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Il Guerriero Sfregiato
Il Guerriero Sfregiato

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Il Guerriero Sfregiato

Язык: Итальянский
Год издания: 2021
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Il suo Guerriero sfregiato era coinvolto in duello con uno dei demoni pus a quattro braccia. Non aveva idea del perché la propria mente insistesse nel provare particolare interesse per quello sconosciuto, il quale venne vincolato da due delle braccia del demone mentre con le altre due fece per prendergli la testa. Gli occhi azzurri di lui irradiavano determinazione, infatti diede una gomitata al demone nello stomaco nel tentativo di liberarsi. Shae osservò l’arto di lui affondare in modo inefficace nel corpo molliccio del nemico.

“L’inguine!” Esclamò Shae cercando di attirare l’attenzione di lui. “Colpisci all’inguine!”.

La guardarono un paio di occhi di ghiaccio, quindi il Guerriero annuì come a indicarle di aver compreso il suo suggerimento. Un secondo dopo il demone urlò dal dolore, e quando cadde a terra il suo Guerriero non perse tempo nel decapitarlo. Era un combattente impavido e la scena la eccitò.

Un altro Guerriero urlò dal dolore quando venne catturato da quattro braccia viscide, quindi il suo Guerriero balzò in aria prima di affondare la lama nel cranio del demone. Atterrò poi in piedi senza fatica, e si voltò su sé stesso quando sentì che uno Skirm lo stava avvicinando da dietro. Il primo Guerriero si occupò del demone pus mentre il preferito di Shae continuò a battersi. Nel giro di pochissimo entrambi i maschi si ritrovarono a prendere fiato dopo aver annientato i nemici che li avevano attaccati.

“Grazie, Gerrick”. Shae prese un appunto mentale: il suo Guerriero sfregiato dagli occhi azzurri si chiamava Gerrick.

“Figurati, Caell”.

I due si voltarono imbracciando le armi, pronti per proseguire la carneficina, ma nelle loro vicinanze non erano presenti avversari. Shae percepì però l’arrivo di altri demoni. “Andate via, ne stanno arrivando altri. Fate in fretta” implorò la femmina che era tornata per salvarle.

“Mi chiamo Mack, e sarà un piacere rispettare finalmente la mia promessa”. Mack alzò la gamba per abbattere la serratura con un calcio mentre gli altri si occuparono delle restanti celle, ma il Principe Kyran la anticipò.

“Lo stavo per fare io, succhia-sangue” protestò Mack.

“Lo so” rispose, e Shae era finalmente libera. Non si fermò a riflettere prima di correre incontro a Mack e stringerla in un abbraccio.

“Mi chiamo Shae, e ti devo la mia vita”. Erano trascorse settimane infinite, forse mesi, di torture, stupri e combattimenti, e finalmente era fuori da quella cella. Non erano ancora al sicuro, ma sicuramente non avrebbe più fatto ritorno in quella prigione; avrebbe preferito morire. “Un grazie non è abbastanza per quello che hai fatto. Se dovessi mai aver bisogno non esitare a chiamarmi”.

“Parliamone dopo. Sai come si fa a uscire in fretta da qui? Dove siamo entrati è troppo lontano” disse Mack, interrompendola prima di allungarsi a cercare qualcosa nello zaino.

“Non ne ho idea. Mi hanno teletrasportata qui”.

Mack le porse dei vestiti, ma Shae scosse il capo. “Dalli a Cami. Ne ha più bisogno di me”. Fece cenno con la testa a un’umana che stava tremando dalla paura. Non sembrava molto più umana. La fragile donna era lì da meno tempo di tutte, ma indubbiamente era la più traumatizzata.

“Dovremo uscire da dove siamo entrati. Venite, ci conviene muoverci” tuonò Gerrick. La voce di quest’ultimo era in grado di calmare l’anima di Shae nonostante il tono fosse agitato e nervoso; anche il corpo della donna reagiva a essa. Si trattava di qualcosa di rassicurante e inquietante allo stesso momento; gli orrori che aveva vissuto non l’avevano uccisa. Shae si voltò, diretta verso l’uscita. Era pronta per lasciarsi quel capitolo della propria vita alle spalle.

CAPITOLO DUE

Gerrick osservò Zander mentre li guidò fuori da lì. Gli faceva male tutto a causa della battaglia, ma non abbassò la guardia. Non credette nemmeno per un secondo che l’operazione potesse essere stata talmente semplice; Kadir era un bastardo meschino e spietato, e tutto sommato era risultato troppo facile avere la meglio sui nemici.

Restò in allerta e percepì dei ringhi e guaiti di animali provenire da est rispetto a dove si trovavano. Forse Hayden e gli altri muta-forma stavano tenendo lontani i demoni e gli Skirm abbastanza a lungo per dar loro modo di portare in salvo le donne. Gerrick osservò le poverette terrorizzate da dove si trovava nella sezione posteriore del gruppo.

Erano tutte sporche, sanguinanti e ricoperte di lividi, ma non era attratto da nessuna come lo era da Shae. Lo sorprese il rendersi conto della varietà di donne che erano state rapite; da umane a muta-forma e vampiri e da Valchirie ad Arpie. Lo adirava il vedere che all’Arpia erano state vincolate le ali. Era scioccante il fatto che la creatura fosse riuscita a non soccombere in quelle condizioni, ovvero privata di tutto ciò che le dava vita. Nessuno si meritava di venir torturato in modo così brutale. Zander non aveva nemmeno fatto cenno di rimuovere le catene d’argento dalle ali dell’Arpia, e Gerrick si rese conto che forse era per la sicurezza di tutti quanti. La sua reazione sarebbe stata imprevedibile, e un’Arpia fuori controllo era l’ultima cosa che serviva in quel momento.

In condizioni normali tutte quelle femmine avrebbero rappresentato un pericolo. Ciò che avevano passato aveva solamente peggiorato la situazione, rendendole imprevedibili; le creature si guardavano intorno spaventate e scattavano al minimo rumore. Quando incrociarono la strada con un ratto tutte le donne si misero in posizione di attacco, scoperchiando i canini all’innocuo roditore. Spostarono poi lo sguardo freneticamente da Zander a Kyran a Mack e a tutti gli altri. Le loro espressioni terrorizzate suggerivano che il modo migliore di agire era tenerle a bada almeno per il momento. L’ultima cosa che serviva al Reame era una dozzina di donne pericolose in fuga.

Gerrick si rese conto che avevano oltrepassato le terme, e si sorprese di non aver incontrato altri nemici. Il Guerriero non abbassò mai la guardia; era stato troppo facile, il che lo preoccupava. Attraversarono l’area ora vuota, ma che aveva chiaramente ospitato gli Skirm e i demoni. Il suo sesto senso lo avvertì di restare in guardia mentre il gruppo avanzò il più silenziosamente possibile.

In quel punto l’aria non era più pregna dello stucchevole tanfo di morte. C’era qualcosa che non andava. Prese Shae tra le braccia in un gesto istintivo, come a volerla proteggere dal pericolo. In quanto Guerriero il suo scopo era quello di proteggere sia il Reame che gli umani, quindi non era nulla di nuovo, ma il gesto svolto nei confronti di Shae andava oltre i suoi normali doveri. Era qualcosa che gli nacque da dentro, e il pensiero lo spaventò a morte. Non si concesse di avventurarsi in quella parte remota del proprio essere. Il dolore era troppo, quindi lo allontanò il più possibile, fuori portata della propria razionalità.

Fu un rumore a interrompere la marcia del gruppo, quindi Gerrick si alzò in punta di piedi per controllare i dintorni. “Restate qui” disse a Aison e Caell prima di farsi strada a spallate nel gruppo.

Quando raggiunse Mack si rese conto che Kadir e Azazel stavano bloccando il cammino. Entrambi i demoni stavano rivolgendo loro un ghigno orgoglioso, e avevano le braccia incrociate al petto. La differenza di corporatura tra il demone Behemoth e quello Daeva sarebbe stata comica se la loro presenza non avesse rappresentato una minaccia. Uno era alto più di due metri e aveva la pelle grigia e un paio di corna nere, mentre l’altro assomigliava a un modello.

Gerrick osservò con cautela le luci nere e grigie della magia Oscura che irradiavano i due. Si stavano preparando per scagliare un incantesimo, quindi il Guerriero si scervellò per trovarne uno abbastanza potente da proteggere il gruppo. Sfortunatamente non esisteva nulla in grado di contrastare un tale potere Oscuro.

Gerrick rivolse un’occhiata a Shae, la quale fissava immobile i demoni. L’ira di lei era chiara sul suo volto, e si accorse che aveva i muscoli tesi ed era pronta ad attaccare. Per la prima volta si rese conto che l’aura attorno a Shae, che normalmente era viola e blu, presentava degli accenni di nero. Qualsiasi cosa avessero fatto a quelle donne era molto diverso da ciò che aveva subito Jessie, la cui aura era un trionfo di colori dell’arcobaleno, senza alcun accenno di nero.

“Re Vampiro, vedo che stai portando via ciò che non ti appartiene. Un’altra volta” disse Kadir con la sua voce profonda che fece vibrare i muri come fosse stato il motore di un’Harley-Davidson.

Gerrick si accorse che le donne avevano preso a tremare dietro di sé. In quel momento non erano più gli esseri malefici e feroci che erano sembrate, al contrario erano come topolini terrorizzati. Gerrick era pronto a scommettere che se Kadir avesse detto loro di affrettarsi nelle loro gabbie le prigioniere gli avrebbero obbedito. Tutte tranne Shae, indubbiamente. Quest’ultima non si sarebbe mossa; la sua ira bramava vendetta.

“Non ti apparteniamo” esordì Shae prima di avanzare di un passo. Gerrick le portò una mano sul braccio per fermarla, quindi la donna abbassò lo sguardo sulla mano di lui e poi sul suo volto. L’uomo scosse il capo, al che la ragazza scoprì i canini; lo spettacolo fu più erotico di quanto sarebbe dovuto essere.

Zander intervenne prima che Shae potesse commentare. Indubbiamente aveva molte cose da dirgli in quel momento. “Sembra che i tuoi piani abbiano fallito ancora, Kadir. Sei pronto a tornare al tuo creatore, demone?” Zander balzò in avanti senza esitare, deciso a distruggerlo. Era motivato dal desiderio di vendetta per Elsie, la sua Prescelta, la quale aveva sofferto per mano di Kadir.

“Dammi l’Amuleto e le lascerò andare. Tutte tranne Shae. Lei la tengo” rispose Kadir quando schivò con facilità l’attacco di Zander.

Gerrick abbassò la mano e strinse la presa sul coltello, poi avanzò di qualche passo prima di incappare in un paio di spalle larghe. Kyran gli si era messo davanti e lo stava guardando.

“Allora sei più stupido di quanto pensassi”. Fu Bhric a prendere in giro il demone. Gerrick voleva solamente che il Principe Vampiro usasse le proprie abilità per congelare il demone sul posto. Era come se gli avesse letto nella mente, infatti notò il bagliore tipico di quando Bhric faceva appello ai propri poteri.

Zander accompagnò il suo movimento nel voltarsi velocemente verso gli Arcidemoni. “Non terrai nessuna di loro, e di sicuro non ti darò l’Amuleto. Lucifero dovrebbe essere ormai abituato ai propri alloggi, congelato nel lago all’Inferno”.

Gerrick vide Kadir vacillare prima di solidificarsi in un attimo. “Ti piace il nostro incantesimo? È grazie alle tre streghe contro cui hai cospirato affinché venissero eliminate. Sappi che tutte le tue iniziative falliranno. Ti conviene ritornare da Lucifero con la coda in mezzo alle gambe” gli promise Zander prima di infierire sul braccio di Kadir, da cui uscì del sangue nero. La puzza di zolfo aleggiò presto nello stretto passaggio.

Kadir espresse la propria rabbia con un grido di guerra prima di scagliare Zander contro al muro. Kyran si mosse per evitare di venir colpito dal fratello, e cercò di unirsi alla battaglia, ma si trovò ad affrontare Azazel. Si spostò con la super velocità dietro all’Arcidemone dal bell’aspetto e gli conficcò un pugnale nella spalla.

“Con le streghe non ho fatto del mio meglio. Forse ci riproverò” commentò Kadir respirando pesantemente nell’allontanarsi da Zander e Kyran. Gerrick rimbalzò sui talloni dall’impazienza; voleva unirsi in battaglia ma sapeva che avrebbe creato solamente dei problemi. Si trovavano in un passaggio troppo stretto per muoversi liberamente, e i Guerrieri sarebbero stati troppo occupati a evitarsi l’un l’altro per attaccare efficientemente i nemici.

Lo scontro che i quattro stavano intrattenendo era molto confusionario. Kyran venne sbattuto contro a un muro e di conseguenza caddero dei detriti dal soffitto. Gerrick agitò la mano davanti a sé per allontanare la polvere che si era sollevata, e così facendo non si accorse in tempo che Shae si era messa di corsa nella direzione di Kadir.

“Mi avete tolto la vita e farò lo stesso con voi!” Esclamò Shae lanciandosi contro ad Azazel, ma il bel demone l’afferrò a mezz’aria.

“Oh, mia bella Shae. Non ti ho tolto la vita. Te ne ho data una nuova” commentò con fare sensuale all’orecchio di lei prima di affondarle i canini nel collo e banchettare con il suo sangue. La ragazza urlò e si agitò dal dolore, quindi Gerrick agì d'istinto facendo apparire la verga magica e pronunciando un incantesimo che raggiunse Azazel nel braccio, attirando la sua attenzione. I canini del demone strapparono un po’ di carne di Shae quando sollevò la testa.

La ragazza non si lamentò a causa della ferita, al contrario colse l’occasione per affondare le unghie in uno degli occhi del demone. Kyran si spostò dietro ad Azazel con la super velocità, quindi affondò la lama in una gamba del nemico, il quale lasciò andare Shae quando incespicò. La gamba amputata cadde a terra, e il demone fece finire parte del sistema di illuminazione in testa a Kyran. Mack prese quindi parte allo scontro mentre Gerrick liberò Shae dalle grinfie della bestia. Mack e Kyran affrontarono un Azazel in difficoltà, mentre Zander si occupava di Kadir.

Sembrava che stessero avendo la meglio sui nemici nel momento in cui anche gli altri componenti del gruppo aiutarono i Guerrieri che stavano già combattendo; almeno fino a quando li raggiunsero un mucchio di Skirm e demoni minori provenienti dai tunnel dietro di loro. Gerrick e gli altri si trovarono obbligati ad affrontare i nuovi arrivati, quindi l’uomo non ripose la verga e non smise di scagliare incantesimi. Quando però questi si fecero inefficaci, il Guerriero impiegò la verga come un bastone. La conficcò nel collo di un demone della furia, e fece esplodere la testa del nemico quando incanalò la magia nell’oggetto.

Gerrick perse di vista Zander e gli Arcidemoni, ma udì delle urla. Improvvisamente delle luci nere pervasero il tunnel, e quando queste sparirono così fecero anche gli Arcidemoni. Doveva essere successo qualcosa alle streghe per dare modo agli Arcidemoni di teletrasportarsi.

Breslin si affrettò da Gerrick, ma inciampò e cadde prima di raggiungerlo. L’uomo affondò la punta della verga nel petto di uno Skirm prima di pronunciare un incantesimo che lo uccise. Si godette il momento in cui il tirapiedi si dissolse in un milione di pezzi, e si abbassò per evitare la gamba amputata di Azazel che venne scagliata da Breslin. Gerrick era sorpreso del fatto che la donna non vi avesse dato fuoco grazie ai suoi superpoteri dopo essere inciampata nell’arto.

Gli risultava difficile localizzare sia i nemici che le donne a causa del caos che aveva prevalso nel tunnel angusto. Un aspetto che lo colpì era la ferocia con cui le prigioniere affrontavano gli Skirm e i demoni. La loro rabbia e sete di sangue ricordavano quelle di animali selvatici, il che lo preoccupava seriamente circa il loro stato mentale.

Il numero dei nemici diminuì, quindi i Guerrieri affrontarono la battaglia con più calma, mentre le donne non ridussero di intensità i loro attacchi. Era come se anche il minimo di razionalità avesse abbandonato la loro mente. Gerrick provò ad approcciare la piccola umana che chiamavano Cami, ma venne spinto via quando gli graffiò le braccia. Bhric fece la stessa fine quando tentò di avere a che fare con Shae, e quando Gerrick si accorse che il Principe Vampiro aveva sollevato una mano per esercitare il proprio potere su di lei, gli sbatté contro di proposito per distrarlo e fece finire il ghiaccio contro a un muro. Non avrebbe più permesso che le venisse fatto del male.

L’aria nel tunnel si fece pesante, e Gerrick rallentò i propri movimenti quando Zander esercitò i suoi poteri. Non aveva mai sentito così tanta pressione e controllo da parte del Re Vampiro, ed era sorpreso di essere rimasto in piedi dopo un tale dispendio di energie. Gli ordini di Zander echeggiarono nel tunnel. “Basta! Fermatevi!” Tuonò.

Si udivano solamente i respiri pesanti dei presenti. Quando Gerrick si guardò intorno si rese conto che Shae si trovava a qualche metro da lui ed era appoggiata a un muro. Sembrava essere rilassata, ma il modo in cui contraeva la mascella, le rughe d’espressione attorno alla bocca e gli occhi agitati tradivano il suo stato d’animo. L’uomo provò ancora il desiderio di raggiungerla per abbracciarla, ma scosse il capo all’impulso bizzarro e si fece violenza per non assecondarlo.

“Gli Arcidemoni non torneranno stanotte, sono troppo feriti. Adesso usciamo e torniamo a Zeum, per stanotte il bagno di sangue finisce qui” decretò Zander prima di voltarsi verso l’uscita.

I componenti del gruppo presero quindi a seguire Zander, e Gerrick si rese conto che a tutte le donne, a eccezione di Shae, era stato fornito almeno un capo di abbigliamento. L’uomo si tolse quindi la giacca di pelle prima di avvicinarsi a lei. Ricevette un’occhiata cauta quando l’aprì e le disse “Mettila. Fuori fa freddo”. Non distolse lo sguardo da Shae mentre quest’ultima tentò di celare il modo in cui tremava a causa della bassa temperatura.

“Non mi dà fastidio un po’ di freddo” protestò nell’infilare le braccia nelle maniche. “Non è niente rispetto a ciò che ho subito”. Le sue parole esprimevano chiaramente quanto si vergognasse dello stato in cui versava.

Quando si avvolse completamente nella giacca si lasciò scappare un sospiro. Gerrick avrebbe potuto giurare di averla vista avvicinarsi il bavero al naso per inalarne l’odore. Osservò un piccolo sorriso farsi strada sul volto di lei quando si abbassò per togliersi anche le scarpe. L’ultima cosa che voleva era farla camminare sulle tavole scheggiate, i vetri rotti e altri detriti, senza contare le strade fredde all’esterno.

Shae spostò lo sguardo da Gerrick agli stivali di lui che teneva in mano. “Sei sicuro che non ti facciano male i piedi? Sono abituata al disagio”.

Gli si contrassero le interiora alle parole di lei. Era pronto a scommettere i suoi preziosi sgian dubh che non avrebbe accettato la giacca se non avesse capito che stavano per incontrare degli umani. Era chiaro che non avrebbe mai violato la regola secondo la quale gli esseri soprannaturali non potevano rivelare l’esistenza del Reame di Tehrex. Il modo in cui guardava Zander e i suoi fratelli gli faceva capire quanto fosse un vampiro dedito al Reame.

Shae non sapeva quanto dolore avesse dovuto sopportare Gerrick in vita sua. “Il dolore fisico non è niente” le disse onestamente prima di incamminarsi.

“Ma dai” mormorò lei ironicamente. “Comunque mi chiamo Shae” esordì appena dopo.

Quando si voltò per guardarla gli si allargò un sorriso in volto alla vista di lei che saltellava nell’indossare gli stivali prima di affrettarsi al suo fianco. Si corrucciò alla strana sensazione, non sorrideva mai. “Capito”.

“Devi essere il simpaticone del gruppo, Gerrick” commentò lei sarcasticamente, il che gli fece venire voglia di sorridere ancora. “Per dire”.

“Già, io sono Gongolo e lui è Cucciolo” disse indicando Bhric.

“Vaffanculo, io sono Sexy” rispose il Principe Vampiro. Gerrick proseguì tranquillamente fino a quando non sentì un chiodo conficcarsi nel tallone; gli venne da imprecare ma si trattenne. Non voleva che Shae gli desse gli stivali, non avrebbe mai permesso che si facesse male.

“Già, si vede che sei un mattacchione. Sudi sempre così tanto quando combatti?” Domandò lei toccando il bavero della giacca che indossava. L’azione gli diede un assaggio del seno di lei, e cazzo, quanto gli venne duro. Non si concesse di dilungarsi circa il modo in cui la pelle nuda di lei lo eccitasse, quindi si voltò e riprese a camminare.

“Preferiresti indossare la mia maglietta? È madida”. Non stava aiutando il proprio stato, in quanto l’immagine di lei con addosso la sua maglietta era ancora più eccitante. Aveva fatto sesso con tante donne nel corso dei secoli, ma non aveva mai desiderato che qualcuna di loro indossasse i propri capi d’abbigliamento. In quel momento voleva invece che Shae avesse addosso la propria maglietta e nient’altro; si rese conto che forse era a causa di ciò che la povera donna aveva dovuto subire.

“Mi va bene la giacca, grazie, Sudaticcio. Allora, che giorno è oggi?” Domandò raggiungendolo.

“Il primo dicembre”. Non era un tipo da conversazione, preferiva di gran lunga ascoltare. Avrebbe ascoltato quella voce sexy per giorni interi; nel suo tono era presente un accenno di asperità che la distingueva dalla maggior parte delle donne.

“Okay…di che anno?”

“Duemila quindici” rispose con fare incuriosito. Quanto tempo ha trascorso qua sotto? Pensò.

“Oh santo cielo” trasalì lei. Notò la disperazione sui tratti di Shae. Sentì il bisogno di confortarla, ma qualcosa gli suggerì che fosse l’ultima cosa che lei volesse. “Sono passati solamente sette mesi; mi sembra di essere qui da decenni”. Le altre donne scoppiarono a piangere quando si resero conto del tempo che era trascorso. Tutto ciò che gli altri Guerrieri poterono fare era confortare le femmine sconsolate. Gerrick si aspettava che anche Shae avesse un crollo, invece proseguì con i pugni stretti ai fianchi, la mascella contratta e lo sguardo stretto avanti a sé. Era chiaro che fosse incazzata, la sua reazione esprimeva di più del pianto delle altre prigioniere.

Quando raggiunsero le scale Gerrick cedette il passo alle donne. Zander e Breslin le aspettarono invece in cima alle scale. Una volta raggiunta la strada procedettero verso il parcheggio il più velocemente possibile, considerato che le prigioniere erano tante ed erano ferite. Gerrick imprecò quando sentì il freddo ai piedi; non aveva mentito circa il disagio fisico, ma erano trascorsi diversi secoli da quando aveva patito il freddo. Grazie alla Dea si sarebbe liberato presto dell’irritazione dovuta al chiodo nel tallone.

Prima che potessero raggiungere il parcheggio si resero conto che c’era uno scontro in atto, e Gerrick non esitò a scattare di corsa. “Merda. Breslin, resta con le donne. Anche voi, Cade e Caell” impartì Zander prima di raggiungere il compagno Guerriero.

Rhett, un demone di fuoco, nonché l’aggiunta più recente alla squadra, si affrettò al loro fianco quando raggiunsero il parcheggio dove le streghe e gli altri Guerrieri stavano affrontando un gruppo numeroso di Skirm. Diamine, quanti sono?! Pensò Gerrick. Kadir e Azazel di sicuro non avevano perso tempo a mettere in piedi un esercito. Si rese conto in quel momento che cos’aveva interrotto la magia delle streghe.

Il demone di fuoco lanciò delle fiamme dai palmi. “Vi divertite sempre così tanto? A quando la prossima iniziazione?” Mack scoppiò a ridere al commento di lui. Conosceva Rhett da qualche tempo, ed era ritornato con lei e Kyran dopo il loro soggiorno a Khoth, il Reame dei draghi.

“Stai pensando di restare qui per un po’, fiammifero? Sei sicuro che non ti mancherà il tuo lavoro da ufficio?” La ragazza lo provocò nel combattergli di fianco.

“Non m’immaginerei di andarmene tra poco, raggio di sole” Rhett grugnì quando la sua disattenzione gli fece accusare un pugno nelle costole. Rise nell’abbassarsi per schivare il pugno scagliato dallo Skirm. “E poi non ho ancora dato abbastanza fastidio al tuo Prescelto. E mi piace questo posto. Ci sono tante donne e tanti bei posti che vorrei vedere, sembrano promettere tante avventure”.

Gerrick rimbalzò sui talloni ghiacciati prima di attaccare ferocemente gli Skirm, eliminando tutti quelli nelle vicinanze. Due umani scelsero proprio quel momento per attraversare la strada per raggiungere il porto dei traghetti. Gerrick udì le loro esclamazioni di stupore, e così fecero gli Skirm. Due di essi fecero per dirigersi verso gli umani, quindi il Guerriero non si fermò nemmeno a pensare quando corse loro dietro.

I due umani strillarono quando gli Skirm scoprirono i canini prima di lanciarsi su di loro. Gerrick ringhiò e imprecò nel placcare uno dei due, finendogli sulla schiena e facendolo cadere a terra. Sfortunatamente la donna venne attaccata dall’altro Skirm, urlando dal dolore. Gerrick non sopportava le urla stridule, quindi mormorò un incantesimo per ammutolirla e tirò un sospiro di sollievo quando il rumore cessò. La vittima si guardò attorno terrorizzata nel trattenersi la gola.

Non aveva intenzione di prolungare la sofferenza della sfortunata, quindi infilò lo sgian dubh nel petto della creatura, udendo il rumore soddisfacente di quando raggiunse il suo cuore nero. Non si guardò indietro e incenerì anche il secondo Skirm. Il maschio umano si affrettò a soccorrere la donna nel momento in cui il Guerriero si voltò e fece ritorno al proprio gruppo. A metà strada si rese conto di non aver annullato l’incantesimo. Non vedeva l’ora di tornare a casa, era stata una lunga notte.

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