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Infedele: Commedia in tre atti

Roberto Bracco
Infedele: Commedia in tre atti
Questa commedia fu rappresentata la prima volta al teatro Sannazzaro di Napoli dalla Compagnia Beltramo-Della Guardia il 22 maggio del 1894.
PERSONAGGI:Contessa Clara Sangiorgi, 24 anni.
Conte Silvio Sangiorgi, 29 anni.
Gino Ricciardi, 28 anni.
Due Servi ed una Cameriera.
ATTO PRIMO
Un salotto elegante, bene illuminato da lampadine elettriche. Una porta in fondo; due porte laterali. Nel mezzo della stanza, fra le altre suppellettili graziose, una doppia poltrona dos-à-dos1. Su qualche seggiola e su qualche tavolino, il mantello magnifico e la ciarpa di merletto della contessa Clara, la pelliccia, il cappello, il binoccoletto, i guanti e il bastone del conte Silvio.
SCENA I
CLARA e SILVIO, poi UN SERVOClara(innanzi ad uno specchio, dopo di essersi lungamente mirata) Che ne dici? Ti va?
Silvio(seduto sopra una seggiola a sdraio, fumando una sigaretta) Il Lohengrin?
ClaraNo. La mia acconciatura.
SilvioCredevo che tu parlassi ancora del Lohengrin. Sì, mi va… Io poi ho una competenza molto limitata.
ClaraPer il ritratto a pastello vorrei posare proprio in questa toilette.
SilvioDe Negris è un provetto ritrattista… Ti rimetterai al suo parere.
Clara(sempre mirandosi allo specchio) Non ti pare un po' troppo scollata?
SilvioVoltati, fammi vedere. (Clara si volta. Egli dissimula il fastidio che gli produce la eccessiva scollatura) No… Troppo scollata non mi pare…
ClaraGuardami bene in faccia.
SilvioTi guardo.
Clara(ridendo) Ah! ah! ah!
SilvioChe c'è?
ClaraI tuoi occhi non hanno la stessa opinione della tua bocca. Sai che dicono essi?
SilvioSentiamo.
ClaraDicono… dicono: «che indecenza!».
SilvioNondimeno, io non te ne faccio una colpa! La decenza non è che una diplomazia delle donne, perchè tutto ciò che esse nascondono aumenta di valore. Non è indispensabile, quindi, che alle fanciulle… affinchè possano trovare marito.
ClaraObbedisco alla moda, io!
SilvioMa la moda per le donne la fanno le donne.
ClaraAnche gli uomini, sai.
SilvioOh! gli uomini, al più al più, fanno la moda per le donne altrui.
ClaraLo vedi, lo vedi che sei scontento!
SilvioDio mio, se mi stuzzichi, mi fai dire quel che non vorrei dire.
Clara(rimproverandolo con affetto) E credi mi basti che certe cose tu non le dica? Credi male. Io desidero che tu non le dica e non le pensi. (Si sdraia sopra un canapè.)
SilvioSottilizzi sempre, tu. E sottilizzi troppo!
Clara(col tono con cui si parla ad un bimbo) Poverino, poverino! Che pretendono da lui?.. Che pretendono? (Pausa.) Qui… vicino a me… vicino a questo mostro di moglie…
Silvio(va a sederle accanto)
Clara(lisciandogli la barbetta) Passa?
SilvioTranquilla!..
ClaraPassa?
SilvioCosa passa?
ClaraIl malumore per la scollatura?
Silvio(sorridendo bonariamente) Eh, sì! Il malumore passa… ma la scollatura resta.
ClaraVia, chiudi un po' gli occhi…
SilvioPreferirei, veramente, che li chiudessero gli altri. Ma purtroppo!.. (Sospirando, si alza) Di': non è l'ora d'andare?
ClaraSì: va pure.
SilvioE tu?
ClaraIo aspetto Ricciardi. L'ho pregato di accompagnarmi.
Silvio(con falsa disinvoltura) Sicchè… posso andare?
ClaraMa sì.
Silvio(lentissimamente, prende il cappello, la pelliccia, i guanti, il binoccoletto, il bastone. Poi, ad un tratto, rimette tutto sopra un mobile. Poi, riprende la pelliccia e adagio adagio l'indossa. Poi, riprende il bastone, il binoccoletto, i guanti, il cappello.) Dunque, vado!.. (Indugiando) Buona sera, eh?
ClaraVerrai a farmi una visita, o resterai tutta la serata, come al solito, sprofondato nella tua poltrona?
SilvioSe non ci sarà troppa gente nel tuo palco, verrò. (Si avvia per andarsene.)
Clara(quando egli è giunto all'uscio in fondo) Silvio!..
SilvioClara? (Ritorna.)
ClaraChe è?
SilvioNon mi hai chiamato?
ClaraNo. Ho semplicemente pronunziato il tuo nome: «Silvio», così, per tenerezza: non t'ho mica chiamato…
SilvioAvevo creduto…
ClaraVa, va.
Silvio(arriva un'altra volta sino all'uscio: si sofferma)… E se Ricciardi non venisse?..
ClaraVerrà, verrà… Oh! non dubitare, verrà.
SilvioPerò… non sarebbe meglio che aspettassi anch'io?
ClaraSarebbe meglio, perchè?
SilvioPerchè… se, per una circostanza qualunque, egli non venisse, t'accompagnerei io: è semplice.
ClaraTi assicuro che verrà…
SilvioD'altronde, si potrebbe andare tutti insieme…
Clara(recisa) Questo, poi, no!
SilvioIn fin dei conti, non t'ho detto nulla di così strano.
ClaraSilvio! Silvio! Che hai stasera? Che significa questa recrudescenza?
SilvioRecrudescenza di che?
ClaraDi che? Lo vuoi proprio sapere? Lo vuoi proprio sapere? Recrudescenza di… ge-lo-si-a.
SilvioIo, geloso!
ClaraTu geloso, sì, tu, tu! E ciò non va bene! Di tanto in tanto, caro Silvio, tu dimentichi il nostro patto.
SilvioIo lo ricordo e lo mantengo.
ClaraTu non lo mantieni niente affatto!
Silvio(col pretesto della briga, ritorna di nuovo, molto felice di restare) E io ti ripeto che lo mantengo. Oh bella! Dov'è questa mia famosa gelosia? Tu vai, vieni, fai quello che ti pare e piace… Io non sono mai vicino a te… Il tuo salotto è sempre pieno di giovanotti… Te li conduci a teatro, te li conduci alla passeggiata, te li metti in carrozza, a tutte le ore, coi loro grandi carciofi all'occhiello e con quell'aria sfiaccolata di conquistatori esausti… Ti scrivono delle lettere, tu ne scrivi a loro, e io non so che diamine avete da scrivervi dopo che vi siete visti quattro volte in una giornata!.. Essi ti circondano, ti sequestrano, ti assediano, ti mangiano con gli occhi, ti esaminano dalla testa ai piedi e… dai piedi alla testa, ti chiamano confidenzialmente: Clara: Clara, tout-court, così come chiamerebbero una di quelle donnine a cui… quando non possono dare altro, si contentano di dare del tu… e io? Io, zitto: lascio fare, lascio dire, e non un lamento, non un rimprovero, non un'osservazione, e, con una santa pazienza, aspetto ch'essi ne abbiano abbastanza per ricordarmi d'essere tuo marito. Era questo il programma della nostra vita? Era questo il programma enigmatico proposto… cioè, che dico?.. imposto da te? E io mi ci sono uniformato…
ClaraPer forza…
SilvioMa giacchè vedo che è stato inutile, sì, te lo voglio dire: la corte di Gino Ricciardi m'impensierisce, mi secca. Egli è più vanesio, ed è forse meno imbecille degli altri. Anzi… è un giovane intelligente, esperto, simpatico, colto, infarinato d'arte e di letteratura, ed è abituato a non farsi canzonare. Sicuro! Gino Ricciardi è un pericolo:… è un pericolo anche per una donna onesta.
ClaraAnche per me?
SilvioUn uomo non sarebbe pericoloso se non lo fosse per tutte le donne!
ClaraE una donna non sarebbe onesta se non lo fosse per tutti gli uomini! (Pausa.) Ma già, perchè discutere? (Severa, nervosa)… Forse, non ci tengo neppure a essere una donna onesta, e non so neppure se lo sono. Ti sposai solamente perchè t'amavo; ti sono fedele solamente perchè t'amo. Se questa è onestà, io sono onesta. (Sempre acre, sempre nervosa) E del resto, tu lo sai, tu lo comprendi come e quanto io t'ami. Se tu non lo comprendessi più, io non ti amerei più. Ed è questa, in fondo, la chiave del sedicente enigma. Non mi basta, no, che tu non sembri geloso; è necessario che tu non lo sii. Il nostro patto dovea consistere non soltanto nella forma, ma anche nella sostanza. «Io, fedele; tu, fiducioso…» Ma tu, a quale programma ti sei uniformato? Sciocco! Credi tu che io non m'accorga delle tue continue indagini e di tutto ciò che fai allo scopo di ricostruire minutamente la mia giornata, di controllare quel che ti racconto, di tenermi d'occhio, di spiarmi?
SilvioDi spiarti?!..
ClaraDi spiarmi, e peggio ancora. Un mese fa hai perfino aperta una lettera diretta a me!
SilvioClara!
ClaraEppure, finsi di niente, perchè… (con un moto d'orgoglio e di gentilezza pietosa) perchè mi facesti pietà. Ma, bada, Silvio. Te lo avvertii quando eravamo sposati da pochi giorni e te lo avverto ora, solennemente, per l'ultima volta: la gelosia, a lungo andare, mi renderebbe infelice, e la infelicità potrebbe rendermi colpevole. Tanto, il mio carattere non so cambiarlo. Sono nata così. Io non commetterò mai neanche un peccato di pensiero; ma non rinunzierò mai alla mia innocua libertà!.. Sono civetta? Meglio! La civetteria di una moglie serve a tante cose! – Prima di tutto la civetteria è la valvola di sicurezza dell'onestà femminile, e poi è un eccellente regime per guarire la gelosia d'un marito. Ti sono e ti sarò fedele illimitatamente; ma saresti indegno di questa mia fedeltà se tu mi offendessi col dubbio, con la diffidenza, col sospetto. E, vedi, (molto energica) ti giuro che il giorno in cui tu osassi d'accusarmi davvero, io – mettitelo bene in mente, Silvio – io mi risolverei a tradirti davvero. E adesso vattene a teatro, e arrivederci.
(Un silenzio.)Silvio(umile) Arrivederci. (Indugiando ancora) Ora, sei in collera con me?..
ClaraNon sono in collera, no.
SilvioMi perdoni?
ClaraTi ho già perdonato: e ti perdonerò anche meglio…
Silvio(con ansia affettuosa) Quando?
ClaraPiù tardi, più tardi…
SilvioMa quando?
Clara… Te lo dico all'orecchio…
SilvioDimmelo forte: non c'è nessuno.
ClaraCome! Ci sei tu in frac e cravatta bianca, e ci sono io in gran toilette. In questi abiti, non si è mai veramente soli.
SilvioE allora dimmelo all'orecchio.
Clara(gli dice qualche cosa all'orecchio con graziosità intima e birichina.)
(Tutti e due ridono molto vivacemente.)ClaraTi conviene?
SilvioAltro che mi conviene!.. (Continuando a ridere) Che matta!..
Un servo(annunzia) Il signor Ricciardi. (Via.)
ClaraL'uomo del pericolo!
SilvioIo te lo lascio tutto intero… sai… e me ne fuggo… perchè non vorrei che egli s'illudesse di darmi delle preoccupazioni… (Si avvia precipitosamente.)
SCENA II
GINO RICCIARDI, CLARA, SILVIOSilvio(incontrandosi con Gino Ricciardi ed esagerando eccessivamente la fretta) Oh! caro Gino… ti aspettavamo… cioè, mia moglie t'aspettava… Io corro… Non voglio perdere neanche una nota…
RicciardiMa un momento… non scappare così …
SilvioHo fretta… ho fretta.
RicciardiÈ inutile d'aver fretta: il Lohengrin di stasera è andato a monte.
Silvio(fermandosi) Davvero?
Ricciardi(stringendo la mano a Clara) L'ho saputo un'ora fa.
ClaraE invece del Lohengrin?
RicciardiInvece del Lohengrin… mi hanno annunziata la solita Gioconda.
ClaraAh, io ve la regalo! Preferisco starmene in casa. Meno male per Silvio, a cui la Gioconda piace.
SilvioNo… in verità… non ho mai detto che la Giocondami piace.
RicciardiA me lo hai detto.
SilvioL'ho detto a te?!
Clara(guarda Silvio significativamente, avvertendolo così di non cercare pretesti per rimanere.)
Silvio(intende.)
Ricciardi(celiando) Tante volte!
Silvio(celiando anche lui, ma a malincuore) Se tu mi assicuri… che io sono entusiasta della Gioconda, me la vado subito a godere.
ClaraDivèrtiti. E ti raccomando le danze.
SilvioNella Gioconda non c'è che la danza… delle Ore.
RicciardiBada: ore carine, ma perdute.
SilvioPer conto mio, molto perdute!.. Buona sera!
RicciardiBuona sera!
Silvio(esce.)SCENA III
CLARA e RICCIARDIClara(sedendo) Venite qua, Gino. Avvicinatevi.
Ricciardi(resta in piedi, lontano.)
ClaraAvvicinatevi.
RicciardiNon troppo, Clara. Stasera siete…
ClaraSono?.. Come sono?
RicciardiStasera avete…
ClaraCosa ho? (Guardandosi) Nulla più del solito.
Ricciardi(accennando appena con un gesto alla scollatura) Anzi… qualche cosa di meno…
ClaraVi turba? Rimedieremo. Prendetemi quella ciarpa.
Ricciardi(prende la ciarpa di merletto che era sopra una sedia) Questa?
ClaraSì, questa.
Ricciardi(gliela porge.)
Clara(senza prenderla) Copritemi le spalle.
RicciardiSolamente… le spalle?
ClaraSbrigatevi, e finite di dire delle sciocchezze!
Ricciardi(le avvolge la ciarpa di merletto intorno al collo con molta lentezza e con lo sguardo argutamente indiscreto.)
ClaraMio Dio! Come siete lento!
RicciardiSe fossi cieco, potrei essere più svelto. Ecco… È fatto. (Sospira.)
ClaraSedete. Parlate. Vi confesso che avrei preferito il Lohengrin a voi. Ma vi confesso pure che esclusivamente voi potete in certo modo sostituirlo. Siete mezzo poeta, e nelle vostre parole c'è sempre un po' di musica. Parlate.
Ricciardi(siede) Ma poichè Lohengrin è costretto ad andarsene quando rivela il suo segreto, io, che non ho l'intenzione di andarmene, mi guarderò bene dal rivelare il mio.
ClaraVoglio sapere il segreto.
RicciardiVi ripeto che non ho punto l'intenzione d'andarmene.
ClaraGarantisco che resterete.
RicciardiPromettetemi che, in ogni caso, sarete voi che mi obbligherete a restare.
ClaraVe lo prometto! Fuori il segreto!
RicciardiIl segreto è che… il segreto è che io ho detto una bugia… Stasera, al San Carlo, niente Lohengrin… e niente Gioconda.
ClaraE che spettacolo c'è?
RicciardiNessuno. Raffreddore generale a porte chiuse.
Clara(in collera) E perchè avete mentito?
RicciardiPerchè?.. Perchè, vedendo che vostro marito era molto disposto ad andare a teatro, io, che volete?, non ho avuto il coraggio di rinunziare… alla sua assenza.
ClaraMa io non vi permetto di trattare mio marito come un fanciullo; no, non ve lo permetto!..
RicciardiEcco, vedete, ora state lì lì per mandarmene via… Se ve l'ho detto che dovevo tacere…
ClaraNon vi mando via; ma voi sarete punito lo stesso. E sapete come?.. Silvio sospetterà la ragione della vostra bugia, e tornerà subito.
RicciardiNon è geloso, e non sospetterà.
ClaraTutt'i mariti sono gelosi quando non sono stati traditi.
RicciardiE vi dà delle noie la sua gelosia?
ClaraNon me ne dà, ma io me ne piglio.
RicciardiEcco un inconveniente che voi potete eliminare con molta facilità. Se è vero che i mariti sono gelosi proprio quando non sono traditi, per ottenere che il vostro non sia geloso basterà… che prendiate un piccolo provvedimento.
ClaraTradirlo!
RicciardiAppunto!
ClaraCon voi!
RicciardiCon me, o con un altro. Io preferirei, s'intende, e lo faceste con me.
ClaraAvete ragione, mio caro Gino; ma non c'è nulla di più incomodo che un tradimento.
RicciardiNon vi ci siete, finora, provata.
ClaraChi ve l'ha detto?
RicciardiNe sono convinto.
ClaraE mi fate la corte!
RicciardiNaturale!
ClaraPerchè me la fate?
RicciardiPerchè vi amo!
ClaraSenza speranze…
RicciardiÈ sempre probabile che accada precisamente quel che non è mai accaduto!
ClaraMa, qualche volta, non è accaduto precisamente, (sottolineando) quel che non può mai accadere.
(Un silenzio.)Ricciardi(accostandosele di più) Vi sentite così forte, Clara?
ClaraFortissima!
RicciardiProprio?
ClaraInespugnabile!
RicciardiAddirittura!? (Pausa.) Mi permettete… – per una vostra indulgente concessione di gran signora dello spirito – mi permettete di dirvi tutto quello che penso?
ClaraVe lo permetto.
Ricciardi(con un piccolo gesto descrittivo) Anche se io debba rasentare… l'impertinenza?
ClaraRasentate (imitandone il gesto)… quel che volete.
RicciardiVoi vi sentite forte; ma – scusate – in che consiste la vostra forza?
ClaraHo da rispondere?
RicciardiNo. Rispondo io.
ClaraOttimo metodo per discutere!
RicciardiLa vostra forza, Clara, non consiste che nel sapervi debole.
ClaraSe desiderate ch'io capisca, siate più limpido.
RicciardiMi spiego. Guardatemi negli occhi…
Clara«Che sono tanto belli!»
RicciardiNon scherziamo!
ClaraDunque?
RicciardiVoi siete inespugnabile, perchè il vostro nemico non è mai in condizione di circuirvi, di assediarvi, di assaltarvi: non è mai in condizione di… aprire la breccia.
ClaraAl contrario! Io vivo in un permanente stato d'assedio. Non faccio che circondarmi di seduttori. Mi fareste l'offesa di non accorgervi della mia civetteria?
RicciardiCi tenete?
ClaraCi tengo.
RicciardiMe ne dispiace tanto, perchè ho da dirvi che, vostro malgrado, voi non appartenete alla categoria delle… delle civette autentiche. Voi siete migliore di esse, cioè più donna, cioè più affine all'uomo, cioè più attratta da lui, cioè… più pericolante. Esse, vedete, osano tutto; eppure non c'è caso che caschino. Hanno il potere e lo serbano. Diamine! Una civetta che finisce con l'avere un amante è come un sovrano che abdica. Voi, invece, non lo avete per la semplice ragione… – perdonatemi se abuso del permesso di rasentare l'impertinenza – voi non lo avete per la semplice ragione che… lo evitate. Infatti, quali sono gli esperimenti della vostra resistenza? Quali sono? Il vostro boudoir è sempre pieno di troppa gente; e quando non c'è la gente, ci sono le porte aperte, il che è lo stesso; le vostre passeggiate non le fate che al cospetto del mondo; le vostre conversazioni non possono avere mai niente d'intimo e non possono esporvi agli attacchi dell'altrui sapienza e dell'altrui valore…
ClaraNon c'è che dire: parlate assai graziosamente!
Ricciardi(continua, ascoltandosi) Vantate la vostra impassibilità? Non ne avete il diritto. Di quale seduzione avete voi trionfato? Quattro chiacchiere, una stretta di mano, uno sguardo, un mazzo di fiori, un tête-à-têtein carrozza aperta nelle ore in cui le vie rigurgitano… Oh! queste cose non sono una seduzione. Ed io, per esempio, che vi faccio la corte e che non ho nessuna voglia di rinunziare a voi, quale ragione ho d'esser convinto della vostra inespugnabilità? Voi sfuggite tutte le occasioni in cui io sarei – lo dico con una frase da tenore – «nella pienezza dei miei mezzi»; voi sfuggite tutte le occasioni in cui io potrei essere io; – voi insomma, presentite dove e come e quando comincerebbe la vostra debolezza: ed ecco, vi ripeto, ecco qual'è la vostra forza.
ClaraSicchè, concludiamo: io ho paura di voi.
RicciardiNon lo so, ma nulla m'impedisce di crederlo.
ClaraSe vi fa piacere di crederlo, accomodatevi pure.
RicciardiLo vedete! Vi schermite. Se foste sicura di voi stessa, mi sfidereste.
ClaraDio buono! Sarebbe crudele e superfluo defraudarvi d'un trionfo immaginario!
RicciardiAttenta! Ciò che dite è arguto, ma vi denunzia sempre più debole. Scommetto che se v'invitassi a disilludere la mia immaginazione, voi rifiutereste l'invito.
ClaraCome siete complicato stasera! Via, semplifichiamo.
RicciardiSemplifichiamo. Volete dimostrarmi, realmente, di sapermi respingere?
ClaraO che! Parlate sul serio?
RicciardiE se parlassi sul serio?
ClaraMi divertirei un mondo.
RicciardiE acconsentireste a darmi una prova?
ClaraSenza dubbio.
RicciardiPosso farvi la mia proposta?
ClaraFatela.
RicciardiNon ve ne pentirete?
ClaraNon me ne pentirò. Fatela!
RicciardiEbbene, vi propongo… di venire in casa mia!
ClaraIn casa vostra?
RicciardiIn casa mia.
Clara(scoppiando a ridere) Ah ah ah!.. la gran prova non è che questa?
RicciardiAbito solo.
ClaraBenissimo.
RicciardiVi troverete per la prima volta vicino a me, in un ambiente segreto, fra quattro mura, senza testimoni…
ClaraBenissimo.
RicciardiSenza porte aperte…
ClaraBenissimo.
RicciardiSenza difesa!
ClaraBenissimo… E poi?
RicciardiE poi… e poi vedremo. Accettate?
Clara(ridendo sempre più forte) Sicuro che accetto. Ah! ah! ah!
RicciardiMa che! Voi non verrete!
ClaraEd io vi dico che ci verrò.
RicciardiSu, dunque: quando verrete?
ClaraDomani.
RicciardiL'ora?
ClaraAlle due?
RicciardiAlle due.
ClaraLe armi?
RicciardiLe sceglieremo sul terreno!..
ClaraSta bene!
Ricciardi(ammonendola, diffidente) Contessa Clara!..2
ClaraSignor Gino!.. Sino a domani, è vero, voi potete dubitare di tante cose, ma della mia parola… no!
RicciardiÈ giusto…
ClaraGrazie!
Ricciardi(galantemente, alzandosi) E adesso, è necessario separarci.
ClaraSepararci?!
RicciardiQuando è corsa una sfida, i due avversari non hanno più nulla da dirsi, e non debbono dirsi più nulla.
ClaraPerfettamente. (Si leva e lo congeda con una profonda e lunga riverenza settecentesca.) Signore…
Ricciardi(inchinandosi caricatamente) Contessa…
ClaraA domani?
RicciardiA domani. (Sta per uscire. – Silvio entra.)
SCENA IV
SILVIO, CLARA, RICCIARDIRicciardiOh!..
SilvioDestinàti ad incontrarci sempre sul peggio passo: quello dell'uscio.
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1
Si badi: le due persone che seggano su questa doppia poltrona devono trovarsi proprio l'una con le spalle all'altra. Si può anche comporla mediante due poltrone con le spalliere combacianti coperte di stoffe e di piccoli cuscini.
2
Nota per gl'interpreti. – Dalle parole: «Via, semplifichiamo» fino alle parole: «Contessa Clara» il dialogo dev'essere un crescendo di animazione, di vivacità. Le battute debbono essere legatissime e scoppiettanti.