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Si Mr. Evans
Si Mr. Evans

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<> Borbotto. Entrambi bramiamo dal desiderio di baciare l’un l’altro, ma non muoviamo un passo.

<> Sussurra dolcemente. Poi allenta la presa e si allontana guardandomi negli occhi. <> Drizza il braccio per farmi capire di allontanarmi da lui. Riesco a percepire la sua frustrazione. Ora capisco i comportamenti strani di Cade di cui mi parlava Amber.

<> Mi poggia una sua calda mano sulla bocca per farmi stare zitta. Sta tremando ed è caldo. <> Con la testa mi fa cenno di andare via.

Dopo essersi assicurato che non emettessi una parola, toglie la mano e mi lascia andare via.

Mi volto verso di lui e lo vedo poggiato sul muretto con la mano sulla faccia.

Vorrei tanto andare da lui ma preferisco non farlo, vorrà

stare da solo. Perché è così evasivo? Decido di andare via, immersa in una voragine di delusione. Come potevo illudermi di un appuntamento romantico? D’altronde Amber mi ha avvisata. Cade non è un tipo romantico e dovevo darle ascolto. Tutti i bei ragazzi o sono stronzi oppure come Cade hanno delle frustrazioni che si portano dentro. <>Sussurro mentre mi allontano.

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<> Perché non finisce mai le frasi? Forse in cuor suo non vuole lasciarmi andare. Ma la sua frustrazione lo spinge a mandarmi via.<>Ha un’espressione addolorata. Rimane immobile, distante da me, poggiato su quel muretto a guardarmi.

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<> Non fa niente per fermarmi. Imperterrito rimane fermo. Colma di dolore gli do le spalle e vado via.

Una volta arrivata a casa, una lacrima di sofferenza mi percorre lungo il viso. “Che illusa” come potevo pensare che fosse diverso. Non dovevo accettare questo stupido appuntamento. Lo sapevo che sarei finita a soffrire. “Maledizione Naomi! Perché ti ho dato ascolto?”

Lo sapevo. Mi butto sul divano a peso morto e prendo il cellulare in mano, cerco il numero di Cade e sono tentata a pigiare il tasto “chiama”, ma una forza interiore mi impedisce di farlo.

Nonostante non voglio più vederlo, non ho il coraggio di ammetterlo. In tutta la mia vita non ho mai sofferto per un ragazzo, tranne che con il mio ex fidanzato, Oliver Brown, che mi ha solamente usata e tolto la verginità mentre ero

pienamente ubriaca.

Sebbene penso che i ragazzi siano tutti uguali, credo, che Cade abbia qualcosa di diverso degli altri. Fino a pochi anni fa i ragazzi mi prendevano tutti in giro, portavo l’apparecchio ai denti, spesso mi capitava di inciampare nelle scale. Ero lo zimbello della scuola.

Ma ora è diverso. Con Cade mi sento un’altra persona. Poggio il telefono sul tavolino di marmo grigio chiaro di fronte il divano, mi alzo e vado a bere un succo alla pesca. “Si farà sentire” mi sussurra la vocina, ma ha un tempismo pessimo.

Anche se la mia testa mi suggerisce di dirgli addio una volta per tutte, qualcosa la contrasta.

D’un tratto sento suonare alla porta. Con il cuore in gola, mi dirigo verso la stessa, sperando sia la persona che desidero, prima di aprire faccio un sospiro, il cuore salta un battito, metto una mano sul petto e apro. <> Naomi entra spalancando la porta per entrare.

“O mio Dio, lei no”.

<> Chiedo perplessa. Perché è preoccupata del mio stato d’animo?

<> Giusto, lei sa sempre tutto.

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<> Afferma. È un detective mancato.

<> Insomma saranno passati trenta minuti da quando ho lasciato Cade a deprimersi da solo.

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<> Esclamo acida.

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Sgrana gli occhi pieni di odio nei confronti di Cade, è preoccupata.

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<> Si siede al mio fianco sul divano, mi poggia il suo esile braccio sulla spalla e mi scruta con sguardo da sorella. Ho un fratello, più grande di me, Roy, che non sento quasi mai, vive in Russia perché sua moglie, Irina Sokolov, è di San Pietroburgo e Naomi sostituisce la sorella che non ho mai avuto.

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<> Racconto. Ho quasi paura della reazione di Naomi.

Quando ha un fidanzato non vuole che gli si facciano complimenti. È tremendamente gelosa e possessiva.

Proprio come me.

<> Afferma, con tono di una donna saggia che sa e comprende tutto.

<> Sono tremendamente amareggiata. Mi asciugo la lacrima che sta per scendere prima che Naomi se ne accorga. Non voglio che capisca che soffro per quel farabutto. <>Dice con tono mortificato. Porta lo sguardo per terra.

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<> È avvilita.

Riconosce sempre quando ha fatto qualcosa di cui si è pentita e questa è una di quelle volte.

<> Rispondo in tutta sincerità. Non voglio che stia male per una cosa che non ha commesso.

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<> Faccio un sospiro. <> Taglio corto.

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<> Le faccio un enorme sorriso per ingannare l’apparenza. <>

Gli occhi mi tradiscono in continuazione e mentire a Naomi è impossibile.

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<> Mi sorride ed esce dalla porta. <>

<> Mi guarda con fare amorevole, poi gira i tacchi e va via. Quando chiudo la porta mi poggio contro e mi soffermo a pensare. Perché non può farlo? Perché preferisce un’avventura di una notte al posto di una storia seria? “Una fidanzata”.

Decido di ricompormi e andare a dormire lasciandomi sprofondare in un lungo sonno.

Anche stavolta sogno di essere intrappolata in un incendio, non capisco dove mi trovo. Intravedo Cade fissarmi.

Indossa un paio di stivali in caucciù neri, un sovrapantalone tenuto da bretelle, un giaccone nero e un elmo con sopra una lampada. Sulla placca dell’elmo c’è scritto Fire Department City of Hilo e sotto Cade Evans, non indossa una maglia, quindi non posso che notare gli addominali scolpiti, scuriti dalla cenere e lucidi per il calore emanato

dal fuoco.

Lo chiamo ma sono priva di voce e non fa nulla per salvarmi. Mi ha lasciata tra le fiamme e dopo essere svenuta mi sveglio dall’incubo gridando il suo nome.

Ho un respiro affannoso e sono immersa nel sudore quindi decido di fare una lunga doccia fredda visto che sono ancora le otto del mattino.

È lunedì e il mio turno è appena finito. Sono le nove di sera e decido di chiamare Naomi. <>

<> Afferma.

<> Cerco di coprire la mia frustrazione il più possibile. Ho bisogno di svagarmi un po’ dopo l’accaduto con Cade.

<> Ormai Naomi e Alexavier fanno coppia fissa. Sono davvero felice per loro.

<> Riattacco. Beverly è a New York con il suo ormai fidanzato, Dakota, perché i genitori di lui vogliono conoscere la ragazza del loro adorato figlio. Tutte e due le mie ragazze hanno un “FIDANZATO” tranne io, unica e sola a essere sfigata con i ragazzi. Ormai sono cinque giorni che non vedo e non ho notizie di Cade. Non so niente e non voglio saperne altrettanto. Questo fine settimana ho deciso di non andare dai miei e rimanere a casa a deprimermi per un ragazzo che neanche mi desidera lontanamente. Ho detto ai miei che devo lavorare e mi hanno creduto sulla parola. Mi dispiace mentirgli, ma proprio non me la sento.

Mentre mi dirigo verso la mia umile dimora, a metà strada decido di ritornare in spiaggia. “Al diavolo tutto” penso. Stasera mi divertirò, anche se sarò da sola.

<> Il mio capo fa un’espressione alla “ti sei bevuta il cervello?” Onestamente da come ho ordinato sembro ubriaca ancora prima di cominciare a bere.

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<> Batto il cinque al marmo e sorrido.

C’è un gran rumore, la musica è mescolata con il vocio per non dire dal frastuono delle persone che si gridano a vicenda per sentirsi.

<> Chiede Xavier con tono di voce elevato.

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<> Mi porge il drink.

<> Entrambi parliamo ad alta voce per sentirci. Xavier è preoccupato per me. Lo vedo dall’espressione del suo viso.

<> Anche lui è uno degli uomini protettivi nei miei confronti.

<> Bevo il primo sorso. Faccio un verso di apprezzamento. Xavier è il migliore di tutta Hilo a preparare il Blue Hawaiian.

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<> Bevo il secondo sorso.

<>Chiedo irritata.

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stessa.>> Affermo.

<> Chiede Arizona, sorpresa nel vedermi.

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<> Mi scruta in viso.

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<> Chiede con espressione preoccupata.

<> Ma

perché stasera sono tutti preoccupati per me? Poggio il bicchiere e mi intrufolo nella folla che balla a ritmo di musica, rock, house…non capisco che

genere sia. Mi sento stordita e le persone intorno a me girano come trottole sulla sabbia fredda della spiaggia. Comincio a muovermi imitando la ragazza che ho davanti.

Dopo qualche minuto di ballo senza senso decido di andarmi a sedere nella battigia facendo sfiorare le dita dei piedi dall’acqua. Mi giro verso il bar e noto Xavier che mi guarda con occhi infuriati per il mio comportamento.

Cerco di non pensarci e mi giro verso l’oceano. Guardo intensamente il mare che mi invita ad entrare, è sereno e tiepido. Per fortuna indosso il costume, è fuxia, il mio preferito, a due pezzi.

Entro con il piede e un brivido mi percorre lungo tutto il corpo. Pian piano mi immergo fino al collo dando le spalle alla spiaggia. Sin da piccola ho sempre avuto il terrore di entrare in acqua di notte per paura che qualche pesce mi mordesse e io non posso vederlo in tempo per fuggire

impedendo tutto ciò. Ma questa sera non ho paura di niente,

sono tranquilla, tra le braccia del mare ad ascoltare la

musica assordante alle mie spalle.

<> Una voce conosciuta e

abbastanza dispotica mi grida alle spalle.

Mi volto e vedo Xavier.

<> Chiedo infastidita per aver interrotto la mia tranquillità.

<> Dal tono posso dedurre che sia leggermente infuriato.

<> Affermo.

<> Mi fa cenno con la mano di essersi stufato di correre dietro ad una bambina. Non posso dargli torto. Sto davvero esagerando ma rimango comunque immersa.

Dopo due minuti sento dietro di me una mano che si posa sul mio fianco, l’altra sul basso ventre e sbatto contro un petto possente.

<> Mi volto con il battito del cuore che aumenta sempre di più dalla paura e vedo un ragazzo da me sconosciuto, alto, magro, con i capelli biondi e occhi castani.

<> Grido, allontanandomi da lui per quanto difficile sia.

Fare movimenti veloci in acqua è quasi impossibile. Ma non riesco nel mio intento.

<> È ubriaco e tenta di slacciarmi il top ma lo allontano con una spinta. Cerco di scappare dirigendomi verso la battigia ma mi prende la mano e mi trascina indietro.

<> Grido con tutta la voce che posso

utilizzare, ma la musica impedisce di farmi sentire dagli altri.

<> Ora è abbastanza nervoso. Per evitare che mi veda qualcuno mi immerge

completamente sott’acqua per qualche secondo, mi sento soffocare, perdo il senso dell’orientamento. Dopo qualche secondo mi prende per i capelli facendomi riemergere solamente la testa. Cerco con tutte le forze che mi rimangono di liberarmi dalla presa ma non ci riesco.

<> Puzza di alcol. Mi guarda con occhi infuocati. <>

<> Cerco di infilzare le unghie nella sua mano per lasciarmi andare i capelli ma mi blocca prima del tempo.

<> Chiede infuriato.

<> Lo guardo priva di forze. <> Lo supplico. Fa una risata e mi immerge nuovamente sott’acqua. Ingoio più acqua del dovuto. Non posso più trattenere il respiro. Sento solamente il battito del mio cuore divenire sempre più debole. Non riesco a capire più nulla, percepisco che il ragazzo mi tira la testa fuori

dall’acqua e mi porta a peso morto sulle sue spalle verso la spiaggia.

<> È in preda al panico, lo sento dal tono della voce. Mi da schiaffi sul viso ma non faccio nulla per riprendermi, non ho le forze. Sono coricata sulla sabbia e l’unica cosa che desidero in questo momento, anche se mi contraddico è Cade. <> Una voce calda e delicata ma preoccupata grida il mio nome. <>

Apro leggermente gli occhi e lo intravedo. <> Sussurro. Mi sento stanca, voglio solo dormire.

<> “Ora lo prende a pugni” penso.

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aiuto e sono entrato in acqua per soccorrerla.>> Ma che attore! Sa mentire perfettamente.

<> Mi sussurra all’orecchio, dopo avermi presa tre le sue braccia. <>

<> Dico con un filo di voce.

<>Esclama infuriato.

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“Perché ti importa di cosa volevo fare? Non ti importa nulla di me o di come mi hai fatto sentire in questi giorni” penso e vorrei tanto dirglielo ma non ho il coraggio.

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“Come faceva a sapere dove mi trovavo se non ci sentiamo da cinque, lunghi, interminabili, infiniti e stramaledetti giorni?” Mi chiedo lecitamente. Mi stringe a sé e mi dà piccoli schiaffi per impedirmi di dormire. Ha un profumo sexy e un collo da torturare di baci. In questo momento non riesco a pensare a tutto il dolore che mi ha fatto provare ma solo a…non posso dirlo. Non riesco a dirlo.

Ora che mi sento al sicuro posso sprofondare nel sonno.

<> Mi strattona. <>Esclama preoccupato.

Mi fa sedere poggiandomi le spalle sul suo petto. Poi guarda il ragazzo che vorrebbe mollargli un gancio destro. Tra di loro maschi si capiscono e Cade non se l’è bevuta la versione del ragazzo. <>Ringhia al ragazzo, con tono minaccioso. <> “Bugiardo” sussurra la vocina.

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Intravedo il ragazzo scomparire tra la folla. Cade mi

strattona nuovamente. Cerco di resistere il più a lungo possibile ma un senso di pesantezza mi invade tutto il corpo facendomi svenire.

<> Sento la voce di Cade, ancora preoccupato. Non so che ore sono e nemmeno dove mi trovo perché non riesco ad aprire gli occhi. Sono bloccata. Come se il mio corpo fosse ancora addormentato, la tipica paralisi nel sonno.

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<> Naomi lo interrompe. La sua voce è inconfondibile. <>Naomi quando è infuriata fa davvero paura. È molto protettiva nei miei confronti. Come Xavier. Maledizione Xavier, sicuramente mi attenderà una bella ramanzina da parte sua. D’altronde mi aveva avvisata.

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Noele mi ha colto alla sprovvista.>>

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<> Gli sento fare un sospiro. <> È avvilito. Deluso per quello che ha causato.

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<> Esclama. <> Fa una pausa. <>

<> Borbotta.

<> È serio. Sembra un’altra persona.

<> Sento una porta aprirsi per poi chiudersi e infine dei passi avvicinarsi a me.

Finalmente riesco ad aprire gli occhi e a muovermi. Vedo Cade seduto al mio fianco con le dita delle mani incrociate e lo sguardo fisso per terra.

Mi guardo intorno, è una modesta stanza, accogliente, con tre pareti grigie e una rossa. “Dove diavolo sono?” Mi chiedo.

Il letto è matrimoniale, comodo, ma solo se si sta’ abbastanza ai lati, in centro è leggermente sformato. Le lenzuola sono grigie, in raso. Faccio un sospiro e vengo invasa dal suo profumo.

Poso la mano sul suo braccio per attirare la sua attenzione. Si gira di scatto. <> Esclama sollevato, ma in contemporanea sembra arrabbiato. <> Chiede con un tono di voce più alto del solito.

<> Mi fermo.

<> Socchiude gli occhi per capire. <> Una lacrima percorre il mio viso.

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<> Porta nuovamente lo sguardo sul pavimento.

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<> Affermo avvilita. Il dolore che mi ha torturato in questi cinque infiniti giorni ritorna a straziare il mio cuore con la differenza che il motivo è al mio fianco.

<> Mi stringe la mano. <>

<> Chiedo confusa.

<> Mi guarda.

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<> Mi limito nel rispondere.

<> Fa un sospiro. <

immediatamente allontanare. Poi hai sussurrato il mio nome e dopo un po’ sei svenuta.>>

<> Sorrido. Non mi sono dimenticata della sua bellezza ma oggi è davvero affascinante. Indossa un paio di jeans chiari e una maglia a mezze maniche grigia.

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<> Sussurro. Per quanto abbia sofferto non mi piace vederlo avvilito per quello che mi ha fatto. Non so perché ma non riesco a essere arrabbiata con lui.

Mi metto seduta e noto che indosso una camicia, la stessa che indossava la sera del nostro primo appuntamento. Cade segue il mio sguardo.

<> Afferma. Ha uno sguardo come se mi volesse dire qualcosa a riguardo. Qualcosa del suo passato che lo fa ancora soffrire.

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<> Afferma. Fa un sorriso pieno di delusione.

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<> Si passa una mano fra i capelli. <>

Mi metto di fronte il suo viso e lo guardo negli occhi, sono meravigliosamente verdi.

Mi guarda, è serio più che mai. Mi ricorda la fine del nostro primo appuntamento. “Ora mi caccerà fuori casa sua” penso. Ma quando sto per scendere dal letto mi gira tutto e sto quasi per cadere. Per fortuna Cade mi prende al volo facendomi atterrare tra le sue braccia.

5

Rimango in silenzio, cerco di fare mente locale e ricordare cosa è successo ieri. Ma l’ultima cosa che rammento è Cade, alle mie spalle, sulla battigia. Ora che sono nuovamente coricata, il tetto gira di meno. Cade in silenzio esce dalla stanza scomparendo con passo felino, con il suo corpo perfetto.

Dopo qualche minuto ritorna con in mano un bicchiere d’acqua e l’altra chiusa in un pugno. Solo ora noto che è scalzo, per questo non sentivo i suoi passi. È bello da morire. Faccio un sospiro mentre lo guardo. Alla fine della manica della maglia, scorgo dei bicipiti possenti e all’improvviso penso a quando, ieri, ero tra le sue braccia.

Chiudo gli occhi per aver una visuale migliore del mio pensiero e mentre lo faccio tra le labbra mi spunta un sorriso. Il cuore comincia a battere forte. Ma i miei pensieri vengono soppressi dalla sua voce. <> Chiede. Apro gli occhi di scatto e lo vedo, lì, di fronte a me, in piedi che mi fissa. <> Gli rivolgo un sorriso imbarazzato.

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