bannerbannerbanner
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 3
Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 3

Полная версия

Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 3

текст

0

0
Язык: Итальянский
Год издания: 2017
Добавлена:
Настройки чтения
Размер шрифта
Высота строк
Поля
На страницу:
3 из 5

Lingke (Giorgio-Federico), consigliere del re di Polonia, fecesi ricevere nel 1742 nella società di musica di Mitzler, alla quale presentò egli nel 1744, un quadro degli intervalli, che fu adottato dalla società. Nel 1766, pubblicò Die sætze, ec. cioè Teoremi degli assiomi musicali. Nel 1779 pubblicò in Lipsia una seconda opera: Kurze ec. cioè Istruzione di musica, nella quale si dà a conoscere l'affinità di tutte le scale de' tuoni, e i principj dell'armonia proprj a ciascuna di loro, con esempj. Lingke nel 1790 viveva a Weissenfels.

Linguet (Simone Nic. Arrigo), nato a Rheims nel 1736, scrittore rinomatissimo di più opere, dopo lunghi viaggi ed esilj, dopo infinite fatiche letterarie fu dal tribunale rivoluzionario condannato a morte a 27 giugno del 1794 in età di 58 anni, ch'egli soffrì con coraggio, per avere lodati ne' suoi scritti l'imperatore e il re d'Inghilterra. Delle sue opere non faremo menzione, che di quella che ha per titolo: Journal politique et littéraire depuis 1774 jusqu'en 1778, dove vi ha più articoli intorno alla musica, e dell'Histoire du siècle d'Alexandre, la cui prima edizione è d'Amsterdam in 8.º 1762. L'autore, benchè allora assai giovane, scelse quest'epoca interessante dello spirito umano per presentare da filosofo, da critico, da storico il governo, i costumi, gli usi, le arti degli antichi popoli dell'Asia e de' Greci: questo soggetto forma l'ultima parte dell'opera. Egli vi tratta eziandio dello stato della musica in quell'epoca: spiega gli effetti maravigliosi che le attribuiscono gli antichi, e particolarmente ciò che dissero dell'efficacia di essa per formare i costumi ed inspirare la virtù. Sostiene in oltre, che quest'arte tra le mani de' Greci giunse al più alto grado della perfezione, e merita di esser paragonata alla nostra, per il che vien egli immeritamente censurato in un giornale letterario di Berna del 1763.

Lippio, professore in Vittemberga, ove pubblicò nel 1610 Dissertatio de musicâ, che secondo il Lichtenthal merita di esser letta.

Lirou (Giov. Franc. Espic; cav. de), passionato amatore di poesia e di musica, nacque nel 1740. Egli pubblicò in Parigi nel 1785 un'opera col titolo Système de l'harmonie, in 8vo, che è piuttosto un problema, di cui dar ne pretende la soluzione. Quest'opera è molto oscura, anche per le persone dell'arte, quando se ne vogliono applicare i principj alla pratica. L'autore medesimo ne conveniva, e proponevasi di darne le necessarie spiegazioni per renderla chiara e facile, e nel tempo stesso di fondare una cattedra per ispiegarla a un certo numero d'allievi. Possiamo assicurare, dice M. Fayolle, che avendo ricevuto da lui alcune lezioni d'armonia, niuno certamente ragionava sulla musica con maggiore chiarezza, eleganza e precisione della sua: veniva ascoltato per ore intiere senza farci accorgere, e senza che se n'accorgesse egli stesso, che si affaticava alquanto. M. de Lirou, profondamente versato nella scienza dell'armonia, si era dato alla composizione: in società col cel. Piccini compose la musica di Diana ed Endimione, che fu eseguita con successo nel 1784; vi sono in oltre più scene liriche di cui ha fatto la musica e le parole, e de' canoni d'ogni specie. Egli è morto in Parigi di podagra nel 1806.

Locatelli (Pietro) da Bergamo; sin da fanciullo fu mandato in Roma, e prese lezioni di violino dal gran Corelli. Dopo aver molto viaggiato, ritirossi in Olanda, e stabilì un pubblico concerto in Amsterdam, egli impiegava il suo tempo nell'insegnare altrui la musica, e nel comporre. Alla sua morte quivi giunta nel 1764, la società degli amatori d'Amsterdam prese il lutto. Egli era un fecondissimo compositore, e un abile violinista, de' cui scritti la miglior parte ancor si studia e si loda, dice il conte di S. Raffaele; i lunghi e difficilissimi capricci, onde egli ha deformato i suoi concerti, intendendo però d'abbellirli, sono scogli famosi per mille naufragi. Sembra che in quest'opera abbia l'autore pensato a raunar tutto ciò che può screditar chi suona e nojar chi ascolta. Una difficoltà incalza l'altra, e un rompicollo s'accavalla a un rompicollo. Talchè per quanti s'ostinino a volerne venir a capo, tutti si trovan per via colle ali d'Icaro, e sul carro di Fetonte. E sarebbe pur bene che si smarrissero queste mattezze; affinchè la posterità stuonatrice, che certo sarà numerosa, non possa recare ai nostri nipoti la stessa insoffribil molestia, che ci recano i non puochi stuonatori presenti. Ben altro è il pregio delle dotte e bellissime sonate a solo di questo autore. Qui si trova la maschia ed esatta armonia, senza la stitichezza del gusto antico; qui l'impensate modulazioni senza stento e senza stravaganze; quì la novità delle idee, la sublimità de' concetti, la naturalezza del canto. Dall'ingegnosa Follia Corelliana attinse egli il pensier felicissimo delle sì varie e sì dilettevoli sue Variazioni; come altresì dai brevi Adagi del maestro apprese l'arte di distendere que' maestosi suoi Gravi, i quali benchè lunghissimi pur non annojano. Tanto è grandioso lo stile, flebile il canto, squisito l'artificio, con cui sono orditi e tessuti. Laonde a buona equità si può dare al Locatelli il vanto d'essere stato il più erudito e rinomato discepolo della scuola d'Arcangelo Corelli. (Letter. su l'Arte del suono).

Lock (Matthew), cantore della cattedrale d'Exeter, e buon compositore del sec. 17º, ha scritto le seguenti opere: Modern church music ec. cioè La moderna musica di chiesa; criticata e fermata ne' suoi progressi avanti il regno di S. M., 1666; An essay ec., cioè: Saggio su i progressi che ha fatti la musica con levar via la difficoltà delle diverse chiavi e con riunire sotto un carattere universale, ogni sorta di musica, ec. 1672.

Lockmann (John), della società d'Apollo che esisteva in Londra verso la medietà dello scorso secolo. Al suo dramma intitolato Rosalinda posto in musica dal maestro Smith nel 1740, precede un di lui Discorso sull'origine e i progressi dell'Opera e della Musica, in 4.º in lingua inglese, di cui può leggersene un estratto nella Biblioth. Britannique. Questo Discorso è scritto con giudizio, con erudizione e con gusto: noi non ne rapporteremo che un grazioso aneddoto, che Lockmann dice essergli stato narrato da Smith ocular testimonio. “Si tratta d'un piccione del colombajo di M. Lee del contado di Chesh. Aveva costui una figliuola, che sonava bene il cembalo. Il colombajo non era distante dall'appartamento, dov'era quell'istromento. Essa suonava diverse arie, e tra le altre quella di Spera si nell'Ottone di Hendel. Quest'era l'aria favorita del piccione: dachè la sentiva, volava dal colombajo alla finestra: quivi a suo modo esprimeva le più aggradevoli commozioni: ed al momento che più non si suonava la sua aria, volava altrove. Questo ghiribizzo dinotato per lo Spera si piacque tanto alla giovinetta musica, che non volle chiamar più con altro nome quest'aria, che l'aria del piccione, e la copiò sotto questo titolo nel suo libro de' pezzi scelti di musica.” Un tal fatto conferma quel che già diceva Aristotele: Belluina etiam animantia, melodiis accentuque congruo oblectantur. (De nat. anim.)

Loehlein (Giorgio-Simone), maestro di cappella a Danzica, all'età di 16 anni fu arrollato nelle truppe del re di Prussia, e tra le altre campagne fu egli alla battaglia di Collin, dove restò sul campo in mezzo ai morti. I vincitori Austriaci trovato avendogli alcuni segni di vita, lo trasportarono nell'ospedale, e dopo alcun tempo guarito tornò in sua patria, dove la sua famiglia era ancora in lutto. Nel 1760, portossi a Jena col disegno di farvi i suoi studj. La sua grand'abilità sull'arpa gli acquistò molte conoscenze, e diegli ingresso nelle migliori famiglie. Sin d'allora applicossi alla musica con sì gran zelo, che nel 1761 ottenne il posto di direttore di musica in luogo di Wolff, che divenne maestro di cappella a Weimar. Passò quindi in Lipsia, dove fu ricevuto nel gran concerto, ed un altro particolare ne stabilì egli composto per la più parte de' suoi allievi, in ambidue suonava egli ogni sorta di stromenti, senza eccettuarne quelli da fiato, e vi faceva eseguire le sue composizioni che imprimeva egli stesso ad acqua-forte. Nel 1779 fu chiamato a Danzica come maestro di cappella, ma non confacendosi il clima colla sua delicata salute, vi morì sul principio del 1782, in età di 55 anni. Abbiamo di lui alcune opere di teoria pubblicate in Lipsia: I. Klavierschule ec. cioè Scuola di cembalo, o breve e ragionata istruzione sull'armonia, e la melodia, spiegata con esempj, 1765 in 4º. II. Scuola di cembalo, vol. 2, nel quale s'insegna l'accompagnamento del basso non cifrato, e le altre armonie omesse nel primo, vi si ha aggiunto un trattato del recitativo, 1781, in 4º. III. Anweisung ec. ossia: Elementi di violino: spiegati con esempj e con 24 duo, Lipsia 1774.

Loen (Giov. Mich. de) di Francfort, dotato dalla natura de' più rari talenti, ebbe in oltre la fortuna di avere un'eccellente educazione: fece i suoi studj nell'università di Marbourg, e studiò quindi le belle lettere ed insieme la musica a Halle. Egli morì nel 1776. Di molte sue opere sulla teologia e la politica, una ve ne ha che abbia rapporto alla musica nel 4º vol. delle sue Opere diverse.

Loescher (Gasp.), dottore nell'università di Vittemberga morto nel 1718, dove pubblicò una Dissertazione col titolo: De Saule per musicam curato in 4º, 1688, citata da Lichtenthal, p. 82, e da Walther.

Logroscino (Niccolò), celebre compositore napoletano specialmente di opere buffe, a cui deesi sovra tutto l'invenzione de' finali. Egli fu il primo maestro di contrappunto nel Conservatorio de' figliuoli dispersi in Palermo dopo il 1747, e vi fece de' buoni allievi, tra' quali molto si distinsero il Muratori, e il Vermiglio, che gli succedettero in quel posto. I primi saggi nel genere burlesco debbonsi a Leo, a Pergolesi e al Sassone, ma “Logroscino genio originale e fecondo, loro contemporaneo, diè la vera idea di ciò che poteva divenire questa specie di dramma. Fu egli il primo che pensò di terminar ciascun atto con un pezzo, in cui il motivo, proposto da prima da una sola voce, si sviluppi in appresso a due, a tre, a quattro, continovamente interrotto da nuovi canti, ridotto continovamente sotto tutte le forme della melodia e dell'armonia, finalmente col divenir la materia di un coro del più grand'effetto.” (Framery, art. Bouffon, dans l'Encycl. method.) Logroscino morì in Napoli circa 1760.

Lolli (Antonio), da Bergamo, celebre violinista morto in Palermo nel 1802, e quivi onorevolmente sepolto nella chiesa de' Padri Capuccini fuori la Città. M. Fayolle lo dice per errore morto in Napoli nel 1794. Lolli fu dapprima maestro di concerti del duca di Wurtemberg sino al 1773: passò quindi in Russia, ove eccitò talmente l'ammirazione di Caterina II, che donogli un arco, sul quale aveva ella medesima scritto di sua mano in francese: Archet fait par Catherine II pour l'incomparable Lolli. Nel 1785, fece egli un viaggio in Inghilterra ed in Spagna. Venne quindi in Francia, e dopo il 1789 ritirossi in Italia godendo delle ricche pensioni della Moscovia e di Napoli: passò gl'ultimi anni di sua vita nel ritiro in Palermo; io non voglio più sonare, egli diceva, che per le teste coronate. La destrezza, che egli aveva acquistata sul suo stromento, era del tutto sorprendente: egli saliva più al di là di qualunque altro suonatore; i suoi capricci talmente lo trasportavano negli a solo, che il più esercitato accompagnatore poteva appena seguirlo: egli medesimo non poteva accompagnare il canto, perchè difficilmente andava in misura. La prima volta che Lolli fecesi sentire in un suo concerto sul teatro di Palermo nel 1793, mi sovviene d'aver inteso sgridar in pubblico il Sig. Blasco primo violino dell'orchestra, che non aveva uguale nell'arte di dirigerla, perchè non si erano trovati insieme in misura, ma lo sbaglio era piuttosto del Lolli, che affrettava sempre il tempo, ed andava avanti. Essendo stato pregato un giorno di sonar un adagio, ricusò di farlo: Io son di Bergamo, ei soggiunse, i cittadini di questo paese son troppo matti per poter sonare l'adagio. “Lolli che aveva delle ragioni per non amare gli adagio, dice M. de Ginguené, raccorciolli assai ne' suoi concerti, e vi mise in oltre sì poca espressione e melodia che di raro diè da lagnarsi della loro breve durata, anzichè fè riguardarli come una sorta di riposo e di transizione di un allegro all'altro.” (Encycl. method. art. Concerto).

Lorente (Andrea). Spagnuolo, scrittore didattico del sec. 17º, pubblicò nel 1672, El porqué de la musica, canto llano, canto de organo, contrapunto, y composicion, Alcalà in fol. La grandezza del volume non bastò a difender dall'oblio totale l'autore e l'opera, sorte ordinaria dei libri men che mediocri.

Lotti (Antonio), capo della scuola veneziana, e maestro di cappella in San Marco di Venezia, godeva d'una gran riputazione sulla fine del secolo 17º. Egli aveva delle profonde cognizioni dell'armonia, che lo resero superiore a tutti gli altri compositori del suo tempo. Il Sassone, che lo conobbe in Venezia nel 1727 lo scelse per suo modello: un dì, ch'egli era presente all'esecuzione di un'opera di Lotti, Qual espressione! egli esclamò, quale varietà! e nel tempo stesso quale precisione d'idee! Il dot. Burney parla con trasporto dell'impressione da lui risentita nell'ascoltare in Venezia una messa di questo gran maestro. Gl'Italiani rendongli testimonianza, ch'egli univa all'arte ed alla regolarità degli antichi, tutte le grazie, l'abbondanza e 'l brio de' compositori moderni. Può giudicarsi del successo ch'egli ebbe come compositore di teatro, dalla sola circostanza che dal 1683 sino al 1718 scrisse sempre per lo stesso teatro di Venezia. Chiamato a Dresda scrisse quivi la musica di un Dramma per le nozze del principe elettore di Sassonia nel 1718, e tornò l'anno di appresso in sua patria. Walther cita con elogio i di lui madrigali, ed in Lipsia si conserva un suo eccellente Miserere a 4 voci e 4 stromenti.

Loulié (Mr.). Nelle memorie dell'Accademia delle Scienze an. 1701 si trova di lui una scala per gradi, ossia regola divisa in più parti per misurare la durata de' suoni, per determinare i loro diversi valori, e sino i rapporti de' loro intervalli, con de' calcoli per il temperamento! (V. Rouss. Dictionn. art. Temperam.).

Lucchesi (Andrea), nato a Motta nel Friuli veneziano nel 1741: ebbe per maestri nell'arte della composizione, Cochi napoletano per lo stile di teatro, ed il P. Paolucci allievo del Martini per lo stile di chiesa, e poi Seratelli, maestro di cappella del doge di Venezia. Nel 1767, in occasione di una gran festa che diè la repubblica di Venezia al duca di Wittemberga, che trovavasi allora colà, Lucchesi scrisse una Cantata per il teatro di S. Benedetto, che fu sommamente applaudita. Scrisse ancora quivi più opere buffe, ma nel 1771 essendosi portato a Bonn, con una compagnia di attori, entrò tosto al servizio dell'elettore di Colonia coll'onorario di mille fiorini, e dopo avere scritto molta musica pel teatro e per la chiesa, morì a Bonn nel 1810. Per il Conservatorio degli Incurabili di Venezia vi ha di lui un vespro a due cori, un oratorio, e un Te Deum; una messa per la collegiale di S. Lorenzo, una di Requiem per l'esequie del duca di Mont'allegro ambasciadore di Spagna in Venezia, e più messe e mottetti per la cappella di Bonn, oltre più sinfonie, concerti e sonate per cembalo.

Luciano di Samosata nella Siria, di povera famiglia, fu destinato dal padre ad apprendere da un suo zio l'arte della scultura, ma alcuni cattivi trattamenti ricevuti da costui gliela fecero abbandonare, e diessi interamente allo studio delle scienze. Egli fu uno de' genj più brillanti dell'antichità, e tutte le sue opere ridondano delle grazie di un vero bello spirito, tranne la sua irreligiosità e la mordacità delle sue satire. Dopo aver vissuto lungamente in Atene, e nell'Egitto, dicesi di esser morto in età di 90 anni. Nelle sue opere, che sono in gran numero, trovansi molti passaggi sulla musica, e specialmente in quella sulla danza (De saltatione), e ne' suoi Dialoghi degli Dei ec. M. Fayolle nel suo articolo mette ridicolosamente nel numero de' libri musicali di Luciano quello che è intitolato Harmonides, ingannato dal nome, quasichè dinotar volesse che tratti d'armonia: ma questo libro non è, che una Lettera dedicatoria di tutte le di lui opere ad un amico, a cui dà il titolo d'Harmonide per allusione ad un altro dello stesso nome discepolo del musico Timoteo. Tale è l'inavvertenza di questo autore, e la poca esattezza del suo Dizionario. Perchè non si creda che io ne lo accusi a torto, ecco le sue parole: De divers écrits de Lucien, nous ne citons ici que ceux qui ont rapport à la musique, tels que ses Harmonides etc. Luciano fiorì nel secondo secolo dell'era cristiana (V. Burdelot in vitâ Luciani ap. Fabric.).

Ludwig (Giov. Adamo), membro della Società economica del Palatinato, morto nel 1782 nell'immatura età di 52 anni, ha lasciato molti scritti sulla costruzione degli organi; eccone i titoli tradotti dal tedesco: 1. Saggio sulle qualità necessarie a un costruttore d'organi, 1759 in 4º; 2. Lettera a M. Hoffmann primo organista a Breslavia, 1759; 3. Difesa di M. Sorge contro M. Marpurg; 4. Idee su i grand'organi; 5. Ai detrattori degli organi, Erlange 1764, in 4º.

Lulli (Giov. Batt.), nacque in Firenze nel 1633, ma trasportato in età di 14 anni a Parigi, divenne mercè il suo grandissimo ingegno, onde avealo fornito la natura, l'eroe riformatore della musica francese. La prima sua abilità, che lo rese celebre in Francia, fu quella di sonare il violino; prima di lui ne' concerti di strumenti solo uno di questi cantava, gli altri non facevano se non un semplice accompagnamento a quello: Lulli mise in movimento tutte le parti, e creò il vero concerto. Nell'infanzia della musica strumentale a lui deesi l'invenzione opportunissima all'oggetto di aprire con pompa uno spettacolo teatrale, cioè, la sinfonia, detta perciò ouverture da' francesi; invenzione, dice il Carpani, “che restò per gran tempo così priva d'imitatori, che in Italia stessa pochissime furono le sinfonie composte per tal uso: una di Lulli fu sonata contemporaneamente in diversi teatri d'Italia in capo a molte opere di varii de' più rinomati maestri senza ch'alcuno d'essi si desse la briga di stenderne di nuove: il fatto è che l'ouverture francese regnò lungamente su i nostri teatri, quantunque vi si udissero con maraviglia infinita le divine opere dei Vinci, dei Pergolesi, dei Leo ed altri simili.” (Letter. 1). Coll'abilità di sonare il violino Lulli si acquistò la benevolenza di Luigi il grande, che lo fece direttore dell'orchestra della sua corte, e poi divenne capo, e compositore dell'opera francese, incominciatasi ad eseguire a' giorni suoi. Egli trasse la musica francese dalla scipitezza in cui aveva sino allora languito: egli fu un uomo di genio che ha spianato il cammino a tutti coloro che gli sono venuti dopo, e 'l di cui nome risuonerà ne' posteri, quali sian per essere le rivoluzioni della musica. Ma l'entusiasmo dei francesi per la musica di Lulli, che durò oltre a un secolo, è stata la cagione di ritardare presso quella vivace nazione i progressi di quest'arte. Che Lulli sia stato l'eroe della musica francese, dice il dotto Eximeno, non si può certamente dubitare; ma che la musica francese non abbia colpito nel vero scopo della musica, è stato già bastantemente deciso da tutta l'Europa, e dagli stessi francesi, i quali svanito già l'entusiasmo per la musica di Lulli, fanno particolare studio della musica italiana. La musica di Lulli parla più all'orecchio che non al cuore (Lib. 3, c. 3). Il carattere di Lulli era gajo e brioso, egli rallegrava le compagnie con novellette e con de' buoni motti, onde i più alti signori si facevano a gara per ammetterlo alla loro familiarità: conservò sino alla morte il suo brio e la prontezza del suo spirito. Essendo agli estremi ed abbandonato dai medici, venne a visitarlo il cavalier di Lorena. Sì veramente, gli disse allora la moglie di Lulli, voi siete il suo più grande amico, voi che siete stato l'ultimo ad ubbriacarlo, e che siete causa di sua morte. Lulli riprese tosto: Zitto, mia cara, il signor cavaliere è stato l'ultimo ad ubbriacarmi, ed in caso che io ne guarisco, sarà egli il primo a far lo stesso. Egli morì in Parigi li 22 Marzo del 1687, in età di 54 anni: il cel. poeta latino Santeuil fece il suo epitafio.

Luneau de Boisgermain (Pier Giuseppe), nato a Issoudun di una comoda famiglia nel 1752, coltivò ben presto le belle lettere. Le cognizioni, ch'egli si dava premura di acquistare, non si limitavan solo alla sua propria istruzione, ma dirigevansi ancora a rendersi altrui utili. Oltre a più opere di varii generi, Luneau pubblicò per tre anni l'Almanach musical, 1771-1783. Fayolle lo chiama una collezione senza scelta, e senza gusto, come tutte le altre sue compilazioni: non posso giudicarne, perchè non lo conosco. Questo laborioso scrittore morì subitamente a 2 dicembre del 1801.

Lunier (M.), autore di un'opera, cui diè per titolo Dictionnaire des sciences et des arts, t. 3, in 8vo a Paris 1805, egli vi tratta ancora della musica considerata come scienza e come arte, ma i brevi articoli che ne ha fatti sono trascritti dal Dizionario di musica di Mr. Rousseau.

Lupi (Mario), canonico e primicerio della cattedrale di Bergamo sua patria, cameriere d'onore di papa Pio VI, nacque di nobil famiglia nel 1710. Co' suoi studj fatti in Bergamo, e nel collegio Cerasoli a Roma, e colle sue opere si acquistò la riputazione di un uomo profondamente dotto. Morì egli in sua patria li dì 7 novembre del 1789. Vi ha di lui manoscritta una Dissertazione intorno al suono.

Luscinio (Otmaro), in tedesco Rachtigal, canonico di S. Stefano in Strasburgo sua patria, dove in un'estrema vecchiezza morì l'anno 1535. Tra le molte sue opere noi non rammenteremo che quella, che ha per titolo: Musurgia, seu praxis musicæ, a Strasburgo 1536, in 4.º, libro estremamente raro ed ornato di figure incise in legno, che rappresentano ogni sorta di stromenti di musica usati al suo tempo in Francia, ed in Germania.

Lusitano (Vincenzo), professore ed autore di musica viveva in Roma verso la metà del sec. 16º. Egli sostenne contro il Vicentini che l'antica musica de' Greci non comprendeva che il solo genere diatonico. Questa disputa divenne così interessante che divise la maggior parte dei letterati italiani, e si sostenne dai due campioni una spezie di pubblica tesi nella cappella del papa alla presenza del Cardinale di Ferrara, e di tutti gli intendenti nelle scienze armoniche, che allora si trovavano in Roma. Il Vicentini, che difendeva altro non essere stata la musica greca se non una confusione de' nostri tre generi cromatico, diatonico ed enarmonico fu riputato aver il torto in paragone del Lusitano. V. Arteaga t. 1, pag. 226.

Lustig (Giac. Guglielmo), nato in Amburgo, studiò la teoria e la composizion musicale sotto Mattheson, ed esercitossi nello stesso tempo nella pratica di quest'arte sotto la direzione del cel. Telemann, al di cui figlio insegnò egli il cembalo. Frequentava i teatri ed i concerti, ove ebbe occasione di sentire alcuni gran virtuosi, fra' quali Bach, e formarsi così sopra tai modelli. Nel 1734 si rese per alcuni mesi in Londra per sentir ivi in tutta la loro perfezione le opere di Hendel, ed ha sempre di poi soggiornato a Groninga dove occupava il posto di Organista della chiesa di S. Martino sin dall'età di sedici anni, essendovi stato eletto per la morte del padre suo. Lustig dee annoverarsi tra que' puochi maestri che han saputo riunire ad una grande abilità molto gusto, e delle profonde cognizioni, egli viveva ancora nel 1772. Abbiamo di lui molti scritti sulla musica in lingua olandese: I. Introduzione alla conoscenza della musica; II. Grammatica della musica, Amsterdam 1754 2 vol. in 8vo; III. Giornale de' viaggi di musica del d. Burney tradotto dall'inglese. Quest'opera è molto pregevole per le note e le addizioni di Lustig. Egli ha tradotto ancora molte opere dal tedesco in sua lingua, come l'Istruzione di Quanz per il flauto traverso, 1756, Prove dell'organo di Werkmeister, Musico-theologia di Schmidt, Elementi di violino di Woditzka, Nuova istruzione per l'uso del flauto di Mahaut, Lezioni di cembalo di Marpurg. IV. Una collezione molto interessante di notizie intorno a 145 musici di Lustig si trova inserita nel 2º vol. delle lettere critiche di Marpurg, dove vi ha eziandio la sua biografia, scritta da lui medesimo.

На страницу:
3 из 5