande agitazione. Quinn prese il comando e corse nel traffico facendo inchiodare un’auto. L’auto di dietro urtò l’altra dietro, creando una reazione a catena.

Warren saltò sul cofano della prima auto e guardò per assicurarsi che le persone stessero tutte bene prima di inseguire Quinn lungo la carreggiata.

Il conducente della vettura fu scosso da ciò che era appena accaduto e prese il cellulare.

*****

Jason si annoiava a morte. Non era successo niente negli ultimi giorni e con Tabby ed Envy fuori città, stava diventando pazzo.

Quando il telefono squillò per poco non gli venne un colpo e si allungò subito per rispondere.

“Guardia Forestale.” disse Jason con voce piatta.

“Sì.” rispose una voce tremante. “Vorrei segnalare qualcosa di insolito.”

Jason sospirò mentalmente e prese carta e penna. “Va bene, mi dica cosa ha visto, signore.”

“La cosa più incredibile che abbia mai visto.” disse l’uomo senza fiato. “Ho appena visto un puma e un giaguaro correre liberi per la città. Ho inchiodato quando il puma è corso davanti a me e il giaguaro è salito sul cofano della mia auto, mi ha guardato, e poi ha seguito il puma."

“Probabilmente c’è stata un’altra fuga dallo zoo.” disse Jason, anche se era una bugia che dicevano in pubblico per nascondere il fatto che la città sembrasse alleata con la pericolosa fauna selvatica in questi giorni.

“No.” esclamò l’uomo. “Il giaguaro aveva un cellulare legato ad una caviglia.”

Jason alzò lo sguardo verso l’altra guardia in ufficio con lui, Jacob Savage.

“Quindi mi sta dicendo che il giaguaro aveva un cellulare legato ad una zampa?” chiese Jason.

Jacob quasi si strozzò con il caffè e posò la tazza asciugandosi il naso, segno che una parte del liquido era finito lì.

“È esattamente quello che sto dicendo!” L’uomo gridò abbastanza forte che Jacob lo sentì.

Jason annuì “D’accordo signore, si calmi. Ha detto che è scappato, quindi lei sta bene. Grazie per aver chiamato, controlleremo.”

Jason riagganciò in fretta il telefono e lo fissò per un attimo, come se l’apparecchio stesse per saltargli addosso e mangiarlo.

“D’accordo, okay.” Jacob si controllò dopo essersi ripreso dal suo attacco di tosse.

*****

Warren raggiunse finalmente Quinn proprio mentre si avvicinavano ad un vicolo in cui l’odore di Kat era più forte. Svoltando l’angolo, arrivarono appena in tempo per vedere Kat dilaniare la gola di un vampiro, e un enorme orso affondare i propri artigli nel petto di un altro. L’artiglio dell’orso spuntò dalla schiena del vampiro, afferrando il cuore sanguinante del vampiro prima di spremerlo come un palloncino pieno d’acqua.

Kat sbatté le palpebre, rendendosi conto che in qualche modo durante la lotta ... i vampiri si erano moltiplicati. Ebbe appena il tempo di prendere fiato prima di essere attaccata da uno dei vampiri rimasti. Lanciò un urlo primordiale quando gli artigli affilati le penetrarono in un fianco. I suoi artigli trafissero la schiena del vampiro cercando di toglierselo di dosso. Improvvisamente, il peso al suo fianco non c’era più e lei cadde, perdendo i sensi per il dolore, la perdita di sangue, e la stanchezza.

Quinn vide il vampiro attaccare Kat e sentiva la rabbia crescere nel proprio petto. Si lanciò nel vicolo senza preoccuparsi se Warren fosse con lui o no. Placcando il vampiro a terra, gli ringhiò minacciosamente in faccia prima di lacerare il suo collo con i propri denti aguzzi. Poteva sentire i suoi artigli scavare su di sé in preda al panico, ma non gli importava mentre continuava a lacerarlo. Girando di scatto la testa, si rivolse di nuovo verso Kat e ringhiò.

Trevor aveva liquidato subito l’ultimo vampiro, facendolo a pezzi finché non rimase altro che un torso senza testa e senza arti. Alzò gli occhi quando sentì Kat urlare poi vide un puma saltare sul vampiro che l’aveva attaccata. Quando lei ritornò nella sua forma umana, Trevor si avvicinò al suo corpo nudo e privo di sensi, curvandosi verso il basso per proteggerla da ulteriori attacchi.

Un ringhio profondo attirò la sua attenzione e incontrò lo sguardo di un puma molto arrabbiato diretto verso di lui con un evidente intento di uccidere...Quinn Wilder.

Trevor era stanco a causa della lotta e ciò rendeva lenti i suoi riflessi. Non fu in grado di schivare Quinn e accusò tutta la forza del colpo nel fianco. Trevor fu lanciato attraverso il vicolo e contro il muro di mattoni per la seconda volta, quella notte.

Trevor ringhiò e riuscì a stare in piedi sulle zampe posteriori per due secondi in totale, prima di appoggiare la schiena e scivolare a terra. Quinn si avvicinava e lui non voleva trasformarsi di fronte al puma, ma sapeva di doverlo fare. Kat li avrebbe informati comunque...quindi che aveva da perdere? Incapace di vedere le proprie ferite sotto la pelliccia, si trasformò lentamente e cercò ancora una volta di alzarsi in piedi.

Quinn si fermò quando vide il maschio umano che era al bar... Warren lo aveva chiamato Trevor. Sibilò quando il suo senso dell’olfatto gli diceva che Trevor non era un mutante normale...o almeno di nessuna specie che avesse mai incontrato. Non sapere cos’avesse di fronte non aiutava molto a placare la sua collera.

Fece un altro passo in avanti ma Warren si mise davanti a lui e si avvicinò a Trevor, ritornando alla forma umana mentre lo faceva. Quando Trevor barcollò, Warren lo afferrò per un braccio e lo mise su una spalla. Non c’era motivo di lasciare che Quinn colpisse un uomo che era a terra.

Trevor guardò Warren e sorrise quando realizzò la loro situazione imbarazzante. “Bel casino, adesso siamo tutti nudi.” mormorò e svenne all’istante.

Warren scosse la testa e non poté fare a meno di sorridere perché Trevor aveva fatto una giusta osservazione. Era in momenti come questo che era contento di avere il cellulare con sé e di portarlo in quel modo. Appoggiò piano Trevor al muro e stava per prendere il cellulare quando sentì Quinn iniziare a ringhiare.

Quinn si era trasformato e guardava Kat priva di sensi. I suoi vestiti erano a pochi passi, distrutti dalla sua trasformazione e non indossabili. Conservando il pensiero per dopo, Quinn iniziò ad esaminare le ferite e si fermò quando vide il sangue che fuoriusciva ancora dal suo interno coscia.

Spostando la gamba quanto bastava per capire da dove provenisse il sangue, si bloccò quando vide un marchio di accoppiamento. Il ringhio uscì dalla sua gola prima che potesse fermarlo. Qualcuno aveva marchiato Kat e l’aveva abbandonata.

Quinn sentì la gelosia sollevarsi dal profondo e si avvicinò per annusare la pelle e vedere se ci fosse ancora l’odore. Il che lo fece solo infuriare di più ... lei non aveva l’odore di un altro uomo, aveva un odore meraviglioso.

Guardando l’altro uomo davanti al quale era accovacciato Warren, Quinn si chiese se il marchio di accoppiamento le fosse stato lasciato dal mutante biondo.

Warren prese il cellulare deciso ad ignorare i capricci di Quinn per il momento. Kat aveva bisogno di aiuto e lui non aveva intenzione di dire a Quinn di chi fosse il marchio di accoppiamento. Che se ne andasse all’inferno scoprendolo da solo.

“Signora Tully?” chiese Warren poi sorrise. “Sto bene, signora. Mi chiedevo se potesse venire al Moon Dance. Mia sorella e il suo amico Trevor sono stati feriti e hanno bisogno di cure che solo lei puoi dargli.”

Warren rimase in silenzio per un momento, poi annuì “Grazie, signora Tully.”

“Non sapevo che conoscessi Tully.” disse Quinn con calma. Aveva incontrato Tully non molto tempo dopo che le famiglie si erano separate.

Warren sorrise mentre componeva un altro numero. Quinn pensava di essere l’unico autorizzato a spiare? “Nick è finito nei guai più di quanto riesca a ricordare. La signora Tully lo rattoppa sempre e la sua casa è sempre aperta se abbiamo bisogno di un posto dove stare.”

“Sono sorpreso che non ci siamo incrociati prima d’ora.” rispose Quinn diventando un po’ più sospettoso.

“Nick, siamo in un vicolo a dieci isolati ad ovest del club e ci serve un passaggio. Porta dei vestiti per tre uomini e per tua sorella, e vieni con l’Hummer.” Warren riattaccò senza aspettare che Nick rispondesse e rivolse la sua attenzione a Trevor.

“È lui che ha lasciato il marchio di accoppiamento su Kat?” chiese Quinn.

“Questo, amico mio, non sta a me dirtelo.” disse Warren misterioso.

Capitolo 5

Nick aveva appena fatto scendere Steven e Jewel al Night Light quando ricevette la telefonata. Jewel era stata molto tranquilla dopo lo stratagemma di Dean in chiesa, ma poteva dire che qualunque cosa avesse fatto il caduto per tenerla calma stava iniziando a svanire. Più si allontanavano dalla chiesa, più diventava paranoica. Poteva solo immaginare l’inferno che il suo amico stava per passare.

Facendo un cenno a Steven, Nick prese in fretta il telefono e lo maneggiò per un attimo facendolo quasi cadere. Alla fine lo prese con il terzo anello e rispose.

“Che c’è.” ringhiò. La sua espressione divenne di profonda preoccupazione prima di schiacciare il pedale dell’acceleratore. Per fortuna, aveva deciso di prendere l’Hummer per portare Steven e Jewel al Night Light.

Fece mente locale e tirò un sospiro di sollievo quando si ricordò che Warren aveva lasciato dei vestiti in auto dopo il loro ultimo viaggio in campeggio. Nessuno si era preoccupato di toglierli e questo risparmiò a Nick di passare prima da casa. Era positivo che Warren e Quinn fossero quasi delle stesse dimensioni ... non c’era niente di peggio che cercare di entrare in vestiti troppo stretti.

Attivando il localizzatore GPS del suo telefono, ottenne la posizione esatta di Warren. Girando l’angolo successivo senza rallentare, Nick sapeva che non gli sarebbe piaciuto quello che avrebbe visto una volta arrivato lì.

In un secondo momento, Nick prese il cellulare e chiamò Devon per aggiornarlo sui nuovi sviluppi. Devon poteva aver lasciato la città volentieri, ma aveva fatto promettere a Nick di chiamarlo più volte al giorno per tenerlo al corrente su tutto.

*****

Steven fece entrare Jewel nel locale e la scortò rapidamente al piano di sopra. Quando arrivarono nella sua stanza chiuse la porta, ma non a chiave. Non voleva che lei si sentisse in trappola.

Jewel sbatté gli occhi e si guardò intorno nella stanza in cui era stata portata. Il letto era a due piazze con sopra un piumone verde scuro. Un paio di cuscini decorativi erano adagiati sul letto e, tra le altre cose, un animale di peluche...un puma. Non poté fare a meno di ridere e una risatina nervosa le sfuggì prima che potesse trattenerla.

Il cassettone era laccato di nero con un grande specchio e al centro c’era una piccola pianta di bambù. Dall’altro lato della stanza c’erano un paio di poltrone a sacco, un enorme televisore a schermo piatto sulla parete, e una console per videogiochi con parecchi giochi sparsi davanti.

Jewel non capiva il perché della propria calma, ma stava lentamente svanendo per essere sostituita dal terrore. Perché diavolo si trovava lì?

“Perché mi hai portata qui?” chiese Jewel girandosi per guardare Steven.

“Perché qui sarai al sicuro.” rispose Steven. “Non tornerai dal tuo fidanzato né da tuo padre.”

Ciò che restava della sensazione di calma svanì immediatamente e Jewel scosse la testa con forza. “No, devo tornare indietro! Se non lo faccio, Anthony mi ucciderà.”

“Non può ucciderti se non ti trova.” Steven ragionò con una voce così fredda da risucchiare il calore dalla stanza.

“E Padre Gordon?” chiese Jewel alzando la voce. “Se vanno da lui, scopriranno dove sono.” Jewel iniziò a camminare. “Papà sarà così furioso e Anthony... Non voglio pensare a cosa farà.”

Steven ricordò il livido grande quanto una mano che lei aveva prima. “Perché diavolo vuoi proteggere tuo padre quando lui, ovviamente, non protegge te!”

“Chi ti ha dato il diritto di metterti in mezzo!?” Jewel urlò, sentendosi più a suo agio adesso che lui le stava urlando contro.

“Sai che ti dico? Bene.” Steven aprì la porta della camera. “Questa è l’uscita, torna dal tuo fidanzato e al matrimonio forzato per colpa di un padre incapace di gestire gli affari. Nessun vero padre sacrificherebbe mai suoi figli per pagare un debito che lui ha causato.”

Jewel fissò la porta e fece un passo incerto in avanti prima di tornare indietro e affondarsi sul letto. Guardò verso la sveglia e capì che era troppo tardi per sgattaiolare di nuovo a casa. Le due del mattino...è l’ora in cui le guardie cambiano di turno e l’unico momento in cui lei sarebbe potuta tornare senza essere scoperta.

“E adesso che faccio?” chiese Jewel e lo guardò con le lacrime agli occhi. "Dove vado?”

Steven chiuse la porta e s’inginocchiò di fronte a lei. “Che ne dici di cominciare col raccontarmi tutto?”

“Del tipo?” chiese Jewel.

Steven le fece un lieve sorriso “Puoi cominciare dal tuo cognome.”

Jewel sospirò. “Il mio cognome è Scott e mio padre gestisce un resort a Palm Springs per conto del mio...fidanzato. Dio, quella parola mi lascia l’amaro in bocca.”

Steven sentì un enorme peso cadere dalle proprie spalle vedendo ancora una volta quanto lei odiasse di essere stata costretta a sposare questo tizio... Non che adesso lui avrebbe mai permesso che accadesse. “Va bene, calmati e va’ avanti. Prova a cominciare dall’inizio.” le suggerì.

Prendendo un respiro profondo, Jewel con calma iniziò a parlare, lasciando semplicemente usciere tutto. “Ero in collegio quando papà ebbe dei problemi al resort. Un agente del governo aveva indagato sotto copertura e stava cercando di scoprire tutte le attività mafiose che avvenivano lì. Quando papà scoprì chi era l’uomo... gli fu ordinato di ucciderlo.”

Steven annuì “E poi cos’è successo?”

“Papà aspettò troppo tempo per ucciderlo... l’agente aveva già passato ai suoi superiori tutte le informazioni. Quando l’agente non timbrò il cartellino o qualcosa del genere, l’FBI inviò altri agenti e papà fu arrestato. Anthony Valachi lo tirò fuori dal carcere dopo aver fatto qualcosa, probabilmente aveva corrotto uno degli alti funzionari, e tutte le accuse furono ritirate.”

“Adesso papà è in debito con il suo capo. Non sapendo come altro pagare il debito, quando tornai da scuola papà mi disse che ero promessa ad Anthony e lui ne era davvero felice.”

Jewel prese un altro respiro e si strofinò la mano sugli occhi. “Io non voglio ancora sposarmi... Volevo fare qualcosa per me stessa, andare al college e guadagnarmi da vivere, forse viaggiare un po’. Quest’uomo ha il doppio della mia età. Ora sono prigioniera, schiava di quel bastardo e dell’errore di mio padre.”

Steven annuì e combatté la voglia di alzarsi e camminare per la stanza. Perdendo la battaglia, iniziò a camminare avanti e indietro. “Posso risolvere il problema.” dichiarò con fermezza ma continuò a camminare. La sua mente correva all’impazzata.

“Sì, come no.” Jewel aggrottò la fronte. “Tu e quale esercito?” Ricordò all’improvviso l’angelo che aveva visto in chiesa e alzò uno sguardo speranzoso.

Steven riconobbe il nome del tizio con cui Micah aveva avuto una rissa un paio di settimane fa, prima che scomparisse. Micah aveva gettato l’uomo fuori dal club dopo avergli dato un pugno in faccia, facendo cadere il coglione dalla sedia. Steven faceva ancora difficoltà a non ridere quando ci pensava.

Quinn non l’aveva trovato tanto divertente, però. Forse Quinn sapeva che Anthony era un pezzo grosso della mafia e stava solo cercando di proteggere Micah. Effettivamente, era la stessa notte in cui Micah scomparve.

Tornò a guardare Jewel mentre passava davanti a lei. Lei aveva ragione. Anthony Valachi aveva il doppio della sua età ed era uno stronzo ipocrita da eliminare. Per niente al mondo l’avrebbe fatta avvicinare anche solo lontanamente a quell’uomo, né al suo violento padre... padre...il prete in chiesa. Adesso che l’uomo gli doveva un favore, e con un piccolo aiuto di Dean...stava per riscuotere.

Aprendo lo sportellino del suo cellulare, digitò dei numeri e sorrise quando dall’altro capo risposero. “Dean, sei ancora in chiesa? Bene, trova il prete e aspettami lì.” Terminò la chiamata e si avvicinò a Jewel. Inginocchiandosi di nuovo di fronte a lei, prese le mani nelle sue, strofinando i pollici sulla sua pelle morbida.

“Quanto lontano desideri andare?” chiese con voce ferma mentre scrutava il suo viso.

“Ci vuole ben altro di una semplice fuga.” Jewel odiò che la propria voce fosse sembrata così flebile. Non voleva che la propria paura si manifestasse in quel modo. Si morse il labbro inferiore chiedendosi cosa avesse in mente Steven.

“Se ci riusciamo, non sarà necessario andare lontano da qui.”

“A cosa stai pensando?” Jewel iniziò a ritrarre le mani, ma lui le teneva strette.

“Sto pensando che non puoi sposarti due volte.” Steven trasalì quando lei tirò abbastanza forte da liberarsi. Alzandosi da terra, la fissava mentre lei quasi strisciava sul letto nel tentativo di aumentare la distanza tra loro.

“Ascolta...” iniziò lui.

“No.” Jewel quasi urlò mentre scendeva dall’altro lato del materasso, sentendosi un po’ più al sicuro adesso che c’era il letto tra loro. Il suo viso immediatamente andò in fiamme realizzando che il letto era tra loro in più di un modo, se avesse accettato di andare fino in fondo con questa follia.

Distolse subito lo sguardo dal letto. “Non voglio sposarmi affatto! E perché diavolo dovrei sposare te?”

Gli occhi di Steven si socchiusero per quell’offesa, ma non aveva intenzione di permetterle di farsi uccidere dal proprio orgoglio. Se doveva spaventarla a morte allora ne sarebbe valsa la pena. E poi... al momento, lei era l’unica pista che aveva su Micah. Il labbro di Steven accennò un subdolo sorriso, ora che aveva trovato con successo un altro motivo per fare ciò che stava per fare.

“Perché sposarmi, dici? Perché puoi fingere che il matrimonio sia reale davanti alla mia famiglia e alla tua... poi in camera da letto non succederà niente. E per l’esercito di cui parlavi, ricorda che io non sono umano e neanche la mia famiglia e i miei amici. Quindi quando il tuo ex abbandonato cercherà di reagire...noi lo aspetteremo.”

“E perché faresti tutto questo?” Jewel scosse la testa. “E cosa intendi per fingere?”

Steven allungò le mani indicando il letto tra loro. “Per rispondere alla tua prima domanda, mio fratello è scomparso da due settimane e l’ultima persona, oltre alla sua famiglia, con cui è stato visto è il tuo promesso sposo, e non è stato un incontro amichevole. Quindi, quale modo migliore per ottenere la sua attenzione e poi farlo cadere nella trappola.”

“Per quanto riguarda la seconda domanda, per far sì che funzioni, tutti dovranno pensare che ci amiamo e che vogliamo stare insieme. Ma quando saremo soli, tu dormirai dalla tua parte e io dalla mia. Non voglio rinunciare alla mia libertà. Se tu puoi fingere...allora lo farò anch’io.”

Jewel allentò un po’ la tensione delle spalle comprendendo il suo discorso. “E nessun altro saprà la verità?”

“Solo il nostro angelo custode... Dean.” Steven sorrise quando le sue dita immediatamente andarono a strofinare la guancia che Dean aveva guarito.

“E quando Anthony non sarà più una minaccia?” mormorò.

“Allora il nostro amico prete ci darà l’annullamento e andremo ognuno per la sua strada. Ma prima deve sposarci e, per costringerlo a farlo ... deve essere convinto che ci amiamo e che abbiamo già consumato.” Quando lei lo guardò allibita strinse le spalle. “È un prete e con questa bugia dovremo mentire solo a lui. Una volta che sarà finita, allora potremo dirgli la verità.”

“Ma non consumeremo il nostro matrimonio.” Jewel confermò con uno sguardo duro.

“Posso controllarmi se lo fai anche tu.” Il suo sguardo tagliente era uguale a quello di lei, sapendo di aver appena vinto la prima battaglia. Ora avrebbe solo dovuto pregare di potersi controllare, perché al momento stava usando ogni grammo di forza di volontà che aveva per non saltare sul letto e farla sua prima che Anthony Valachi avesse un’altra possibilità.

Una cosa era certa. La sua famiglia era già in guerra con i vampiri e non erano attrezzati per affrontare un’altra guerra in questo momento, a meno che non credevano che fosse davvero per un membro della famiglia.

“Quanto sei bravo come attore? Perché se la mia famiglia non pensa che ci amiamo sul serio...finirà male prima che l’inchiostro sul certificato di matrimonio si asciughi.”

Le labbra di Steven si aprirono quando Jewel gli sorrise lentamente e cominciò a strisciare sul materasso verso di lui. Lui non mosse un muscolo, in attesa di vedere cosa avrebbe fatto. Mettendosi in ginocchio di fronte a lui, gli fece scivolare la mano dietro il collo e lo tirò giù verso di sé finché le loro labbra non si toccarono.

Era un bacio innocente e la consapevolezza che lei fosse ancora vergine assalì Steven senza pietà.

Jewel cercò di non sussultare quando il braccio di lui le avvolse la schiena e la attirò a sé. Le sue labbra erano ancora chiuse su quelle di lui, ma quando lei sentì il suo tocco caldo scivolare sulle sue labbra, le aprì, sorpresa di sentire un formicolio da qualche parte nel suo stomaco.

Solo un assaggio... Steven ripeté le parole a se stesso mentre proseguiva nel bacio e lo intensificava. Sentendosi immediatamente eccitato, le mise le mani sulle spalle e si allontanò gentilmente da lei. Vedendo i suoi occhi stupiti scattare e incrociare i propri, percepì il desiderio che aveva acceso appena dentro di lei e sorrise.

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