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La guerra del Vespro Siciliano vol. 2
Non credo che questo soprannome potè trarsi in alcun modo dai Garfagnini, abitatori della Garfagnana nello stato di Modena.
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Nel r. archivio di Napoli, reg. seg. 1271, sì legge un diploma del 12 gennaio decimaquarta Ind. (1278), col quale è conceduta a Guglielmo de Mosterio la terra di Grattieri, posseduta già dal conte Arrigo Ventimiglia, traditore, dicea re Carlo.
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Nic. Speciale, lib. 4, cap. 9.
229
Speciale dice 18,000 uomini perduti; ma sembran troppi.
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Si vede dal citato diploma del 23 giugno 1299, Testa, docum. 16.
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Nello stesso diploma e in un altro della stessa data del 23 giugno, citato nel seguito di questo capitolo, si fa menzione di Pietro Cornel, nominato da Speciale in questo luogo.
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Nic. Speciale, lib. 4, cap. 10 e 11.
Anon. chron. sic., cap. 60 e 61.
Per la infermità di Giacomo in Napoli e il figliuolo quivi partoritogli da Bianca, veg. Surita, Annali d’Aragona, lib. 5, cap 37 e 38.
La data del ritorno di Giacomo in Napoli dopo questa prima impresa di Sicilia, si conferma per un diploma dato di Napoli a 5 marzo duodecima Ind. (1299), nel quale, dicendosi abbisognar molto frumento pro adventu illustris regis Aragonie, il re comandava trovarne subito 2,000 salme e farne biscotto, sì che fosse pronto il 12 marzo. Nel r. archivio di Napoli, reg. seg. 1299, A, fog. 41 a t.
Tra le terre ch’eran rimase a’ nemici in Sicilia fu anche Novara, e tenne per Loria, come si ricava da un diploma del 1 luglio 1299, dato in quella terra col titolo di re Giacomo d’Aragona…existente etiam et dominante domino nostro domino Rogerio de Lauria milite, regnorum Aragonum et Sicilia ammirato, nec non et gratia Dei et regis et per sanctam Romanam Ecclesiam inclito domino Castellionis, Francavillae Nucariæ, Linguegrossae, Cremestadis, S. Petri supra Pactas, Ficariæ, et Turturichii, sui dominii praedictarum terrarum et locorum anno primo feliciter, amen.
Dal monastero Cisterciense di Santa–Maria di Novara. Tra’ Mss. della Bibl. com. di Palermo, Q. q. G. 1, fog. 178.
Quanto a’ soccorsi di Napoli alle castella che teneansi nelle costiere settentrionali di Sicilia, dà validissimo argomento a supporli un diploma del 1 aprile tredicesima Ind. 1299, col quale è ordinato di mandarsi ad partes Sicilie per conto di Ruggier Loria 10 salme di sale. Certamente il governo di Napoli non si limitava a questa sola provvedigione. R. archivio di Napoli, reg. seg. 1299, A, fog. 31.
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Raynald, Ann. ecc., 1298, §. 17, breve al patriarca d’Armenia, 26 ottobre anno 4.
234
Ibid. 1299, §§. 1 e 2, brevi dell’8 e 9 giugno.
235
Surita, Ann. d’Aragona, lib. 5, cap. 87, 88.
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Docum. XXIX e XXX.
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Dei pagamenti fatti a Giacomo in Napoli dan fede i diplomi del 21, 22 e 25 marzo e 4 maggio, 15 e 18 giugno e 8 luglio duodecima Ind., nel registro del r. archivio di Napoli segnato 1299, A, fog. 24, 23, 33, 54 a t., 92 a t., 110 e 209 a t. Son quietanze ai capitani delle città di Aquila, Lucera, Guastimone e Salerno per le somme consegnate a Consalvo Garzia, commissario del re d’Aragona, e tolte da’ sussidi che quelle città avean promesso per la presente guerra.
Tre diplomi del 30 maggio, 6 giugno e 8 luglio attestano il pagamento di altre once 220 al medesimo Consalvo Garzia, su la sovvenzione che forniva la città di Napoli; e tutti questi danari furono di carlini d’argento di 60 all’oncia. Ibid., fog. 126 a t. e 138 a t.
Un altro diploma del 24 giugno duodecima Ind., porta il pagamento stipendi di alcuni uomini d’arme del re di Aragona, fatto dall’erario di Napoli per mezzo di Consalvo Garzia. Un di questi condottieri, per nome Bertirando Artus, avea 12 once al mese, e’ suoi scudieri 2 once; un altro condottiero 6 once, ec. Reg. citato 1298, A, fog. 115.
Questi pagamenti stentati e spezzati, fatti a misura che s’avea il denaro delle sovvenzioni, ancor mostrano quanto fosse esausto l’erario di Napoli in quel tempo. Veg. anche i diplomi del 25 maggio, 5 e 23 giugno nelle seguenti note.
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Diploma del 23 giugno 1299, dal registro del r. archivio di Napoli segnato 1299, A, fog. 111, pubblicato dal Testa, op. cit., docum. 16, dal quale si ricavano i seguenti particolari:
Che Giacomo avea lasciato in Sicilia 79 cavalli alferrati (cioè uomini scelti, armati da capo a pie’, donde forse presero il nome gli alfieri o portatori d’insegna), 422 altri cavalli, e 1,156 fanti; da pagarsi da gennaio ad aprile 1299, per once 5,259; e per maggio ancora, nel numero di 78 cavalli alferrati, 426 cavalli e 1,203 fanti, per once 2,071,15.
Che la flotta catalana si dovea pagare per 5 mesi da gennaio a tutto maggio; ma si contentava di 4 mesi di soldo per once 8,951, essendo rimasta gran pezza ne’ porti.
Che tornaron di Sicilia con Giacomo alferrati 28, cavalli 425, fanti 151 ch’erano già soddisfatti in Napoli.
Che i Catalani andavan creditori inoltre di once 6,085,28, per supplimento a’ cavalli morti o perduti.
Da ciò si argomenta ancora che a tutto dicembre 1298, avea pagato queste genti il papa o re Carlo.
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I mercatanti fiorentini, massime della compagnia de’ Bardi, prestavan danari a re Carlo, pigliando in sicurtà o in isconto la tratta de’ grani.
Diploma dell’ultimo febbraio duodecima Ind. (1299), nel quale si legge che il danaro col quale gli angioini comperarono dal traditore Berengario degli Intensi la città d’Otranto, era stato pagato in parte dal mercatante Bartolomeo della compagnia dei Bardi, la quale avea promesso dare in prestito alla corte di Napoli a tutto marzo 1299 once 4,000, e le era stata ceduta la tratta di 40,000 salme di frumento. Nel r. archivio di Napoli, reg. seg. 1299, A, fog. 22.
Diploma del 25 maggio duodecima Ind. a Lippo Ildebrandini e altri della compagnia de’ Bardi di Firenze. Saducetto d’Adria graffiere di Carlo II, e Consalvo Garzia cavaliere di re Giacomo, erano stati deputati insieme a raccorre il danaro della sovvenzione generale per la guerra, e tutt’altro danaro appartenente a Carlo o a Giacomo. La compagnia Bardi avea promesso once 4,000 per prezzo della tratta di 40,000 salme di grano. E i due suddetti le davan questa scritta per le once 4,000, da lei veramente pagate. Reg. cit. 1299, A, fog. 185.
Diploma del 5 giugno duodecima Ind. Carlo II dà cautela per 10,000 once d’oro, pagate da alcuni mercatanti della compagnia degli Spini di Firenze, mercatanti di Bonifazio VIII. Questo danaro era stato rassegnato in vari giorni, a un cassiere dei re e a Consalvo Garzia. E Bonifazio il dovea a Carlo pro pretio quorundum jocalium. Ibid., fog. 183.
Diploma del 23 giugno. Sen vede che a tutto quel mese Giacomo dovea a Pietro Cornel condottiero, per stipendi e prezzo di cavalli, once 1,941. Per mezzo de’ Bardi ne fu pagata una parte in Provenza; il rimanente dovea soddisfarsi entro un anno. Ibid., fog. 112. Questo Cornel, citato dallo Speciale come consigliator della ritirata da Siracusa nel 1298, nella state del 1299, pria della nuova impresa, se ne tornò in Ispagna, come si vede da un altro diploma dato l’8 giugno, ibid., fog. 104, che gli accordò il permesso dell’uscita dalle frontiere.
Diploma del 23 giugno duodecima Ind., per once 1,120 date in prestito da Benedetto Bonaccorsi della compagnia de’ Bardi di Firenze, con cessione di tratta dì grani. Ibid., fog. 141.
Diploma del 23 giugno 1299, ibid., fog 96 a t., che contiene altri imprestiti e cessione della tratta di grani alla compagnia de’ Bardi di Firenze.
Diploma dell’ultimo di giugno duodecima Ind. Altri imprestiti de’ Bardi. Ibid., fog. 97.
Diploma dell’ultimo di giugno. Da questo si vede che la compagnia de’ Bardi avea casa in Marsiglia; e che avea tratto di Marsiglia e pagato in Napoli once 2,200 per tasse di Provenza, e decime ecclesiastiche di quelle chiese, concedute dal papa per la presente guerra. Ibid., fog. 185 a t.
Altro diploma del 4 luglio, ibid., fog. 147, per altri imprestiti di mercatanti italiani.
Diploma del 2 agosto duodecima Ind., ibid., fog. 167 a t., per un’altra tratta di vittuaglie alla stessa compagnia.
Altri se ne veggono sullo stesso proposito nell’Elenco delle pergamene del medesimo r. archivio, tom. II, pag. 193, 213 e 215, in data del 5 maggio 1298, 7 gennaio, 20 e 25 febbraio 1299.
Molti altri diplomi attestano che la compagnia de’ Bardi avea in affitto la zecca di Napoli; e talvolta gli ufici delle segrezie di qualche provincia.
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Veg. la nota 238, pag. 128.
241
Diploma del 12 febbraio duodecima Ind. 1299, dall’archivio di Napoli, reg. seg. 1299, A, fog. 17. Vi si legge come tre cardinali da parte di Bonifazio aveano intimato a Carlo che pensasse a soddisfare i grossi debiti verso la santa sede, per imprestiti a lui e al padre, censo non pagato, e sussidi sì nella guerra, sì per lo maritaggio della figliuola con re Giacomo.
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Diplomi del 18 e 20 marzo, 8 e 23 aprile, dai quali si ritraggono vari atti di forza privata commessi da masnade e genti armatesi popolarmente in Vico, Maddaloni, e altre terre anche in Principato. Ibid. fog. 21 a t., 23 a t., 30 a t., 51, 75.
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Diploma del 25 marzo duodecima Ind. per le vittuaglie che si portavano clandestinamente a’ confini dei nemici in Basilicata, particolarmente dalla terra di Colubrano. Reg. cit. 1299, A, fog. 24 a t.
Diploma del 9 aprile duodecima Ind., al capitano di Bari. È la commissione del suo uficio, pel buono e pacifico stato de’ cittadini, e perchè ab hostium non ledantur insidiis. Ibid., fog., 26.
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Diploma del 22 marzo duodecima Ind., ibid., fog. 23, nei quale si legge un capitano in Lucera.
Diploma del 26 marzo duodecima Ind., pel quale è eletto un capitano in Bari con mero e misto impero. Ibid., fog. 25.
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Diploma del 26 marzo duodecima Ind. (1299), col quale è fornita una picciola somma per riparazione delle galee testè tornate di Sicilia. R. archivio di Napoli, reg. seg. 1299, A, fog. 524.
Diploma del 9 aprile duodecima Ind., perchè si fornissero di biscotto alcune galee napoletane e aragonesi nel porto d’Otranto. Ibid., fog. 31 a t.
Diploma del 12 aprile duodecima Ind., per comperarsi subito gran copia di stoppa da rispalmar le galee. Ibid., fog. 51 a t.
Diploma del 2 maggio duodecima Ind., per cinque galee catalane ch’erano a Brindisi, e si dovean vettovagliare, e armarne quattro, non bastando la gente per cagion delle malattie. Ibid., fog. 65 a t.
Diploma del 29 maggio duodecima Ind. Remiganti in gran copia assoldati in Pozzuoli, Salerno, Sorrento, e Castellamare. Ibid., fog. 85.
Vari diplomi del 30 maggio duodecima Ind., per remiganti da assoldarsi in Gaeta, Amalfi, Castellamare e altri luoghi. Ibid., fog. 93.
Diploma del 2 giugno, per armarsi dieci galee e provvedersi di viveri. Ibid., fog. 87.
Tre diplomi della stessa data, che contengono altre richieste di uomini per la flotta. Ibid., fog. 88 e 99.
Diploma del 23 giugno, per armamento di galee in Brindisi. Ibid., fog. 97.
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Riguardo all’esercito si trovano nel r. archivio di Napoli questi documenti:
Diploma del 28 marzo duodecima Ind., per lo quale fu differita infino alla pasqua l’adunata in arme di tutte le milizie feudali a Foggia, bandita prima per marzo. Reg. 1299, A, fog. 26 a t.
Diploma del 18 aprile duodecima Ind., perchè da Principato e Terra di Lavoro si recassero in Napoli balestrieri e fanti. Ibid., fog, 51 a t.
Diploma del 27 aprile duodecima Ind., Chiamata al militar servigio in Calabria. Ibid., fog. 80.
Diploma del 2 maggio, duodecima Ind., per trovarti balestrieri e pedoni pronti agli ordini di Roberto duca di Calabria, vicario generale. Ibid., fog. 54.
Diploma dell’8 maggio, duodecima Ind. Chiamata al militar servigio e allo addoamento. Ibid., fog. 79.
In tutto il registro 1299, A, ci son molti altri diplomi per armamento de’ cavalli all’impresa di Sicilia.
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Diploma del 18 aprile, duodecima Ind., al castellano di Pozzuoli, per aver cura che di quella spiaggia non andasser marinai a Ischia e Procida, e non si facessero segnali alle dette isole con fuoco e fumo. Reg. cit., fog. 51 a t.
Diploma del 6 maggio, duodecima Ind,, pel quale è differito l’ordine dato al comune di Aversa che mandasse 1,000 uomini, armis et instrumentis aliis decenter munitos ad rebelles insulas nostras Iscle Capri et Procide. Ibid., fog. 61.
Diploma del 5 giugno 1299. Ibid., fog. 103 a t. Per adunarsi fanti con accette e scuri da mettere a guasto le campagne d’Ischia, ove Giacomo si dovea portare con la flotta. Napoli dovea fornir 400 uomini, Aversa 300, Capua 300.
Diploma del 12 giugno, duodecima Ind. Si doveano pagare per 10 dì, alla ragione di dieci grani al giorno, i 300 fanti d’Aversa, mandati pel guasto d’Ischia. Provvedeasi che il danaro si ritraesse da una contribuzione degli abitanti d’Aversa. Ibid., fog. 128.
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Veg. docum. XXVI e XXVII, e questi altri:
Diploma del 12 marzo, duodecima Ind. (1299), per la custodia degli statichi del castell’Abate. Reg. cit. 1299, A, fog. 45.
Diploma del 14 marzo. Il dì 20 i principi Roberto e Filippo si dovean trovare con le genti loro sotto il castell’Abate, per combatter quelle di Federigo, se venissero al soccorso. Perciò, affinchè abbian giusto numero di cavalli e fanti, è provveduto: quod de quolibet foculario mictant servientem peditem unum, munitum armis decentibus et expensis que sibi sufficient amorandum ibidem cum duce prefato. Ibid., fog. 46.
Diploma del 28 marzo. Per la medesima cagione, chiamati al militare servigio i feudatari delle città di Napoli, Capua ed Aversa pel 14 aprile. Ibid., fog. 2 a t.
Diplomi del 1 e 2 aprile duodecima Ind. (1299), per milizie presentatesi al castell’Abate, coram Roberto primogenito nostro duce Calabrie. Ibid., fog. 36.
Diplomi dell’8 e 9 aprile, da’ quali si scorge che Apparente di Villanova castellano del castell’Abate, consegnatolo agli angioini, ebbe salvocondotto a tornarsi in Sicilia. Ibid., fog. 6.
Altro diploma dell’8 aprile, per gli stipendi delle genti che avean assediato il castell’Abate. Ibid., fog. 7 a t.
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Diploma del 2 aprile 1299, risguardante il pagamento degli stipendi a 260 cavalli di Guidone di Primerano, a’ quali doveansi once 520 al mese, computato ogni milite per due scudieri. Si comanda che vadan subito alle frontiere de’ nemici a Rocca Imperiale e Ordeolo, per cavalcar continuamente quelle campagne, dandovi il guasto. In questo diploma si parla ancora di danari pagati ai Catalani e almugaveri di Berengario d’Intensa, e d’un negozio che costui dovea compiere. Vi si fe’ molta premura per l’assedio d’Ordeolo, ove si doveano adunare altre forze, e anche aiuti procacciati dal papa. Nel citato registro 1299, A, fog. 54.
Diploma del 1 maggio, duodecima Ind., dal quale si vede che già Rocca Imperiale era venuta in man degli angioini. Reg. seg. 1299, A, fog. 69.
Due diplomi del 2 maggio, duodecima Ind. (1299), coi quali son dati altri provvedimenti per l’assedio di Ordeolo; ed è creato un capitano in val di Crati e Basilicata cum mero et mixto imperio et gladii potestate, che vada subito a quell’assedio. Ibid., fog. 66 a t. e 68.
Diploma del 14 giugno. È data autorità a Ruggier Sangineto di fermar patti con Berengario de Muronis milite, per la ricuperazione d’Ordeolo e Porta di Roseto. Ibid., fog. 128.
Diploma del 15 luglio, duodecima Ind. Provvedimenti perchè non manchi il danaro a incalzar l’assedio d’Ordeolo. Ibid., fog. 124.
Diploma dell’8 settembre tredicesima Ind. (1300), dal quale si vede che Ordeolo con Pietra di Roseto eran già in poter degli angioini. Reg. 1299–1300, C, fog. 331 o piuttosto 371.
Diploma del penultimo maggio duodecima Ind. (1299). Provvedimenti per la espugnazione del castel di Squillaci. Ibid., fog. 86 a t.
250
Diploma del dì ultimo febbraio duodecima Ind. I principi Roberto e Filippo, da parte del re, in Otranto avean patteggiato con Berengario degl’Intensi che la tenea per parte de’ nemici. Berengario indi era, dice il diploma di Carlo II, ad fidem et mandata nostra reversurus, e gli si dovean pagare, per lui e la sua compagnia, once 2,856, 7, 10, per stipendi dal 18 ottobre undecima Ind. (1297) sino a tutto agosto della stessa Ind. Reg. cit. 1299, A, fog. 22.
Diploma del 12 aprile duodecima Ind. (1299). Berengario d’Intensa avea preso statichi dalla terra di Montalto, e consegnatili a Stefano de Argat, sotto giuramento di custodirli per esso. Il re, non avendogli dato autorità a trattare, scioglie il giuramento dato allo stesso Berengario dall’Argat, e comanda che gli statichi si ritengan prigioni dal conte di Catanzaro. Ibid., fog. 49.
Diploma del 23 aprile duodecima Ind., per liberarsi alcuni Catalani e Aragonesi della compagnia di Berengario d’Intensa. ch’erano stati messi in prigione. Ibid., log. 75.
Diploma dell’8 giugno duodecima Ind., ove si dice che Otranto era tuttavia insidiata, e si sospettava di que’ medesimi Catalani della compagnia d’Intensa che l’avea consegnato agli angioini. Ibid., fog. 90 a t.
Diploma del 6 luglio duodecima Ind., per alcuni uomini d’Otranto. Da questo si scorge che Guglielmo Palotta tenea già Otranto per Federigo, che gli fu sostituito Berengario d’Intensa, e che Palotta adesso era anch’egli fedele di re Carlo. Ibid., fog. 160 a t.
Niccolò Speciale, lib. 3, cap. 15, dice chiaro il tradimento di Berengario, ch’era stato sostituito a Guglielmo Palotta nel comando d’Otranto. Surita, Ann. d’Aragona, lib. 5, cap. 38, afferma che Berengario degl’Intensi, preso ad Aversa, fu liberato sotto sicurtà, per procaccio di Giacomo.
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Tre diplomi del 25 giugno, reg. cit. 1299, A, fog. 132 a t. e due del 2 luglio, ibid., fog. 119 a t. 120, svelano quest’altro tradimento. Un tal che tenne il castello di San Giorgio in Calabria, prima per Giacomo re di Sicilia, poi per Federigo, or abboccatosi col medesimo Giacomo, avea pattuito di render il castello a Carlo II, se gli si pagassero i soldi corsi, suoi e del presidio che montavano ad once 55. Non è mestieri aggiugnere che Carlo fece dar subito la moneta.
Da un altro diploma del 7 settembre tredicesima Ind. 1300, reg. seg., 1299–1300, C, fog. 372, segnato per errore 332, si vede che il nome di costui era Albagno d’Aragona. Con questo diploma si ordinava a favor di lui un altro pagamento.
Altri fallirono a Federigo, forse senza vender castella a’ nemici. Tali sembrano i casi de’ due documenti seguenti.
Diploma del 10 aprile duodecima Ind. Guidone Lombardo, già nemico, si era convertito. Datagli in feudo la terra di Monforte in Sicilia, ch’ei tenea da Giacomo e da Federigo. Ibid., fog. 13.
Diploma del 3 giugno duodecima Ind. Perdonato a Gerardo di Bonavite da Firenze, se tra 15 dì tornasse alla ubbidienza. Costui era stato disertore la prima volta dagli angioini ai nostri; ora era ad Ischia, e pensava tornare a’ primi con un nuovo tradimento. Ibid., fog. 89.
252
Honor est quod onus alleviat, leggesi ne’ due diplomi dati il 10 aprile duodecima Ind. (1299) per la tradigione che racquistava a Carlo II le terre di Martorano e Taverna. Nel r. archivio di Napoli, reg. citato 1299, A, fog, 13 e 38, a t.
253
Nic. Speciale, lib. 4, cap. 12, 13.
254
Diploma del 24 giugno 1299, nel r. archivio dì Napoli, reg. seg. 1299, A, fog. 113, a t.
255
Nic. Speciale, lib. 4, cap. 14.
Il tempo della morte di Corrado Lancia si argomenta anco da un diploma del 15 giugno 1299, sottoscritto da Vinciguerra Palizzi cancellier del regno, in Testa, op. cit., docum. 17.
256
Del tradimento di costui fa fede anco un diploma di Carlo II, dato a 13 settembre tredicesima Ind. (1299), col quale son rimesse tutte lor colpe a Salvacossa, protontino d’Ischia, e agli altri abitanti che piegarono a parte siciliana, ma poi, succedentibus prosperis, dice il diploma, tornarono in fede. Nel r. archivio di Napoli, reg. 1299–1300, C.
Surita, Ann. d’Aragona, lib. 5, cap. 37, 38.