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Pioggia Di Sangue
Pioggia Di Sangue

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Pioggia Di Sangue

Язык: Итальянский
Год издания: 2020
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Storm cercava disperatamente di guardarla negli occhi ma continuava a vedere comunque la sua scollatura per il modo in cui si era chinata, con quell’abito sexy che lui stesso aveva scelto. Certe volte si meravigliava da solo.

«Qualcuno doveva dirglielo, prima o poi.» rispose, dopo essersi teletrasportato accanto a lei guardando gli altri due uomini. Si strofinò il mento per nascondere il sorrisetto quando Lacey girò lentamente la testa per guardarlo ma senza cambiare posizione. «Ren, che ne dici di inserire i fatti di stasera nel database?» disse Storm.

Ren apparve all’improvviso dietro la scrivania, cogliendo di sorpresa Lacey che, ben presto, si accorse che lui non la stava guardando negli occhi... abbassò lo sguardo confusa e poi si fermò, vedendo cosa stava fissando in realtà. Rifiutandosi di provare imbarazzo, gli rivolse un sorriso malvagio e si raddrizzò lentamente per poi voltargli le spalle.

Storm fece una smorfia divertita quando Ren lo guardò con aria accusatoria. Quel breve momento di piacere per gli occhi non era colpa sua... almeno aveva condiviso con lui quella delizia. Riportò l’attenzione su Vincent, che era ancora lì in piedi e si strofinava il mento mentre osservava Lacey.

«Non voglio parlarne.» lo informò lei, ponendo fine alla sua lunga serie di domande prima ancora che potesse iniziare.

Vincent alzò le mani in segno di resa, «D’accordo.».

«Hai accettato di entrare nel PIT?» gli chiese, ammorbidendo il tono di voce e cercando di non guardare la sua guancia arrossata.

«Credo di sì.» rispose Vincent, sapendo che Storm lo aveva imbrogliato. Ovviamente Lacey non era affatto in pericolo e il Viaggiatore nel Tempo lo sapeva.

«Ehi, io te l’avevo detto che stava bene.» si difese Storm scrollando le spalle quando Vincent gli rivolse uno sguardo cupo.

«Dov’è la fregatura?» chiese Vincent, non molto turbato per essere stato convinto ad accettare un accordo che lo legava a un leggendario Viaggiatore nel Tempo e all’elusiva organizzazione del PIT.

«Ti serve un partner.» rispose subito Lacey, ricordando il ragionamento alla base di quella regola.

«Ti stai offrendo?» Vincent sorrise, quell’accordo gli piaceva sempre di più.

«No.» rispose Ren, «Lei sta con me.».

Lacey rimase sorpresa per la possessività nella voce di Ren, ma non lo contraddisse. Poi guardò Storm incuriosita e gli chiese: «Non si può fare a tre?». Non si rese conto del doppio senso finché non vide Vincent alzare un sopracciglio e non udì un ringhio dietro di sé.

«Oddio, dateci un taglio, pervertiti. Non intendevo in quel senso e lo sapete.» insistette Lacey, incrociando le braccia sul petto. Sbatté le palpebre, doveva bloccare tutti i cattivi pensieri che stavano improvvisamente cercando di trasformarsi in immagini nella sua piccola mente malvagia.

Storm si strofinò una tempia cercando di non ridere. Qualcuno doveva andarle in soccorso e, a quanto pare, toccava a lui. «A volte le squadre escono in gruppo ma, anche in quel caso, dev’esserci quella persona speciale da tenere d’occhio, e viceversa. Ho un partner temporaneo perfetto per Vincent, visto che il suo compagno è assente per un po’.».

«Beh, non mi sembra che questa persona abbia tenuto d’occhio il suo partner... .» puntualizzò Vincent, si sentiva sarcastico e non gliene fregava se agli altri dava fastidio. Si accigliò guardando Lacey e si chiese quand’è che era diventato così affezionato a lei. La rabbia che aveva provato quando Ren aveva detto “Lei sta con me” non era un buon segno.

«È un po’ difficile tenere d’occhio un mutaforma che si è dato alla macchia. Sono sicuro che Trevor è nei paraggi, ma neanch’io so quale forma ha assunto.» ribatté Storm.

«Un mutaforma... sul serio?» chiese Vincent, sentendosi come se si trovasse improvvisamente in un negozio di caramelle paranormali con sapori esotici di tutti i tipi. Sapeva che i mutaforma non erano solo una leggenda, ma i demoni della cosca cercavano una di queste misteriose creature da sempre e non erano mai riusciti ad individuarla.

«Lo metti in squadra con Chad?» chiese Ren, ma non era contrario all’idea se serviva ad allontanare Vincent da Lacey.

«Pensaci... hanno entrambi lo stesso problema.» gli fece notare Storm, sapendo che avrebbe colto il significato nascosto.

«Vuoi dire che anche lui ha un desiderio di morte?» chiese Vincent con una smorfia, visto che quello era l’unico problema che Storm lo aveva accusato di avere. Ignorò l’occhiataccia che Lacey gli lanciò di punto in bianco. Lei odiava sentirlo parlare della morte come se fosse una cosa da niente. «Se avevi intenzione di mettermi in squadra con un demone, allora perché non mi hai lasciato con quelli a cui mi ero già abituato?»

«Chad è umano al cento per cento ma Storm ha ragione. Poco tempo fa è stato assassinato... pugnalato al cuore.» disse Ren, poi si fermò quando Storm lo guardò e lo avvertì mentalmente di non dire una parola sui Caduti... né Kriss né Dean. Ren dovette concentrarsi per mantenere un’espressione seria mentre metteva insieme i pezzi del puzzle.

Riportando l’attenzione su Vincent, continuò: «Chad è tornato in vita ed è ancora umano come te. Finora è morto solo una volta e contro la sua volontà, quindi non lo chiamerei desiderio.».

«La prossima volta potrebbe morire per davvero... o no.» aggiunse Storm. «In ogni caso, non mi è permesso dare anticipazioni.».

«Sì, certo.» disse Vincent, vittima del proprio sarcasmo ancora una volta.

«Non sta mentendo.» insistette Lacey, avvicinandosi a Storm. «Se dice cosa succederà in futuro o dà anche solo un indizio, inizia a sanguinare da ferite che noi non possiamo neanche vedere.».

Si girò verso Storm e allungò una mano per sfiorargli affettuosamente un braccio. «Io l’ho visto.» aggiunse tristemente. «Hai infranto le regole per colpa mia. Stasera quelle cose orribili mi hanno attaccata e a quest’ora sarei morta, se tu non avessi avvertito Ren di quello che stava per accadere.».

Storm cercò di nascondere l’amore che gli brillava negli occhi mentre fissava Lacey e sentiva il suo tocco gentile... ma le voleva un bene dell’anima, perciò era difficile. «Il fatto che adesso tu sia qui è valso la pena di ogni singola goccia di sangue.» le disse onestamente, prima di incrociare lo sguardo di Ren. «E poi, le conseguenze della tua morte erano terribili, questo posso dirlo perché non è successo.».

«Ovviamente è successo e tu l’hai cancellato.» Lacey gli sorrise affettuosamente, poi gli si avvicinò e lo abbracciò forte. «Tu e Ren avete deciso di salvarmi.» si corresse, poi si scostò e guardò Vincent. «Se Storm ti vuole con Chad, allora probabilmente ha una buona ragione.».

Adesso Vincent vedeva tutto con chiarezza. Quei due tipi potenti erano in grado di proteggere Lacey molto più di quanto avrebbe mai potuto fare lui... lo avevano già dimostrato. Chi era lui per privarla di quella sicurezza?

Sospirando esageratamente, sbatté le palpebre verso di lei. «Va bene, mi hai convinto. Adesso siamo entrambi fan di un Viaggiatore nel Tempo.». Omise intenzionalmente il nome di Ren perché non lo convinceva come fidanzato... al massimo come guardia del corpo.

Ren ignorò i pensieri di Vincent che sentiva forte e chiaro. Per quanto lo riguardava, aveva vinto la guerra già solo per il fatto che Lacey non l’aveva implorato di essere la partner di Vincent.

«Quindi accetti di fare squadra con Chad?» gli chiese Lacey sorridendo. Non poteva tenergli il broncio neanche in cambio di soldi... lo adorava. Sussultò quando lo schermo dell’enorme monitor a parete si frantumò all’improvviso, emanando scintille sul pavimento.

Ren si strofinò il setto nasale, poi si concentrò sul monitor e usò i propri poteri per riparare il danno appena fatto.

Vincent lo guardò con aria sospettosa, poi ricambiò il sorriso di Lacey. «Certo. Per quanto ne so, Chad è stato graffiato da un demone gatto e adesso ha nove vite... ops, otto.» disse, scrollando le spalle. Potrei fargli vedere come funziona.».

Si avvicinò a Lacey e le mise spavaldamente un braccio attorno alle spalle, poi si girò verso Storm insieme a lei e gli chiese: «Cosa fa esattamente Chad per il PIT?».

«È un poliziotto di alto grado, anche se è uno dei pochi agenti umani rimasti in città. Con tutte le chiamate particolari arrivate al 911, abbiamo dovuto riempire la città di agenti paranormali, con infiltrati tra i soccorritori, negli ospedali e tra i vigili del fuoco.» rispose Storm.

«Capisco.» Vincent annuì, calcolando mentalmente quanti paranormali ci sarebbero voluti per risolvere il problema di quella città. «Dopo il fuggifuggi a cui ho assistito stasera dal negozio, mi meraviglio che gli umani non siano già stecchiti come mosche.».

Storm scompariva e riappariva così velocemente che nessuno se ne accorse. Per fortuna Ren era troppo impegnato per notare il suo indebolimento, era concentrato su Vincent che stava toccando di nuovo Lacey.

Riportando l’attenzione sull’argomento, Storm continuò: «È grazie agli sforzi congiunti del PIT se il numero di vittime umane è stato ridotto al minimo, tuttavia gli obitori della città erano comunque pieni. I demoni cercano di stare lontani da noi ma non fraintendermi... è una situazione pericolosa e proprio qui, in casa nostra.».

«Già, la cosa peggiore che potrebbe capitarti è essere ucciso brutalmente... e continuamente.» aggiunse Ren, facendola suonare come se fosse la cosa più bella del mondo. Nessuno sapeva che poteva essere così meschino.

«Ooh... non mi sono venuti abbastanza brividi, riprova.» rispose Vincent con tono annoiato.

Storm interruppe la loro guerra verbale per evitare che Vincent morisse per la prima volta da membro ufficiale del PIT. «Tu hai esperienza con diversi tipi di demoni e sai quali potrebbero essere le loro debolezze, ci saresti di grande aiuto. E non preoccuparti, avrai un arsenale di armi... e non mi riferisco a quelle standard... abbiamo tutto quelle che serve per rovinare la giornata a un demone.».

Lacey guardò Ren quando Storm menzionò le armi. In realtà la loro arma migliore era Ren ma, dopo quello che era successo al “The Witch’s Brew”, aveva capito che era anche un’instabile bomba atomica che poteva far saltare in aria tutti se avesse perso il controllo. Ricordando come gli aveva fatto riprendere il controllo, arrossì e distolse lo sguardo.

«Ma ricorda...», aggiunse Storm, «... il tuo compito principale è tenere Chad al sicuro finché non torna Trevor. Se ti distrai e vieni ucciso da un demone, lui rimane da solo finché tu non resusciti.».

«A proposito di armi...» disse Vincent con un lento sorriso, «... una volta terminato il lavoro di babysitter, ti propongo di unirti a me per recuperare alcuni oggetti rari di mia conoscenza... roba nascosta dai demoni.».

«Pensi davvero che farai squadra con Storm?» gli chiese Ren con un sopracciglio alzato, sentendo di nuovo il desiderio di farlo a pezzi.

Lacey si accigliò sentendo la gelosia nella sua voce. Quell’uomo era geloso fino al midollo ed era evidente che non voleva condividere né lei né Storm con nessun altro.

«Che avaro.» lo accusò.

Ren strinse le spalle, «Mi sconvolge l’alta opinione che ha di se stesso.».

Lacey alzò gli occhi al cielo. «Oh, dacci un taglio... hai cinque anni, per caso?». Si allontanò da Vincent e si avvicinò a lui, scrutando il suo viso in cerca di segni di miglioramento nel suo umore e per provare una sua teoria.

«Io sono molto più vecchio di te.» la prese in giro Ren, sorridendo adesso che Vincent era rimasto da solo.

«Hai fatto bloccare lo scaldabagno mentre ero sotto la doccia.» ribatté Lacey scherzosamente, adesso aveva la prova che la sua vicinanza era come un calmante per lui. «Quindi mentalmente sei molto più piccolo di me.».

«Che ne dici di andare a conoscere Chad?» chiese Storm a Vincent, cercando di distrarlo e di tenerlo fuori dai guai. Lacey stava imparando in fretta come placare il lato oscuro di Ren, mentre Vincent era molto più lento di comprendonio.

«È prudente lasciarli da soli?» sussurrò Vincent, poi alzò la voce per attirare la loro attenzione e aggiunse: «Comunque... sono abbastanza sicuro di essere più vecchio di entrambi, perciò siete in castigo... anche se Lacey potrebbe cavarsela con una sculacciata, se accetta di fare la brava.». Le rivolse un sorretto provocatorio quando lei si voltò a guardarlo con gli occhi spalancati.

Storm allungò subito una mano e teletrasportò Vincent lontano dal pericolo, cercando di memorizzare l’espressione sul viso di Ren. Magari sarebbe tornato indietro nel tempo con una fotocamera, già che c’era.

Vedendo uno strano lampo di luce balenargli davanti agli occhi, Ren sbatté le palpebre. Invece dell’idiota a cui mirava, si ritrovò ad afferrare il nulla e vide un pezzo di carta che svolazzava in aria. Lo afferrò con un ringhio frustrato.

«Che cos’è?» gli chiese Lacey, sollevata che Storm fosse scomparso di nuovo con Vincent. Almeno lui l’avrebbe tenuto al sicuro... e in vita.

«A quanto pare, il tuo ex partner se ne starà fuori dai piedi per tutto il giorno.» disse Ren, poi si accigliò quando il messaggio svanì all’improvviso e fu sostituito da una foto istantanea del proprio viso distorto dalla rabbia. Ha-ha. Storm era proprio simpatico, ultimamente. Sorrise quando l’istantanea si trasformò in polvere e gli scivolò tra le dita.

Poi si voltò per guardare Lacey e notò il suo sguardo divertito. Stava ancora guardando la mano con cui lui teneva la foto.

«Ti sei divertita, eh?» le chiese con un sopracciglio alzato. Lei gli rendeva difficile rimanere arrabbiato. Il modo in cui annuì era troppo carino.

Capitolo 3

«Ho bisogno di togliermi questi vestiti.» disse Lacey, guardando l’abito da sera che aveva ancora addosso. Era bellissimo appena indossato ma adesso, dopo la terribile notte che aveva passato, era sporco e strappato nei punti in cui era stata trafitta da quei fili demoniaci.

Un’ondata di desiderio sessuale la assalì duramente e Lacey alzò subito lo sguardo verso Ren, che era impassibile. Proveniva da lei... o da lui? Non aveva pensato al sesso quando aveva parlato di togliersi i vestiti, ma adesso sì che ci stava pensando.

«E ovviamente è d’obbligo un’altra doccia gelata.» aggiunse, portandosi una mano allo stomaco. Non era mai stata timida quando si trattava di parlare di sesso e non avrebbe certo iniziato adesso. «È tuo il desiderio sessuale che sento?».

Ren aveva praticamente smesso di respirare immaginando di spogliarla con un solo movimento fluido, per poi farla sedere nuda sulla scrivania. Rimase sorpreso per quella domanda schietta. La sua risposta fu un “Sì” chiaro e forte. Lacey sapeva esattamente cosa stavano facendo Nick e Gypsy al piano di sotto, ma Ren non immaginava che lei sarebbe stata in grado di sentire anche le sue emozioni e i suoi desideri.

Sperava che avesse assorbito solo una piccola parte del suo potere, altrimenti non sarebbe durata a lungo nel castello. Si appuntò mentalmente di chiedere a Guy se poteva creare una sorta di incantesimo per smorzare le sue nuove abilità ma, per ora, si sarebbe limitato a dirle la verità.

«Questo castello è pieno di esseri paranormali con emozioni intense.» le disse, cercando di mantenere il controllo. Sentire la sua eccitazione non gli era di aiuto, in quel momento, e stava avendo un effetto boomerang su entrambi. «I paranormali provano emozioni come gli umani. La differenza è che le sentono molto più di quanto un umano potrebbe sentirle... e tu adesso stai percependo questo sovraccarico.».

Si avviò verso di lei, sentendosi come un predatore che insegue la propria preda. Un sorrisetto compiaciuto gli apparve sul viso quando lei indietreggiò finendo contro la scrivania, proprio dove lui aveva immaginato di farla sedere.

«La loro rabbia potrebbe scatenare una furia omicida in un essere umano... e il loro modo di amare potrebbe essere definito come un’ossessione pericolosa.». Si sporse in avanti all’improvviso, poggiando le mani sulla scrivania per intrappolare Lacey tra le proprie braccia. Poi le avvicinò le labbra all’orecchio. «E la loro lussuria è così forte che brucia.».

Lacey chiuse gli occhi mentre sentiva il suo respiro sul collo. Ren aveva ragione, lei si sentiva in fiamme. Dischiuse le labbra mentre il respiro accelerava. «Il loro corpo dev’essere ipersensibile al tatto, perché il tuo respiro sul collo sembra troppo bello per essere normale.».

Un ringhio fu l’unica risposta che ottenne ma era così sensuale che Lacey ne interpretò il significato. Ren era così vicino... eppure non la stava toccando in nessun punto. Era come se lui avesse il controllo totale, mentre lei annaspava in un vortice di passione che aspettava un minimo cenno per trascinarla a fondo. Al momento, Lacey voleva davvero provare quel delizioso effetto collaterale... se lui era d’accordo.

Scacciando dalla mente l’eccitazione che aveva inavvertitamente provato prima al negozio, ripensò all’ultima volta che si erano toccati. Era successo proprio lì, in quell’ufficio. Lei credeva che sarebbe morta dopo l’asta e perciò aveva desiderato trascorrere le sue ultime ore abbandonandosi al piacere con lui. Ma Ren l’aveva fermata perché aveva ascoltato i suoi pensieri.

Beh, adesso non era più in pericolo, perciò quella scusa non valeva più. Se avesse fatto a modo suo, allora Ren avrebbe usato qualcos’altro di lì a poco... e lei, per come si sentiva in quel momento, sperava che fosse un qualcosa di grosso e palpitante.

«Visto che sei stato tu a darmi il potere di eccitarmi così all’improvviso... vuoi aiutarmi anche a spegnere le fiamme, o devo cercare qualcun altro che sia disposto ad essere il mio pompiere?» gli chiese, ricordando il dolore del suo ultimo rifiuto.

Ren si afferrò alla scrivania quando l’ondata di calore che stava sentendo si trasformò subito in una rabbia tremenda. Aveva davvero minacciato di cercare qualcun altro per soddisfare il suo desiderio? L’immagine di lei e Vincent che facevano l’amore in un passato non troppo remoto gli mandò in fumo il cervello.

Avrebbe dovuto avvertirla anche della tremenda gelosia dei paranormali ma era un dettaglio opinabile, visto che lui sembrava essere il solo a provare quella particolare emozione.

«T’insegnerò ad usare i tuoi poteri, ma anche a controllare quelli che potrebbero essere un pericolo per gli altri.» le sussurrò in modo ingannevole, prima di prenderla tra le braccia.

Lacey rimase sorpresa quando lui la strinse a sé e l’ufficio iniziò a svanire. Dopo pochi secondi si ritrovò nella stessa stanza in cui si era svegliata... quella di Ren. Guardò il letto, sperando di ottenere finalmente quello che desiderava da quando lo aveva incontrato la prima volta.

Ren, invece, la prese per un braccio e la trascinò lontano dal letto. Lei si accigliò confusa, fu spinta in bagno e non riuscì a trattenere un grido sconvolto quando si ritrovò improvvisamente sotto la doccia, con l’acqua gelata che le scrosciava addosso. Rabbrividendo, allungò una mano per chiudere l’acqua e si rese conto di essere ancora vestita. Adesso vedeva la propria pelle sensibile sotto una luce completamente nuova. Sentiva più freddo di quanto pensasse di poter mai sentire.

«Che cavolo ti prende?» gli chiese, lanciandogli uno sguardo omicida.

«Lezione numero uno...» ringhiò Ren, chinandosi verso di lei per aggiungere enfasi, «... non lasciarti sopraffare dal desiderio sessuale al punto da andare a letto con chiunque per risolvere il problema.».

Lacey non abbassò lo sguardo e, battendo i denti, replicò: «Hai ragione. Come mi è saltato in mente di chiederlo a te? La prossima volta starò più attenta a chi mi rivolgo.». Si aspettava una sua reazione ma come risposta ricevette solo il silenzio totale; si sentiva nervosa e il non poter vedere gli occhi di Ren dietro quegli stupidi occhiali da sole non le era per niente di aiuto.

Si chiese dove fosse finito il desiderio di Ren e perché diavolo fosse stato rimpiazzato dalla rabbia di punto in bianco. Quell’emozione era così forte che dovette sforzarsi per arginarla. Nell’ultimo anno aveva difeso i propri pensieri e le proprie emozioni dalla gente pericolosa e adesso era quasi un’esperta... tranne quando era con Ren, e non capiva il perché.

Invece di dargli uno schiaffo come avrebbe voluto, afferrò la porta della doccia e gliela sbatté in faccia per non averlo più davanti agli occhi. Togliendosi il vestito, lo lanciò oltre il vetro e sogghignò quando sentì l’acqua che schizzava contro qualcosa. Sperava che quella pioggia fredda gli fosse finita dritta in faccia, se lo meritava.

Guardò attraverso il vetro satinato e le venne quasi la voglia di saltellare di gioia quando vide la sagoma di Ren e capì che si stava togliendo gli occhiali per asciugarli. Quel piccolo assaggio di vendetta placò momentaneamente la sua rabbia. Aprendo l’acqua calda, Lacey si mise sotto il getto e gemette mentre la pelle si riscaldava.

Ren serrò le mascelle, continuava a ripensare alla facilità in cui Lacey aveva detto che avrebbe chiesto aiuto a qualcun altro, la prossima volta che si sarebbe sentita eccitata. Spingerla sotto l’acqua gelata era stata un’idea frutto della sua ira, e la sua ira non era molto intelligente. Doveva rimediare prima che lei tentasse di mettere in pratica la sua minaccia... “tentasse” era la parola chiave, perché lui non avrebbe mai permesso a nessun altro di toccarla in quel modo.

Fece dirle che avrebbe firmato la condanna a morte di tutti quelli che avrebbe cercato di sedurre ma si trattenne e strinse i denti. Lacey l’avrebbe presa come una sfida e, probabilmente, sarebbe andata dritta dal suo ex amante, visto che uccidere quell’idiota era inutile.

Ren si scostò i capelli dagli occhi e iniziò a camminare avanti e indietro mentre la sua mente lavorava. Era vero che avrebbe dovuto testare i suoi limiti per capire quanto potere riusciva ad assorbire da ciò che la circondava. L’ultima cosa di cui avevano bisogno era che Lacey si scatenasse in una furia omicida solo perché un demone nei paraggi era di cattivo umore. Lui aveva fatto molta più pratica a riguardo e le avrebbe insegnato come affrontare la cosa.

Rallentò il passo, rendendosi conto che Lacey non era l’unica che aveva a che fare con delle novità. Per l’amor del cielo, non era neanche uscito dal bagno per farle fare una doccia in santa pace. Aveva così tanta paura di perderla di vista? La risposta a quella domanda era ovvia.

Ren volse lentamente lo sguardo verso il vetro satinato che li separava. Aveva una vista troppo sviluppata per starsene lì.

Con un sospiro frustrato, si voltò e uscì subito dal bagno. Doveva stare lontano da quel corpo nudo per riuscire a pensare lucidamente. Si fermò di colpo quando vide Storm appoggiato ad un palo del letto, con un paio di buste piene di roba.

«Faccio subito perché tra pochi minuti Lacey uscirà col sedere di fuori e s’infurierà con te.» disse Storm sorridendo, sapeva che il suo amico stava attraversando un periodo difficile. Sembrava che la giornata non fosse stata buona per nessuno dei due, ma quella di Ren, almeno, stava per finire.

«Allora sbrigati, prima che teletrasporto il tuo culo lento fuori di qua.» disse Ren ricambiando il ghigno, che però gli morì subito sulle labbra quando si rese conto che Storm sapeva che Lacey sarebbe uscita nuda. Rimase perplesso quando vide del sangue accumularsi nell’orecchio del suo amico

«Le serviranno questi.» disse il Viaggiatore nel Tempo, indicando le buste prima di sparire.

Sapere che Storm stava evitando la ramanzina che lui stava per fargli non gli fu di aiuto. Che diavolo stava combinando Storm al punto da sanguinare? Si avvicinò furtivamente per guardare nelle buste e vide degli indumenti. Ciò gli fece ricordare che Lacey, al momento, era coperta solo di acqua...

Guardò lentamente verso la porta del bagno, chiedendosi se non dovesse lasciare quei vestiti lì dov’erano.

Il battito cardiaco di Lacey stava ancora martellando mentre lei s’insaponava e si strofinava la pelle accaldata con movimenti rapidi, quasi dolorosi. Era incazzata da morire e, stranamente, era ancora molto eccitata, cosa che la faceva infuriare ancora di più. Maledizione... persino il dolore della pelle irritata sembrava una bella sensazione.

Tutta colpa di Ren. Era sicura che fosse stato il suo desiderio sessuale a sopraffarla in ufficio. Era così intenso che si poteva quasi toccare con mano. E non c’erano dubbi che lui fosse eccitato quando l’aveva bloccata contro la scrivania... l’enorme rigonfiamento nei pantaloni era una prova innegabile.

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