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La Sua Omega Insolente
La Sua Omega Insolente

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La Sua Omega Insolente

Язык: Итальянский
Год издания: 2021
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La frecciatina non mi sfuggì. Pensava che non mi importasse nulla delle persone che ero incaricato di sovrintendere. Che non sapessi nulla della loro lotta. Aveva torto, ma non glielo avrei detto. Perché tutto quello che pensavo di sapere su di loro non compensava il fatto che avevo reso la loro esistenza un inferno.

Scossi la testa e continuai a camminare. «Ho già il mio esercito, e non mi serve nessun altro. Siete entrambe congedate.»

Tavia rise di gusto. «Congedate? No, scusa, Lord Da… voglio dire Dagger. Re Adalai ha deciso che l’esercito dovesse essere formato anche da omega. Quindi eccoci qua. Io e Charolet.»

Il Re non mi aveva detto niente di tutto ciò.

«Non è necessario» mormorai.

Si avvicinò, come se volesse condividere un segreto con me. «Non hai più la facoltà di decidere cosa sia necessario o no. Verremo con te a dare la caccia agli umani e troveremo i membri scomparsi del nostro popolo.»

Guardai Cassian, che aveva smesso di mangiare la mela. Nascondeva la sua sorpresa meglio di me.

«Potrebbero essere utili» convenne. «Potrebbero saperne più di noi, sui mutanti. Li conoscevano da prima che gli umani riuscissero a prenderli.»

Tavia fece un cenno col mento verso Cassian. «Ascolta questo qua. È intelligente.»

Questo qua? mimò Cassian con la bocca, sbalordito. Prima dell’abolizione della Divisione, un omega sarebbe stato brutalmente punito per essersi rivolto a un Alfa in quel modo. Soprattutto a uno che apparteneva alla stirpe dei Reali.

«Tu invece sei un’insolente» ribattei. «Faresti bene a stare attenta a come ti rivolgi a un Alfa.»

Tavia strinse gli occhi azzurri, e il fatto che non indietreggiasse me lo fece venire duro. Merda. Non era così che doveva andare. Un Alfa chiedeva sottomissione, ma io ero eccitato dal suo atteggiamento di sfida.

«È una minaccia?» Si avvicinò finché i nostri petti quasi si toccarono, fissandomi come un piccolo pezzo di dinamite che avrebbe potuto esplodere da un momento all’altro.

L’animale in me voleva farla esplodere. Far sì che mi odiasse ancora di più.

«Non è una minaccia, peperina» ringhiai a bassa voce. «Un consiglio

«Oh. Bene. In tal caso, no grazie. Parlerò come voglio, ora che sono libera di farlo.»

Charolet sembrava divertita. Trovava che fosse divertente? Cosa aveva per la testa Adalai quando aveva mandato la sorella della Regina in questa missione? Soprattutto lei. Come potevo fare il mio lavoro quando lei era così determinata a sfidarmi?

«Il sole è sorto» intervenne Cassian, suonando scocciato quasi quanto me. «Dovremmo muoverci se vogliamo trovare un posto sicuro dove accamparci prima che faccia buio.»

Le labbra di Tavia si piegarono in un sorriso sarcastico. «Sì. Dovremmo andare. Non mi piace perdere tempo.» Mi sfiorò, oltrepassandomi, e il suo familiare profumo speziato mi avvolse mentre si avvicinava al veicolo e si arrampicava per trovarsi un posto sul sedile posteriore.

«Ciao, ragazzi» disse, salutando gli uomini sbalorditi e accigliati che erano stati scelti per la missione. Si lasciò cadere tra due enormi beta mentre Charolet la seguiva. E poi guardò nella nostra direzione, lanciandomi un sorrisetto di circostanza.

«Porca puttana» mormorai.

«Sì» concordò Cassian. «Porca puttana. Non sarei nemmeno qui se tu avessi fatto il tuo lavoro.»

«Il mio lavoro?» sbottai. «E qual era esattamente il mio lavoro?»

«Eri a capo delle Badlands.»

«E cosa pensi che significhi esattamente?»

Cassian mi fulminò. «Erano sotto la tua autorità. Se qualcosa non andava, laggiù, avresti dovuto segnalarlo.»

Annuii, guardando oltre le porte della città verso il deserto polveroso e fatiscente. «Segnalarlo. Avrebbe fatto qualche differenza, per qualcuno di voi, se fossi venuto al Consiglio e avessi detto che alcuni degli omega erano scomparsi?»

Cassian non rispose.

«Il Re avrebbe inviato delle squadre di ricerca? Avresti riunito l’esercito occidentale e lo avresti mandato in avanscoperta? Per gli omega? E che mi dici di Solen ed Evander? Nessuno dei due avrebbe alzato un fottuto dito per aiutarli.»

Ancora nessuna risposta.

Mi voltai di nuovo verso di lui. «Vedi, mi sembra che tutti voi stronzi vi stiate dimenticando che fino a quando il Re non si è accoppiato con Zelene, a nessuno importava nulla degli omega. E ora che la legge è cambiata, state tutti cercando qualcuno a cui dare la colpa. Questa è la parte di merda che nessuno di voi è pronto ad accettare. Tutti noi li abbiamo delusi. Tutti noi abbiamo fallito.» Salii dietro il volante e avviai il motore elettrico. Attesi che Cassian si sedesse accanto a me, quindi partii verso il deserto vuoto oltre le Badlands.

Lasciavo che tutti mi dessero la colpa. Era quello che facevo anch’io.

La verità era che avremmo pagato tutti per quello che avevamo fatto al nostro branco.

Quattro

Tavia

Peperina. Quella parola mi era rimasta nella testa. Era meglio che Dagger mi gestisse con la stessa cura che riservava a uno dei fuochi d’artificio che i Reali adoravano far esplodere sopra il castello quando volevano che tutti sapessero delle loro vittorie in guerra. Ero altrettanto pericolosa e imprevedibile.

Lo sorpresi a lanciarmi più di un’occhiata nello specchietto retrovisore mentre guidava, e ricordai a me stessa che non potevo lasciarmi prendere alla sprovvista. Osservare ogni sua mossa era solo una parte del motivo per cui ero lì. Più di ogni altra cosa, avevo giurato di salvare la mia gente. Ma per ora, mi sarei accontentata di osservarlo.

I suoi capelli scuri mossi dalla brezza calda. Il modo in cui le sue spalle si flettevano e si tendevano sotto l’uniforme di pelle. Come poteva un uomo così orribile essere così attraente? Forse aveva un uccello minuscolo e il suo aspetto rimediava a quella mancanza. Si spostò sul sedile, e gli spessi muscoli del suo collo si fletterono, facendomi seccare la bocca.

No, non ero per niente distratta. Colsi il riflesso del suo sorrisetto nello specchio, chiara indicazione che l’aveva notato, e spostai lo sguardo verso il finestrino.

Nient’altro che deserto circondava la nostra carovana, che era composta da pochi veicoli. Sua Maestà aveva insistito per mandare i suoi uomini migliori. Era così che Cassian era stato coinvolto in tutta quella storia. L’esercito occidentale da lui comandato era composto principalmente da beta e Alfa più giovani, che godevano degli stessi privilegi concessi a tutti i residenti di Luxoria. Ora il loro capo veniva punito per l’inettitudine di Dagger.

Feci il punto sugli uomini nel veicolo con me. Non li conoscevo per nome, e non sapevo se erano i bravi soldati che il Re credeva che fossero. Dovevo fidarmi dei Reali, qualcosa che non mi veniva facilmente.

Charolet mi mise una mano sulla spalla.

«Sai dove stiamo andando?» mi sussurrò all’orecchio.

Gli omega non avevano mai potuto godere di un’istruzione formale. Avevamo imparato a leggere a lume di candela, bisbigliando, su testi dimenticati da tempo. Qualsiasi abilità che non avesse lo scopo di adempiere ai nostri doveri verso il regno proveniva dalla scuola della vita. Ma tutti quelli che conoscevo sognavano che un giorno avremmo avuto delle opportunità. Volevamo essere pronti quando sarebbero arrivate.

Tuttavia, non avevo idea che il deserto fosse così grande. Così desolato. Il mio mondo non era mai andato oltre i confini delle Badlands e di Luxoria, per una questione di sopravvivenza.

Scuotendo la testa quanto bastava per rispondere a Charolet, mi sporsi in avanti. In quel modo, Dagger non avrebbe potuto incontrare il mio sguardo senza far capottare il veicolo nella sabbia, ma sentii comunque il suo disappunto.

«Hai idea di dove stiamo andando?» chiesi.

Cassian ridacchiò. Avrei voluto che guidasse lui quella missione, invece di Dagger. Nessuno era sparito dai Confini Occidentali.

«Certo che sì.» La sua risposta aveva lo scopo di mettermi a mio agio, o di rimettermi al mio posto. Invece, mi fece arrabbiare.

«Da quanto tempo sapevi quale fosse il luogo dove gli umani conducevano gli esperimenti sugli omega?»

Le sue dita si strinsero sul volante. «Non conosco l’ubicazione dei laboratori. So solo dove si trova la città. Una volta che saremo lì, useremo le informazioni che abbiamo raccolto...»

«Quindi sapevi fin dall’inizio cosa stava succedendo.» La mia mascella era così tesa che temetti di spezzarne l’osso. «E hai ignorato le nostre denunce. Le nostre richieste di aiuto.»

Dagger inchiodò di colpo e, in una nuvola di polvere, la nostra macchina si staccò dalla fila degli altri veicoli. Meno male che non eravamo in testa al gruppo. I Reali, anche quando ricoprivano un ruolo militare, lasciavano che fossero i soldati beta a schierarsi sulle linee del fronte. Gli Alfa Reali non si muovevano mai senza protezione, anche se potevano schiacciare i loro nemici con uno schiocco delle dita. Le macchine dietro di noi seguirono il nostro esempio, e per miracolo Dagger non causò un incidente.

Si voltò a guardarmi. «Ho fatto rapporto su ogni incidente, Tavia.» Nessun nomignolo carino, questa volta. «È stato solo quando la Regina ha reso questo problema una priorità che è stata organizzata una missione.»

«Gli umani useranno la vostra tecnologia contro di voi.» Il cuore mi batteva forte nel petto e il sudore mi scorreva lungo la schiena. Non era molto caldo, ma questi vestiti di pelle erano atroci. Non c’era da meravigliarsi che gli Alfa fossero tutto il tempo dei cazzoni. Un caldo del genere mi aveva resa irritabile. «Gli omega che hanno catturato non ti sono fedeli. Faranno tutto il necessario per sopravvivere.»

Strinse lo sguardo, e quel sudore colò freddo sotto la mia giacca. Non potevo lasciargli pensare di avere alcun effetto su di me. «L’unica cosa che mi interessa sapere è se gli omega all’interno di questo camion mi sono fedeli. Voi combatterete per me? Posso fidarmi?»

Avevo detto che non avrei mai riposto la mia fiducia negli Alfa. Ma fuori nel deserto, in quella carovana, era diverso.

Non stavo combattendo per lui, mi dissi. Stavo combattendo per tutti i miei amici scomparsi. E per i lupi che erano stati trasformati in mostri. In modo che potessero trovare un po’ di pace.

Annuii.

«Nell’esercito lavoriamo insieme, come una squadra. Combatti per l’uomo che hai accanto, e lui, in cambio, combatte per te. Essere divisi è una debolezza.»

«Credi che non lo sappia?» sospirai, ma poi feci calare la maschera. Non dovevo fargli capire il resto, che la debolezza equivaleva alla morte. «Di recente è stato rapito un altro omega. L’ho scoperto solo ieri sera. Stanno ancora catturando omega dalle Badlands.»

Dagger deglutì a fatica. Quella era una nuova informazione, e non avrei dovuto coglierlo alla sprovvista in quel modo. In un mondo perfetto, avrei seguito il protocollo. Ma stavo imparando le regole del mio nuovo ruolo man mano che procedevo. Quelle vecchie non avevano funzionato.

«Lo faremo sapere alle truppe in città.» Si voltò di nuovo e innestò la marcia. Per quanto lo riguardava, quella conversazione era finita.

Ma non per me. «Chi controlla le Badlands, adesso?»

Lui scosse la testa. «Forse avresti dovuto restare indietro.»

Quindi non ne aveva idea, ma non era suo compito fare domande al Re, solo eseguire i suoi ordini. Adalai non gli diceva tutto. Dagger non era a conoscenza che io e Charolet saremmo arrivate. Il fatto che in realtà ci fosse un piano in atto per vegliare sulla nostra casa mi diede un po’ di conforto.

«Confido che mia sorella faccia la cosa giusta per la nostra gente» dissi. Adesso la conversazione era finita.

Sprofondai nel sedile, ma non mi rilassai. Continuavo a pensare di aver visto la città umana comparire all’orizzonte, ma era solo un miraggio, mi spiegò uno dei soldati beta. Il deserto giocava brutti scherzi quando ci si rimaneva troppo a lungo. Apprezzavo il fatto che il beta al mio fianco avesse accettato il mio ruolo nella missione, senza rinfacciarmi di essere lì a causa mia. La maggior parte di loro erano persone decenti, sebbene compiacenti.

Ma all’interno del mio corpo la mia lupa stava ringhiando. Era diventata impaziente, e moriva dalla voglia di combattere.

Non era un buon segno.

In lontananza, travi d’acciaio si alzavano dalla sabbia. Il riflesso del sole le faceva sembrare un incendio, e ci dirigemmo verso di esse. Man mano che ci avvicinavamo, quegli oggetti divennero più chiari. Reali.

Il cuore mi balzò in gola. Presentarsi alla fortezza umana senza preavviso poteva essere la procedura operativa standard per i Reali e il loro esercito, ma in quanto omega... noi saremmo andate lì solo in qualità di prigioniere. E quelli che sopravvivevano non se ne andavano come erano arrivati. Nelle Badlands conoscevo le regole, ma non avevo idea di come comportarmi, in quel momento.

Tutti uscirono dai veicoli. Scivolai fuori dal sedile e aspettai Charolet. Fu l’ultima a scendere. I suoi occhi scuri erano spalancati e le labbra aperte.

Le offrii la mano per aiutarla a smontare. «Zelene li ucciderà se ci succede qualcosa» le sussurrai all’orecchio.

Non rispose subito, valutando invece Dagger e Cassian. Il suo sguardo indugiò ancora un po’ sul secondo. «Cosa succede se entriamo in calore?» mi chiese.

Merda. Erano successe così tante cose, dopo il calore di Zelene, che me ne ero completamente dimenticata. E, con la fine della Divisione, non mi sentivo più così vulnerabile. Avevo dimenticato di preoccuparmi per l’inevitabile flusso ormonale che ci avrebbe messe in pericolo. Vivere insieme in quella minuscola baracca aveva coordinato i calori di tutte noi. Zelene non era sempre la prima a sperimentarlo, e spesso si creava un vero e proprio effetto domino.

E se stare vicino agli Alfa lo avesse fatto scattare... la mia lupa si contorse dentro di me. «Il tuo sta arrivando?»

«Non ancora.»

Sospirai. «Faremo come abbiamo sempre fatto. Ci proteggeremo a vicenda.»

Lei riuscì a sorridere, ma non durò a lungo.

«Tavia. Charolet» abbaiò Dagger. «Se volete far parte di questa missione, farete meglio a stare al passo con i soldati esperti e venire a sentire.»

Gemetti, ma ci unimmo al gruppo davanti al veicolo.

«Metteremo in atto un approccio pacifico» disse Dagger, e a quelle parole mi venne voglia di protestare. Gli umani avevano trasformato i nostri amici, i nostri familiari, in mutanti. Se non fossero stati abbastanza fortunati da morire nella trasformazione, ovvio. Ma poi, continuando ad ascoltare, capii per la prima volta che Dagger era davvero dalla nostra parte. «Non date per scontato che qualcuno sia andato troppo oltre per essere salvato, se è ancora vivo. Abbiamo un team addestrato di medici, e un camion pieno di attrezzature. Una volta valutata la situazione, vi verrà assegnato un compito. Prenderete ordini solo da me o da Cassian.»

«Quella non è la sorella della Regina?» chiese qualcuno dietro di me, ridacchiando. «Ha un rango più alto del tuo.»

Dagger lo guardò torvo. «Gli ordini provengono solo dai Comandanti Alfa.» Nessuno gli ricordò che quello non era più il suo titolo.

Cassian iniziò a camminare e i soldati lo seguirono. Tutti tranne Dagger. Charolet mi strinse la mano quando iniziammo a muoverci. Chiunque l’avesse notato, avrebbe pensato che fosse una manifestazione di unità o di paura.

«Voi due.» Dagger ci stava aspettando. Charolet e io ci fermammo di colpo. Senza nessuno come testimone, Dagger si sarebbe potuto inventare qualsiasi storia per giustificare che due omega non erano tornate. «Non allontanatevi da me.»

«Mai» promise Charolet.

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