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Ade Online: Succube
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Язык: Итальянский
Год издания: 2020
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HADES ONLINE: SUCCUBE

FANTASY LITRPG HAREM LIBRO 1

TRADOTTO da Giraldina Longo

Scritto da ALEX A. ITSIOS e A. A. ROI

CAPOREDATTORE: CHARLES HEBERT

CORRETTORE DI BOZZE: 1. Sarika Fils-Aime, 2. AZARA BELL

Copyright © 2020, Alex A. Itsios

Tutti i diritti riservati. Questo testo o le sue parti non possono essere riprodotti o utilizzati in alcun modo senza l'espressa autorizzazione scritta dell'autore, ad eccezione dell'uso di brevi citazioni all'interno di una recensione del libro stesso.

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Sommario

CAPITOLO 1

CAPITOLO 2

CAPITOLO 3

CAPITOLO 4

CAPITOLO 5

CAPITOLO 6

CAPITOLO 7

CAPITOLO 8

CAPITOLO 9

CAPITOLO 10

CAPITOLO 11

CAPITOLO 12

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CAPITOLO 1

Mi chiamo Zephyros... e sono praticamente fottuto! Ho rovinato completamente la mia intera esistenza virtuale quando ho provato ad hackerare il server principale di Elysium, il mondo del gioco virtuale in cui vivo da quando sono nato. Ora, Rhadamanthus, il custode di Elysium, è pronto ad esiliarmi nel mondo reale, un posto che ho sentito nominare solo nelle storie mitologiche.

“Mi appello al verdetto." Esclamo, mentre il mio avatar è in piedi, al posto dell'imputato. È nella sua forma base, privo di espansioni. Ha addosso solo gli abiti che aveva con sé, spogliato di tutto quello che gli avevo aggiunto nel corso della mia vita.

Secondo le mie conoscenze delle regole, essendo un giocatore di 21° Livello, ho diritto a questa richiesta... o almeno pensavo di averlo.

“Appello respinto!” Tuona quello che è il mio giudice, giuria, e boia nella vasta sala del giudizio grigia e vuota.

Processi come quello che sto subendo dovrebbero ammettere il pubblico in sala, ma anche questo diritto mi è stato negato. Sembra proprio che io avessi più ragione di quanto immaginassi in merito a quello che non funziona a dovere su Elysium. Ma oramai niente di tutto ciò ha più importanza.

"Inizierai a scontare la tua sentenza immediatamente!" Delibera l'imponente figura togata, mentre, con un bagliore rosso che gli infiamma il volto, batte ripetutamente sul pavimento la staffa della giustizia. Ed è così che mi viene portato via tutto, in un solo istante: la famiglia, gli amici, i rivali, la mia ragazza...

D'improvviso mi ritrovo in un posto nuovo, e non riesco a trattenere un urlo.

La punizione per il mio crimine sta iniziando piuttosto duramente. Sono appena stato condannato e il sistema giudiziario di Elysium mi ha già trasferito ai Campi del Lutto, insieme a quelli che sembrano essere molti altri criminali, sia uomini che donne. Questo è il posto dove finisce chi ha commesso grandi crimini o ha perso la vita su Elysium. Io, come tutti quelli che vedo attorno a me, sono stato spogliato ulteriormente: i nostri avatar sono ora completamente nudi con l'eccezione di un cronometro, fuso sui nostri polsi, che scandisce il conto alla rovescia.

Attorno a me echeggiano urla, si sentono grida strozzate e pianti di sofferenza, e io, a buon diritto, mi unisco al coro.

Il caldo in questo posto è asfissiante, straziante. Non ho mai sentito un caldo simile in tutta la mia vita virtuale: si abbatte su di noi come se l'inferno stesso ci soffiasse addosso il suo alito di fiamme. Intorno a me si stende un deserto giallo, di sabbia arsa, così caldo che l'aria sfavilla ai raggi di un sole talmente intenso da risultare accecante, appena si alza lo sguardo. L'aria rovente brucia i nostri polmoni, mentre il penetrante calore arrostisce la carne nuda dei nostri avatar, al punto che posso perfino sentire il rumore della mia carne che sfrigola. L'agonia è intensa, è molto peggio di qualunque cosa io abbia mai sperimentato prima, e, sicuramente, a livelli che non sono permessi nell' Elysium. I comandi non possono essere scollegati, come dovrebbe avvenire normalmente.

“Là, l'acqua, per favore!” Arriva questa implorazione da parte dei miei compagni trasgressori, compagni vittime.

A questo punto vediamo di fronte a noi, a pochi passi, un fiumiciattolo poco profondo. I miei compagni di sofferenza ed io arranchiamo immediatamente in quella direzione per raggiungere il conforto che quell'acqua potrà offrire ai nostri avatar condannati. Mi trattengo. Mentre gli altri si gettano a bere con avidità e in modo disperato quell'acqua, spruzzandola sui corpi fumanti, io vengo punito severamente per la mia reticenza. La sensazione di bruciore della mia gola peggiora ulteriormente al vedere la fresca acqua scorrere sotto i miei occhi, mentre mi accovaccio a quattro zampe, sento i gemiti e i sospiri di sollievo degli altri che bevono intorno a me. La mia schiena ora sembra essere in fiamme.

No! Che si fottano, che si fotta il Guardiano dell'Elysium! Non berrò una singola goccia di quell'acqua e non mi ci getterò, non importa quanto so che la assaporerei e non importa quanto io stia bruciando vivo. Non importa se la mia saliva si addenserà nella mia bocca, non importa se la mia carne si consumerà. Non voglio nessun falso conforto o falsa compassione da parte dei torturatori che si stanno prendendo gioco di noi.

Avvolto nel mio dolore, l'unica cosa che sento è il conto alla rovescia che ora invade la mia coscienza fluttuante. Il timer sul mio polso ticchetta come se una bomba stesse per esplodere, sempre più forte, sempre più forte. Mi è stato detto che, quando arriverà alla fine, sarò bandito in un mondo chiamato Terra e non posso fare nulla per interromperlo o rallentarlo, e neppure accelerarlo per fermare l'agonia che sto vivendo. È indistruttibile e fuso al polso del mio Avatar. Come gli altri, che ora sono immersi nelle acque, non posso far altro che aspettare qui, fino a che i nostri nuovi avatar, chiamati ‘corpi’, verranno creati. Non appena saranno pronti, saremo spediti dall'orbita e portati giù sulla Terra, la nostra nuova casa. Queste sono le uniche informazioni che ci sono state comunicate. Non mentirò. Il livello di terrore che mi ha invaso è pari solo al dolore che sento. L'orologio smette di ticchettare, ponendo fine alla mia agonia ma aumentando il terrore per tutto quello che mi attende. Il mio momento è arrivato…

Perdo conoscenza e tutto diventa nero.

Non riesco a capire quanto tempo stia passando. Non riesco più a percepire nulla, ma ciò significa anche che non sento neppure più il dolore dell'essere bruciato vivo, forse non è poi così male. Un brivido inizia a penetrare nella mia coscienza e poi una serie di sensazioni nuove, sconosciute. Apro gli occhi e mi ritrovo disteso su una superficie rigida e fredda ma sento che c'è qualcosa che non va in me. Qualcosa sta battendo velocemente e in modo intenso nel mio petto e ho una strana sensazione in testa, difficile da descrivere, di pesantezza fastidiosa, come se ci fossero pietre al suo interno. Credo di aver sentito parlare di qualcosa di simile da qualche parte, forse in un gioco con ambientazione storica. Sì, ho sentito dire che i corpi veri percepiscono le sensazioni e il dolore in modo molto differente da come li percepiamo noi nell' Elysium. Soffrono molto di più e vivono ogni altro stimolo in modo più profondo. Quella cosa che si trova nel mio petto deve essere il mio cuore che batte. Le pietre nel mio cranio devono essere quella cosa che viene chiamata "mal di testa". Non ne sono completamente sicuro, visto che è la prima volta che lo sperimento. Tutto intorno a me inizio a sentire dei gemiti.

Vedo qualche luce, anche se tremolante. Mi sollevo e resto in posizione seduta concentrato sull'ambiente che mi circonda. Si tratta di una stanza in un qualche genere di stile medioevale, pareti rivestite di pietra, fiocamente illuminate da candele disposte lungo le pareti. Riesco a capire da dove provengono i gemiti: molti altri si stanno svegliando attorno a me, e, esattamente come me, sono tutti vestiti con corte tuniche bianche. Questi "corpi" sono piuttosto simili tra loro per forma, dimensioni, e persino colore rispetto agli avatar che indossavamo un tempo in Elysium, anche solo volendo considerare i nostri avatar basici. Alcuni sono un po' più grandi, altri un po' più piccoli, tutti con incarnati che variano da toni pallidi a toni di pelle marrone chiaro, capelli che vanno dal bianco al nero, con una decisa prevalenza di marrone, rosso e biondo. Tutto questo non si avvicina nemmeno lontanamente alla vasta gamma di dimensioni e design che possono avere gli avatar.

Che cosa noiosa!

Il lato positivo è che nel gruppo ci sono anche alcune donne, che posso tranquillamente definire sexy. Ma, ora, non ho la più pallida idea di dove siamo finiti, vestiti di questi corpi che, mi accorgo, non sembrano essere scomodi solo per me.

Cerco di rimettermi in piedi e lo faccio in modo instabile. L'intero posto emana un'atmosfera di un'epoca primordiale e l'aria ha un odore umido e ammuffito. Non appartiene al mondo virtuale con cui ho familiarità, il mondo che conoscevo. Quando mi alzo in piedi il pavimento ruvido mi graffia la pelle. Non vedo nessun tipo di vitalità nemmeno nei miei compagni. Incontro lo sguardo di una delle donne in piedi vicino a me, ma è vuoto, confuso, come se dentro di lei non ci fosse nessuno.

È tutto qui? È questo il mondo reale in cui siamo destinati a vivere per il resto della nostra vita da ora in avanti?

Prima impressione? Questo posto fa schifo. E anche le persone, mi sa.

“Dove sono?” Chiede all'improvviso la bella e procace ragazza dai lunghi capelli neri in piedi accanto a me. Trema con le braccia strette al petto, mentre guarda se stessa e la camera che la circonda.

Altri sono più aggressivamente vocali, impauriti, preoccupati.

"Che posto è questo? Non ricordo come sono arrivato qui. Cosa sta succedendo? L'unica cosa che so è il mio nome!” Urla un uomo dall'altra parte della stanza. La sua voce riecheggia, rimbalzando sulle pareti.

"Non ricordo niente. L'ultima cosa che riesco a ricordare è che stavo bevendo ad un fiume”, dice una donna dal centro della folla.

Cosa? Non ricordano? Sono l'unico che ricorda? L'unico che ricorda Elysium, la condanna o la sentenza?

"Anche io ricordo di aver bevuto l'acqua di un fiume" concorda un altro.

Sempre più persone si svegliano e si alzano. Mi rendo conto che siamo in molti, forse una cinquantina. Sono tutti nello stesso stato di amnesia e l'unica cosa che ricordano è che si stavano abbeverando ad un fiume, che, ora capisco, deve essere stato il fiume Lethe. Ciò significa che tutte queste persone sono gli altri criminali, i criminali condannati i cui avatar erano con me nei Campi del Lutto. E i loro ricordi sono stati cancellati da quell'acqua. Diventa sempre più evidente che io potrei essere l'unico a ricordare la vita passata, la condanna criminale, Elysium, chi sono, chi ero. Mi rendo conto che dovrei tenermelo per me fino a quando non ne saprò di più. Non dovremmo ricordare chi siamo, da dove veniamo. Lo capisco adesso.

E questo mi riempie di terrore.

CAPITOLO 2

Il mio terrore dura poco, in ogni caso. Invece di rimanere a sognare ad occhi aperti e ricordare il recente passato, alcuni dei miei compagni senza memoria hanno trovato una via d'uscita.

“Là c'è un corridoio” esclama un muscoloso ragazzo dai capelli argentei.

Guardo in quella direzione e vedo chiaramente un passaggio nel muro che non avevo notato prima, ma, come dicevo, la stanza non è esattamente ben illuminata.

“Dovremmo vedere dove va?” Chiede una giovane rossa.

È davvero uno schianto, anche tenendo conto che molti dei corpi femminili qui presenti sono giovani e attraenti. Beh, sembra che tutti abbiano corpi giovani, pur se non molto differenti tra loro. Inizio ad essere intrigato, anche se non propriamente eccitato. La rossa potrebbe però farmi cambiare idea.

“E se non dovessimo andarcene? Potrebbe… potrebbe essere pericoloso!” si lamenta un altro preso dalla frustrazione e dall'ansia. “Non voglio morire! Non so neppure chi sono!

"Chi ti dice che stai per morire, idiota? Lo riprende quello dai capelli argentati. È proprio il tipo di persona che prende il comando. “Questa è l'unica uscita ed è completamente illuminata dalle candele. Io vado. Chi vuole è libero di seguirmi. Oppure potete restare qui a piagnucolare tutto il tempo che volete. Se ci avessero voluti morti, lo saremmo già.”

“Vengo con te!” dichiara la rossa, risoluta.

Ho deciso che lei mi piace un mucchio, e il fiammeggiante rosso dei suoi capelli la fa spiccare nel generale grigiore.

Mentre "Testa d'Argento" si dirige fuori dalla stanza, il resto del gregge decide di seguirlo, anche se diversi di loro sembrano ancora riluttanti. Aspetto il mio turno mentre si allineano nello stretto corridoio. Il mio tentativo di seguirlo è rallentato, ma certamente non dal mio desiderio di rimanere in questo buco o di essere imbottigliato assieme a questi goffi smemorati. Mi accorgo che i miei passi sono in qualche modo incerti e mi sembra di stare impiegando più tempo degli altri a prendere completa padronanza del mio corpo. Forse questo succede perché la mia mente si sta comportando come se stessi gestendo un avatar, mentre in realtà non è più così. La brunetta accanto a me non sembra passarsela meglio. Cerco di tirarla su.

"Non sei l'unica che sta cercando di capire come funziona” Provo. “Come ti chiami?”

“India, penso" mi risponde incerta, guardandomi un po' sospettosa. “Dove pensi che siamo?”

"In un posto dove non ci meritiamo di stare" le rispondo.

Non reagisce bene, mette il broncio e si gira per ricongiungersi al gruppo. Alzo le spalle e proseguo.

Il corridoio è regolare, sia le pareti che il pavimento sono in pietra grezza, come la stanza in cui eravamo. Persino le candele sono piazzate alla stessa distanza ad ogni passo del nostro percorso. Il pavimento duro è freddo sotto i miei piedi nudi. Ogni blocco di pietra e ogni luce tremolante è talmente simile, che sembra come se stessimo percorrendo in cerchio la stessa porzione di corridoio, ancora e ancora. È un po' surreale, e, forse, è una caratteristica dell'inferno. Sono certo che abbiamo tutti la stessa opinione, a giudicare dai mormorii. È bello non essere il solo con quel pensiero.

“Vedo una luce più avanti” esclama il nostro argentato leader. “Penso sia la luce del giorno!”

Diversi respiri di sollievo esplodono all'unisono intorno a me e tutti decidono di accelerare, col risultato di un susseguirsi di sgomitate e urti. Cerco di resistere mentre quelli dietro di me spingono per raggiungere la luce promessa. Cerco di resistere e, dopo poco, mi appare l'agognata luce.

Sì... grazie... meraviglioso... libertà! Sono alcuni dei commenti che sento attorno a me.

“Dove siamo adesso?” Chiede un altro.

Nonostante il conforto della luce grigiastra che mi accoglie mentre lascio il corridoio, avverto un brivido sinistro che mi scorre lungo la spina dorsale. Dopo poco siamo tutti fuori, o, per lo meno, in un qualche edificio esterno, forse un anfiteatro di qualche tipo, aperto al cielo nuvoloso e con le sue colonne spezzate che si stagliano nella luce grigia.

Adesso stiamo tutti vagando sul pavimento di questo teatro che si trova in una sorta di grande e antica città. In lontananza, perdendosi alla vista, si stagliano edifici e torri in pietra, passatoie rialzate e acquedotti. È una città primitiva, mi ricorda quelle dove mi trovavo nei giochi in cui io, o le squadre di cui facevo parte, eravamo in competizione, a combattere contro mostri mitici, divinità malvagie e simili creature. L'ambiente mi fa sentire un po' più a mio agio, anche se non per molto.

Secondo le mie stime, cinquantasette anime hanno fatto questo viaggio verso un mondo sconosciuto. Guardo intorno e sopra di me, e noto qualcos'altro: una nuova figura in piedi in cima al teatro, davanti ad un arco in penombra. È alto, in piedi come una statua nella sua scintillante armatura, con uno spadone rinfoderato sulle sue ampie spalle. A prima vista, la figura mi ricorda uno dei Justicars, i dispensatori di giustizia, di quando ero nell' Elysium. I decori rosso e oro dell'armatura e la sua statura, che supera di almeno una testa il più alto tra di noi, lo fanno somigliare ad un avatar.

Quando si gira, svela un volto grigio-barbuto, dall'aspetto raggrinzito e penetranti occhi grigi. Decido che, dopo tutto, non si tratta di un avatar. Probabilmente è solo un essere umano come lo siamo noi, adesso.

“Benvenuti, emissari!” tuona con voce dura e rimbombante che mi ricorda i momenti della mia condanna. “Mi chiamo Amyndas, e sono il vostro istruttore.” Una ragazza alla mia sinistra cerca di fare una domanda, ma, dal momento che lui continua ad ignorarla, ci rinuncia. “So che avete molte domande; non temete, risponderò a tutto a tempo debito. Quello che dovete sapere, come prima cosa, è che Hades, il nostro signore e sovrano che sta nell'alto dei cieli, vi ha inviati in una santa crociata per liberare l'umanità dalle mostruosità che la affliggono. Voi, esattamente come me, siete l'élite e siete tra i pochi prescelti che sono stati inviati dal cielo in missione per purificare questo mondo da ogni male!”

"Ne ho abbastanza", il tipo dai capelli d'argento abbaia ad Amyntas. Ha davvero le palle quadrate. Mi chiedo se anche lui, come me, ricorda qualcosa. “Ho delle domande e voglio una risposta, ora!"

“Ti rivolgerai a me come ‘signore’ e mi parlerai solo quando te ne darò il permesso!” risponde Amyndas con tono fermo e minaccioso. Mentre risponde afferra lo spadone dalle sue spalle e lo piazza di fronte a sè, affondando la punta della lama di qualche centimetro nel pavimento di pietra.

L'arma sembra abbastanza grande da poter facilmente tagliare in due molti di noi con un solo colpo, e Amyndas la brandisce come se pesasse quanto un ramoscello.

Improvvisamente, davanti al mio sguardo appare una scritta che dice: 'Hades Unità a Controllo Neurale Attiva.' Numeri e lettere appaiono sulle teste di tutti quelli attorno a me. Tutto considerato, non me lo aspettavo. Quindi...sebbene probabilmente avessimo molta più esperienza prima, noto che ognuno di noi ha una notifica di ‘Livello di Minaccia 1’ sulla testa di questi nuovi corpi, i corpi dentro i quali siamo stati esiliati. Tutti, eccetto Testa d'Argento e Amyndas. I loro livelli sono rispettivamente 2 e 56. Wow! Questo significa che Amyndas è cinquantasei volte più pericoloso o forte della maggior parte di noi? Sarebbe così in Elysium, e se è così anche qui, chiunque si metterà contro di lui sarà fottuto o infilzato! L'esperienza mi dice che dovrei stare attento con questo tizio.

Ad ogni modo, sembra che abbiamo portato con noi qualche aspetto di Elysium, anche in questi corpi umani. Sembra che tutti siano in grado di vedere i pop-up di dati che vedo io, a giudicare dal loro sguardo.

E quindi? Perchè Tizio-Argento è già a Livello 2? È sospetto. Il suo corpo non sembra certo più giovane, atletico o robusto di tutti gli altri. Cosa nasconde?

La mia attenzione si sposta quando il nostro istruttore riprende a parlare. È come se quella voce fosse progettata per catturare il nostro interesse. O siamo noi ad essere progettati per essere attratti da lei.

“Ora, prestate attenzione a quello che sto dicendo, emissari!” ci ordina Amyndas. Nel suo tono c'è una nota di impazienza mentre distende il braccio, coperto dall'armatura, per indicarci la vasta città antica che si estende nel grigiore. “Questa è Komana, una megalopoli nel regno dell'Anatolia. La città è divisa in due fazioni. La fazione dei Demoni comanda la parte occidentale, mentre noi, gli Emissari di Hades, comandiamo la zona orientale. Siamo stati inviati in una sacra missione da Lord Hades per liberare tutta Komana dai malvagi che infestano queste terre. Giovani emissari! Sappiate che ci attende una prova tra le più atroci. Un'ordalia che durerà per molti, molti anni di lotta e sofferenza, eppure ci sarà gloria! Ognuno di voi si sta chiedendo ora - Perché sono qui? Posso rispondere a questa domanda. Siete qui per dichiarare guerra con tutte le vostre forze, con tutto quello imparerete, e con tutta la forza d'animo che il nostro Lord Hades vi ispirerà, contro la mostruosa tirannia dei demoni. Ecco perché siete qui, ecco perché siamo qui. Questo è il motivo per il quale vi addestrerò: perché portiate il massacro sui nostri nemici e per combattere fino all'ultima goccia del vostro sangue fino ad arrivare alla vittoria!"

CAPITOLO 3

Dolore. Se si potesse descrivere questo mondo in una sola parola, quella parola sarebbe dolore. Dopo il duro allenamento a cui ci hanno sottoposto Amyndas e i suoi istruttori, ogni dannata parte di questo corpo nel quale sono stato intrappolato è dolorante. Mi muovo come se le mie membra non mi appartenessero davvero. Ho la sensazione di negoziare con il mio corpo e non di comandarlo. Come potrò sopravvivere in questo posto?

Ed è solamente il primo giorno.

Ok, ma fatemi ritornare un po' indietro, al momento della presentazione di Amyndas nell'anfiteatro.

Dopo aver finito di pontificare, Amyndas ci ha condotti oltre gli archi dietro di lui, attraverso la strada polverosa portandoci alla nostra caserma di addestramento in arenaria rossa e arancione: una discreta escursione all'interno della città di Komana. Tutti noi abbiamo potuto vedere meglio la città, da più vicino, qui si alternano parti fatiscenti a strutture intatte. Il tempo ha consumato gli ornamenti della pietra lavorata tutto intorno a noi. La presenza di erbacce e cespugli acuisce la sensazione di declino e di abbandono che la Terra ha sofferto in nostra assenza. Questo posto puzza di polvere e disintegrazione.

Dobbiamo marciare tra gli edifici verso i ‘campi di addestramento’ di sabbia scurita dal sole che si estendono in un'ampia piazza tra le basse strutture rossastre. Quegli edifici sono il posto dove dovremo vivere nel periodo, e forse anche dopo, in cui ci verrà insegnato a diventare i combattenti in cui Amyndas vuole trasformarci. Ben presto fa arrivare i suoi allenatori per insegnarci da zero come combattere, un tempo lo sapevamo fare, anche se adesso è un'azione più automatica rispetto a quanto eravamo abituati a fare nel nostro mondo virtuale.

Una volta arrivati, gli istruttori ci dividono in gruppi, donne da una parte, uomini dall'altra, e, successivamente, in piccole squadre che contano dai cinque ai dieci elementi e ci forniscono armi e armature in accordo con il ruolo che ci viene assegnato.

“Tu sarai uno spadaccino” mi dice l'uomo che si fa chiamare Sergente Obol, l'istruttore del mio gruppo.

Ad altri viene assegnato il ruolo di esploratore, lanciere, portatore di scudo e così via. All'inizio mi piace l'idea di avere arma e armatura, mi sento meno nudo per la prima volta dal momento della mia condanna. Ma questo è stato prima di passare ore e ore di esercitazioni e di allenamento di battaglia, anche se i miei livelli di attacco e di difesa sembrano essere i più alti del mio gruppo. Per la fine della prima giornata, riesco a malapena a trascinarmi fuori dalla sabbia verso la mensa per portare alla bocca, con mano mal ferma, la carne e il pane che ci vengono dati e per placare la mia sete con diverse coppe d'acqua.

Adesso capisco! Non siamo solamente stati esiliati da Elysium, hanno anche cancellato, oltre alla memoria, anche tutta l'esperienza precedentemente acquisita. Questo è accaduto non solo quando hanno bevuto dall'acqua del fiume Lethe, ma, probabilmente, anche quando le nostre coscienze sono state messe dentro questi corpi pronti per essere torturati.

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