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Rime Sui Delfini Salterini
Juan Moisés de la Serna
Rime sui Delfini Salterini
Juan Moisés de la Serna
Tradotto da Samuele D’Anella
Editoriale Tektime
2019
“Rime sui Delfini Salterini”
Scritto da Juan Moisés de la Serna
Tradotto da Samuele D’Anella
1ª edizione: febbraio 2020
© Juan Moisés de la Serna, 2020
© Edizioni Tektime, 2020
Tutti i diritti riservati
Distribuito da Tektime
https://www.traduzionelibri.it
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PROLOGO
Un delfino ben nuotavasfruttando la correnteuna sardina incontravaraggiungendola all’istante.―Dove vai piccola sardina?―Le chiese il delfino.―Mi lascio trasportare―gli rispose il pesciolino.Del delfino sognatorela replica è immediata―Finiremo in mezzo al mareo su una spiaggia desolata.AMOREAi miei genitori
1. Il delfino e la sardina
Un delfino ben nuotavasfruttando la correnteuna sardina incontravaraggiungendola all’istante.―Dove vai piccola sardina?―Le chiese il delfino.―Mi lascio trasportare―gli rispose il pesciolino.Del delfino sognatorela replica è immediata:―Finiremo in mezzo al mareo su una spiaggia desolata.La sardina non risposela risposta le sfuggivae il delfino ripeteva―Su una spiaggia desolata.―Come sarebbe? ―domanda leiperché non lo capiva―,e tu come lo sai?―E il delfino le diceva:―Continuando per di quadi sicuro arriveremose ancor ci rilassiamoe strada non cambiamo.La sardina ormai confusaal delfin chiese veemente―Ma cosa stai dicendo?―Non ci capiva niente.Guardandola il delfinod’un tratto scoppiò a ridere―Sto parlando arabo―rispose per rispondere.―Arabo, e che cos’è?―domandò il pesciolino.―Vorrei saperlo anch’io!―disse allegro il delfino.» Anzi no, è svedeseo forse coreanoè che sono poliglottafin da piccolo ne ho il dono.La sardina se ne andònon riuscì proprio a capirelui invece restò lìcontinuando a sognare.AMORE2. L’intrepida colombella
Il tempo lei passavatranquilla ad osservarequando a un tratto percepìuna voce familiare.Così la colombellavolò via da dove stavaad incontrare un amicoveloce si affrettava.In mare la nostra amicasi era resa contoche qualcuno la cercavavoleva essere al suo fianco.Era la voce del delfinoad aver chiamato,andava verso il portoin una rete intrappolato.Vedendo il pericolola colombella pensava:-cosa posso fare?-Chi mi può aiutare?Per quanto si sforzassenon c’era soluzioneil tempo trascorrevaquando ebbe l’intuizione.Aveva un amicouno molto specialeun vecchietto che ogni giornole dava da mangiare.Volando fin sul balconela colombella è arrivatadà col becco alla finestrae l’anziano la saluta.Appena la vedeesclama il signore:– che succede colombella?– Non è ora di mangiare.Lei continuava a beccarel’anziano doveva saperedoveva dirgli tuttonon poteva rinunciare.La scaltra colombellasi riesce a spiegare;sa tutto ora l’anzianoche si precipita a vedere.Al porto lì vicinol’anziano sta osservandoe vede il delfino,l’incubo che sta vivendo.Senza potersi muovere,nella rete intrappolatoma l’anziano senza indugiol’avrebbe liberato.La nave è di suo figlioche all’istante liberòquel piccolo delfinoche nuotando se ne andò.La dolce colombellal’amico suo ha salvato;lui mai lo scorderàsarà per sempre grato.AMORE3. La foca della scogliera
Una bella mattinale scogliere brulicavanodi tante belle focheche annoiate se ne stavano.Una in particolareaveva voglia di giocarecosì prese la rincorsae si lanciò in mare.Nuotava tra le acquealla ricerca di un compagno,ben sapeva che in duesi gioca molto meglio.D’un tratto da lontanovide un pesciolinonon fu facile raggiungerloera proprio piccolino!Il pesciolino la notòe cominciò a scappareun bocconcino succulentonon voleva diventare.Sapeva che la foca,una volta catturato,in un sol bocconel’avrebbe divorato.La foca ormai esaustasmise di nuotarequando un giovane delfinoda lì vide arrivare.―Sembri stanca amical’espressione tua è stremataPerché hai nuotato tanto?Ti sei troppo allontanata.La foca un delfinonon aveva visto maima le sembrò perfettoper giocare un po’ con lei.―Vuoi giocare con me?―subito gli domandò―,sai, mi annoio tantoamici io non ho.―Con piacere. Disse il delfino.E iniziarono a giocarema il pesciolino da laggiùrimase a curiosare.Lui non si divertivaera solo, si annoiavae diventò gelosocon lui nessuno giocava.La foca allegramentecon il delfin giocavae il pesciolino immobileannoiato li fissava.Il delfino da lontanoil pesciolin notò―Dai vieni a giocare!―Entusiasta gli gridò.Il pesciolino timorosolentamente si avvicinòma in realtà aveva paurafu così che esclamò:―Prima di giocaremi dovete assicurareche non è un crudele pianoper potermi divorare.La foca divertitarispose al pesciolino:―Ma per chi mi hai preso?Non sono un assassino.La foca e il delfinoiniziarono a giocaree assieme al pesciolinovagarono per mare.Finirono per arrivarein un luogo ignoto;la corrente li portòin un posto sconosciuto.Una spiaggia favolosa,fu lì che ho conosciutoi tre amici che giocavanocon fare spensierato.Il pesciolino è allegroannoiato non è piùdal mare alla spiaggiafelice va su e giù.Finisce qui la storiadei tre intrepidi amicie non si annoiarono piùsempre giocarono felici.AMORE4. Nelle profondità del mare
Nelle profondità del mareabita uno squaloil cui atteggiamentonon passa inosservato.Si aggira negli abissinuotando lentamentee se incontra qualcunonon importa chi ha di fronte…―Prego, prima Lei―dice sempre con pazienza.Che sia un tonno o una balenalui dà loro precedenza.Un giorno un delfinoosservò lo squaloe il suo comportamentogli parve molto strano.―Mi dica signor squalo,perché lascia passarecon fare così docileogni pesciolin del mare?Lo squalo si fa serio,smette di nuotaree rivela al delfino:―Voglio solo farmi amare.» Sai tutti diconoche causo sofferenzaper questo cedo il passoe do a tutti precedenza.Domanda allo squaloil delfin meravigliato―Che ne è stato del tuo orgoglio?Dove l’hai lasciato?―Le ho provate tuttevolevo essere amatoma ero tanto solo,così sono cambiato.» Volevo degli amicicon cui poter giocarecome fate voi,come tutti in questo mare.» Quando mi avvicinotutti scappano viaa nessuno piacela mia compagnia.» Per questo ho pensatodi dover cambiaree con un po’ di fortunaqualche amico incontrare.Il delfino che ascoltavad’un tratto scappò viae lo squalo percepìuna grande nostalgia.Ma qualche istante doposi avvicina da lontanoun gruppo di delfinidiretti dallo squalo.―Ti ho portato degli amicivieni, ti divertiraipuoi nuotare insieme a noimai più solo resterai.» Non trattarci maleo nessuno ti vorràfai sempre del benee la fiducia crescerà.Capì subito lo squaloquanto vale l’amiciziapassar tempo in compagniaè davvero una delizia!Si fece molti amicinon rimase mai più senzae sempre continuòa dar loro precedenza.AMORE5. Il delfinario
Seduto me ne stavoi delfini osservandoquando vidi uno di loroche si stava avvicinando.Con fare cautelosoavanzava molto lentocurioso mi fissavacon uno sguardo attento.Un esemplare grande;le pinne posterioripiene di feritecosì come le anteriori.Sembrava molto calmo.Lo guardai di frontetra tutti i delfinilui era differente.Cristallina nei suoi occhila tristezza contemplaiGli è successo qualcosasubito pensai.―Perché sei così triste?―al delfino domandaila risposta mi sorpreseil suo sfogo ascoltai.―Devo chiederti un favorespero tu ne sia capacedi a chi ci ha catturato:questo posto non ci piace.»Ci ha sottratto libertàla cosa più preziosama qui non ce l’abbiamoche vita dolorosa!»Non si può nuotare libericosì non si può starediglielo ti pregoКонец ознакомительного фрагмента.
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