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L'Uomo Di Maggie
L'Uomo Di Maggie

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“Sono d'accordo con te,” rispose Maggie pensierosa. “Prima gli aspetti pratici e utili. Il resto può aspettare.”

Lui le fece l'occhiolino. “Sono contento che tu la veda nel mio stesso modo.”

Maggie lo guardò mentre si dirigeva verso la strada principale e poi in direzione della città. Sembrava molto sicuro di sé mentre guidava il grosso pick-up e tutto di lui gridava ricchezza. Sebbene fosse vestito in modo casual, sembrava educato e intelligente. Odorava di quella splendida colonia che lei sapeva costare una fortuna. Qualcosa nei suoi modi le diceva che era un ragazzo abituato alla vita facile, non qualcuno che doveva tenere conto di ogni centesimo. Era felice per lui, ovviamente. Si sentiva solo dispiaciuta per se stessa, una cosa che odiava fare, e si ammonì silenziosamente per essersi di nuovo sminuita.

Aiden si fermò di fronte a un ristorante-caffetteria dall'aspetto ricercato.

Maggie esitò. “Sono vestita nel modo giusto per questo posto?”

Lui le sorrise, chinandosi verso di lei. “Non lo sapevi? Il casual ha preso ormai il posto dell'eleganza da queste parti.”

Maggie ricambiò il sorriso. Aiden trasudava sicurezza e la ragazza non poté fare a meno di lasciare che un po' di essa si riversasse su di lei. “Se lo dici tu.”

“Dai, andiamo.” Le fece l'occhiolino mentre scendeva in fretta, facendo il giro del pick-up e aprendole lo sportello proprio mentre lei si slacciava la cintura di sicurezza.

La sensazione delle loro mani unite mentre l'aiutava a scendere le inviò un brivido di piacere lungo la schiena. Notò che il maître gli sorrideva mentre entravano.

“Sei già stato qui?” domandò Maggie.

Aiden annuì. “Un paio di volte.”

“Signor Fielding, che piacere rivederla. Desidera il solito tavolo vicino alla finestra?”

“Sarebbe fantastico, Enriqué.” Mise una mano in fondo alla schiena di Maggie mentre seguivano l'uomo fino al loro tavolo.

Maggie attese che il maître tirasse indietro la sedia per lei poi lasciò che le sistemasse il tovagliolo sulle gambe. L'uomo schioccò le dita in direzione di una cameriera, che portò i menu e la carta dei vini.

“Vi lascio leggere il menu,” disse il maître con un sorriso. “Desiderate un aperitivo mentre decidete?”

“Per me uno sherry dolce, Enriqué. Scegli tu l'anno. Maggie?” Aiden la guardò.

“Ehm, lo stesso anche per me, grazie.” Riuscì a sorridere e un attimo dopo il maître e la cameriera si allontanarono.

Maggie si mosse a disagio. Sebbene alcuni degli altri commensali fossero in jeans, i loro sembravano molto più costosi dei suoi e le donne indossavano maglie firmate e gioielli scintillanti, che Maggie immaginava non fossero falsi. “Sei sicuro che io non sia fuori posto?” sussurrò.

Aiden si accigliò, stupito. “Certo che no. Sei bellissima, Maggie. Non ti avevo mai vista con i capelli sciolti, sei adorabile.” Le sorrise e la ragazza sentì il calore riempirla.

Maggie tornò a concentrarsi sul menu che teneva in mano. “Cosa pensi di ordinare?” Aveva già notato i prezzi delle portate e la cosa la faceva sentire un po' inquieta.

“Penso che mi tufferò subito sulla bistecca,” rispose lui con una risatina, arrossendo lievemente. “Ma puoi prendere anche un antipasto se ti va.”

“No, no. La bistecca va benissimo. Al sangue, per favore.”

Aiden sorrise, chiudendo il menu. Il maître doveva essere rimasto nelle vicinanze perché apparve un attimo dopo e prese entrambi i menu. “Ha scelto, Signor Fielding? E la signora?”

“Prendiamo entrambi la tagliata, al sangue e con tutti i contorni, grazie. E un buon rosso per accompagnarla. Châteauneuf-du-Pape?” Guardò interrogativamente Maggie, che annuì. Era passato un bel po' di tempo dall'ultima volta che la ragazza aveva bevuto qualcosa di così costoso.

Non appena Enriqué se ne fu andato, Aiden allungò le mani sul tavolo e prese quelle di Maggie. Lei fu sorpresa di sentire quanto fossero calde e gentili mentre le accarezzava teneramente le dita.

“Allora, dimmi tutto. Voglio sapere ogni cosa di te,” le disse sorridendo.

“Non c'è molto da dire,” gli assicurò, sentendosi improvvisamente un po' nervosa.

“Di dove sei? Hai una famiglia? Quali altri lavori hai svolto? Quali sono i tuoi piani per il futuro? Qual è il tuo colore preferito?” Ridacchiò, bevendo un sorso del suo sherry.

“Oh mio Dio, sono un sacco di cose quelle che vorresti sapere”, gli disse ridendo a sua volta. E non voglio dirti niente, pensò mestamente. “Okay, il mio colore preferito è il rosso. Qual è il tuo?”

“Verde,” rispose subito.

“Il colore dell'erba, è carino”, rifletté a voce alta. Il colore dei soldi, pensò invece.

Lui annuì. “Sei una vera ragazza di campagna, dico bene?” Le sorrise con approvazione.

“Sì.” Lo sono ora. Con i jeans e gli stivali da cowboy che indossava non era strano che Aiden lo avesse pensato ma Maggie sapeva quanto l'aspetto potesse essere ingannevole.

“Anche tu sei un ragazzo di campagna, giusto?” Era pronta a scommettere che fosse cresciuto nel ranch di famiglia, una famiglia che un tempo sarebbe rientrata a tutti gli effetti in quella che era considerata la nobiltà terriera, mentre lei al massimo poteva assomigliare a una normale montanara.

“Nato e cresciuto nel Fielding Ranch,” rispose, confermando i suoi pensieri.

“E vivi ancora lì? Con la tua famiglia?”

“Ho un cottage per conto mio all'interno della proprietà. Mia sorella Josie e suo marito vivono nella casa principale. Ben, nostro fratello maggiore, preferisce vivere appena fuori città, ma lavora ancora nel ranch.” Bevve un altro sorso del suo drink.

“E i tuoi genitori?” Si accigliò subito dopo averlo detto, preoccupata di aver toccato un nervo scoperto.

“Non ci sono più.” Sorrise in modo un po' triste.

Maggie sapeva che era un argomento delicato. “Mi dispiace,” mormorò. “Non avrei dovuto chiederlo.”

“Non preoccuparti. Va tutto bene.”

Fu sorpresa di sentire le sue lunghe dita solleticarle il dorso della mano e si rese conto che doveva essere preoccupato di averla turbata. Si affrettò a sorridergli per cercare di rassicurarlo. Era davvero premuroso e lei lo apprezzava molto.

“Allora Maggie, abiti a Bracken Ridge?”

Il cibo arrivò proprio in quel momento e lei fu grata per la distrazione. “Non lontano dalla tavola calda,” rispose, respirando l'aroma delizioso della carne che aveva davanti. Il sommelier arrivò con il loro vino e la ragazza osservò Aiden assaggiarlo. Fece un cenno al cameriere che poi ne versò la giusta quantità in entrambi i bicchieri.

“A noi.” Aiden alzò il bicchiere per brindare e lei ricambiò, un po' sorpresa dalla dedica.

“A noi,” gli fece eco, chiedendosi cosa volesse dire.

Era un uomo adorabile e le piaceva davvero la sua compagnia, ma sicuramente anche lui poteva vedere che non c'era futuro per loro, no? Un vero peccato.

Il sapore ricco del vino le solleticò la gola col gusto di spezie calde, erbe aromatiche e un pizzico di selvaggina. Poteva dire quasi con certezza che si trattava di un buon anno, forse il 2005 o il 2007, suppose, e si leccò le labbra mentre il gusto caldo le danzava sulla lingua. Chiuse gli occhi per assaporarlo meglio e fu sorpresa di vedere Aiden che la osservava da vicino quando li riaprì.

“Ti piace?” le chiese.

“Lo adoro,” rispose, “sia il vino che lo stesso Châteauneuf-du-Pape.” Si leccò di nuovo le labbra per godersi fino all'ultima goccia.

Aiden si raddrizzò sorpreso. “Ci sei stata?”

Maggie sorrise, rendendosi conto che Aiden non poteva immaginare la metà delle cose che aveva fatto nella sua vita, supponendo che fosse solo una ragazza di campagna all'antica.

Annuì. “Mi piaceva andare nel sud della Francia,” rispose, mentre il ricordo delle lunghe e calde giornate trascorse a visitare i vigneti come se fosse una specie di ospite speciale le attraversò la mente. “Il tempo lì è bellissimo e le persone sono davvero gentili e generose.” Ricordava quante casse di vino avevano ricevuto lei e il suo fidanzato prima di ripartire, una sorta di ringraziamento per tutti gli affari che avevano fatto fare alle piccole cantine.

Aiden sembrava impressionato. “Quando ci sei andata? Come ci sei arrivata? Era per una vacanza?”

“Qualcosa del genere.” Prese un boccone della tagliata appetitosa e gemette per il gusto che le accarezzò le papille gustative. Era passato davvero molto tempo dall'ultima volta che aveva mangiato qualcosa di così delizioso.

“Una donna misteriosa,” osservò Aiden.

“Non proprio,” rispose con un sorriso. “Ho solo vissuto un po' più di te e viaggiato più lontano, tutto qui.”

Lui la guardò con aria accigliata. “Non sei più vecchia di me,” protestò. “Anche se capisco che potresti aver viaggiato ben più di me. Non mi sono mai mosso dalla contea di Cavern County.”

Maggie era contenta che lui fosse troppo gentiluomo per chiederle la sua età e si limitò a sorridergli. Aveva visto giusto quando aveva immaginato che Aiden avesse avuto una vita protetta e di lusso.

“Ti dà fastidio?” chiese, un po' preoccupato.

“Dipende”, rispose, socchiudendo gli occhi, “da quello che stai pensando.” Sentì un bruciore allo stomaco mentre guardava i suoi occhi scurirsi. Era davvero un uomo stupendo, e lei avrebbe voluto portare le cose oltre con lui, ma…

“Voglio vedere ogni cosa di te.”

Le sue parti intime si strinsero nell'udire la sua voce profonda e lo sguardo nei suoi occhi le disse che era ben consapevole delle insinuazioni nella sua dichiarazione.

Deglutì a fatica. “V-vuoi farlo?” Si sentì scaldare e capì che stava arrossendo. Sperava che fosse troppo buio perché lui se ne accorgesse, anche se, ricordò con un sospiro, lei lo aveva chiaramente visto arrossire prima. La sua espressione le disse che se n'era accorto perfettamente.

“È un problema?” Allungò la mano sul tavolo e l'appoggiò sul braccio di lei.

Maggie si morse il labbro con ansia. Come devo rispondere?

Scosse lentamente la testa, sapendo dannatamente bene che le sarebbe piaciuto vedere di più di quel sexy cowboy, in più di un modo.

“Bene.” Le accarezzò il braccio prima di togliere la mano per prendere un sorso di vino.

La ragazza si sentiva quasi triste per non avere più le sue dita a contatto con la propria pelle. Bevve in fretta dal proprio bicchiere, cercando di trarre un po' di forza dalla calda ricchezza del liquore.

“Quindi te ne intendi di vino?” chiese Aiden riprendendo a mangiare ma al tempo stesso studiandola attentamente.

“Un po',” rispose con indifferenza.

“Ed è qualcosa che ti interessa?”

“Non particolarmente. È solo qualcosa che ho imparato nel corso degli anni. Quando entri nelle cantine, tutti sembrano volerti raccontare ogni cosa dei vitigni e della loro coltivazione. Ad esempio, sapevi che questo vino è ottenuto principalmente da tre tipi di uva: il granache noir, il syrah e il Mourvedre?”

Aiden la guardò meravigliato mentre posava il bicchiere. “No, non lo sapevo.”

“Più Mourvedre usano, più è possibile sentire il sapore di pianta, come in un vino più giovane,” continuò, bevendo un altro sorso.

“Beh, è affascinante,” ammise l'uomo, studiandola con interesse

Lei sorrise, contenta di averlo impressionato.

“Mi piacerebbe fare un viaggio laggiù” disse Aiden dopo un paio di minuti.

“Dovresti farlo.” Bevve un altro sorso appena prima che lui prendesse la bottiglia e le riempisse il bicchiere. “Penso che tutti dovrebbero viaggiare.”

“Potrei aver bisogno di portare una guida con me,” le disse in tono scherzoso.

“Sono il tuo uomo… cioè, donna,” si corresse.

Lui rise. “Sì, lo terrò a mente.”

La testa di Maggie stava diventando leggera, e la ragazza sapeva che probabilmente aveva bevuto troppo vino a stomaco vuoto, quindi si mise a mangiare. L'ultima cosa che voleva era ubriacarsi quella sera. Gli aveva già detto fin troppo…

Capitolo Tre

A Maggie non era passato per la mente che Aiden volesse riaccompagnarla al suo appartamento dopo la serata che avevano trascorso insieme. Certo, era un gentiluomo ed era ovvio che lo avrebbe fatto, ma Maggie non aveva immaginato la loro uscita fino a quel punto. Si era aspettata solo di fare un salto in un bar del posto, prendere un paio di drink e poi pagare un taxi per tornare a casa, mentre Aiden si incontrava con altri amici, o qualcosa del genere.

“È proprio qui,” gli disse, rabbrividendo. Quel posto era tutt'altro che elegante e Maggie sapeva che lui ne sarebbe rimasto sconvolto.

“Non ci sono lampioni da queste parti?” Aggrottò la fronte, accendendo i fari abbaglianti.

“No.” Si sentiva un po' imbarazzata. Di solito non le dava fastidio, anche se le ultime notti aveva avuto l'impressione che qualcuno la seguisse. Probabilmente era solo frutto della sua immaginazione, lo sapeva, e si era consolata pensando che con la sua corporatura sarebbe stata in grado di resistere a qualsiasi potenziale aggressore. Non è che avesse pochi soldi, non ne aveva nessuno, quindi qualsiasi ladro sarebbe rimasto deluso se avesse tentato di rubarle la borsa.

“Tu guidi?” chiese Aiden.

“No.” Non più.

“Quindi vieni qui da sola ogni sera dopo il lavoro?”

Lei sospirò. “Sì.”

L'uomo scosse la testa e Maggie lo guardò stringere le labbra come se fosse irritato.

“È questo qui.” Fu felice di poter cambiare argomento e indicare il piccolo condominio nell'angolo più lontano.

Aiden guardò l'edificio mentre fermava il pick-up.

“Beh, grazie per l'ottima serata.” Si slacciò in fretta la cintura di sicurezza, sperando di scendere dall'auto prima di lui.

“Ti accompagno alla porta.” Aiden era accigliato e Maggie pensò che fosse meglio non discutere.

Sospirò, un po' scoraggiata. Le piaceva davvero quel cowboy e aveva passato una serata fantastica in sua compagnia. Era molto divertente, oltre che un vero gentiluomo, e Maggie non voleva davvero rovinare tutto mostrandogli quanto fossero lontani i loro mondi.

“Grazie.” Afferrò la mano che lui le porgeva per aiutarla a scendere, poi lasciò che la guidasse verso l'edificio mentre frugava nella borsetta alla ricerca delle chiavi.

Sentì la sua mano sulla parte bassa della schiena, anche attraverso il cappotto, e sorrise. Era un gesto carino e protettivo che le piaceva da morire, sicuramente qualcosa che non aveva mai sperimentato prima.

“L'ascensore non funziona,” lo informò rapidamente quando lui la condusse verso di esso.

Aiden non disse niente ma la seguì su per le scale. Erano solo poche rampe e tutte le volte Maggie mentiva a se stessa dicendosi che non era altro che un buon esercizio fisico quotidiano.

“Vuoi un caffè o…?”

Nonostante sperasse in una sua risposta negativa, Aiden annuì.

Maggie fece un respiro profondo e aprì la porta di casa. Sapeva che quella sarebbe stata la fine di qualsiasi loro relazione, anche come amici.

“Bene, siamo arrivati.” Una volta dentro accese la luce, mostrandogli il minuscolo appartamento che era stato la sua casa nell'ultimo paio di anni.

Aiden doveva aver sentito l'odore di muffa e, quando entrò in soggiorno, i vecchi mobili mal assortiti e macchiati o scortecciati in più punti dovevano avergli fatto venire voglia di voltarsi e fuggire più in fretta possibile. Maggie lo osservò guardarsi intorno, soppesando il tappeto logoro, la carta da parati antiquata che si staccava dalle pareti e il vento che fischiava penetrando dalle fessure nel telaio della finestra.

“Vuoi restare per un caffè?” gli chiese lentamente, non sapendo se lui avrebbe cambiato idea ora che aveva visto come viveva.

Aiden si voltò nella sua direzione con la fronte aggrottata. “Sì, grazie.”

Fu sorpresa ma si sentì anche sollevata mentre attraversava il piccolo angolo cottura per mettere su il bollitore. Le due stanze erano separate da uno stretto passaggio, così lei poté guardarlo togliersi il cappello e scrutare bene i soprammobili.

Almeno non è scappato appena entrato. È un buon segno, vero?

“Ti piace leggere,” le disse quando Maggie tornò con il vassoio.

Era in piedi di fronte a una libreria molto logora che dominava tutta una parete. Si chiedeva se avesse notato che non c'era la televisione, quindi non c'era molto da fare in casa, ma le andava bene così. Non era mai stata una che si stravaccava davanti alla TV, neanche quando ne aveva avuta una in ogni stanza della casa.

Sorrise mentre metteva il vassoio con i caffè su un tavolino e si sedeva sul divano bitorzoluto. “Sì, molto.”

Aiden esaminò alcuni titoli pieni di orecchie che lei aveva raccolto su una mensola prima che la sua mano ne estraesse uno che sembrava incontaminato rispetto agli altri.

Guida moderna al galateo sociale” lesse ad alta voce. Ne sfogliò alcune pagine. “Quindi è così che hai imparato un sacco di cose sui vini costosi.”

Maggie si sentì scaldare percependo quella lieve presa in giro, e scattò in piedi. “Non esattamente,” ribatté, afferrando il libro dalle sue mani. “Non sai niente, quindi non parlare di cose che non conosci.”

“Io… mi dispiace, Maggie. Non volevo dire…”

“Vattene.” Teneva il libro con una mano e con l'altra indicava la porta.

“Volevo dire che è un bene che tu sappia quelle cose. L'auto-miglioramento è sempre…”

“Vai!” Maggie aveva sentito abbastanza.

Aiden sembrava ferito e imbarazzato mentre afferrava il cappello e si dirigeva rapidamente verso la porta.

“Mi dispiace,” ripeté mentre usciva, ma lei non stava ascoltando. Sbatté invece la porta e la chiuse a chiave appena lui se ne fu andato, prima di crollare in lacrime sul pavimento, stringendo ancora al petto il libro.

* * * *

“Altri pancake?”

Aiden scosse la testa. Quella mattina davvero non aveva fame. Si sentiva malato.

“No, Josie, grazie. Ho mangiato anche troppo.”

Lei roteò gli occhi. “Ricordo che una volta mangiavi il doppio e avevi ancora appetito,” osservò, indicando il suo piatto.

“Penso che abbia il mal d'amore, sorellina.” Ben scoppiò a ridere dall'altra parte del tavolo.

“Molto divertente.” Aiden non era dell'umore giusto per essere preso in giro, quel giorno. Sbadigliò.

“Allora siamo tutti d'accordo? Organizzeremo una cena e inviteremo questo Rossington e sua moglie. Presumo che ne abbia una?” Josie stava prendendo appunti in un grande quaderno mentre parlava.

“Mmh, penso che dovremmo invitare anche qualcun altro per non risultare troppo ovvi,” disse Ben. “Sono sicuro di poter invitare alcuni personaggi di spicco locali che potrebbero impressionarlo.”

“Buona idea,” concordò Greg, appoggiando una tazza di caffè appena fatta sul tavolo prima di prendere posto accanto alla moglie. “Ma non voglio che Josie esageri con i preparativi e l'organizzazione.” Le mise un braccio intorno alle spalle in modo protettivo.

“Greg, sono incinta non malata,” gli fece notare lei, alzando gli occhi al cielo.

“Lo so, ma la gravidanza è ancora all'inizio. Devi stare attenta.” Greg era irremovibile.

“Beh, forse potrei trovare qualcuno che mi aiuti,” cedette Josie con un sorriso. Si morse le labbra mentre tornava a guardare il quaderno. “A quante persone stavate pensando, ragazzi?”

“Allora, se vogliamo fare colpo su Rossington dobbiamo invitare lui e la moglie, e, con noi quattro, penso sia una buona idea invitare almeno un'altra coppia o un altro paio per non far sembrare la cosa troppo palese,” rispose Ben, contandoli sulle dita.

“Un altro paio di coppie, intendi?” Aiden aggrottò la fronte, bevendo un sorso di caffè.

Josie ridacchiò, con i riccioli castano scuro che le danzavano intorno alle spalle. Di sicuro appariva graziosa. “Oh, penso che avremo bisogno di più di un paio di coppie,” disse, con gli occhi lampeggianti di gioia.

“Quindi, è più di una coppia o di una coppia di coppie? Per la miseria, ragazzi!” Aiden scosse la testa frustrato mentre gli altri ridevano.

“Lascia fare a me. Inviterò io alcuni ospiti,” disse Ben con una risatina, quando si alzò. “Grazie per la colazione, Josie.” Si chinò sul tavolo e diede un bacio sulla guancia della sorella prima di lasciare la stanza. “Vado in città. Devo prendere alcune cose. Ci vediamo più tardi.”

“Aspetta,” lo fermò Josie appena raggiunse il corridoio.

Ben tornò indietro, facendo capolino dalla porta della cucina.

“Porterai qualcuno? Alla cena, intendo.”

Ben guardò il fratello, scoccandogli un sorrisino furbo. “Nah. Penso che sarebbe meglio rimanere concentrati sugli affari, non è vero, Ade? O stavi morendo dalla voglia di presentare la tua ultima ragazza alla famiglia?”

Aiden sentì una fitta di emozione allo stomaco, poi scosse la testa. “No. Hai ragione, Ben. È una cena di lavoro, dopotutto.”

“Bene.” Josie annuì e scribacchiò qualcosa sul quaderno mentre sentivano la porta d'ingresso sbattere, segno che Ben era uscito.

“È meglio che vada a vedere i cavalli,” disse Greg, poi si alzò. Baciò affettuosamente Josie in cima alla testa prima di andarsene. “Non esagerare, capito?”

Lei roteò gli occhi ma fece un sorriso contento, felice per la sua preoccupazione.

“Sono felice di averti tutto per me,” si rivolse ad Aiden mentre iniziava a sparecchiare. “Chi è questa ragazza? È qualcuno che conosco?”

Aiden fece una smorfia. “In realtà stavo per parlarti di lei.” Si alzò e la aiutò con i piatti. “So che Ben non l'approverebbe ma forse tu potresti farlo.”

Lei lo fissò, incuriosita. “Vai avanti.”

“È che questa ragazza mi piace molto, ma non usciamo insieme. Cioè, ieri sera siamo usciti, ma…”

“Ma…? Ti sei divertito?” I suoi occhi brillarono di curiosità.

“Sì, ci siamo divertiti molto.” Sospirò ripensando alla serata che avevano trascorso insieme. Era stata fantastica fino a quando…

“Quindi è ovviamente molto carina. Perché quella faccia lunga, Ade?”

“È una cameriera,” spiegò.

“E?” Josie era chiaramente imperturbabile.

“Beh, non ha molti soldi. L'ho portata da Sebastian senza pensarci. All'inizio temevo che si sarebbe rifiutata di entrare, ma alla fine è andata bene. In effetti, una volta dentro si è comportata come se appartenesse a quel posto. Sapeva tutto del vino che abbiamo bevuto, ha detto che è stata anche in Francia. Ci siamo divertiti sul serio.” Sorrise.

“Ma?” Josie aggrottò la fronte. “Cos'è successo?”

Sua sorella riusciva sempre a leggerlo come un libro aperto.

Sbuffò. “L'ho accompagnata a casa. Non crederesti mai al modo in cui vive quella ragazza, Josie. Quel posto è freddo e pieno di spifferi e lei non ha mobili o tappeti decenti, e l'ascensore non funziona. Mi sentivo così…”

“Colpevole?” Josie lo abbracciò con affetto.

Aiden annuì. “Non volevo che si sentisse a disagio per avermi portato lì. Ho cercato di non sembrare sconvolto o altro ma ho finito per sconvolgere lei.”

Lei si allontanò bruscamente. “In che modo? Cosa le hai detto?”

Aiden le raccontò del libro sul galateo e della conversazione che avevano avuto dopo averlo trovato nella libreria di Maggie. Josie sussultò.

“Non so perché l'ho detto. Stavo solo scherzando.”

“Riesco a capire perché si è arrabbiata.” Josie annuì lentamente.

Lui sospirò di nuovo. “Lo so.”

“Sembra una donna orgogliosa, anche se non possiede molto,” continuò sua sorella pensierosa.

“È molto orgogliosa. Ho dovuto lottare quando si è trattato di pagare il conto. Voleva fare alla romana.” Sentì lo stomaco annodarsi per la situazione che sembrava sempre meno promettente.

“Forse possiamo chiederle di venire a darci una mano con la cena? Mi hai detto che si è trovata bene da Sebastian e ovviamente la pagheremo. Ci aiuterebbe entrambi. Pensi che vorrebbe farlo?” Gli occhi di Josie brillarono mentre guardava suo fratello.

Lui si accigliò. “Non lo so.” Si morse il labbro.

“Beh, immagino che sia un lavoro migliore della tavola calda, quindi potrebbe aiutarla sia dal punto di vista del morale che dello stipendio,” rifletté Josie. “E solo il cielo sa che con la gravidanza ho bisogno di tutto l'aiuto che riesco a trovare.”

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