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Il piccolo santo: Dramma in cinque atti
SCENA III
Don Fiorenzo(rientrando e animandosi d'un brio bonario) Quasi quasi ci hanno creduto! Ma metto pegno che non si muoveranno di quaggiù finchè non avranno vista la solita borsetta. (Indi, cavando una piccola borsa dal cassetto del tavolino) Fammi il piacere, Sebastiano: distribuisci tu le prebende per conto mio. Tu puoi spicciartela alla svelta perchè non hai l'obbligo di aggiungere i consigli ai quattrini. Qui sono i fondi… (Gli consegna la borsa.) Un po' scarsi… ma al tuo «ben formato cuore» non proibisco d'impinguarli. A papà Remigio, per amor del cielo, non un centesimo meno di tre lire! Se no, quel bravuomo mi ridiventa paralitico prima di domani, e il Dottore mi dà la cucca!
SebastianoNon pensare: li contenterò tutti… Ma, intanto, ti avviso che oggi sarò io più indiscreto di loro. So bene che è una barbarie il disturbarti in una giornata di festa per te, ma che ho da farci?! Quando per una maledizione…! (Lancia in su il pugno stretto.)
Don Fiorenzo(mettendogli quasi una mano sulla bocca per non farlo continuare) Taci là! Chi non ammette le benedizioni non può avere il diritto di ammettere le maledizioni! Che t'è accaduto di nuovo? Sentiamo.
SebastianoM'è accaduto che mia moglie sta peggio! Hai capito?!
Don FiorenzoOh, povera signora Adele!
SebastianoE, secondo il Dottore, la tua presenza sarebbe utilissima.
Don FiorenzoPer sollevarle il morale, per darle animo… Sì, è giusto… Vengo sùbito!.. Abbi pazienza, Giulio…
GiulioTi pare…
Il Dottor FinizioMa no: non c'è fretta, Don Fiorenzo! Io le ho fatta pocanzi una iniezione calmante, e lei si è assopita. Preferisco che riposi, per ora. A me premeva solamente di avvertirvi che avrò bisogno di voi. Penserò dunque io a chiamarvi nel momento opportuno.
Sebastiano(desolandosi) Da stanotte, non ha potuto ingoiare neppure una goccia di latte. Questa è la fine, Fiorenzo mio! Questa è la fine!
Don Fiorenzo(al Dottore) Ma che dice?!
Il Dottor FinizioChiama le sventure anche quando quelle non vogliono venire! È la sua abitudine. (Mutando, e discettando) Sarebbe certamente grave che l'impossibilità della deglutizione perdurasse. L'eccessiva fiacchezza dell'organismo non ci darebbe più il tempo di difenderlo. Ma si tratta di un episodio tutto nervoso, si tratta di un vero nervosismo, che non si connette all'indole del male predominante e che forse non sarà difficile vincere.
SebastianoIl Dottore, in conclusione, sostiene che questo nervosismo potrai facilmente vincerlo tu.
Don FiorenzoIo?!
Giulio(seduto in disparte, ascolta con vivissima attenzione.)
Il Dottor FinizioSpieghiamoci, Don Fiorenzo. Nel caso attuale non nego che la scienza si trovi all'oscuro, ma per uscirne non fa come il fanciullo al quale l'avete paragonata. Essa non chiede aiuto che a sè medesima.
Don FiorenzoE allora, perchè vi rivolgete a questo misero pretonzolo?
Il Dottor FinizioVoi siete un egregio sacerdote a cui faccio tanto di cappello e, per la buona gente di questi luoghi, siete anche, non indegnamente, il piccolo santo; ma per me, oggi, voi non siete che uno strumento della scienza, cioè un uomo che io ho ragione di ritenere dotato d'una specialissima energia, la quale, in alcune circostanze, agisce sulle energie altrui. Può agire, a parer mio, perfino senza che voi lo vogliate… E, vedete, mi piace di confessarvi che il materialismo della mia opinione non m'impedisce di riconoscere che sia un elemento efficace il vostro abito sacerdotale. – «Perchè vi rivolgete a questo misero pretonzolo?» – avete detto, e quel certo orgoglio camuffato a modestia non era ingiustificabile…
Don Fiorenzo(interrompendolo in tono di calorosa protesta) No, Dottore! V'ingannate a partito! Io non ho avuta nessuna intenzione orgogliosa!
Il Dottor FinizioVoi l'avete avuta, e io stesso la trovo legittima. Sissignore! La trovo legittima giacchè sono persuaso che la figura… del pretonzolo contribuisce a mettere l'animo del credente in uno stato che agevola la trasmissione di quella tale energia che avete sortita da natura…
Don Fiorenzo(con vivace umorismo misto di inquietudine) Ma, a buon conto, che accidempoli è?.. Ffffuh!.. Un soffio? Un fluido? Una qualche cosa sul genere di quella del telegrafo senza fili?
Il Dottor FinizioProbabilmente, non molto diversa.
Don FiorenzoSicchè, io sono un uomo straordinario?.. Un animale raro?..
Il Dottor FinizioSiete un animale… – la parola è vostra – non comune. Questo, ve lo posso garantire.
Don Fiorenzo«E così sia!» Disponete di quell'animale che sono, e che il Signore v'illumini.
Sebastiano(quasi lagrimante) Io non ne capisco un'acca di ciò che dice il Dottore, ma debbo pur fidare nella sua scienza… perchè… meglio la sua scienza che niente!
Don FiorenzoCoraggio! Coraggio, Sebastiano!
Sebastiano(con un impeto bruscamente doloroso) Se quella disgraziata mi muore, vedrai quale specie di coraggio avrò!
Don Fiorenzo(mettendogli una mano sulla nuca) Evvia, vecchio fanciullo!.. Sono cose che non si dicono e che, soprattutto, non si devono fare!.. (Molto commosso anche lui, lo trattiene un istante, stringendoselo al fianco; indi, lo sospinge.) Auff!..
Sebastiano(con le lagrime negli occhi, esce.)
Don FiorenzoDitemi la verità, Dottore: voi che ne pensate?
Il Dottor FinizioCaro Don Fiorenzo, se riuscirete, come spero, a farla nudrire, potrà resistere ancora… Altrimenti…
Don Fiorenzo(getta un sospiro con gli sguardi al cielo.)
Il Dottor FinizioSiamo d'accordo, eh?.. Vi chiamerò io.
Don FiorenzoMi chiamerete voi.
Il Dottor Finizio(uscendo, saluta) Signor Giulio…
Giulio(rispettosamente) Dottore…
SCENA IV
GiulioMe ne spetterà, dico, anche a me un pezzettino di Don Fiorenzo…
Don Fiorenzo(ravvivandosi e scacciando qualche preoccupazione) E sì! Eccoci soli, eccoci soli, finalmente!
GiulioEccoci soli, ma la tua testa continua ad essere in servizio pei guai degli altri. Questo l'ho bell'e capito.
Don FiorenzoNo, sai. Ho una mala paura che oggi il demone dell'egoismo pigli il sopravvento. E, d'altronde, sfido io a non diventare egoisti quando si gode d'una contentezza come quella di cui tu mi fai godere!..
GiulioCaro quel reverendo!
Don FiorenzoSarà, forse, una contentezza che durerà poco, perchè chi sa con quante attrattive ti richiamerà l'America latina, ma, se non altro, ti avrò veduto, ti avrò… conosciuto! Ventiquattro anni addietro eri un gingillino senza connotati; e, durante questo tempo, potevo io realmente conoscerti per mezzo di qualche lettera e di qualche fotografia?
GiulioNo certo!
Don FiorenzoDunque, ti conosco adesso. (Allegro) Signor fratello, io sono enormemente felice di far la sua conoscenza!
GiulioEd io, reverendo, le dedico con tutto il cuore la mia servitù e mi onoro di prevenirla che ho il fermo proposito… di appiccicarmele addosso!
Don FiorenzoChe! Che!.. Queste son parole al vento! Non ci credo.
GiulioNon ci credi?!.. Vedrai se non mi ti appiccico come un francobollo!.. Ne ho fino ai capelli delle emozioni metropolitane… Ho fatto lo scapestrato… nell'America latina, e ne sono stufo! Adesso, ho sete di tranquillità, ho sete d'aria pura…
Don FiorenzoDove pascola il mio gregge, aria pura gratis et amore Dei!
GiulioA scanso di equivoci, non vengo a mettermi in concorrenza coi tuoi poverelli per spillarti il borsellino. Qualche soldo per vivacchiare a mie spese l'ho messo in salvo.
Don FiorenzoL'alloggio, per altro, lo accetterai, superbaccio che sei!
GiulioGrazie, no! Ho visto che la tua casa è molto frequentata… dal gregge, il che non mi divertirebbe punto. A me serve un'abitazione libera e indipendente.
Don FiorenzoPer fare il comodaccio tuo?
GiulioNè più, nè meno.
Don FiorenzoSì, ma, un momento… Andiamo piano… Che specie di comodaccio?.. L'aria pura è a tua disposizione… Ma da queste parti molte altre cose sono abbastanza pure, e quelle lì… (Ha un gesto proibitivo.) Mi sono spiegato?
GiulioSe t'ho detto che ho sete di tranquillità…
Don FiorenzoA trent'anni, è una sete che passa presto. Insomma, garantisci la buona condotta?
GiulioGarantisco la buona condotta.
Don FiorenzoE allora… siamo a cavallo! Ho per te precisamente quello che desideri.
GiulioDavvero?!
Don FiorenzoIl secondo piano di questa palazzina, cioè la casetta soprastante alla mia (indica), è disponibile. Il buon Sebastiano te l'affitterà per una manciata di ceci, e tu… mi abiterai sul capo! Bada che è una bella combinazione! Corpo della fortuna!.. Pare che questo quartierino, che Sebastiano ha recentemente mobiliato, stesse ad aspettare proprio te!
Giulio(rifacendolo) Corpo della fortuna, non per nulla sono il fratello del santo miracoloso!
Don FiorenzoAh no, Giulio mio, no! No! No! Per carità, non cominciare anche tu a ripetere questa scempiaggine!
GiulioHo scherzato sulla leggenda che ti si appioppa, perchè ho sentito che ci scherzi tu stesso.
Don FiorenzoIo ci scherzo per mettere almeno l'argine della burletta alle chiacchiere che si fanno. Ma è una faccenda che mi secca, che m'infastidisce, che mi tortura, che mi amareggia. Ora il Dottor Finizio, per mostrare di essere lo scienziato che va ai congressi, ha scoperta in me… «l'energia»… il «fluido». Non è zuppa, è pan bagnato. E si finisce sempre col chiedermi quello che non ho, quello che non so di avere.
GiulioDopo tutto, poi, che ti fa?, che te ne importa?
Don Fiorenzo(eccitandosi) Che me ne importa?!.. E la mia coscienza?.. E la continua preoccupazione che mi si procura?.. Il dovere mio è di fare il prete. Il dovere mio è di aiutare il prossimo alla meglio e d'intercedere per il suo bene presso Dio. Ma quando la gente si aspetta da me mirabilia, mi sembra di essere un cassiere il quale abbia una cassaforte piena di monete false, ed io ci soffro, ci soffro!.. Ci soffro molto, Giulio! Te lo giuro!
GiulioLo vedo che ci soffri, povero Fiorenzo! Soltanto a parlarne diventi pallido come un cencio lavato. Protesta una buona volta, seriamente, solennemente. È una ingiustizia che tu debba sopportare questa tortura quotidiana!
Don FiorenzoNon cavo nulla a protestare. Nessuno qui si persuaderà mai che Barbarello non sia la prova vivente dei miei poteri misteriosi.
GiulioBarbarello è quel giovanotto scemo che non ha voluto aprire la porta al signor Sebastiano?..
Don FiorenzoPer l'appunto.
GiulioE come c'entra, lui?
Don FiorenzoQui tutti quanti credono che egli esista e agisca per opera e virtù mia. Tutti quanti credono che egli sia il mio miracolo classico.
GiulioPerchè?
Don FiorenzoPerchè?.. (Con modestia sincera) Perchè un giorno, quando egli era ragazzetto, riuscii a fermarlo sul pendìo di una rupe. Sì… fu un caso piuttosto strano… Questo è positivo. Hai visto la rupe su cui gira il viottolo che abbiamo percorso a piedi lasciando la strada carrozzabile? Be', il fatto accadde proprio lì. Era di domenica. Una frotta di contadini stava a godersi il panorama chiacchierando con me, e Barbarello faceva il chiasso insieme co' suoi piccoli amici. Nota che lui, allora, era tutt'altro che un deficiente. Si distingueva, anzi, fra i monellacci pari suoi per una intelligenza assolutamente eccezionale. E com'era audace! E com'era bello nel suo aspetto di minuscolo barbaro indomabile! E che lampi di geniale ribellione gettava dagli occhi profondi! Non si ammansiva che vicino a me. Diventava, con me, dolce e sottomesso, e io gli parlavo tanto, gli parlavo con più serietà che non si parli a un bimbo, e avevo l'illusione che m'ascoltasse un'anima adulta in quel selvatico fiore umano appena sbocciato. (Breve pausa) Era orfano, com'eravamo orfani noi due fin dalla prima età, e mi compiacevo e m'intenerivo nel chiamarlo: figliuolo mio. Noi sacerdoti le pronunziamo spesso queste due parole, per consuetudine; ma io le pronunziavo con una tenerezza che mi pareva dovesse molto somigliare alla vera tenerezza paterna. Che cosa mi legava a quel fanciullo?.. Niente. Eppure, talvolta… non so… io lo consideravo… come una parte di me stesso. E quando, quel giorno, egli, acceso d'allegria, roteando nell'aria a guisa d'una piuma, sparì nel vuoto dietro il parapetto diruto del viottolo, io, più dello spavento, più dell'orrore che si prova innanzi alla catastrofe d'una persona cara, provai come la sensazione d'essere vertiginosamente travolto insieme con lui. Sentii, in quel medesimo istante, balzarmi dall'orlo del precipizio; sentii tirarmi giù, giù, giù, giù, fra le asprezze della roccia che mi laceravano i panni e le carni; e sentii inchiodarmi là dove il suo corpo, impigliato in un vecchio cespuglio di ginestre, mi aspettava. (Ha i segni di una malsana concitazione. Nondimeno, padroneggiandosi, celia un po'.) Ho detto che «m'aspettava» perchè… parlando ad alta voce, mi lascio sempre trasportare dall'enfasi rettorica, e vien fuori il predicatore. Ma la verità è che, senza quel cespuglio di ginestre, il mio saggio di acrobatismo sarebbe stato inutile. (Facendosi di nuovo serio) E, comunque sia, l'ipotesi del miracolo, oltre ad essere fantastica, è una contraddizione, è una incoerenza! Se veramente per mio mezzo si fosse compiuto un miracolo, il ragazzetto – dico io – si sarebbe salvato tutto, si sarebbe salvato completamente. E invece no!.. no! Egli lasciò in quel cespuglio il tesoro del suo cervello, e non salvò della sua anima adulta che un cantuccio angusto per riempirlo di riconoscenza. È forse soprannaturale anche questo? È forse un prodigio anche la riconoscenza?.. Ma, Dio buono, visto che può essere riconoscente un cane, perchè non dovrebb'essere riconoscente uno che è nato uomo?.. Sono sciocchezze, mio caro Giulio! Credi a me:… sono sciocchezze!
Giulio(commosso) Sì, sono sciocchezze, ma indubitatamente questo insieme di cose è singolare, è impressionante, com'è impressionante la tua voce, com'è impressionante il tuo sguardo, com'è impressionante tutto il tuo piccolo mondo. Io sono uno scettico qualunque, futile e spensierato; e, ciò non ostante, vedi, innanzi a te, penso, rifletto, mi commovo e ho una specie di nostalgia del sentimento che guida le tue azioni, che anima la tua persona e del quale io non ho neppure una vaga idea. Vorrei… non so… vorrei rivolgerti mille interrogazioni, vorrei scrutarti… Anzi, di più: per capire bene come sei fatto, vorrei addirittura essere, almeno per un'ora, quello che sei tu!
Don Fiorenzo(in un tono di sorpresa) Quello che sono io?! (Sorridendo con lieve malinconia) Va' là… Non te lo consiglio.
GiulioNon sei contento della tua vita?
Don Fiorenzo… Sì.
GiulioÈ un sì in cui c'è la metà di un no. Dopo tutto, che cosa manca alla tua vita?
Don FiorenzoUhm!..
GiulioPer esempio… per esempio… manca l'amore, non è vero?
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