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Ogni Minuto
Table of Contents
Libri di C.J. Burright
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Book Description
Dedica
Riconoscimenti dei marchi
Capitolo uno
Capitolo Secondo
Capitolo terzo
Capitolo quarto
Capitolo quinto
Capitolo sesto
Capitolo Sette
Capitolo Otto
Capitolo Nove
Capitolo Dieci
Capitolo Undici
Capitolo Dodici
Capitolo tredici
Capitolo quattordici
Capitolo quindici
Capitolo sedicesimo
Capitolo diciassette
Capitolo Diciotto
Capitolo diciannove
Capitolo Venti
Capitolo ventuno
Capitolo Ventidue
Capitolo Ventitré
Capitolo ventiquattro
Capitolo Venticinque
Capitolo ventisei
Capitolo Ventisette
Capitolo Ventotto
Capitolo Ventinove
Capitolo Trenta
Capitolo trentuno
Capitolo trentadue
Capitolo trentatré
Capitolo trentaquattro
Capitolo trentacinque
Capitolo trentasei
Capitolo trentasette
Capitolo trentotto
Capitolo trentanove
Epilogo
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L’autrice
Totally Bound Publishing libri di C.J. Burright
Music, Love and Other Miseries
Every Kiss
Every Minute
Every Breath
Every Step
Musica, amore e altre sofferenze
OGNI MINUTO
C.J. BURRIGHT
Ogni Minuto
ISBN # 978-1-80250-076-9
©Copyright C.J. Burright 2019
Copertina di Erin Dameron-Hill ©Copyright Dicembre 2019
Tradotto da Cecilia Metta 2021
Design testo interno di Claire Siemaszkiewicz
Totally Bound Publishing
Questa è un’opera di finzione. Tutti i personaggi, i luoghi e gli eventi sono frutto dell’immaginazione dell’autore e non devono essere confusi con i fatti. Qualsiasi somiglianza con persone, in vita o morte, eventi o luoghi è puramente casuale.
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in qualsiasi forma materiale, sia tramite stampa, fotocopia, scansione o altro senza il permesso scritto dell’editore, Totally Bound Publishing.
Le richieste devono essere indirizzate prima di tutto, per iscritto, a Totally Bound Publishing. Atti non autorizzati o limitati relativi a questa pubblicazione possono comportare procedimenti civili e/o penali.
L’autore e l’illustratore hanno fatto valere i loro rispettivi diritti ai sensi del Copyright Designs and Patents Acts 1988 (e successive modifiche) per essere identificati come autore di questo libro e illustratore del lavoro artistico.
Pubblicato nel 2021 da Totally Bound Publishing, Regno Unito.
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, scannerizzata o distribuita in qualsiasi forma stampata o elettronica senza permesso. Si prega di non partecipare o incoraggiare la pirateria di materiale protetto da copyright in violazione dei diritti degli autori. Acquistare solo copie autorizzate.
Totally Bound Publishing è un testo stampato di proprietà di Totally Entwined Group Limited.
Se avete acquistato questo libro senza copertina, dovete sapere che questo libro è proprietà rubata. È stato segnalato come “invenduto e distrutto” all’editore, né l’autore né l’editore hanno ricevuto alcun pagamento per questo “libro spogliato”.
Libro due della serie Musica, amore e altre sofferenze
Un’insegnante introversa contro un violinista inarrestabile. Lei vuole restare da sola. Lui vuole il cuore di lei. Che i giochi abbiano inizio...
Dopo la morte inaspettata del fratello musicista, Adara, un’insegnante di terza elementare, soffoca il suo dolore, evita ogni tipo di musica e giura di continuare a vivere senza avere legami. La solitudine sociale funziona perfettamente… fino a quando non è costretta a condividere la sua classe con il nuovo insegnante di musica, un uomo che scuote la gabbia costruita con cura da lei e le scatena emozioni che preferirebbe tenere incatenate.
Sempre pronto per una sfida, il violinista Garret è un maestro di pazienza e persistenza e, non appena incontra Adara, sa cosa vuole. L’umorismo tagliente e lo sguardo tormentato di lei lo ispirano come non ha mai provato prima. La sua missione è abbattere le difese di Adara e di riportarla in vita, non importa quanto duramente lei resista.
Anche se Adara si sforza di tenere Garret a distanza, a ogni sorriso che lui le chiede, a ogni bacio che le ruba, la sua resistenza si sgretola. Ma quando il passato li raggiunge entrambi, scopriranno che alcune promesse sono destinate a essere infrante... e che per altre vale la pena rischiare tutto.
Dedica
A Tatum, per avermi irrimediabilmente rubato un pezzo di cuore quando, alla tenera età di sei anni, sei entrata e hai gridato: “Esci dalla mia cucina”.
Riconoscimenti dei marchi
L’autore riconosce lo stato di marchio di fabbrica e i proprietari dei seguenti marchi menzionati in quest’opera di fiction:
Darth Vader: Lucasfilm Ltd. Corporation
Jeopardy!: Jeopardy Productions Inc. dba Merv Griffin Enterprises Corporation
Thunderstruck: Angus Young, Malcolm Young
Thor: Marvel Comics Group
Kashmir: Jimmy Page, Robert Plant, John Bonham
Wherever I May Roam: James Hetfield, Lars Ulrich
Toy Story: Buena Vista Pictures Distribution
He’s a Pirate: Klaus Badelt, Hans Zimmer
Somebody to Love: Freddy Mercury
(Let Me Be Your) Teddy Bear: Kal Mann, Bernie Lowe
Think of Me: Andrew Lloyd Webber, Charles Hart
The Phantom of the Opera: Andrew Lloyd Webber, Richard Stilgoe, Charles Hart
Star Wars: Lucasfilm Ltd. Corporation
Skype: Skype Technologies SA Group
Toy Story: Buena Vista Pictures Distribution
The Wizard of Oz: Lowe’s Inc.
The A-Team: Frank Lupo, Stephen J. Cannell
Velcro: Velcro Industries B.V. LLC
Pride and Prejudice: Jane Austen
Peter Pan: J.M. Barrie, Disney Enterprises Inc.
The Addams Family: Charles Addams
Maserati: Maserati S.p.A.
Peppermint Pattie: The Hershey Company
Name That Tune: Station Syndication Inc., Sandy Frank Film Syndication Inc.
Google: Google Inc.
With or Without You: U2
Red Is the Rose: Tommy Makem, R. Burns
Misguided Angel: Margo Timmins, Michael Timmins
The Devil Went Down to Georgia: Charlie Daniels Band
World Stand Still: The Tenors
I Knew I Loved You: Daniel Jones, Darren Hayes
Facebook: Facebook Inc.
Twitter: Twitter Inc.
YouTube: Google Inc.
Frankenstein: Mary Shelly
Vaseline: CONOPCO Inc.
Wanted Dead or Alive: Jon Bon Jovi, Richie Sambora
Enter Sandman: Kirk Hammett, James Hetfield, Lars Ulrich
Curtis Institute of Music: Mary Louise Curtis Bok
The Julliard School: The Julliard Foundation
The Four Seasons: Antonio Vivaldi
Converse: Converse Inc.
Wookie: Lucasfilm Ltd. Corporation
Chewbacca: Lucasfilm Ltd. Corporation
Shrek: Dreamworks Animation LLC
Girls Just Want to Have Fun: Robert Hazard
Salvation Army: The Salvation Army International
The Richter Scale: Richter, Jake Individual
Game of Thrones: David Benioff, David Weiss, HBO, George R.R. Martin
CSI: King World Productions, CBS Television Distribution
The Hardy Boys: Edward Stratemeyer, Franklin W. Dixon
Doc Martens: Dr. Martens International Trading GmbH Corporation
Charlie Brown: Charles M. Schulz
Polo: PRL USA Holdings Inc.
ESPN: Disney Enterprises Inc.
U2: Not Us Limited Corporation
A Whole New World: Alan Menken, Tim Rice
Back in Black: Angus Young, Malcolm Young
Welcome Wagon: SFM Acquisition LLC
Popsicle: Unilever United States
Clue: Hasbro Inc.
iPod: Apple Inc.
Bad: Michael Jackson
Spiderman: Marvel Characters Inc.
Por Una Cabeza: Carlos Gardel, Alfredo Le Pera
Capitolo uno
Adara non avrebbe mai dovuto fare promesse a suo fratello sul letto di morte. Il brecciolino scricchiolava come ossa sotto i suoi tacchi mentre arrancava tra le siepi di bosso che costeggiavano il parcheggio del country club. Se non avesse fatto il sacro voto di accettare tutti gli inviti sociali di Gia, la fidanzata ancora viva di suo fratello, non si sarebbe trovata ad affrontare la tortura di un’altra Hamilton & Associates Belated Yule Celebration... a febbraio. A quanto pareva con il prestigio e il potere era arrivata la capacità di riprogrammare il Natale.
Si abbassò per respirare tra due auto costose, le luci scintillanti della villa la guidavano. Pur essendo a pochi chilometri dalla città, il country club le sembrava un altro universo, soprattutto quella sera. Più di un anno era passato in un lampo e le sembrava che non fosse trascorso molto tempo da quando aveva percorso la stessa strada con le stesse scarpe e lo stesso vestito nero.
Un’Adara diversa.
Si morse il labbro. No, non ci vado. Soprattutto non stasera che doveva affrontare il pubblico.
I ciottoli rotolanti lasciarono il posto alle pietre lisce del cortile. Gia la aspettava accanto alla fontana centrale gorgogliante con un’anca alzata, carina avvolta come sempre in numerose paillettes e dello chiffon rosso che accecava gli occhi.
“Halloween è passato da due mesi.” Gia inarcò un sopracciglio biondo perfettamente modellato. “Cos’è successo al classico bianco invernale?”
Adara percorse gli ultimi passi che le separavano. Ora non posso più scappare. Gia avrebbe mandato la squadra della SWAT per rintracciarla ed era più che disposta a tenerla sotto tiro. “Il nero è appropriato per ogni occasione. Inoltre, comprende tutti i colori.”
“Anche un buco nero.” Gia sbatté le ciglia a punta, con un’espressione affatto innocente.
“Hai ragione.” Adara tornò indietro verso la sua macchina. “Vado a casa a cambiarmi.”
“Neanche per sogno.” Gia si allungò e le afferrò il braccio, sollevando una brezza di profumo speziato. “Ho previsto la tua solita tragedia del guardaroba e sono venuta preparata.” Con la mano libera, Gia rovistò nella sua pochette e tirò fuori una striscia di materiale lucido. “Stai ferma o ti prendo a schiaffi.”
Adara obbedì riluttante mentre Gia le avvolgeva una fascia a quadri verde e rossa intorno alla vita e la annodava, il Natale resuscitato con due mesi di ritardo. Adara cercò di non rabbrividire quando lo sguardo di Gia si spostò dal nastro al suo viso struccato.
Il sopracciglio biondo si alzò di nuovo. Più veloce di un tiratore scelto, Gia aprì un tubetto di rossetto color scarlatto e lo puntò come un’arma alla bocca di Adara. “Resistere è inutile. Clown o alla moda, Dar. A te la scelta.”
Resistere era allettante. Un look da circo avrebbe potuto tenere alla larga le persone. D’altra parte, sembrare una squilibrata avrebbe offerto alla gente un motivo in più per parlare. Alcuni segreti non avevano bisogno di essere condivisi. Adara si accigliò per una questione di principio.
“Sapevo che potevi essere razionale.” La sessione di trucco finì in tre secondi. Gia sorrise, trionfante. “Ecco. Ora sei perfetta.”
“Perfetta per cosa?” Adara non si preoccupò di nascondere il ringhio nella sua voce.
“Per stare nel mondo dei vivi.” Le parole erano stuzzicanti, ma il tono di Gia era gentile, comprensivo.
Un’unica fitta le trafisse il cuore, tagliente come una freccia, così feroce che minacciò di toglierle il respiro. Era un miglioramento, però. Un anno prima il dolore era stato incessante, debilitante. Riuscì a emettere un sussurro rauco. “Non avrei mai dovuto fargli quella promessa.”
“Come se tu avessi potuto avere altra scelta.” Gia sbuffò, ignorando fortunatamente il suo lapsus emotivo. “Joey avrebbe potuto convincere una suora a spogliarsi - e sarebbe stata lei a pagarlo. Sapeva che saresti rimasta per sempre nella tua bolla, sempre che non avesse forzato il tuo giuramento di vivere davvero dopo che lui”- la sua gola funzionò e il suo sorriso vacillò per un secondo “dopo che se ne fosse andato.”
Adara si concentrò sull’ingresso della villa adornato da colonne. Voleva pensare alla morte di suo fratello quasi quanto voleva essere a questa festa. Si schiarì la gola e con essa l’ombra del dolore. “Vivere davvero equivale a serate con completi imbottiti che usano l’allegria liquida come scusa per un comportamento lascivo? Passi di danza che la mia mente non può non vedere? Schivare il vischio piazzato di nascosto e qualsiasi lingua in attesa?”.
“Stasera sì.” Gia passò il braccio attraverso quello di Adara e la trascinò su per le scale di mattoni. “Fammi vedere che sai ancora sorridere.”
La cognata le mostrò i denti.
Gia rabbrividì. “Lascia stare. Fatti bella e concentrati sul tuo obiettivo.”
“Ho un obiettivo?” Adara pensava che il solo presentarsi fosse una vittoria.
“Sì. Sii carina.”
“Io sono gentile.”
“Con le piante e i bambini, non tanto con gli umani adulti.”
Le piante e i bambini erano facili da trattare. Non si aspettavano conversazioni profonde o manifestazioni emotive. Adara trascinò i piedi, la villa era abbastanza vicina da far trapelare accenni della festa all’interno. Luci rosse e verdi lampeggiavano attraverso le finestre sul marciapiede di pietra e chiacchiere ronzanti filtravano libere, lasciando percepire ogni tanto una risata. Ancora niente musica. Una volta che la band avesse iniziato, avrebbe potuto fingere una scusa per andarsene. Nemmeno il generale Gia era così senza cuore da farla restare a soffrire se fosse iniziata una musica particolare.
“Su con la vita, Dar.” Gia le strinse il braccio aprendo la grande porta di ferro e liberando un’ondata di aria calda. “Ci sarà anche Ian.”
Adara quasi ringhiò. Ian, l’avvocato dal sorriso supersonico che aveva approfittato del dolore di Gia alla festa dell’anno precedente... Squalo schifoso succhiasangue. “Perfetto. Posso castrarlo per Natale. Non è mai troppo tardi per i regali.”
Gia si fermò nell’atrio e la fissò. “Onestamente, non sorridere. Mi piace il mio lavoro. Se fai venire un infarto al signor Hamilton, dovrò farti da assistente e sai che sono allergica al gesso e ai bambini.”
Chiudendo la porta dietro di loro, Adara trasse un lungo respiro misto di pino e cannella. “Che il divertimento abbia inizio.”
* * * *
Garret aveva appoggiato la giacca di pelle sulla custodia del violino e si era sistemato la camicia bianca con i bottoni. Non si era nemmeno cambiato dopo l’atterraggio dell’aereo, caricando invece i suoi bagagli e gli strumenti in una macchina a noleggio, confermando una seconda volta l’odioso invito via e-mail di Ian e dirigendosi qui, al Milionarie Estate. Ian probabilmente pensava che gli avrebbe dato buca - e forse avrebbe dovuto - ma erano passati anni da quando si erano incontrati, anni da quando era stato a casa e, eseguire qualche pezzo a una festa di lavoro rimandata per le vacanze, era il calcio di ricarica di cui aveva bisogno.
Una risata sommessa s’insinuò nel guardaroba, quel suono intimo gli alleviò l’ultima tensione del viaggio dalle spalle, sussurrandogli che aveva fatto la scelta giusta a tornare. Non che dubitasse della sua decisione... Nel momento in cui aveva messo piede sul marciapiede, l’energia aveva ronzato attraverso i suoi stivali come un fulmine. Tre anni nel circuito dei concerti d’oltremare e il grande pubblico distaccato gli avevano rubato un pezzo di sé.
Era tornato a casa per riprenderselo - con gli interessi.
Infilando il violino e l’archetto sotto un braccio, Garret entrò nel corridoio illuminato dalle candele e drappeggiato da ghirlande di chiodi di garofano e seguì il morbido pulsare della musica degli anni ‘60. Era passato troppo tempo dall’ultima volta che aveva festeggiato il Natale con la famiglia o con gli amici e non gli dispiaceva tornare indietro di un paio di mesi, per recuperare le cose che si era perso durante il tour. Questa festa in particolare stava procedendo da almeno un’ora, abbastanza a lungo perché gli ospiti piacevolmente cotti non si accorgessero di eventuali ritardatari che entravano per i festeggiamenti, ma non così tanto che i vecchietti se ne fossero andati.
Attraversò l’ingresso a doppia porta e fu investito dall’atmosfera vacanziera. Gli invitati erano riuniti in gruppi e stavano parlando fra loro, in piedi o seduti, la maggior parte con una bottiglia o un bicchiere in mano. Altri ballavano al ritmo della canzone dei Beach Boys che risuonava da altoparlanti invisibili. Anche con il vantaggio dell’altezza di Garret, Ian sarebbe stato difficile da individuare. Una fusione di glitter e vetro abbagliava da ogni direzione, dominata da un albero gigante con orpelli scintillanti e ornamenti odiosi, il suo profumo di pino un ricordo dei Natali passati.
Rivolgendo la sua attenzione sulla folla, alla ricerca di un accenno di Ian, Garret superò le persone che chiacchieravano e intorno ai tavoli decorati con pigne al profumo di cannella. Urtò contro qualcosa e riprese l’equilibrio proprio quando cadde una renna gigante di plastica con la coda in aria, ai piedi di una donna appoggiata al muro, omaggiandola con la punta del suo naso rosso lampeggiante. Per un momento breve e intenso, lo sguardo della giovane incontrò quello di lui.
Il festival del caos e dei colori svanì sullo sfondo, lasciando spazio solo a lei. Si confondeva con le ombre, come se sperasse di scomparire con la notte. Il dolore le perseguitava gli occhi, mille note intrappolate.
Garret sbatté le palpebre e il momento passò. Ben-zonna. La sua maledizione straniera preferita si adattava all’occasione. Mille note intrappolate? Era notevolmente sdolcinato, anche per lui.
Nessun sorriso, nessuna parola, raccolse la mostruosità di Rudolph e posò saldamente tutti e quattro gli zoccoli scintillanti sul pavimento. Senza guardarlo di nuovo, riprese a fissare le persone come se fossero su una giostra che le girava intorno, muovendosi troppo velocemente per essere toccata.
Chiunque potesse far fermare il suo mondo anche solo per un battito del cuore esigeva almeno una presentazione. Tenendo il suo violino protettivamente vicino, oltrepassò la renna decorativa e imitò la posa da tappezzeria della donna, restando a una distanza di pochi centimetri.
Lei non lo riconobbe, teneva il suo sguardo fisso su qualcosa o qualcuno nella folla.
Garret seguì lo sguardo della giovane e soffocò un gemito. Ovviamente doveva essere Ian. Il suo amico d’infanzia era con un gruppo di donne che indossavano cappelli da Babbo Natale e minigonne. Tutto sorrisi e mani, Ian stava facendo la sua parte. Era interessante notare che gli sguardi di Ian continuavano a vagare verso la bionda minuta con il vestito rosso, che stava parlando con altri invitati.
Garret si chinò leggermente verso la donna. “Allora, è Ian o la bionda in rosso?”
L’increspatura appena accennata delle labbra generose color cremisi prometteva che aveva sentito e il silenzio che seguì durò abbastanza da segnare una protesta. La donna sospirò dolcemente, senza rivolgergli uno sguardo. “Che cosa?”
Non importava l’impazienza che s’insinuava nel tono della giovane, la sua voce roca aveva una canzone tutta sua, bassa e inebriante, che lo colpiva dritto nelle viscere. “Mi stavo chiedendo se stai complottando per uccidere Ian o la bionda.” Garret scrollò le spalle. “Dallo sguardo di fuoco e zolfo che stai rivolgendo in quella direzione, uno dei due sta per crollare.”
“Ian è l’unico che merita una forca nei punti sensibili.” La donna incrociò le braccia e le lasciò cadere sui fianchi, continuando a non stabilire un contatto visivo. “Sto solo guardando Gia alle spalle. E nel caso te lo stessi chiedendo, non ho bisogno di un drink, non sono sola e detesto ballare. Qualsiasi vischio che troverò su di te ti verrà infilato prontamente nel naso.”
L’uomo si lasciò scappare una risata stupita. “Ne prendo atto. Per la cronaca, bevo raramente, non mi dispiace la solitudine e tengo i miei passi di danza privati per evitare di creare il panico pubblico. Il vischio mi fa venire l’orticaria, quindi sono relativamente al sicuro dal tuo assalto anti-vegetazione.”
La bocca di Adara si contrasse, un semplice tremito e niente che si avvicinasse a un sorriso, ma era un inizio.
Prima che lui potesse trasformare quel tic in un vero sorriso o chiederle il suo nome, la musica da spiaggia si soffocò e un uomo dai capelli color neve con un abito firmato salì le scale fino a un palco situato dall’altra parte della stanza, presumibilmente era lo stimato signor Hamilton.
La donna misteriosa accanto a lui si raddrizzò e si spostò verso il palco. A quanto pareva, l’unico modo per farsi guardare da lei sarebbe stato se lui fosse stato lì, in mostra. Garret strinse la presa sul violino. Diventare il centro dell’attenzione era una delle sue abilità straordinarie.
Il signor Hamilton si lanciò in un discorso sul successo e sul sistema giudiziario e Garret non lo sentì, concentrato sulla donna così vicina. I capelli di lei brillavano come ossidiana sotto le luci scintillanti e si fermavano in modo smussato sulla linea sottile del collo. Non indossava glitter, eyeliner o cipria come le altre donne, il che rendeva le sue labbra cremisi ancora più peccaminose.
Scoppiò un applauso educato, l’unica ragione per cui Garret capì che il discorso era finito. Il vecchio Hamilton lasciò il palco e Ian si fece da parte, come un principe in attesa di salire una volta che il suo re avesse liberato la strada.
A certe opportunità non si poteva resistere. Garret si sistemò il violino sotto il mento e preparò l’archetto. Quando la scarpa lucida di Ian toccò il primo gradino, la sigla di Darth Vader si alzò dallo strumento e salì sul soffitto a volta, scuotendo la folla in un momentaneo silenzio. Alcune anime coraggiose sghignazzarono e non gli sfuggì come la donna accanto a lui s’irrigidisse. Tutti si voltarono verso di lui che, però, stava osservando la risposta di Ian.
Il capovolgimento delle emozioni sul volto del suo amico era tutto quello che aveva sperato, dal fastidio alla realizzazione e al divertimento. Ian impiegò meno di un millisecondo per puntare Garret nell’ombra. Afferrò il microfono e disse con voce pesante: “Se solo tu conoscessi il potere del lato oscuro.”
Le risate si sollevarono dalla folla e Garret sorrise. Ian non aveva perso il suo senso dell’umorismo negli ultimi tre anni, un buon segno. Fare l’avvocato poteva strangolare la felicità fino far restare solo l’amarezza e le opinioni sbiadite
“Sono venuto qua per diffondere l’allegria con regali troppo costosi e frivoli, ma questo dovrà aspettare ancora un po’.” Ignorando i gemiti, Ian raddrizzò il suo cappello da elfo. “Pazienza, gente.”
Garret eseguì un pezzo del tema del game show Jeopardy. Aveva perfezionato le molestie musicali decenni prima, come poteva testimoniare sua sorella maggiore London. Era la sua migliore tattica di autodifesa oltre alla prontezza di riflessi.