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Ti Presento Francesca
Ti Presento Francesca

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Ti Presento Francesca

Язык: Итальянский
Год издания: 2020
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Durante lo spettacolo Francesca dà il meglio di sé, ma io quasi non provo più meraviglia, mi sembra così normale vederla volteggiare con naturalezza e soprattutto vederla divertirsi in mezzo agli altri.

L'estate -si sa -passa in un baleno e presto siamo di nuovo sui banchi di scuola con nuova lena ed entusiasmo.

Il ritratto di Francesca alunna è delineato dalla pagella che alla fine dell'anno scolastico 2003-2004 la descrive così

“L'alunna ha evidenziato notevoli capacità di osservazione e riflessione, ha saputo organizzare modi e tempi del suo lavoro ed ha acquisito un buon livello di competenze in tutti gli ambiti disciplinari.

Ha raggiunto un ottimo livello di autonomia e di autostima.

L'alunna riesce a stabilire rapporti di sincera solidarietà con i compagni bisognosi di aiuto e di rispetto verso gli adulti. Mette a disposizione le proprie capacità senza far pesare il proprio aiuto. E' una persona matura e responsabile anche nel rapporto con le insegnanti.”

A ridosso dei dieci anni di età si comincia a delineare un piccolo cambiamento nell'atteggiamento di Francesca:

La sua irrequietezza e la voglia di essere parte degli altri, comincia ad essere sottolineata da una nota che giunge alla mia attenzione a fine anno scolastico 2005, che recita:

–”Francesca riconosce la necessità di rispettare le regole che stanno alla basse del vivere nella comunità scolastica anche se, qualche volta si fa coinvolgere dalla esuberanza dei compagni.

Si evidenzia inoltre che è molto curata da parte dell'alunna l'attività grafico pittorica.

IL 2005 è anno importante per noi tutti.

A maggio Francesca riceve la sua Prima Comunione, nel Santuario di Santa Maria di Capocroce.

E sì, quante cose sono cambiate anche nell'oratorio.

Don Vincenzo il 9 aprile 2004 cessa di vivere. Noi increduli lo apprendiamo durante la messa di Pasqua l'11 aprile nella chiesa della Madonna di Capocroce.

E pensare che aveva tanto insistito la mattina di Giovedì Santo perché gli portassi i ragazzi per la preparazione della Pasqua,

“Dobbiamo organizzare la processione aveva detto”.

Io come al solito condizionata dal lavoro gli avevo risposto-” Io posso pure portarteli, anzi ne sono felice, ma chi me li riporta a casa alle ore 13,00 ?

Io sono ancora al lavoro a quell'ora!”

E lui premuroso -”Sicuro a casa te li riaccompagno io.” Ok al mattino alle 7,40 davanti all'oratorio don Vincenzo attende Gabriele e Francesca, ed insieme consumano una abbondante colazione.

Una bella mattinata , ricca di eventi raccontano i ragazzi quanto rincaso la sera, “Sai mamma alle 13,00 puntuali don Vincenzo ci ha riaccompagnato a casa.”

Come fai a credere che la notte stessa tra giovedì e venerdì Santo abbia cessato di vivere?

Tutti noi ne abbiamo sofferto intensamente; una figura così forte, pieno di energia e di amore! La Comunione di Francesca sarà infatti celebrata presso la stessa chiesa ma da un altro sacerdote il nuovo parroco.

Cambia tutto nella vita dell'oratorio, ma Francesca insiste, lei vuole partecipare comunque al centro estivo, lei lì ha le sue amicizie, e non intende rinunciare alla sua porzione di socialità e divertimento.

Gabriele ormai sedicenne è in Irlanda. E' partito per una vacanza studio a Kork.

Francesca che ha accettato sempre volentieri in quegli anni la presenza di suo fratello, stavolta punta i piedi e dice :”io voglio partecipare, non importa se lui non viene, io mi iscrivo.”

E' li in quegli anni che il rapporto con gli amici si arricchisce di nuove emozioni e si fa sempre più serrato. Francesca sembra libera ormai, tagliato il cordone ombelicale, sviluppa quell'autonomia anche nei rapporti umani che la contraddistingue .

In quel periodo amica del cuore è Elisa C.

In effetti all'inizio quando si presentano, si rendono conto, di essere le sorelle di 2 ex compagni di scuola. I rispettivi fratelli erano in classe insieme al liceo.

L'atmosfera del centro estivo dell'oratorio di Capocroce era completamente cambiata, non più l'entusiasmo e il cameratismo di una volta, l'energia e la coesione scatenata da don Vincenzo.

Tutto questo mancava senza dubbio, ma Francesca diceva che con Elisa riusciva comunque a star bene e a divertirsi.


Dedicata a Francesca da Elisa C. – tratto da facebook


“Te che la mattina appena sveglia sei nella mia mente, te che mi ricordi l'estate, le goleador, i polsini neri, gli 883, le tue converse fiammeggianti, il tuo biglietto d'auguri, il tuo modo un po' coatto di chiamarmi “amo”…e il mio scherzarci sopra; te che mi ricordi le risate a crepapelle, le verticali addosso al muro, le giornate al mare e le partite a calcio; te e i nostri segreti; te e al nostra amicizia; te che mi vieni in mente in quegli istanti lasciati un po' a metà; te che non mi lasci mai; te che torni in ogni mio pensiero; te che diventi ogni mio pensiero; te e i miei sospiri; te e la mia voglia di abbracciarti; te che mi manchi da morire; te che sei l'amore..


ed ancora Elisa su un altro post


….Ciao Amore mio, ho il tuo biglietto tra le mani: C'è scritto che mi vuoi bene, che sono fondamentale per te. Te lo ricordi amore mio? Eravamo formidabili tu ed io. Ricordi come ci chiamavano gli animatori? Pankettona e Pankettina. Ricordi le infinite partite a pallavolo? Quel campo maledetto su cui ci sbucciavamo puntualmente le ginocchia. Ricordi quando dividevamo la merenda.... quando ci bastavano gli spiccioli per comprarci le gomme e la tua gomma diventava automaticamente la mia?


Che coppia che eravamo a biliardino! “ Chi vince regna!” e noi vincevamo sempre amore mio. Ripenso a quando la gente ci chiedeva da quanto tempo fossimo amiche e noi rispondevamo che eravamo sorelle: Nessuno lo avrebbe detto. Tu alta ,magra, con quegli occhioni così espressivi ed i capelli neri; ed io invece.. biondina, alta la metà di te.


Com'è strana la vita eh! Perché io avrei pagato oro per averti come sorella.... ma te lo immagini? Avremmo conquistato il mondo: Vorrei tornare indietro amore mio, rivoglio quei giorni felici, quando niente e nessuno poteva fermarci. Mi chiedo ….... te, l'allegria, la grinta, la gioia fatta persona.


L'estate 2005 apporta diversi cambiamenti, per la prima volta la partecipazione ai centri estivi si estende anche all'esperienza dell'oratorio di Villa Sora, complesso salesiano a Frascati.

Qui l'ambiente è molto più esteso, ci sono circa 10 squadre, i ragazzi partecipanti sono quasi 800 suddivisi in varie età .

E' una piccola città in movimento: te ne accorgi perché si muovono ad ondate, ogni squadra ha il suo colore ed il suo nome.

Anche qui nomi derivanti da personaggi della mitologia, animali, eroi dei fumetti.

Ogni volta che i ragazzi escono dal teatro dopo la premiazione della squadra vincitrice c'è una tale folla che stenti a riconoscere tuo figlio/a.

Per partecipare a questa esperienza in effetti l'età minima richiesta è 12 anni.

Ma per Francesca – con la complicità della mia amica Flavia, che ha provveduto ad iscrivere sia sua figlia che la mia – viene dichiarata un'età maggiore.

E così si apre il varco anche per questa splendida esperienza.

Da quell'anno e negli anni anni successivi la nostra vacanza poteva essere programmata soltanto nella settimana di interruzione tra un centro estivo e l'altro .

Anche l'oratorio di Villa Sora, diventa per Francesca un luogo meraviglioso e pieno di bei ricordi.

Sicuramente l'essere inserita in un contesto sociale con ragazzi più grandi, è uno stimolo importante per crescere ed aprirsi sempre di più.

Anche qui c'è un sacerdote che accompagnerà Francesca negli anni a venire, lui ci conosceva già dalla data del nostro matrimonio, lui terrà uno sguardo lungo su Francesca.

Anche lui è convinto che si tratta di una ragazza meravigliosa e sensibile.

Don Luigi segue con passione il coro dei salesiani ed ogni volta che incontra Francesca non manca mai di esortarla a convincere suo padre Raffaele a partecipare ai canti.

Altra nota di rilievo nell'estate 2005 è il cambiamento relativo al saggio di danza.

Il viaggio” è il titolo del saggio di ginnastica artistica svoltosi il 4 giugno, presso il palazzetto Palasport Banca d'Italia a Frascati.

E sì, per la prima volta, Francesca sceglie di frequentare -nella stessa palestra dove faceva danza classica- il corso di ginnastica artistica.

Non è un tradimento nei confronti della danza classica.

Solo una diversa esigenza del suo flessuoso corpo e forse un cambiamento nel suo modo di essere.

Forse uno step della sua crescita.

Curiosa coincidenza, la sua insegnante coreografa, conosce già Francesca, poiché è stata anche sua maestra di matematica alle scuole elementari.

Contesto di piena fiducia e collaborazione consente a Francesca di sperimentare questa disciplina sportiva con entusiasmo e con ottimi risultati.

Cambia anche il contesto, si abbandona momentaneamente il teatro, per spostare la performance in un palazzetto dello sport. L'adrenalina è alta .

Francesca non tradisce emozione.

La mattina del 4 giugno alle h. 9,00 l'accompagno in palestra per le prove, è scrupolosa come al solito e forse crescendo sente di più la responsabilità, ma con la sua compagna di scena Michela sembra molto affiatata, loro devono rappresentare gli alieni.

Dal Programma....del saggio

Anno 2005 la navicella spaziale, proveniente dallo sconfinato universo, è appena atterrata sul nostro multiculturale pianeta. Da essa fuoriescono 2 alieni, a noi invisibili, spediti qui da i loro sapienti per studiare ed arricchirsi con la nostra moltitudine di usi e costumi. Nel loro giro del mondo incontrano tutte le nostre società culturali; così come sono venuti se ne vanno pacificamente!!!


Alle h. 12,00 quando vado a riprendere mia figlia è tutto cambiato

– Michela si è infortunata ad una caviglia e Francesca dovrà tenere la scena da sola.

Se qualche preoccupazione le ha attraversato il cuore e la mente, non è dato sapere, da perfetta attrice ha mantenuto equilibrio fino alla fine.

La serata è andata benissimo al di sopra di ogni aspettativa.

Come se fosse naturale, diventare all'improvviso, l'unica protagonista.

Alla fine dello spettacolo tutti gli intervenuti hanno applaudito a lungo e con calore per riscattare l'impegno dimostrato da tutti i partecipanti durante l'anno.

Elena, la sua amica delle elementari, era visibilmente emozionata per Francesca , e alla fine dello spettacolo l'ha abbracciata fortissimamente .

Altro cambiamento segnato dall'estate 2005 è la fine del ciclo scolastico delle elementari, e l'inizio previsto a settembre della scuola media presso l'istituto san Nilo a Grottaferrata.

Francesca mostrava una certa diffidenza, una volta aveva anche provato a contestare. ”Perché devo sempre cambiare contesto-località per la scuola , perché sempre scuola a tempo pieno? E se poi non conosco nessuno , dovrò farmi tutti amici nuovi?”

Ho cercato di rassicurarla, “”Vedrai che andrà tutto bene e che ne sarai entusiasta, mi hanno detto che è una scuola speciale e che è molto difficile essere accettati.

Poi non abbiamo alternative, io finisco di lavorare alle h. 15,00 e sono a Roma.

Per essere da te alle h. 16,15 a Grottaferrata ho già i miei problemi.

Piuttosto speriamo che abbiano accettato la tua iscrizione in quanto non siamo residenti.

Altrimenti l'unica possibilità è andare a scuola a Roma.””


Non so se con queste parole ho contribuito a spaventarla di più. Alla fine di luglio 2005 abbiamo avuto conferma dell'iscrizione e in cuor mio ero contenta.

Quella scuola mi era stata segnalata da un'amica che incontravo sul treno tutte le mattine la mamma di Ilaria.

Nota bene (Anche Ilaria sarà compagna di ballo di Francesca negli anni successivi).

Mostrai interesse perché si trattava di una scuola a tempo pieno, assoluta rarità; a detta delle mie colleghe non esisteva una scuola media con orario prolungato neanche a Roma.

In effetti nelle ore pomeridiane della scuola media dell'istituto San Nilo si studiavano discipline aggiuntive di notevole interesse.

C'era un interesse specifico per il cinema e la letteratura.

Erano ore scolastiche dedicate anche al dibattito e alla lettura dei giornali.

Inoltre proprio per quegli anni scolastici, era previsto un corso di canotaggio che si svolgeva dalla primavera in poi al lago di Castel Gandolfo.

La fatidica scuola media Zampieri, si rivela ben presto anziché un boomerang, una scelta effettivamente azzeccata e, da svantaggio che doveva essere, diventa invece punto di forza.

Unico inconveniente, l'anno scolastico stranamente per la prima media, iniziava venerdì 9 settembre.

Me lo ricordo bene, perché siamo stati costretti a tornare prima del week end, appositamente per questo motivo.

Ci eravamo concessi 4 giorni di vacanza sul Monte Conero proprio dal 4 settembre. La prima parentesi da coniugi dopo tanti anni.

“Cominciamo bene pensai” ed invece valeva la pena.

La scuola era bellissima, appena ripitturata e rinnovata.

I professori sembravano alquanto socievoli e pieni di buone intenzioni.

Quella mattina ho visto, per la prima volta sul viso di Francesca, un velo di preoccupazione.

Ma poco dopo appena arrivati nella grande hall della scuola all'improvviso vedo che si illumina, e corre incontro ad una ragazza bionda. Le salta letteralmente al collo .

Lei si chiama Flavia, abita a Rocca di Papa, ma loro si erano già incontrate in palestra a Frascati l'anno precedente.

Da lì la scintilla, Francesca acquista fiducia e sembra ambientarsi bene.

Scopriremo poi che la parentesi dei tre anni di scuole medie, segneranno completamente il cambiamento di Francesca ed anche della nostra famiglia.

La classe di Francesca è la 1^ D ed è proprio quella che svolge il programma per l'orario prolungato.

A loro sarà data la possibilità di approfondire, insieme alla professoressa di Italiano, oltre alla letteratura, temi come il cinema ed il teatro.

Le escursioni in tali ambiti saranno frequenti e piene di interesse. Un vero laboratorio di creatività.

Tenere accesso l'interesse dei ragazzi a tutti i livelli. Questa è la mission della scuola.

Perfetta direi oltre la più rosea aspettativa.

Tra i professori con cui Francesca instaura una perfetta sintonia c'è la professoressa di disegno, che è molto comunicativa e sollecita i ragazzi chiedendo di esprimersi con la creatività sui più svariati temi

Francesca come è noto è molto curata nell'attività grafico -pittorica e la sua professoressa lo apprezza molto E' di questa epoca e precisamente dell'ottobre 2005 uno dei suoi disegni più belli dal titolo emblematico “l'albero della fantasia e della musica” un manifesto per le promesse del suo futuro.

Se ripenso a quel periodo ricordo solo l'orgoglio la mattina, quando accompagnavo i ragazzi a scuola entrambi a Grottaferrata- Gabriele al liceo Touschek Francesca alla scuola media Zampieri.

C'era una atmosfera di entusiasmo quando li lasciavo la mattina , l'entusiasmo di chi si appresta a vivere una giornata interessante, con l'attenzione a mille e soprattutto una grande aspettativa per ciò che riguarda i rapporti umani.

Da entrambe le parti alunni e professori.

Mi sentivo orgogliosa, avevo scelto proprio la scuola migliore, e riuscivo con un orario ridotto comunque a seguirli in tutto.

Facevo varie acrobazie ma ci riuscivo. Dopo anni di problemi al lavoro, mi ero ritagliata anche un ruolo importante in ambito amministrativo.

Ricordo che pensavo – adesso mi riprendo tutto! Questo è il mio momento vincente.

E sì, in quegli anni quando sei genitore di due bambini piccoli, sei sotto ricatto. Ma ora cominciavano a crescere e ci riempivano di soddisfazioni.

Obiettivi economici pressanti finalmente cominciavano a scemare. Mi sentivo ancora abbastanza giovane e agguerrita per ritagliarmi un ruolo importante, finalmente, come madre, moglie, lavoratrice e donna.

In quel periodo l'attenzione è volta ad organizzare tutto . Ad ottimizzare i tempi, lavoro, casa, figli.

In effetti però non riuscivo a godermi veramente la mia famiglia, ma questo è il prezzo da pagare.

Questa cosa riesco a capirla solo oggi. Un giorno un po' stanca, forse nervosa, ricordo mi sono sentita dire da mio marito “Sei sempre inquieta, sul tuo viso sempre tensione, proprio non hai capito niente, e pensare che i nostri figli non ci hanno mai dato problemi!

Tu non sai neanche quello che vuol dire figli che ti danno problemi!”

Sul mio viso credo si sia fatto buio – gli ho risposto infuriata “Perché mai dovrebbero darcene!”

Ero così, graniticamente, ottusamente, sicura di quello che avevo, perché mai avrei dovuto dubitarne?

In fondo avevo lottato sempre duramente, naturalmente insieme a mio marito, per difendere la mia famiglia ed il lavoro .

In fondo ce lo meritavamo di non avere altri problemi!

*******

Nella mia mente vedevo solo l'incessante tentativo di arrivare dappertutto e di dare ai nostri figli quello di cui avevano bisogno.

Dal mio modo di vedere questi erano già abbastanza come problemi.

Il fatto di non aver mai potuto mollare un attimo, da quando erano venuti al mondo, mi sembrava già abbastanza, come difficoltà da affrontare.

E il fatto di esserci in qualche modo riusciti, senza l'aiuto di nessuno, rendeva noi, e i nostri figli, sicuramente speciali.

Rimasi mortificata da quell'osservazione, ma granitica e ottusa, continuai a pensarla a modo mio e andai dritta per la mia strada.

P.s. Ricorda questo passaggio ci servirà nel prosieguo della storia.


Per ora mia cara ti saluto perché il prossimo capitolo sarà ricchissimo.

E dovrai essere molto attenta e concentrata.

Aspetto tue notizie affettuosamente Loretta

ti voglio bene!

CAPITOLO 4

Cara Alessandra, volevo ringraziarti per la pazienza e la discrezione, sai è terapeutico potersi esprimere liberamente e dilungarsi anche nei particolari, sapendo che chi ti ascolta lo fa con affetto e dedizione.

Attendo con impazienza il momento per riabbracciarti, per ora mettiti seduta e ascoltami.

Nell'autunno 2005 comincia lentamente come un vento sconquassatore, un turbinio, un vortice di avvenimenti a cui non sapevo dare spiegazione.

Qualcosa che ti inquieta, ma che non sai bene cos'è.

Durante i mesi precedenti, avevo avuto parecchi punti a mio favore, parecchie soddisfazioni, ma come per la teoria del piano inclinato, quando inizia la discesa non sai bene dove ti porta.

Cominciai con un allarme medico, che riguardava la mia persona, fortunatamente rientrato all'inizio di novembre.

Poi Gabriele, manifestava qualche inquietudine verso la scuola – il liceo -.

Malintesi, tensioni tra gli alunni e i professori, l'idea di fargli cambiare scuola; l'abbandono da parte sua della tanto amata disciplina della scherma.

Di comune accordo abbiamo deciso che Gabriele avrebbe continuato a frequentare, il suo liceo, era irremovibile su ciò.

Abbiamo deciso di non influenzarlo nella sua decisione. Intanto , il 13 dicembre c'è il primo colloquio con i professori a scuola di Francesca. Non posso mancare.

Quel giorno tornando a casa ero abbastanza irrequieta, forse questo il motivo, per cui un piccolo battibecco, fa scatenare un serio diverbio tra me e Gabriele.

Il tempo di cambiarmi e riuscire di nuovo. Pensavo -ora incontrerò i professori di Francesca e cercherò di rilassarmi, di occuparmi di altro-.

Il ricordo di quel giorno è così nitido : ero emozionata fissavo tutti gli insegnanti, tutte persone nuove intorno, volevo familiarizzare anche con i genitori dei nuovi compagni di Francesca.

Mentre ero assorta in queste riflessioni, mi viene incontro l'insegnante di lettere di Francesca. “Sono la professoressa Soldano – esordisce- le mie materie sono letterarie, ma seguo i ragazzi anche per il corso pomeridiano attinente al cinema ed al teatro;”

“Signora si sieda- dice ancora- è lei la mamma di Francesca! signora sua figlia è una ragazza meravigliosa;

mi prende la mano e mi dice ancora- “signora io non mi sbaglio mai in queste cose, perché sono una persona che ha superato molte prove ed ho sviluppato una speciale sensibilità ;io le dico che sua figlia ha una bella anima.”

Attonita, meravigliata, forse addirittura infastidita . Mi dicevo “ma cosa vuole dire?– come mai non si interessa soltanto del profitto a scuola?.”

Comunque visto che era stata una giornata particolarmente altalenante dal punto di vista emotivo, ho continuato i colloqui con gli altri docenti, ho familiarizzato con alcuni genitori, in particolare con quelli di Flavia e di Martina con i quali avvertivo un forte affiatamento e rientrando a casa cercavo soltanto un po' di serenità.

In fondo era stata una bella esperienza, tutti in qualche modo concordavano sul fatto che Francesca era una ragazza valida, una che ha stoffa e questo mi / ci inorgogliva molto.

Come al solito al Natale si arriva in un baleno. La solita frenesia, ma in fondo un periodo pieno di festa e di preparativi.

Cara Alessandra, ti parlerò dell'amore speciale che Francesca nutre per il Natale!

Inizierò con un suo scritto che definisce fino in fondo il suo sentimento di bambina

“L'esperienza del Natale dovrebbe essere diversa da come è.

Per la strada si vedono luci addobbi, gli alberi di Natale e i presepi tutti innevati e pieni di luci. Il natale all'inizio era nata come esperienza di gioia, di felicità, ma soprattutto per festeggiare la nascita di Gesù, cosa che adesso non tutti fanno. Ormai il Natale è diventata una festa come un'altra, fatta solo per i regali e le abbuffate, che tutti aspettano con ansia, inclusi i commercianti. Io credo che Gesù prova orrore di noi, è come fare una festa in cui il festeggiato non è invitato.

Per me il Natale è una festa bellissima, e io la festeggio con gioia e allegria ma soprattutto festeggio Gesù, e posso assicurare che è bellissima e soddisfacente. Comunque festeggiare il Natale che è una festa cattolica, senza festeggiare Gesù non ha senso, e quindi tutte le religioni potrebbero avere il Natale come festa, per divertirsi ed essere felici.”


Francesca insieme a papà Raffaele e talvolta insieme a suo fratello Gabriele, è artefice della creazione di bellissimi presepi. Di solito nella nicchia accanto al camino.

La base costituita da pezzi di tronchi d'albero, a formare la capanna, un tappeto di muschio autentico preso nel sottobosco di casa, e tanti tanti personaggi, e tanta inarrestabile creatività. Il risultato semplicemente magnifico.

Ma quello che eccitava di più Francesca erano i regali, soprattutto quelli per Natale.

Questa prerogativa la accompagnerà anche quando diventerà più grande.

I preparativi sempre imponenti. Il salvadanaio con i risparmi, preparato da mesi e poi …

Per la prima volta a Natale 2005 a sorpresa mi chiede di poter uscire con le sue amichette per poter comprare lei stessa i regali.

All'inizio sono un po' contrariata, non mi sorride l'idea -così piccola-, di mandarla in giro a fare acquisti.

Poi però cedo, è talmente gioiosa e sorridente, come chi si aspetta tanto da qualsiasi piccola cosa nella vita.

L'unica promessa è che i regali si comprano di mattina, da una certa ora ad una certa ora, e che i soldi messi da parte devono essere esattamente sufficienti per tutti i regali da comprare.

“”D'accordo dice lei”” e si accorda con le sue amiche della scuola media.

Loro sono un bel gruppetto e sembrano proprio affiatate. E così dopo due ore- esattamente come promesso- tornano raggianti piene di pacchettini, puntualissime e sono avanzati alcuni centesimi!

Meravigliata, ma orgogliosa di averle concesso fiducia ho pensato che ne è proprio valsa la pena.

Quel Natale nella prima parte delle festività ci riserva qualcosa di piacevole, ma col passare dei giorni proprio durante la pausa tra il Capodanno e l'Epifania qualche nube comincia ad addensarsi.

********

Ricordo come fosse ora, la finestra aperta per i fuochi d'artificio a mezzanotte, una fitta in gola, e un brivido di freddo mi percuote .

Il giorno dopo una febbre acuta e mia sorella che telefona e si preoccupa.

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